Israele: spedizioni punitive contro civili palestinesi

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11/11/2006 12:08

Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 9.29



hai mai pensato quale utilità reale aveva GWBush ad invadere l'IRAQ??

hai mai pensato quale utilità per gli USA hanno avuto i fatti del 11/9?

ecco siamo sulla stessa logica...





Petta, qui si confonde il mezzo con l'obiettivo. L'obiettivo può non essere condivisibile, ma se il mezzo per raggiungerlo (bombardare 10 persone in spiaggia) è del tutto inadeguato a me viene da pensare a un errore, non a una volontà.
Per fare un es. stupido, posso non essere daccordo che tu salga in cima a una scala, ma se nel salire ti inciampi e pesti la coda al gatto non mi sembra si possa dire che l'hai fatto apposta perchè serviva al tuo obiettivo.

Allora, un conto è dire che se non ti fossi posto quell'obiettivo la coda non l'avresti pestata, un conto è dire che non te ne frega niente del gatto, c'è una bella differenza.

Ma comunque se vogliamo parlare di obiettivi non mi sembra che l'annientamento di Israele sia un obiettivo molto più nobile...

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11/11/2006 12:21

Re: Re: Re:

Scritto da: spx. 11/11/2006 12.08


Petta, qui si confonde il mezzo con l'obiettivo. L'obiettivo può non essere condivisibile, ma se il mezzo per raggiungerlo (bombardare 10 persone in spiaggia) è del tutto inadeguato a me viene da pensare a un errore, non a una volontà.
Per fare un es. stupido, posso non essere daccordo che tu salga in cima a una scala, ma se nel salire ti inciampi e pesti la coda al gatto non mi sembra si possa dire che l'hai fatto apposta perchè serviva al tuo obiettivo.

Allora, un conto è dire che se non ti fossi posto quell'obiettivo la coda non l'avresti pestata, un conto è dire che non te ne frega niente del gatto, c'è una bella differenza.

Ma comunque se vogliamo parlare di obiettivi non mi sembra che l'annientamento di Israele sia un obiettivo molto più nobile...




il discorso è ancora un po' più ampio...
ricordo un vecchio, ormai, film 'War Games' in cui il supercomputer usava la strategia dei piccoli incidenti per allzare il livello di attenzione delle difese e far si che fosse possibile scatenare la guerra al massimo livello e senza averne colpa!

Anche in questo caso se la volontà è la pacificazione della zona è doveroso, anche se doloroso, evitare ogni possibile scaramuccia e contrattacco... chi è più intelligente inizi... in modo da calmare le acque... ma se invece lo scopo è attaccar briga senza pagarne il fio... certi errori umani sono proprio il cacio sui maccheroni... e d'altra parte il libano ci insegna!!!

E non dirmi che 10 civili sulla coscienza sono un peso enorme...

le migliaia di soldati e civili in IRAQ o le migliaia di vittine del 11/9 per Bush cosa dovrebbero essere..???

_________________

Ci vuole tutta una vita per capire che non é necessario capire tutto.

La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base. [K.Popper]

La morte è l'unica certezza della vita.
Il dubbio è l'unica verità nella vita.
L'incoerenza è l'unica coerenza accettabile per la vita.

È accertato che bere alcolici significa una morte lenta. E chi ha fretta.

Il delitto è soprattutto una questione geografica. Per ciò che è permesso nel Pacifico meridionale un europeo può finire in galera.
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11/11/2006 13:45

Scusate l'intromissione .... ma la "guerra" Israele e Palestina, và oltre Bush, l'America, l'Iraq, la siria ecc...

Non avranno mai pace
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11/11/2006 14:23

Re: Re: Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 12.21
il discorso è ancora un po' più ampio...
ricordo un vecchio, ormai, film 'War Games' in cui il supercomputer usava la strategia dei piccoli incidenti per allzare il livello di attenzione delle difese e far si che fosse possibile scatenare la guerra al massimo livello e senza averne colpa!

Anche in questo caso se la volontà è la pacificazione della zona è doveroso, anche se doloroso, evitare ogni possibile scaramuccia e contrattacco... chi è più intelligente inizi... in modo da calmare le acque... ma se invece lo scopo è attaccar briga senza pagarne il fio... certi errori umani sono proprio il cacio sui maccheroni... e d'altra parte il libano ci insegna!!!

E non dirmi che 10 civili sulla coscienza sono un peso enorme...

le migliaia di soldati e civili in IRAQ o le migliaia di vittine del 11/9 per Bush cosa dovrebbero essere..???




E io ti chiedo: qual'è l'interesse di Israele di avere la guerra al massimo livello circondata com'è da stati ostili?

Lo scopo primario di Israele non è garantire la pacificazione, il suo scopo primario è affermare il suo diritto a esistere e finchè ci saranno gruppi terroristici che hanno come scopo principale quello di cancellarlo dalla faccia della terra non può esserci pace è evidente.

Concordo che per raggiungere il suo scopo 10 morti per Israele non sono niente, ma offuscano la sua immagine internazionale e quindi sono un intralcio, non un mezzo.

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11/11/2006 17:09

Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: spx. 11/11/2006 14.23


E io ti chiedo: qual'è l'interesse di Israele di avere la guerra al massimo livello circondata com'è da stati ostili?

Lo scopo primario di Israele non è garantire la pacificazione, il suo scopo primario è affermare il suo diritto a esistere e finchè ci saranno gruppi terroristici che hanno come scopo principale quello di cancellarlo dalla faccia della terra non può esserci pace è evidente.

Concordo che per raggiungere il suo scopo 10 morti per Israele non sono niente, ma offuscano la sua immagine internazionale e quindi sono un intralcio, non un mezzo.




mi spiace...
Israele il diritto ad esistere all'interno delle risoluzioni ONu la ha e nessuno lo tocca!!

il problema è che ad Israele cio' non basta e vuole più terra, più risorse, etc etc

Il problema è che prima di Israele in quelle terre non c'era deserto ma ci abitavano i palestinesi... vorrai con educazione cercare di conviverci o come accade invece tentare solo di scacciarli/schiacciarli!

