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"Ero gay: i preti mi hanno guarito"

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2007 17:52
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01/03/2007 18:35

L'Omosessualità: uno dei mali della nostra evoluta società...

Scritto da: Zalmoxis 01/03/2007 6.26

Il mio era un eufemismo..
Sai benissimo come la penso - e altrettanto sai come io sia fermamente convinto (pur senza avere una vera fazione religiosa) dell'enorme pericolo nascosto in questo gioco di assimilazioni, vetri opacizzati, apparente libertà e conquiste moderne. Disordini comportamentali e sociali come specchio di confusioni più in alto, in case superne: diciamolo chiaramente.. Chi purtroppo non ha mai messo mano a teologia, a studi sugli archetipi o a manuali di storia storico-religiosa può facilmente esprimersi su certi temi e valutare - o meglio, servire adesso diffusamente certi padroni senza volerlo.

Questo mi dispiace nel profondo - e lo dico da laico e non schierato - sono profondamente commosso nel leggere chi cammina senza volerlo in giochi più grandi, decisi per lui. Basta creare un ambiente culturale in modo graduale e progressivo per indottrinare di fatto persone inconsapevoli: farle vivere fra certe musiche ed abiti, sollazzi e sollecitazioni per renderli propri non voluti famuli.. Perfino un comunista, agli inizi, come Walther Benjamin se ne accorse e lo evidenziò - e poi ne prese le debite conseguenze, fino ad essere azzittito con la morte. Idem capitò a Pavese: entrambi dalla Sinistra fecero un cammino dello stesso tipo, con eguali problemi fisici, entrambi trattarono miti e archetipi nell'antico e nel moderno attraverso racconti e pubblicità, prospettive architettoniche e politica..

Questa letargica sfocatezza giudiziale diffusa mi addolora enormemente: si macchiano così vite di gente dalle grandi capacità, da destini più alti.. E neppure ci si può, a un certo punto, mettere se stessi su una pretenziosa pedana con un ridicolo megafono (o ancora una peggiore bacchetta) e dire: "Belli di papà, non è così.. Guardate meglio, capite cosa state facendo e dicendo - e per quale motivo! Badate a chi ha armato le vostre idee.. " E' inutile, passerebbe pure per un integralismo - per un eguale cioè errore..

E allora? Non si sa come agire, se non parlarne e dirlo ai pochi amici che si sa hanno studiato quel che racconti loro. Ma il senso di dolore per gli altri che vedi usati, omosessuali e tolleranti (anzi, mi esprimo meglio: auspicanti!), rimane, ti strazia.. E non sai che fare - E NEPPURE VORRESTI FARE QUEL POCO CHE PUOI, A LIVELLO DI PUNZECCHIATURA DIALETTICA.. perché non è giusto e bello mettere chi incontri davanti al Vuoto teologico di alcune idee ma neppure poi tirarlo da lì indietro, visto che sono adulti e non bambini le persone cui ti rivolgi.. Ecco! Si resta fermi, impotenti a leggere tutto questo...

Mi fermo quindi.. O meglio. Sento che, pur laico e fuori da questi schieramenti, quel che mi resta è qualcosa che conoscevo e facevo invece da piccolo. Mettermi un poco discosto e, senza farmi vedere, recitare una preghierina - vera o inventata lì per lì - per loro..

[SM=x44471]




Fa piacere sentire e ricevere da te – intendo, per come ti autodefinisci -, ciò che infine io raccolgo più volentieri perché hai voluto regalare, quasi in sordina, un dono prezioso ai tuoi più attenti ascoltatori:
“…che cosa devo fare, dunque? …Prima delle mie convinzioni o del “mostrarmi”, rimane per me la preghiera; quella spontanea, nascosta e più efficace… quella di quando ero bambino!”.

La preghiera non insipiente - domanda insistente, istanza costante, perpetua… - degli innocenti bambini che racchiudono in sé la freschezza, il candore del Mistero proprio e altrui; quello da dischiudere e che è dato da svelare attraverso l’esperienza.
Entrando nel mondo, questi ancora puri, portano la verginità profonda e tuttora insondabile sempre nascosta a qualsiasi mente eccelsa o che è troppo “distratta” dall’angoscia degli affanni e dallo scandire inesorabile del tempo.

A quanta opprimente tristezza ci sta abituando certa reiterante formazione culturale!
E, permettimi, stupendo amico, di adoperare a mia volta un’iperbole.
Siamo più propensi a non perdere la memoria del Terrore, del male perpetrato dall’uomo “adulto” a se stesso e al suo simile, piuttosto che tenerci stretta la memoria di quando eravamo bambini.
Fatichiamo o peggio, dimentichiamo di recuperare invece quel dinamismo antichissimo, archetipo e anzitempo a noi. Esso ci spingeva alla scoperta, all’invenzione, alla nuova creatività mossa proprio dall’entusiasmo incontenibile di allora per tutto ciò che incontrammo, che vedemmo, che sentimmo, che toccammo per la prima volta.
Sì, quando a 1- 2- 3 anni al massimo, eravamo pargoletti…piccini amabili, Casti in tutto!

Siamo fermi!
Sì, è vero: siamo mostruosamente immobili, ammutoliti ideologicamente …e da un bel pezzo!
Abbiamo anzitutto scavalcato, sottovalutato quasi a disprezzo la nostra fanciullezza per diventare subito “grandi” ed esperti! Ognuno di noi ha deteriorato la sua originaria identità; si è sminuito nella sua genuinità.
In fondo, che cosa vuole significare alla gente Gesù, quando afferma:
“Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo”?
La medesima cosa poi, insiste in privato con i propri intimi discepoli:
“Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?”… Quindi soggiunse: “Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo”. [Mc 7, 14-23]

In altre parole, essere “privi d’intelletto” ovvero non seguire adeguatamente la propria ragione, altro non significa che rendere assoluta la cultura, la propria sempre ristretta scelta ideologica.
Tutti noi, come dice Paolo di Tarso, abbiamo tra le mani un tesoro inestimabile ma: “lo portiamo in vasi d’argilla”.
Tutti continuano, per libera scelta, a portare dentro di loro le eterne paure dell’uomo primitivo; benché tecnologico, l’emancipato moderno si trova ancora con gli stessi problemi degli inizi.
Perché?… perché così ha voluto e così ha scelto!

Ecco quindi, è la preghiera quella che rimane: essa consiste non tanto nel compiangersi per il vuoto ideologico ed esistenziale sofferto ma verso il quale ci siamo assurdamente cacciati e ancora più irresponsabilmente abbandonati.
Non è neanche di commiserare, assieme a sé, gli altri.
Si tratta invece d’essere ancora disponibili al rivelamento del “Segreto” che ci supera; quanto, insomma, di capire anzitutto se stessi, per poter poi rivolgersi all’ancora celato nell’esistenza, a comprendere ed essere quindi solidali con gli altri.

[SM=x44461] [SM=x44462]

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