La magia può essere definita come
l'arte di agire sulla natura con la forza del pensiero volitivo.
Come tale essa rappresenta probabilmente l'atteggiamento originario dell'uomo di fronte all'ambiente:la creatura umana,elevatasi alla coscienza,dovette tentare di esercitare il proprio pensiero come volontà piuttosto che come ragione,rivolgendosi alla natura così come si rivolgeva ai suoi simili.
Si può ipotizzare che alla base di questo atteggiamento vi sia stato il riconoscimento del capo,fondamentale in tutti gli animali sociali:questo riconoscimento avviene per una sorta di sottomissione comune,e non ragionata,all'individuo più adatto;di qui il formarsi di una coscienza gerarchica,dell'intuizione di un ordine che collega tutte le cose e per il quale la volontà più forte influisce beneficamente sulla più debole per l'utilità comune.In realtà alla base della magia sono il comando e la preghiera,a seconda che l'attività magica si svolga dall'alto verso il basso o dal basso verso l'alto: in entrambi i casi quella che agisce e ottiene è la volontà.Evidentemente si trattò di una volontà profonda,conscia del suo essere ma inconsapevole dei modi del proprio affermarsi.
La fenomenologia paranormale ci illumina su questa attività magica,o paranormale,che alle origini dell'umanità per consenso comune di tutti i parapsicologi dovette essere particolarmente intensa,e per millenni si affiancò alle attività più o meno ragionate,fondate sull'apprendimento e destinate infine a prevalere nella storia delle civiltà,senza tuttavia riuscire mai a liberarsi totalmente dell'orientamento primitivo:si può dire che tutto lo sviluippo tecnico non ha fatto che realizzare su di un altro piano,più facile ma meno diretto,i fini che si proponeva l'antica magia.
Fine prima parte.