Quando ha l'obiettivo di continuare a passare per vittima ed hai alle spalle la protezione degli USA in cui la lobby ebrea è potentissima... puo' capitare di trascurare la brutta figura internazionale...

PS: io contesto le scelte dello stato Israele non i diritti dei fedeli ebraici, questo per chiarezza.

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Ci vuole tutta una vita per capire che non é necessario capire tutto.

La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base. [K.Popper]

La morte è l'unica certezza della vita.
Il dubbio è l'unica verità nella vita.
L'incoerenza è l'unica coerenza accettabile per la vita.

È accertato che bere alcolici significa una morte lenta. E chi ha fretta.

Il delitto è soprattutto una questione geografica. Per ciò che è permesso nel Pacifico meridionale un europeo può finire in galera.
11/11/2006 17:37

la guerra il piu' grande fallimento
del mondo
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11/11/2006 17:53

Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 17.09
mi spiace...
Israele il diritto ad esistere all'interno delle risoluzioni ONu la ha e nessuno lo tocca!!

il problema è che ad Israele cio' non basta e vuole più terra, più risorse, etc etc

Il problema è che prima di Israele in quelle terre non c'era deserto ma ci abitavano i palestinesi... vorrai con educazione cercare di conviverci o come accade invece tentare solo di scacciarli/schiacciarli!

Quando ha l'obiettivo di continuare a passare per vittima ed hai alle spalle la protezione degli USA in cui la lobby ebrea è potentissima... puo' capitare di trascurare la brutta figura internazionale...

PS: io contesto le scelte dello stato Israele non i diritti dei fedeli ebraici, questo per chiarezza.




'Nessuno lo tocca' mi sembrano parole molto grosse quando si leggono frasi come:

"Decine di miigliaia di militanti di Hamas in piazza per dire no al riconoscimento di Israele.

“Noi chiediamo a Dio di punire il cosiddetto stato di Israele e i suoi alleati, di punire chi lo riconosce e chi ci chiede di riconoscerlo” ha dichiarato il deputato di Hamas Mushir al-Masri"

E ancora:

"A dispetto della pomposa cerimonia con cui la forza multinazionale Onu si sta dispiegando in modo caotico e disordinato nel Libano meridionale, i venti di guerra stanno per rialzarsi. Israele è sempre la protagonista ma, rispetto all’ultimo conflitto libanese, il suo avversario non è più uno soltanto. Anzi, paradossalmente Hezbollah non sarebbe neanche, almeno nelle prime fasi, l’avanguardia dei nuovi attacchi, lasciando l’iniziativa ad altri: Siria, Hamas e Iran.
MODELLO HEZBOLLAH

Completato l’aggiornamento dell’arsenale, la Siria continua a dispiegare le sue batterie missilistiche in punti di lancio strategico, conservando lo stato di allerta attivato con il conflitto estivo Israele-Hezbollah. Il canale di comunicazione Siria-Hezbollah è tenuto aperto dal trait d’union di una frangia clandestina dell’esercito e dell’intellingence siriani, operativa in Libano sin dall’inizio degli anni ’80. Si tratta del Partito Socialnazionalista (!) Siriano, fondato a Beirut nel 1932 e composto da cristiano-ortodossi. Oggi è anche il secondo partito più forte in Siria dopo il partito Baath. Gli intermediari libanesi, eterogenei ma tutti concentrati nella città portuale di Tripoli, sono milizie sunnite e cristiano-maronite, ognuna in controllo di un quartiere della città. Sotto agli occhi dei volenterosi dell’Onu la Siria continua indisturbata il suo traffico illegale di armi verso Hezbollah: le ultime forniture riguardano missili anti-carro che Damasco ha acquistato dalla Russia di Putin e ha poi girato ad Hezbollah. Prima il ministro della difesa russo ha negato, poi si è rimangiato la parola scaricando la responsabilità sull’assenza di controlli all’export bellico. Poco importa se le armi passano sotto al naso della babilonica flotta internazionale di stanza nelle acque libanesi. Conta invece che la Russia abbia una forte presenza nei due principali porti libanesi e che i due battaglioni inviati in Unifil 2 siano musulmani ceceni. L’ultimo sequestro di armi russe sono 39 missili anti-carro nascosti in una postazione di Hezbollah nel Libano del Sud. Molti sono ancora conservati nel loro involucro originale e recano il numero di serie. Le tappe del loro viaggio sono evidenti: Mosca-Damasco-Hezbollah. Non c’è però bisogno di muoversi nell’ombra della clandestinità per smerciare armi in Libano. Basta anche farlo alla luce del sole, come fa l’Italia. Tra il 1998 e il 2003 le officine Galileo di Finmeccanica hanno fornito a Damasco i visori notturni per i suoi carri T-72, per una commessa di oltre cinquecento miliardi di lire. Quella volta la Siria fu l’intermediario di altri – cioè l’Iraq in procinto di essere attaccato dagli USA. Anche oggi tutto è limpido: l’Italia sta per vendere al governo libanese una batteria di missili Aster 15, prodotto in una joint-venture franco-italiana con Thomson-CSF, Aerospatiale e Alenia/Finmeccanica. Gli Aster 15 sono gli unici terra-aria con possibilità di controllo attivo per correggerne la traiettoria. Alta tecnologia richiede esperti in grado di istruire il primitivo esercito libanese, i cui ufficiali sono per metà sciiti. Ad Hezbollah bastano poche infiltrazioni per acquisire il know-how, e disporre di un’arma per neutralizzare i raid aerei israeliani. Sotto allo scudo UNIFIL, Siria ed Hezbollah stanno rafforzando la loro posizione spostando dalla loro parte l’equilibrio del potere con Israele. Anche nell’ipotesi di un inconcludente conflitto, le alture del Golan finirebbero comunque sul tavolo dei negoziati internazionali, sferrando un duro colpo alle difese di Israele, proprio come sta avvenendo adesso per il sud del Libano.

HAMAS 2.0

Adesso c’è anche un altro acquirente interessato alle armi siriane, ma non solo: Hamas, che si prepara alla prova di forza definitiva contro Al Fatah. A Damasco è stabilmente ospitato il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, protetto dai tentativi di arresto da parte di Israele. Il (pre)potente ministro dell’interno del governo Hamas, Said Siam, si è incontrato a Damasco, nella prima settimana di ottobre col suo collega siriano, Bassad Adbul Majid, per un intero fine settimana.

