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30/11/2011 07:24

"Il Quirinale. Dall'Unità d'Italia ai nostri giorni" 30 novembre - 17 marzo 2012 Roma
Nel Cortile d'Onore c'è la famosa Lancia Flaminia modello 335 presidenziale del 1961, decappottabile, un'icona della memoria collettiva degli italiani, legata com'è all'immagine di tutti i capi di Stato. E poco prima ecco la berlina dorata di gala del 1877 usata dai sovrani Savoia. Parte da quei due mezzi di trasporto, usati da re e da presidenti, il viaggio della mostra «Il Quirinale. Dall'Unità d'Italia ai nostri giorni» che si apre domani, 30 novembre, per chiudere il 17 marzo e allestita tra il Cortile d'Onore e le sale del Piano Nobile del Palazzo più famoso d'Italia.
È il contributo concreto e visibile della presidenza della Repubblica alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Come spiega il presidente Giorgio Napolitano nell'introduzione, questa mostra «vuole rendere l'immagine e il senso dell'impulso e dell'influsso che dal Quirinale si sono trasmessi al corpo vivo delle istituzioni e della società nell'età monarchica e nell'età repubblicana». Un racconto che segue, sottolinea Napolitano, «il succedersi dei re e dei presidenti che da capi di Stato hanno vegliato, nella buona e nella cattiva sorte, sul farsi e sul crescere del nostro Stato nazionale unitario».
La mostra, esplicitamente destinata al vasto pubblico popolare e soprattutto alle scuole e ai più giovani, propone un corposo apparato di audiovisivi con materiali d'epoca (per esempio, a ciascun presidente della Repubblica è dedicata una tappa multimediale con schermi che mostrano foto e filmati accanto a riproduzioni di pagine di giornali). Ma non rinuncia ad accontentare la curiosità dei visitatori, proponendo momenti anche spettacolari: per esempio il grande ritratto della regina Margherita, consorte di Umberto I, con l'abito da Corte del 1880. O il cannocchiale usato da Vittorio Emanuele III durante la Prima guerra mondiale. L'incredibile olio su tela affollatissimo di personaggi riconoscibili e identificati che ricostruisce la visita di Vittorio Emanuele III e della regina Elena a Parigi nel 1904.
O le bandierine che sventolavano sulle auto per indicare la presenza del sovrano così come accade oggi con i presidenti della Repubblica. La mostra - promossa dal Segretariato generale del Quirinale e organizzata in collaborazione con l'associazione Civita - è allestita da Luca Ronconi e curata dal professor Louis Godart, Consigliere del presidente della Repubblica per gli Affari culturali, e da Paola Carucci. In tutto, 1550 documenti sulla storia del palazzo del Quirinale, dalla sua costruzione a oggi. Squisito, nella sua precisione, il progetto per il Torrino del 1584, che porta la firma del Mascarino, ovvero Ottavio Nonni.
Poi la benedizione notturna di Pio IX nella tempestosa stagione del 1848, e che descrive l'entusiasmo popolare per la concessione dello Statuto da parte del pontefice. Mobili rarissimi, quasi tutti provenienti dalle regge preunitarie delle altre dinastie italiane restate senza trono (Pio IX lasciò il Quirinale vuoto a Vittorio Emanuele II alla fine del 1870): davvero stupefacente il cassettone in legno, avorio, madreperla, tartaruga, ottone e bronzo di quell'autentico genio dell'ebanisteria che fu Pietro Piffetti. Quindi un Palazzo che racconta la propria vicenda perché «Casa comune degli italiani», e non come un luogo dove abita un potere lontano.



di Paolo Conti
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