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Bandiere naziste all’Olimpico

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2006 15:07
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Forattini
31/01/2006 11:07

Razzismo in curva, che fare?
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Razzismo in curva, che fare?
Dopo l'esposizione all'Olimpico di svastiche e striscioni razzisti, la Roma attende notizie dal giudice sportivo e il calcio si interroga. Montella e il senatore Andreotti: "Non diamogli rilievo"




AnsaMILANO, 30 gennaio 2006 - Interrogazioni parlamentari, disgusto, condanne. La domenica porta consiglio. Il mondo sportivo lancia l'ennesimo allarme, quello politico promette l'impegno. Gli striscioni esposti ieri all'Olimpico allungano il record dell'imbecillità. Frasi di menti turbate: "Got mit uns", "Lazio-Livorno, stessa iniziale, stesso forno"; profili di Mussolini, svastiche. Il trionfo della demenza. Per poi sapere, che ancora prima di Roma-Livorno erano state trovate sei bottiglie molotov e un altro striscione con su scritto "V'avemo bruciati vivi". Secondo la Digos bottiglie e striscione avrebbero dovuto costituire una sorta di "vendetta": gli ultras probabilmente avevano pianificato un attacco alla tifoseria livornese per vendicarsi dell'incidente che lo scorso anno aveva coinvolto un sostenitore giallorosso che perse la mano per lo scoppio di un petardo.
Il problema è annoso. La soluzione appare molto difficile. Con Margareth Thatcher al comando, spesso con metodi discutibili, l'Inghilterra ha azzerato i famigerati "hooligan". E' possibile che in Italia non si riesca a eliminare questa piaga?
"Ci sono gli organismi deputati della Figc ed è una cosa che spetta al prefetto", ha commentato il presidente del Coni, Gianni Petrucci. "Non servono le frasi a effetto, chi è che può condividere quegli striscioni? Nessuno che abbia buonsenso", ha aggiunto. "Avevamo già detto tante altre volte - ha dichiarato il presidente della Figc, Franco Carraro - che la politica deve restare fuori dagli stadi, anche perché bisogna rispettare tutte le persone che vanno alla partita. A maggior ragione questo è valido quando si viola la "legge". Lapalissiano. E ovvio.
Il sottosegretario ai Beni culturali con delega allo Sport, Mario Pescante, avrebbe sospeso la partita, affermando però che "punire con il criterio della responsabilità oggettiva dirigenze che spesso sono ricattate dalle tifoserie non so quanto serva".
Mario Baccini, Ministro per la Funzione pubblica, sostiene che serve una denuncia forte e l'impegno della politica nel sostenere l'attività di prevenzione". Paolo Cento, capogruppo dei Verdi, ha esclamato che "ieri è stata scritta una pagina vergognosa, un'ignobile provocazione contro la comunità ebraica e anche contro le tifoserie romane e contro la curva Sud". Preoccupa invece l'affermazione del Prefetto di Roma, Achille Serra, secondo cui fermare la partita in attesa che lo striscione venga rimosso, potrebbe portare a conseguenze imprevedibili. E se avesse ragione un romanista doc come il senatore a vita Giulio Andreotti? Il decano della politica nazionale ha dettato la sua ricetta: "Non dare troppa importanza a espisodi del genere. È una forma di esizibizionismo; è certo un danno grave perché queste immagini vanno a finire, volutamente, sulle pagine dei giornali di altre Nazioni. È importante secondo me non fare di questi personaggi il centro dell'attenzione. Così come Di Canio che poteva fare a meno di fare il saluto romano".
In attesa che il giudice sportivo Maurizio Laudi faccia conoscere domani pomeriggio la sua decisione (l'Olimpico rischia lo stop), vale la pena di ascoltare soprattutto i calciatori. Il portiere della Lazio, Marco Ballotta, non ha dubbi: "Siamo arrivati a livelli assurdi. Qualcosa in più si deve fare. Probabilmente glielo permettono, visto che ci sono dei controlli a tappeto. Sospendere la partita? Sarebbe un segnale forte". Vincenzo Montella la pensa come Giulio Andreotti: "È dannoso parlare di quello che è successo ieri. Parlandone troppo si fa il gioco di chi espone certi simboli".
Da questa mattina nei locali del Coni al Foro Italico di Roma si svolge un congresso sul calcio dal titolo pregnante: "Progetti, riforme, valori: le nuove sfide per il calcio italiano". I temi in discussione? Dai diritti tv ai vivai, dagli stadi al format dei campionati. Un summit che si propone con le sue otto commissioni di sviscerare tutti i problemi di più stretta attualità. Forse è stato sottovalutato il tema più scottante.


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secondo gli enti preposti vedo che l'importante è ..... LAVARSENE LE MANI!!!!

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