Per annientare gli odiati rivali di Fatah e le loro milizie (brigate dei martiri di Al Aqsa, Forza 17, i Tanzim) servono arsenali ma soprattutto istruttori per adottare il modello Hezbollah. Sarebbe questa l’evoluzione della specie necessaria per trasformare Hamas in una sofisticata macchina da guerra capace di resistere al ruolo compressore dell’esercito israeliano (IDF), non solo su Gaza ma anche in Cisgiordania. Ufficialmente Hamas riconosce questa “cooperazione” ma sposta il suo oggetto dalle tecniche di guerra alle tecniche di polizia, ma il risultato finale non cambia. Anzi cresce, perché il sostegno siriano è funzionale all’emarginazione delle milizie fedeli a Mahmoud Abbas, acquisendo Hamas il monopolio palestinese della resistenza anti-israeliana esattamente come fa Hezbollah in Libano.

NON SOLO NUCLEARE

Più in disparte, ma solo ufficialmente, è l’Iran. Dopo aver visitato la Siria, il ministro degli interni Said Siam è stato ricevuto a Teheran il 12 ottobre scorso. L’accordo sembra la fotocopia di quello con la Siria. Dal forziere degli ayatollah piovono quattrini, circa 60 milioni di dollari, per armare ed istruire le brigate Al Qassam. L’addestramento sarà tenuto dalle Guardie Rivoluzionarie, e avrà luogo nell’Iran meridionale per un ciclo di sei settimane, al termine del quale Hamas sarà pronta a dispiegare una forza d’urto notevolmente più efficace. La caratteristica più saliente delle Guardie Rivoluzionarie (chiamate anche “pasdaran”, cioè guardiani) è che formano un esercito (con tanto di aviazione, marina ed intelligence) autonomo dalle forze armate iraniane, alle dirette dipendenze del potere teocratico. Se per Hamas è una novità, per Hezbollah la cooperazione con Teheran risale all’invasione israeliana del Libano nel 1982 e non si è mai interrotta. L’intesa con l’Iran è una vera fratellanza, simboleggiata dalla bandiera di Hezbollah che riprende il logo della Guardia Rivoluzionaria. I pasdaran hanno attivato un’unità speciale, la “forza di Gerusalemme”, guidata da Qassem Suleimani. Il cervello politico che invece manovra sia Hezbollah che Hamas è lo storico ambasciatore iraniano a Damasco, Alì Akbar Mohtashamipour, ora a capo del quartiergenerale per il sostegno all’Intifada, centro specializzato che offre assistenza medica e logistica ai terroristi feriti nei territori occupati. Il piano che potrebbe scattare presto prevede un attacco congiunto di Siria-Hezbollah ed Iran contro Israele, per annientarne la capacità offensiva estromettendo la stella di David dall’interferire all’infuori dei suoi confini – profondamente ridefiniti sia con il Libano che soprattutto con i territori palestinesi.

NO ISRAELE? NO USA

Iran e Siria stanno dunque lavorando allo stesso progetto, che è quello di sdoppiare il fronte del conflitto sui confini di Israele. Un Libano sempre più fagocitato da Hezbollah si avvicina ad una striscia di Gaza dove Hamas diventa la forza indiscussa. La morsa su Israele si chiude nel momento in cui sia Hezbollah che Hamas, sostenute dagli stessi sponsor, riescono a coordinare le loro energie. E’ ciò che sta accadendo. In una visuale più ampia, un Israele attaccato ai fianchi diventa incapace di lanciare bombardamenti sulle installazioni nucleari iraniane, affossando così la politica estera americana in Medioriente. Neutralizzando il potenziale deterrente di Israele, Siria, Libano ed Iran riescono ad allargare i margini delle loro manovre, restringendo quelli americani, specialmente in Iraq ed Afghanistan, posizioni troppo difficili da mantenere – entrambe." fainotizia.radioradicale.it/filtra/hamas

Questo per uscire dal solito coro di Israele in piena guerra espansionista.

Sicuramente la scelta degli americani di piazzare lì Israele nel dopoguerra furono quantomeno infelici (anche se comodi per loro). Ma ora che vogliamo fare? Facciamo sloggiare Israele? Dove lo mandiamo?

Aggiungo anche che non è di sicuro una guerra che si stà combattendo per quei 4 palestinesi che potrebbero tranquillamente essere già emigrati in un qualsiasi stato arabo circostante (tu non lo faresti per sfuggire a una guerra che prosegue da 50 anni e non sembra finirà mai?). E' una guerra di religione e di conquista, non nascondiamoci dietro a un dito. Gli estremisti islamici non possono tollerare uno stato ebraico nelle loro terre riconoscimento internazionale o no.

Per quanto riguarda gli americani il discorso è diverso, per loro sì, si tratta di potere e influenza internazionale.



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11/11/2006 17:58

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: spx. 11/11/2006 17.53


'Nessuno lo tocca' mi sembrano parole molto grosse quando si leggono frasi come:

"Decine di miigliaia di militanti di Hamas in piazza per dire no al riconoscimento di Israele.

“Noi chiediamo a Dio di punire il cosiddetto stato di Israele e i suoi alleati, di punire chi lo riconosce e chi ci chiede di riconoscerlo” ha dichiarato il deputato di Hamas Mushir al-Masri"

E ancora:

"A dispetto della pomposa cerimonia con cui la forza multinazionale Onu si sta dispiegando in modo caotico e disordinato nel Libano meridionale, i venti di guerra stanno per rialzarsi. Israele è sempre la protagonista ma, rispetto all’ultimo conflitto libanese, il suo avversario non è più uno soltanto. Anzi, paradossalmente Hezbollah non sarebbe neanche, almeno nelle prime fasi, l’avanguardia dei nuovi attacchi, lasciando l’iniziativa ad altri: Siria, Hamas e Iran.
MODELLO HEZBOLLAH

