SPIARE OH OH!
IL BUSINESS DELLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE
SI È TRASFORMATO IN UNA VERA MINIERA D'ORO PER UN MANIPOLO DI IMPRENDITORI. ED E’ SUBITO MAXI-RISSA PER GLI APPALTI…
QUI l'articolo di Vittorio Malagutti per L’espresso...
Non c'è crisi, non c'è recessione, il mercato degli spioni viaggia alla grande. Niente di illecito, fino a prova contraria.
Anzi i clienti migliori per le aziende del settore si trovano proprio nei tribunali.
Già, perché
il business delle intercettazioni telefoniche si è trasformato in una vera miniera d'oro per un manipolo di imprenditori. E il profumo di maxi-profitti attira nuovi investitori.
L'ultimo in ordine di tempo a giocare una fiche su questo mercato a dir poco promettente è stato
Ubaldo Livolsi, ex amministratore delegato della Fininvest di Silvio Berlusconi, da qualche anno impegnato come banchiere d'affari e consulente d'alta finanza.
Nei mesi scorsi, in gran segreto, Livolsi ha fatto rotta sulla Sio di Monza, uno dei marchi più conosciuti tra gli addetti ai lavori nel campo dei
sistemi di intercettazione e delle tecnologie per la sicurezza in genere.
"Convergenza", il fondo chiuso lanciato e gestito da Livolsi, ha comprato il pacchetto di maggioranza dell'azienda brianzola con sede a Cantù, non lontano da Como.
L'operazione è stata conclusa da una holding olandese, la Dancent, che ha comprato il 51% del capitale di
"SIO", per il resto controllata dalla famiglia del fondatore ed ex azionista di maggioranza
Elio Cattaneo.
Dancent, a sua volta, fa capo a
Convergenza, un fondo in cui Livolsi ha raccolto i contributi milionari di un gran numero di investitori (banche, compagnie di assicurazione, piccole e grandi aziende).
«Sio spa da oltre dieci anni sviluppa, produce e installa sistemi di registrazione telefonica, ascolto ambientale, monitoraggio video.
(...)
I clienti storici di riferimento di Sio sono costituiti dalle
Procure della Repubblica e dalle Forze di Polizia».
In una breve presentazione messa in Rete sul proprio sito Internet, l'azienda di Cantù si descrive in questi termini.
In effetti, la sigla Sio è molto nota tra magistrati e poliziotti.
E, a quanto pare, il business delle intercettazioni ha fatto la fortuna della società. L'ultimo bilancio approvato, quello dell'esercizio 2003, si è chiuso con 7,5 milioni di utili netti su 19 milioni di euro di giro d'affari, con un margine di profitto che supera la soglia del 30 per cento.
Negli ultimi mesi però la Sio e le sue concorrenti sono state costrette ad affrontare un mercato in rapida trasformazione.
A differenza di quanto accadeva in passato, infatti, le procure hanno bandito una serie di gare pubbliche per l'assegnazione degli appalti per le intercettazioni.
In un certo senso si tratta di una svolta obbligata, perché i tagli nel bilancio della giustizia hanno costretto i tribunali a risparmiare.
E il sistema delle gare, in effetti, consente di tagliare le spese. Il piatto però è ancora molto ricco.
Non per niente
anche un colosso come Telecom Italia ha deciso di scendere in campo, offrendo alle procure i propri servizi di intercettazione
oltre, ovviamente, a mettere disposizione le reti telefoniche. L'intervento dell'ex monopolista ha provocato la reazione degli altri operatori, quasi tutti piccole aziende, che hanno contestato il
doppio ruolo di Telecom, che finirebbe per concentrare su di sé il ruolo di gestore delle comunicazioni e quello di operatore nelle indagini.
Lo scontro è finito in tribunale, perché i risultati di alcune gare d'appalto vinte da Telecom sono stati impugnati di fronte al Tar da alcune aziende sconfitte.
Nei prossimi mesi la battaglia diventerà ancora più accesa. E tra gli operatori del settore qualcuno sembra destinato a perdere posizioni.
In parte è già successo, come dimostrano i conti della
Radio Trevisan di Trieste, l'azienda leader sul mercato delle intercettazioni.
Il 2003, data dell'ultimo bilancio approvato, si è chiuso con 11 milioni di utili su 30 milioni di ricavi.
Un buon risultato, ma nettamente inferiore a quello del 2002, che aveva portato nelle casse della società addirittura 16 milioni di profitti.
Anche i conti del 2004 non sarebbero esaltanti, tanto che secondo indiscrezioni il proprietario
Enrico Magni potrebbe scegliere di passare la mano.
Tra i candidati all'acquisto di Radio Trevisan potrebbe spuntare proprio
il fondo Convergenza di Livolsi.
Dagospia 10 Gennaio 2005
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.