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04/01/2004 01:19 | |
Un ritrovamento nel Bashkir contrario alle nozioni tradizionali della storia umana: sopra una lastra di pietra, vecchia di 120 milioni di anni, la mappa in rilievo della regione degli Urali.
Studiosi dell’Università dello Stato del Bashkir, in Russia, hanno trovato indiscutibili prove riguardo all’esistenza di un’antica civiltà altamente sviluppata. Si tratta di una grande lastra che riporta il rilievo della regione degli Urali eseguita secondo una sconosciuta tecnologia. Vi si osservano notevoli lavori di ingegneria: un sistema di canali lunghi circa
dodicimila chilometri, sbarramenti, dighe e possenti argini. Sono presenti anche losanghe, disegnate sul terreno, la cui destinazione è sconosciuta. Le inscrizioni presenti sulla mappa sono costituite da geroglifici inseriti in un linguaggio sillabico di sconosciuta origine che nessuno per adesso è in
grado di leggere.
Anche se la notizia è recente, il rinvenimento risale al 1999. Tutto ha inizio quando il dottor Alexander Chuvyrov, insegnante di fisica e scienze matematiche dell’Università e un suo studente cinese Huan Hun decisero di indagare circa la possibilità di migrazioni cinesi nel territorio della Siberia e negli Urali.
In Bashkiria trovarono rocce incise con antico linguaggio cinese a conferma di migrazioni in quei luoghi.
La maggior parte delle iscrizioni ritrovate contenevano informazioni riguardanti il commercio, i matrimoni e i decessi. Nel villaggio di Chandar, nella regione Nurimanov, trovarono duecento lastre di pietra; ma non erano stati i primi. Già nel diciassettesimo e diciottesimo secolo spedizioni russe rinvennero nella regione degli Urali duecento pietre bianche con scritture e simboli e nel ventesimo secolo l’archeologo A. Schmidt vide alcune lastre a Bashkiria. Seguendo questa pista, nel 1998 Chuvyrov formò un gruppo con i suoi studenti e si lanciò nella ricerca. Si avvalse anche di un elicottero, ma le pietre non furono trovate.
Quando il fato ci mette lo zampino tutto diviene possibile. Il presidente della locale società agricola, Vladimir Krainov, condusse il professore a vedere una pietra situata sotto il portico della casa.
Nel 1999 la pesante pietra, di oltre una tonnellata, venne liberata. Alta centoquarantotto centimetri, larga centosei, con uno spessore di sedici, venne piazzata su di uno speciale cavalletto costruito appositamente e provvisto di ruote per poterla muovere con facilità. Una volta ripulita si mostrò come una mappa tridimensionale.
Il Professor Chuvryov ammise: "Più imparo, più capisco che non so niente".
Russi e cinesi esperti nel campo della cartografia, fisica, matematica, geologia, chimica e antico cinese precisarono che si trattava di una mappa, in scala di 1:1,1 km, che rappresentava la regione degli Urali. Si potevano vedere i fiumi Belya, Ufimka, Sutolka; il Canyon Ufa dalla città di Ufa fino al centro di Sterlitimak.
La struttura geologica del reperto consiste di tre livelli: una base di quattordici centimetri di dolomite, un secondo livello di diopside vetrosa e un terzo livello, di due millimetri, costituito da porcellana a proteggerla da impatti esterni. Inutile dire che la metodologia usata nella lavorazione non è conosciuta dalla scienza moderna. È chiaro che è impossibile sia stata elaborata manualmente da un tagliatore di pietra, ma eseguita con strumenti di precisione come confermano i raggi X.
Come abbiamo accennato, sulla mappa sono presenti iscrizioni verticali e per questo si è pensato fosse di fattura cinese, ma le indagini svolte nelle biblioteche cinesi e le indagini degli studiosi dell’università dello Hunan hanno escluso tale ipotesi.
Inoltre la porcellana, posta a copertura della lastra, non è mai stata usata in Cina. Nel corso degli infruttuosi tentativi di decifrare la scrittura fu osservato che un segno corrisponde alla latitudine attuale della città di Ufa.
Sulla mappa è presente un gigantesco sistema di irrigazione formato da fiumi, da due sistemi di canali larghi cinquecento metri e dodici dighe, anch’esse larghe da trecento a cinquecento metri, lunghe dieci chilometri, ognuna con una profondità di tre chilometri. Attualmente possiamo costruire solo una piccola parte di quanto è raffigurato sulla mappa.
Le analisi effettuate per determinare l’età della pietra hanno prodotto diversi risultati che non aiutano a fare chiarezza. Sulla superficie della pietra sono state trovate due conchiglie: la "Navicoipsina Munitus", risalente a circa 500 milioni di anni e la "Ecculiomphalus Principe", della sottofamiglia delle "Ecculiomphalinae", vecchia di circa 120 milioni di anni.
È stato anche osservato che la mappa fu creata quando il polo magnetico della terra era situato nell’attuale zona della Terra di Franz Josef, esattamente 120 milioni di anni fa. Quindi è stata accettata tale data come quella della realizzazione dell’opera.
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