Completato l’aggiornamento dell’arsenale, la Siria continua a dispiegare le sue batterie missilistiche in punti di lancio strategico, conservando lo stato di allerta attivato con il conflitto estivo Israele-Hezbollah. Il canale di comunicazione Siria-Hezbollah è tenuto aperto dal trait d’union di una frangia clandestina dell’esercito e dell’intellingence siriani, operativa in Libano sin dall’inizio degli anni ’80. Si tratta del Partito Socialnazionalista (!) Siriano, fondato a Beirut nel 1932 e composto da cristiano-ortodossi. Oggi è anche il secondo partito più forte in Siria dopo il partito Baath. Gli intermediari libanesi, eterogenei ma tutti concentrati nella città portuale di Tripoli, sono milizie sunnite e cristiano-maronite, ognuna in controllo di un quartiere della città. Sotto agli occhi dei volenterosi dell’Onu la Siria continua indisturbata il suo traffico illegale di armi verso Hezbollah: le ultime forniture riguardano missili anti-carro che Damasco ha acquistato dalla Russia di Putin e ha poi girato ad Hezbollah. Prima il ministro della difesa russo ha negato, poi si è rimangiato la parola scaricando la responsabilità sull’assenza di controlli all’export bellico. Poco importa se le armi passano sotto al naso della babilonica flotta internazionale di stanza nelle acque libanesi. Conta invece che la Russia abbia una forte presenza nei due principali porti libanesi e che i due battaglioni inviati in Unifil 2 siano musulmani ceceni. L’ultimo sequestro di armi russe sono 39 missili anti-carro nascosti in una postazione di Hezbollah nel Libano del Sud. Molti sono ancora conservati nel loro involucro originale e recano il numero di serie. Le tappe del loro viaggio sono evidenti: Mosca-Damasco-Hezbollah. Non c’è però bisogno di muoversi nell’ombra della clandestinità per smerciare armi in Libano. Basta anche farlo alla luce del sole, come fa l’Italia. Tra il 1998 e il 2003 le officine Galileo di Finmeccanica hanno fornito a Damasco i visori notturni per i suoi carri T-72, per una commessa di oltre cinquecento miliardi di lire. Quella volta la Siria fu l’intermediario di altri – cioè l’Iraq in procinto di essere attaccato dagli USA. Anche oggi tutto è limpido: l’Italia sta per vendere al governo libanese una batteria di missili Aster 15, prodotto in una joint-venture franco-italiana con Thomson-CSF, Aerospatiale e Alenia/Finmeccanica. Gli Aster 15 sono gli unici terra-aria con possibilità di controllo attivo per correggerne la traiettoria. Alta tecnologia richiede esperti in grado di istruire il primitivo esercito libanese, i cui ufficiali sono per metà sciiti. Ad Hezbollah bastano poche infiltrazioni per acquisire il know-how, e disporre di un’arma per neutralizzare i raid aerei israeliani. Sotto allo scudo UNIFIL, Siria ed Hezbollah stanno rafforzando la loro posizione spostando dalla loro parte l’equilibrio del potere con Israele. Anche nell’ipotesi di un inconcludente conflitto, le alture del Golan finirebbero comunque sul tavolo dei negoziati internazionali, sferrando un duro colpo alle difese di Israele, proprio come sta avvenendo adesso per il sud del Libano.

HAMAS 2.0

Adesso c’è anche un altro acquirente interessato alle armi siriane, ma non solo: Hamas, che si prepara alla prova di forza definitiva contro Al Fatah. A Damasco è stabilmente ospitato il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, protetto dai tentativi di arresto da parte di Israele. Il (pre)potente ministro dell’interno del governo Hamas, Said Siam, si è incontrato a Damasco, nella prima settimana di ottobre col suo collega siriano, Bassad Adbul Majid, per un intero fine settimana.

Per annientare gli odiati rivali di Fatah e le loro milizie (brigate dei martiri di Al Aqsa, Forza 17, i Tanzim) servono arsenali ma soprattutto istruttori per adottare il modello Hezbollah. Sarebbe questa l’evoluzione della specie necessaria per trasformare Hamas in una sofisticata macchina da guerra capace di resistere al ruolo compressore dell’esercito israeliano (IDF), non solo su Gaza ma anche in Cisgiordania. Ufficialmente Hamas riconosce questa “cooperazione” ma sposta il suo oggetto dalle tecniche di guerra alle tecniche di polizia, ma il risultato finale non cambia. Anzi cresce, perché il sostegno siriano è funzionale all’emarginazione delle milizie fedeli a Mahmoud Abbas, acquisendo Hamas il monopolio palestinese della resistenza anti-israeliana esattamente come fa Hezbollah in Libano.

NON SOLO NUCLEARE

Più in disparte, ma solo ufficialmente, è l’Iran. Dopo aver visitato la Siria, il ministro degli interni Said Siam è stato ricevuto a Teheran il 12 ottobre scorso. L’accordo sembra la fotocopia di quello con la Siria. Dal forziere degli ayatollah piovono quattrini, circa 60 milioni di dollari, per armare ed istruire le brigate Al Qassam. L’addestramento sarà tenuto dalle Guardie Rivoluzionarie, e avrà luogo nell’Iran meridionale per un ciclo di sei settimane, al termine del quale Hamas sarà pronta a dispiegare una forza d’urto notevolmente più efficace. La caratteristica più saliente delle Guardie Rivoluzionarie (chiamate anche “pasdaran”, cioè guardiani) è che formano un esercito (con tanto di aviazione, marina ed intelligence) autonomo dalle forze armate iraniane, alle dirette dipendenze del potere teocratico. Se per Hamas è una novità, per Hezbollah la cooperazione con Teheran risale all’invasione israeliana del Libano nel 1982 e non si è mai interrotta. L’intesa con l’Iran è una vera fratellanza, simboleggiata dalla bandiera di Hezbollah che riprende il logo della Guardia Rivoluzionaria. I pasdaran hanno attivato un’unità speciale, la “forza di Gerusalemme”, guidata da Qassem Suleimani. Il cervello politico che invece manovra sia Hezbollah che Hamas è lo storico ambasciatore iraniano a Damasco, Alì Akbar Mohtashamipour, ora a capo del quartiergenerale per il sostegno all’Intifada, centro specializzato che offre assistenza medica e logistica ai terroristi feriti nei territori occupati. Il piano che potrebbe scattare presto prevede un attacco congiunto di Siria-Hezbollah ed Iran contro Israele, per annientarne la capacità offensiva estromettendo la stella di David dall’interferire all’infuori dei suoi confini – profondamente ridefiniti sia con il Libano che soprattutto con i territori palestinesi.

