L'Omosessualità: uno dei mali della nostra evoluta società...
Scritto da: siderius 04/03/2007 23.17
..Mi avrebbe portato la cicogna, no?..
Cmq il mio pensiero tendeva a criticare l'uso comune di catalogare tutto secondo degli schemi nn certo universali, ma piuttosto derivati dall'epoca e dalla società in cui viviamo.
Pensiamo allo scalpore che fecero i primi uomini ad usare l'orecchino nelle ns città soltanto 25 anni fa..già allora li si definiva contro-natura, mentre oggi passano abbastanza inosservati.
Voglio dire che, secondo me, tutti gli esseri viventi sono necessari al naturale percorso dell'evoluzione.
Nn vedo chi possa redigere un elenco delle cose naturali o delle cose innaturali...forse sarebbe il caso di sostituire l'aggettivo con altri tipo "insolito", "minoritario", "nncomune"...
Mah, l’esempio che tu fai, nemmeno se lo usi come un voluto e provocante paradosso, non è legato alle anomalie usate da quanti sono involontariamente soggetti, per “difetto” di Madre Natura o perché le praticano di proposito, alle tipiche devianze dell’omosessualità!
Invece, tanto per fare un altro esempio più pertinente: sai bene che nel
‘700, o meglio, durante il suo evolversi in stile
Barocco e finanche al suo epilogo nell’esagerato
Rococò, era normale per i “maschi” portare parrucche chiassose, vestire abiti sgargianti con merletti e varie chincaglierie decorative, sennonché - alieni com’erano alla normale pulizia personale con la semplice acqua - truccarsi occhi, orecchie, bocca e viso con tanto di cerumi, ciprie, profumi e di finti neon.
Tuttavia, se questo tipo di costume evidenziava la carenza d’igiene e gli aspetti edonistici più licenziosi dei nobili e delle classi borghesi medie-alte piuttosto che delle masse, e se indicava l’inizio degli effetti negativi di una collettività decadente, non per questo si può dedurre che la società di allora era tutta pervertita o che la maggioranza di essa accettasse con favore l’omosessualità.
Anzi, che meno ancora, pur con l’invadenza dell’imbruttimento morale si giustificasse, specie da parte della gente comune, l’
Omosessualità quale comportamento “normale” e secondo “Natura”. Oppure che infine la stessa fosse inscritta nel
diritto positivo anziché prima che nell’
ordine morale, specie religioso cristiano e in prevalenza di matrice cattolica.
In ogni caso, la sostanza di una rivendicazione da parte di lesbiche ed omosessuali, c’era anche allora, e non era troppo celata. Poi, con alti e bassi divenne meno appariscente e più silenziosa poiché adattatasi alle forme più austere del
Neoclassicismo e del
Romanticismo; quindi, riprese un impulso con l’entrata del nuovo stile
Liberty.
Il fatto poi che, oggigiorno nel pluralismo sociale multietnico e nelle guise culturali diverse, si sente dagli stessi una contestazione esplicita, chiassosa e quasi meritoria del diritto all’omosessualità, non rende plausibile di scientificità il divenire e il mantenimento della Natura, né di giustificazione verso una non più riconosciuta Legge Naturale.
Il non distratto osservatore però, seppure dai differenti percorsi, arguisce con retta logica e senza i giri d’ambigue parole che la contestazione alla libera espressione dell’omosessualità e del lesbismo – tanto più l’essere bisex – restano e rimarranno sempre un “pretendere”
contro-natura, proprio partendo da quella semplice contraddizione genetico/procreativa che impedisce, appunto, il propagarsi della specie.
È anche la cattiva inclinazione – aggiungo io – della persona adulta ad una voluta scelta di disordine morale ed etico esercitato più a dispetto del perduto pudore che di un bisogno indispensabile.
Guardiamo insomma con onestà e consideriamo perciò il vero nocciolo della questione su cui, in un certo senso, si fonda il diritto del perpetrarsi dell’omosessualità, anche se oggi è più manifesta e certamente più tollerata di ieri.
Vero e normale per l’individuo è, ancora una volta, di gestire a proprio piacere il suo
libero arbitrio – tanto più, per chi ci crede, è donato e benedetto dal Padreterno!
Ma, quand’anche l’odierna società “democratica” tuteli e s’auto-garantisca con leggi conformate al consenso e al comodo utilitaristico delle maggioranze e delle minoranze, non sempre tale libertà corrisponde al naturale decorso della Natura e delle sue Leggi o peggio, all’identità ultima dell’Essere, alla sua autentica realizzazione individuale e calata nella collettività in cui vive.