KABUL - Candidati alle elezioni in Afghanistan avversari di Hamid Karzai hanno detto oggi di aver chiesto alle Nazioni Unite che venga fermato il processo elettorale e hanno dato mezz'ora all'Onu per decidere. Lo ha detto ai giornalisti uno dei candidati, Mohammed Ibrahim Rashid, che ha partecipato alla riunione di 14 avversari del presidente. Alla riunione dei 14 ha partecipato anche l'inviato delle Nazioni Unite per l'Afghanistan Jean Arnault. ''Vogliamo che il processo elettorale venga bloccato'', ha detto Rashid. Un altro candidato presente alla riunione, Abdul Hafiz Mansoor, ha parlato di ''giornata nerissima'' per l'Afghanistan.
Sotto il controllo di centomila militari, gli afghani hanno cominciato oggi a votare per le storiche elezioni presidenziali, che segneranno il primo passaggio di potere pacifico nel Paese dell'Asia centrale segnato negli ultimi trent'anni da guerre e violenze.
Il presidente uscente Hamid Karzai ha votato questa mattina a Kabul poco dopo le 10:00 locali (le 06:30 italiane).
Yunus Qanuni, ex ministro dell'istruzione e principale rivale del presidente uscente Hamid Karzai, si e' invece rifiutato di votare , denunciando che l'inchiostro con cui si esprime il proprio suffragio non e' indelebile.
L'Onu ha pero' deciso di far continuare le elezioni affermando che il problema dell'inchiostro era stato risolto. Un portavoce dell'Onu ha precisato che 'l'inchiostro era stato usato in modo scorretto ora: sono state date disposizioni perche' sia usato correttamente. Quindi, le elezioni vanno avanti'.
Attentati, minacce e intimidazioni hanno punteggiato il mese di campagna elettorale dei diciotto candidati alla presidenza dello Stato. Una ventina di razzi sono caduti fra giovedi' e ieri. Ma oggi non ci sono finora notizie di incidenti o attacchi di militanti Taleban che hanno promesso di minare il processo elettorale.
Le urne si sono aperte alle 7 del mattino e chiuderanno alle 16.00 (4.30-13.30 italiane). Dieci milioni e mezzo di elettori si sono registrati, ma non si sa quanti in effetti rinunceranno per il timore di attacchi.
A Kabul, in una citta' blindata, soffocata dalla nebbia e dalla polvere del vento violento di ieri, piccole file si sono formate fuori dai seggi, creati in uffici e scuole, i cui muri crivellati di proiettili ricordano a tutti la loro storia. Donne con burqa e uomini in turbante attendono pazientemente di poter esprimere per la prima volta nella loro vita il loro volere politico, con schede elettorali anziche' con fucili.
Sedici sono i candidati in lizza - dopo il ritiro di due - fra questi anche una donna. Il favorito e' Hamid Karzai, l'attuale presidente del governo provvisorio. Il numero dei votanti si sapra' in giornata, ma per il risultato finale, con le schede elettorali a v
NAMASTE'