NO ISRAELE? NO USA

Iran e Siria stanno dunque lavorando allo stesso progetto, che è quello di sdoppiare il fronte del conflitto sui confini di Israele. Un Libano sempre più fagocitato da Hezbollah si avvicina ad una striscia di Gaza dove Hamas diventa la forza indiscussa. La morsa su Israele si chiude nel momento in cui sia Hezbollah che Hamas, sostenute dagli stessi sponsor, riescono a coordinare le loro energie. E’ ciò che sta accadendo. In una visuale più ampia, un Israele attaccato ai fianchi diventa incapace di lanciare bombardamenti sulle installazioni nucleari iraniane, affossando così la politica estera americana in Medioriente. Neutralizzando il potenziale deterrente di Israele, Siria, Libano ed Iran riescono ad allargare i margini delle loro manovre, restringendo quelli americani, specialmente in Iraq ed Afghanistan, posizioni troppo difficili da mantenere – entrambe." fainotizia.radioradicale.it/filtra/hamas

Questo per uscire dal solito coro di Israele in piena guerra espansionista.

Sicuramente la scelta degli americani di piazzare lì Israele nel dopoguerra furono quantomeno infelici (anche se comodi per loro). Ma ora che vogliamo fare? Facciamo sloggiare Israele? Dove lo mandiamo?

Aggiungo anche che non è di sicuro una guerra che si stà combattendo per quei 4 palestinesi che potrebbero tranquillamente essere già emigrati in un qualsiasi stato arabo circostante (tu non lo faresti per sfuggire a una guerra che prosegue da 50 anni e non sembra finirà mai?). E' una guerra di religione e di conquista, non nascondiamoci dietro a un dito. Gli estremisti islamici non possono tollerare uno stato ebraico nelle loro terre riconoscimento internazionale o no.
Per quanto riguarda gli americani il discorso è diverso, per loro sì, si tratta di potere e influenza internazionale.







e viceversa!!

ripeto chi ha più giudizio abbassi la cresta!!

quanto al 'non toccare Israele' ribadisco ONU, USA, Europa vogliono che nessuno ne metta in discussione l'esistenza!

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La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base. [K.Popper]

La morte è l'unica certezza della vita.
Il dubbio è l'unica verità nella vita.
L'incoerenza è l'unica coerenza accettabile per la vita.

È accertato che bere alcolici significa una morte lenta. E chi ha fretta.

Il delitto è soprattutto una questione geografica. Per ciò che è permesso nel Pacifico meridionale un europeo può finire in galera.
11/11/2006 18:55

Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 17.09



mi spiace...
Israele il diritto ad esistere all'interno delle risoluzioni ONu la ha e nessuno lo tocca!!

il problema è che ad Israele cio' non basta e vuole più terra, più risorse, etc etc

Il problema è che prima di Israele in quelle terre non c'era deserto ma ci abitavano i palestinesi... vorrai con educazione cercare di conviverci o come accade invece tentare solo di scacciarli/schiacciarli!

Quando ha l'obiettivo di continuare a passare per vittima ed hai alle spalle la protezione degli USA in cui la lobby ebrea è potentissima... puo' capitare di trascurare la brutta figura internazionale...

PS: io contesto le scelte dello stato Israele non i diritti dei fedeli ebraici, questo per chiarezza.





le lobby ebree sono piuttosto potenti anche all'interno del nostro paese...anche se non se ne parla...

il potere...che brutta bestia [SM=x44464]
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11/11/2006 19:03

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: la micia 11/11/2006 18.55



le lobby ebree sono piuttosto potenti anche all'interno del nostro paese...anche se non se ne parla...

il potere...che brutta bestia [SM=x44464]



[SM=x44462] [SM=x44462]

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La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base. [K.Popper]

La morte è l'unica certezza della vita.
Il dubbio è l'unica verità nella vita.
L'incoerenza è l'unica coerenza accettabile per la vita.

È accertato che bere alcolici significa una morte lenta. E chi ha fretta.

Il delitto è soprattutto una questione geografica. Per ciò che è permesso nel Pacifico meridionale un europeo può finire in galera.
11/11/2006 19:05

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: sunalone 11/11/2006 19.03


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azz per sto dio soldo....porko jazz

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11/11/2006 23:25

USA DICONO NO A RISOLUZIONE ONU PER CONDANNARE ATTACCO ISRAELE
NEW YORK -


Gli Stati Uniti hanno messo il veto per bloccare una bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu di condanna dell'attacco israeliano dell'8 novembre a Gaza, che ha provocato la morte di 18 civili palestinesi.
La bozza di risoluzione era stata ammorbidita ieri dagli stati arabi, ma prevedeva una condanna di Israele e una richiesta di ritiro delle truppe israeliane dalla striscia di Gaza che gli Usa hanno ritenuto inaccettabile.
La risoluzione, promossa dal Qatar a nome dei paesi arabi, era "prevenuta contro Israele e motivata politicamente", ha detto l'ambasciatore degli Usa all'Onu, John Bolton, nell' annunciare il veto. "Questa risoluzione - ha aggiunto Bolton - non mostra una descrizione imparziale degli eventi recenti a Gaza, né fa compiere passi avanti alla causa della pace israelo-palestinese, alla quale aspiriamo e per la quale lavoriamo intensamente".

