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Spam: arriva il «phishing», nuova truffa online

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2004 18:05
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25/06/2004 12:04

George Webb (Microsoft): E' l'ultima frontiera delle email spazzatura
I pirati riescono a carpire carte di credito e password inducendo gli utenti a collegarsi con falsi siti commerciali o di banche


MILANO - Per George Webb, capo della task force anti-spam della Microsoft, non ci sono dubbi: «Le email spazzatura? Una peste che occorre combattere». A cominciare dal «phishing», la nuova forma di truffa online, chiamata così per un gioco di parole che richiama l'attività degli hackers per impadronirsi dei dati personali altrui e le tecniche per fare telefonate gratis. Insidiosa quanto diffusa, utilizza delle email false allo scopo di sottrarre illecitamente dati personali, come numeri di carte di credito o password. Sono 57 milioni le persone che le hanno ricevute nell'ultimo anno, ha rilevato la società di ricerche Gartner. «Difficile accorgersi del falso - spiega Webb, che incontriamo nella sede di Microsoft a Segrate -. All'apparenza sembrano messaggi inviati da banche o siti commeciali molto noti. Non sollevano sospetti». I falsi messaggi di posta elettronica inducono i destinatari a collegarsi a un sito simile (ma falso) a quello del presunto mittente nel quale viene chiesto di inserire dati personali come numeri di carte di credito e password. «Il resto si può immaginare: i truffatori riescono a spendere soldi non loro». Il tutto si trasforma in enormi frodi: negli ultimi 12 mesi, solo negli Stati Uniti, le banche hanno perso 2,4 miliardi di dollari.

FALSI MESSAGGI - Secondo l'associazione Anti-Phishing Working Group quasi il 5% di coloro che ricevono i falsi messaggi è indotto a rispondervi. Dall'inizio di quest'anno il gruppo ha rilevato un continuo proliferare di attacchi di phishing, con un aumento del 200% nel mese di aprile rispetto ai rilievi di marzo. Come proteggersi dal phishing? Lo spiega George Webb, in «tour» mondiale per conto della Microsoft per illustrare le nuove tecniche di lotta contro lo spam. «Il problema - spiega - è che diventare spammer è relativamente facile, poco costoso è estremamente remunerativo». Salvo che si tratta di un vero e proprio crimine. Basti pensare che l'Fbi ha appena arrestato un dipendente di Aol con l'accusa di aver rubato l'intera mailing list degli utenti Aol, pari a 92 milioni di indirizzi, per rivenderle a un imprenditore promotore di attività illegali. «Per combattere fenomeni come questo - prosegue Webb - la Microsoft ha sviluppato una strategia complessa che coinvolge le istituzioni, i provider, e anche le aziende a noi concorrenti».

TASK FORCE - In sostanza, spiega il capo della task force antispam dell'azienda fondata da Bill Gates, investendo una decina di milioni di dollari soltanto nell'ultimo anno, la Microsoft ha costituito un gruppo di lavoro per progettare software «capaci di bloccare lo spam all'origine, piuttosto che attendere di ricevere le email spazzatura. E' questo il caso di «filtri» che si sono dimostrati estremamente efficaci, riuscendo a bloccare (almeno su Hotmail) il 90% delle email spazzatura». Non solo. In accordo con i vari governi mondiali, spiega Webb, l'azienda di Redmond sta promuovendo cause legali contro gli spammer identificati come tali. «Non diamo tregua a nessuno». E, come coniglio dal cilindro, i ricercatori hanno elaborato un nuovo sistema che sfrutta i logaritmi per «timbrare» le email come buone o come spam e dunque permettere che siano respinte prima ancora che invadano il nostro pc. «Praticamente l'utente non si accorge di nulla. E' il client a fornire a ogni messaggio una sorta di codice elettronico che propone un "quiz": se viene risolto correttamente, l'email è buona, altrimenti si tratta di spam».

ALLEANZA - E non è tutto. La lotta alla diffusione della posta spazzatura si arricchisce di un nuovo capitolo. Aol, Yahoo!, Microsoft e EarthLink, i primi fornitori di posta elettronica degli Stati Uniti, hanno deciso di unire le proprie forze per arginare il fenomeno dei cosiddetti «computer zombie»: i pc infettati da virus che diventano - inconsapevolmente - untori telematici, inviando sul web milioni di email indesiderate. Un fenomeno ancora più sgradevole del semplice spamming: a spedire le missive elettroniche indesiderate, infatti, non sono hacker o pirati telematici ma - in maniera del tutto inconsapevole - i computer di amici e conoscenti che sono stati «colonizzati dai pirati elettronici per inviare milioni di messaggi in giro per il web.

COMPUTER ZOMBIE - Per combattere il fenomeno, i primi quattro Internet Service Provider americani, hanno deciso di accantonare la tradizionale rivalità: nel prossimo futuro verranno provate soluzioni comuni (come l'identificazione del pc da cui provengono le e-mail sgradite e la schermatura automatica dell'indirizzo) al fine di limitare le intromissioni coperte da pc divenuti zombie. In modo da rendere più incisiva la propria battaglia, le quattro big della rete hanno chiamato a raccolta anche gli Internet Service Provider (Isp) più piccoli chiedendo loro di congelare gli indirizzi di posta elettronica infettati da virus e tenere sotto controllo tutti quegli utenti che, negli ultimi tempi, abbiano mostrato un volume di posta - ricevuta e inviata - decisamente superiore alle normali abitudini. «La battaglia è solo all'inizio - chiosa George Webb -. Ma siamo fiduciosi che darà ottimi risultati».


DA: IL CORRIERE DELLA SERA

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25/06/2004 13:13

Al Corriere della Sera riciclano le vecchie notizie?

Eh... si vede che parte della redazione è al mare....

comunque è sempre utile ricordare certe notizie [SM=x44462]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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25/06/2004 18:05

in effetti mi sembrava di aver già sentito qualcosa di simile...

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"Venite a guardare il mio viso due o tre ore dopo la morte, allora soltanto avrò il viso che mi era stato destinato, immune dagli affanni, dalle fatiche, dai patimenti, dagli innumerevoli eventi che forzò e forzerà pur in estremo il mio disperato coraggio."

Gabriele D'Annunzio dal Libro Segreto.
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