E' la seconda volta nel corso del 2006 che gli Usa ricorrono al veto per bloccare bozze di risoluzioni sull'attività di Israele a Gaza. L'estate scorsa Washington aveva deciso un passo analogo su una proposta che censurava la reazione dell' esercito israeliano alla cattura da parte dei palestinesi di un proprio soldato. Israele si è scusato nei giorni scorsi per quello che il primo ministro Ehud Olmert ha definito "un incidente tecnico", ma che i leader palestinesi hanno chiamato "un massacro". Gli stati arabi avevano chiesto inizialmente al Consiglio di adottare una risoluzione con la richiesta di cessate il fuoco immediato e l'invio di osservatori Onu sul modello dell'Unifil rafforzata nel Libano meridionale. Una nuova bozza circolata
ieri ha cancellato il riferimento al cessate il fuoco e alla forza delle Nazioni Unite.
Il testo rivisto e ora bocciato chiedeva invece all'autorità palestinese di prendere misure immediate per por fine alla violenza, tra cu il lancio di razzi su territori di Israele. Tra le richieste c'era anche quella alla comunità internazionale di fare passi per stabilizzare la situazione, riavviare il processo di pace in Medio Oriente e considerare "la possibile istituzione di un meccanismo internazionale" per la protezione dei civili.

www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_2027026...

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12/11/2006 03:22

Re:

Scritto da: siderius 11/11/2006 23.25
USA DICONO NO A RISOLUZIONE ONU PER CONDANNARE ATTACCO ISRAELE
NEW YORK -


Gli Stati Uniti hanno messo il veto per bloccare una bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu di condanna dell'attacco israeliano dell'8 novembre a Gaza, che ha provocato la morte di 18 civili palestinesi.
La bozza di risoluzione era stata ammorbidita ieri dagli stati arabi, ma prevedeva una condanna di Israele e una richiesta di ritiro delle truppe israeliane dalla striscia di Gaza che gli Usa hanno ritenuto inaccettabile.
La risoluzione, promossa dal Qatar a nome dei paesi arabi, era "prevenuta contro Israele e motivata politicamente", ha detto l'ambasciatore degli Usa all'Onu, John Bolton, nell' annunciare il veto.

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Per fortuna i democratici, usciti vincenti dalle recenti elezioni,
hanno chiesto anche la rimozione di questo ambasciatore all'Onu,
ma ci vorrà del tempo.
I repubblicani, prima del gennaio prox, intensificheranno probabilmente molte attività diplomatiche a favore dell'aggressiva politica israeliana e degli altri interessi dell'organizzazione Bush & Co. [SM=x44458]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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12/11/2006 09:16

Se cominciamo a chiederci chi ha ragione
tra Israele e i Palestinesi cominciamo a pettinare una gatta rabbiosissima da tanti anni, con il pelo tutto annodato. E per ogni nodo che viene sciolto subito c'è chi immediatamente esegue altri 10 nodi. S'intende che chi ha osato sciogliere quel nodo, se vulnerabile, pagherà con la vita il suo ardire.
Unica soluzione sarebbe un autorevole arbitrato internazionale che sciogliesse, una volta per tutte, tutti quei nodi, anche rasando del tutto la gatta. Ma chi oserebbe tanto? Anche perché ciò significherebbe mettersi contro le lobby del commercio delle armi (non sto parlando delle pistole da tiro o da difesa personale, sto parlando di fucili d'assalto, mitragliatrici, carri armati, elicotteri, tanti missili...), che sono pesantemente rappresentate in seno all'ONU, proprio da molti diplomatici che dovrebbero avversarle.
C'est l'argent qui fait la guerre!

Giorgione

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Chi sa fa. Chi non sa insegna. Chi non sa insegnare, dirige. Chi non sa neanche dirigere è del tutto incompetente; può darsi alla politica.
Giorgione (credo, nonno del forum...)

Vecchietto, sì. Ma le belle fanciulle continuo ad apprezzarle, finchè dura la Grazia Divina...

Io sono un coglione... Continuo ad esserlo anche dopo che il cainano si è ritirato. Spero per sempre.
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12/11/2006 15:58

Re: Se cominciamo a chiederci chi ha ragione

Scritto da: giogio232323 12/11/2006 9.16
tra Israele e i Palestinesi cominciamo a pettinare una gatta rabbiosissima da tanti anni, con il pelo tutto annodato. E per ogni nodo che viene sciolto subito c'è chi immediatamente esegue altri 10 nodi. S'intende che chi ha osato sciogliere quel nodo, se vulnerabile, pagherà con la vita il suo ardire.
Unica soluzione sarebbe un autorevole arbitrato internazionale che sciogliesse, una volta per tutte, tutti quei nodi, anche rasando del tutto la gatta. Ma chi oserebbe tanto? Anche perché ciò significherebbe mettersi contro le lobby del commercio delle armi (non sto parlando delle pistole da tiro o da difesa personale, sto parlando di fucili d'assalto, mitragliatrici, carri armati, elicotteri, tanti missili...), che sono pesantemente rappresentate in seno all'ONU, proprio da molti diplomatici che dovrebbero avversarle.
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Giorgione

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Caro Giorgione
sperando di nn annoiarti, vorrei raccontarti un fatto realmente accaduto:

Un paio di anni fa ho avuto la fortuna di poter acquistare all'asta (tribunale fallimentare) una casa adiacente alla mia.
La casa apparteneva ad un imprenditore a cui, purtroppo per lui, gli affari nn sono andati troppo bene.
Nell'abitazione viveva (e vive tutt'ora) l'anziana madre del tipo in questione.
Ora, stando alle Leggi, avrei potuto far sgomberare l'immobile e costringere la nonnina a cercarsi un nuovo alloggio...d'altronde, lei stessa con le lacrime agli occhi, mi ha subito rassicurato del fatto che avrebbe cercato al più presto una nuova sistemazione.
Bene, nn me la sono sentita di cacciare da casa sua questa fiera signora (che ci abitava da quaranta anni) e allora siamo giunti ad un accordo.
Io le ho permesso di stare fino a quando avesse voluto ed, in cambio, lei mi ha "permesso" di unire il suo giardino con il mio (che era, in fondo, il mio desiderio in quanto amante del giardinaggio..).

Sostituendo i protagonisti:

Io = Israeliani
La nonnina = Palestinesi
La casa = territori occupati
Il Tribunale = risoluzione ONU

Nn trovi che ci siano delle affinità?
O forse è meglio che la smetta di bere la Coca con il Cannonau?
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13/11/2006 03:13

Re: Re: Se cominciamo a chiederci chi ha ragione

Scritto da: siderius 12/11/2006 15.58

Caro Giorgione
sperando di nn annoiarti, vorrei raccontarti un fatto realmente accaduto:

Un paio di anni fa ho avuto la fortuna di poter acquistare all'asta (tribunale fallimentare) una casa adiacente alla mia.
La casa apparteneva ad un imprenditore a cui, purtroppo per lui, gli affari nn sono andati troppo bene.
Nell'abitazione viveva (e vive tutt'ora) l'anziana madre del tipo in questione.
Ora, stando alle Leggi, avrei potuto far sgomberare l'immobile e costringere la nonnina a cercarsi un nuovo alloggio...d'altronde, lei stessa con le lacrime agli occhi, mi ha subito rassicurato del fatto che avrebbe cercato al più presto una nuova sistemazione.
Bene, nn me la sono sentita di cacciare da casa sua questa fiera signora (che ci abitava da quaranta anni) e allora siamo giunti ad un accordo.
Io le ho permesso di stare fino a quando avesse voluto ed, in cambio, lei mi ha "permesso" di unire il suo giardino con il mio (che era, in fondo, il mio desiderio in quanto amante del giardinaggio..).

Sostituendo i protagonisti:

Io = Israeliani
La nonnina = Palestinesi
La casa = territori occupati
Il Tribunale = risoluzione ONU

Nn trovi che ci siano delle affinità?
O forse è meglio che la smetta di bere la Coca con il Cannonau?
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Intanto, mi voglio complimentare con te per l'umanità che hai mostrato in questo caso: magari non sarà una cosa tanto di moda ma è bello sapere che esiste ancora gente capace di superare l'arido principio legale.
Detto questo, non vedrei molte affinità, vengo e mi spiego:
Tu hai acquisito legittimamente una casa. Non l'hai occupata fraudolentemente. Naturalmente, qui scatteranno subito gli ebrei "ad honorem" strillando sul fatto che, inizialmente, case e terreni in Palestina sono stati acquisiti con contratti del tutto legali e regolari. Certo, anche gli inglesi si son comprati mezza Toscana in modo del tutto legale, ma nessuno teme che un bel giorno i sudditi di Sua Maestà Britannica pretendano di esercitare la "sovranità" su quei territori di cui son proprietari che è invece quel che è avvenuto in Palestina.
Secondo, la Palestina non era la proprietà di qualcuno andato a carte quarantotto: oddio, in origine (1918) era uno dei tanti territori del disfatto Impero Ottomano affidati fiduciariamente a Gran Bretagna e Francia, nazioni che tutto potevano fare, tranne disporne come proprietà. Cosa che, invece, fecero gli Inglesi incoraggiando inizialmente una certa emigrazione ebraica, salvo una tardiva macchina indietro vanificata dal terrorismo dell' Haganah, Banda Stern e compagnia esplodendo...
Ora, tu capisci bene che l'unica, ripeto unica, giustificazione dello stabilirsi ebraico in Palestina "lì ci stavamo noi, 2000 anni fa..." è un criterio un tantinello deboluccio. Intanto errato sul piano sostanziale, perchè già allora si stabilirono in Palestina sopraffacendo gli abitanti originari, i Filistei. E poi, comunque, neh, ma che razza di ragionamento ? Come se qui ad Ancona arrivassero folle di Siracusani discendenti dei fondatori della città o, per restare in zona, a Senigallia prendessero possesso della "spiaggia di velluto" i Francesi nella loro qualità di ultimi epigoni dei Galli Senoni....
Il fatto è che gli Inglesi prima e a ruota gli Statunitensi, nel dopoguerra, si ritrovarono con un pesante senso di colpa per non aver saputo intervenire adeguatamente sulla Germania nazista alle prime manifestazioni di quell'inumana, infame politica antisemita. Peggio, concessero con il contagocce permessi d'ingresso a chi fuggiva dalla Germania hitleriana (raccomando la visione del film "La nave dei dannati", è una storia vera).
Quindi si misero la coscienza a posto con la Palestina, a spese degli arabi (dalle mie parti, si dice: "chillo fa' 'o granne c'u 'a sacca 'e ll'ate").
In ogni caso, e concludo, se da quelle parti arrivasse un pizzico della tua umanità, sì, forse una via di uscita positiva si troverebbe.
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14/11/2006 23:30

Re: Re: Re: Se cominciamo a chiederci chi ha ragione

Scritto da: Catilina.Ancona 13/11/2006 3.13


Intanto, mi voglio complimentare con te per l'umanità che hai mostrato in questo caso: magari non sarà una cosa tanto di moda ma è bello sapere che esiste ancora gente capace di superare l'arido principio legale.
Detto questo, non vedrei molte affinità, vengo e mi spiego:
Tu hai acquisito legittimamente una casa. Non l'hai occupata fraudolentemente. Naturalmente, qui scatteranno subito gli ebrei "ad honorem" strillando sul fatto che, inizialmente, case e terreni in Palestina sono stati acquisiti con contratti del tutto legali e regolari. Certo, anche gli inglesi si son comprati mezza Toscana in modo del tutto legale, ma nessuno teme che un bel giorno i sudditi di Sua Maestà Britannica pretendano di esercitare la "sovranità" su quei territori di cui son proprietari che è invece quel che è avvenuto in Palestina.
Secondo, la Palestina non era la proprietà di qualcuno andato a carte quarantotto: oddio, in origine (1918) era uno dei tanti territori del disfatto Impero Ottomano affidati fiduciariamente a Gran Bretagna e Francia, nazioni che tutto potevano fare, tranne disporne come proprietà. Cosa che, invece, fecero gli Inglesi incoraggiando inizialmente una certa emigrazione ebraica, salvo una tardiva macchina indietro vanificata dal terrorismo dell' Haganah, Banda Stern e compagnia esplodendo...
Ora, tu capisci bene che l'unica, ripeto unica, giustificazione dello stabilirsi ebraico in Palestina "lì ci stavamo noi, 2000 anni fa..." è un criterio un tantinello deboluccio. Intanto errato sul piano sostanziale, perchè già allora si stabilirono in Palestina sopraffacendo gli abitanti originari, i Filistei. E poi, comunque, neh, ma che razza di ragionamento ? Come se qui ad Ancona arrivassero folle di Siracusani discendenti dei fondatori della città o, per restare in zona, a Senigallia prendessero possesso della "spiaggia di velluto" i Francesi nella loro qualità di ultimi epigoni dei Galli Senoni....
Il fatto è che gli Inglesi prima e a ruota gli Statunitensi, nel dopoguerra, si ritrovarono con un pesante senso di colpa per non aver saputo intervenire adeguatamente sulla Germania nazista alle prime manifestazioni di quell'inumana, infame politica antisemita. Peggio, concessero con il contagocce permessi d'ingresso a chi fuggiva dalla Germania hitleriana (raccomando la visione del film "La nave dei dannati", è una storia vera).
Quindi si misero la coscienza a posto con la Palestina, a spese degli arabi (dalle mie parti, si dice: "chillo fa' 'o granne c'u 'a sacca 'e ll'ate").
In ogni caso, e concludo, se da quelle parti arrivasse un pizzico della tua umanità, sì, forse una via di uscita positiva si troverebbe.
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Grazie per i complimenti, ma ti assicuro che nn è stato così difficile prendere la decisione: è bastato che immaginassi di vedere, al posto della nonnina, mia madre... [SM=x44458]
Le tue considerazioni le trovo giuste ed in fondo il mio racconto era solo un pretesto per cercare di dimostrare che, certe volte, laddove le prese di posizione arrocate nn portano da nessuna parte, un pò di sana "retromarcia" e una visione meno "categorica" della situazione...potrebbero fare il miracolo.
Chissà se un giorno Israeliani e Palestinesi potranno vivere, ciascuno nel proprio Stato, senza dover innalzare muri per proteggere i propri confini...sono un romantico, lo so... [SM=x44452] [SM=x44475]
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Re: Re: Re: Re: Se cominciamo a chiederci chi ha ragione

Scritto da: siderius 14/11/2006 23.30

certe volte, laddove le prese di posizione arrocate nn portano da nessuna parte, un pò di sana "retromarcia" e una visione meno "categorica" della situazione...potrebbero fare il miracolo.
Chissà se un giorno Israeliani e Palestinesi potranno vivere, ciascuno nel proprio Stato, senza dover innalzare muri per proteggere i propri confini...sono un romantico, lo so... [SM=x44452] [SM=x44475]

[SM=x44462] lo spero anch'io,
ma, come diceva un mio saggio prof di scienze del liceo:
gli ebrei hanno delle peculiarità che li rendono ostici con chiunque siano i loro confinanti o i loro interlocutori [SM=x44464]

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15/11/2006 13:47

Re: Re: Re: Re: Re: Se cominciamo a chiederci chi ha ragione

Scritto da: Etrusco 15/11/2006 2.30
[SM=x44462] lo spero anch'io,
ma, come diceva un mio saggio prof di scienze del liceo:
gli ebrei hanno delle peculiarità che li rendono ostici con chiunque siano i loro confinanti o i loro interlocutori [SM=x44464]


E, in effetti, la storia ce lo ha dimostrato... [SM=x44462]
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21/07/2008 13:37



B'Tselem ha fornito 100 videocamere ai palestinesi per registrare pestaggi e soprusi
Il soldato spara al giovane palestinese:
ragazzina registra tutto con la telecamera
Il video mostra il ferimento di un dimostrante da parte di un militare che esplode una pallottola di gomma

Il ragazzo è bendato, le sue mani sono legate.

Ma il militare israeliano, davanti a lui, sembra non accorgersene neppure.
Solleva l’arma, e spara.
È «solo» una pallottola
di gomma: ma la distanza è talmente ravvicinata che, se la mira fosse stata rivolta al torace, il 27enne palestinese Ashraf Abu-Rahama non avrebbe più modo di raccontare quanto gli è accaduto il 7 luglio, nel villaggio di Na’alin, in Cisgiordania. E che invece è stato raccolto e documentato da un video, pubblicato dal gruppo per i diritti umani israeliano B’Tselem e ripreso dal quotidiano Ha’Aretz.

Guarda il video dello sparo

FERITO AL PIEDE - Ashraf faceva parte di un gruppo di dimostranti che protestava contro la barriera di separazione che corre a Na’alin. Negli scorsi mesi, le proteste sono aumentate di numero e si sono spesso concluse con violenti scontri. Il ragazzo, fermato dai militari israeliani, ha detto di esser stato picchiato, bendato e legato. Poi, come si vede nel video, un soldato gli ha sparato contro, da pochissimi metri di distanza. Ashraf ha detto di esser stato ferito a un piede, e di aver ricevuto soccorso dagli stessi militari prima di essere rilasciato.

DUBBI - «Abbiamo già avviato un'inchiesta interna — ha detto il portavoce dell’esercito israeliano Avital Leibovitz — ma abbiamo dei dubbi su alcune sequenze».
Il maggiore si riferisce agli istanti immediatamente seguenti allo sparo: la telecamera, infatti, smette per qualche secondo di filmare, per riprendere qualche attimo dopo. Il motivo di questa interruzione, spiega B'Tselem, è semplice. A filmare la scena è stata una ragazzina di appena 14 anni, dalla finestra di casa. «Allo sparo, s'è spaventata e ha schiacciato il tasto «Stop». Ha ripreso appena se n'è resa conto» ha spiegato la portavoce del gruppo Sarit Michaeli.


TELECAMERE - Il fatto che la ragazza avesse una cinepresa, invece, non desta sospetti: è stata la stessa Ong a fornire 100 telecamere ai palestinesi di Cisgiordania,
per il progetto «Shooting back» (un gioco di parole: significa sia «Rispondere al fuoco», sia «Rispondere filmando»).
Un piano che ha già portato frutti:
lo scorso mese, B'Tselem ha mostrato il video di un pestaggio realizzato da coloni israeliani armati e mascherati ai danni di contadini palestinesi di Hebron.
E la Polizia israeliana ha da poco arrestato due cittadini della colonia di Susya — tra cui un minorenne — sospettati di aver perso parte all'assalto.
«Ora — dice B’Tselem — chiediamo che anche il soldato che ha sparato, e il tenente colonnello che ha bendato e legato Ashraf, vengano portati davanti alla giustizia».


Davide Casati
20 luglio 2008(ultima modifica: 21 luglio 2008)
Corriere della Sera

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