Uhm, l’argomento è sugoso.
Tanto per cominciare bisognerebbe definire cosa ci spaventa, la morte in se oppure l’ignoto assoluto che essa rappresenta.
Recita un detto popolare che nella vita c’è una sola cosa certa, la morte.
Questa inevitabilità condiziona, che ci piaccia o no, tutta la nostra esistenza, del resto per fare i fighi spesso si dice che quando si nasce si comincia già a morire.
La morte in quanto tale ci spaventa perché rappresenta il termine definitivo, il punto di non ritorno? A ben pensare per tutta la vita noi siamo a contatto con una realtà finita e ogni giorno sperimentiamo il ciclo di inizio/fine di ogni cosa, per cui il termine in se non ci spaventa di certo, è il corso naturale della realtà.
Se poi consideriamo che la morte sia definitiva, “il punto e basta”, ha molti risvolti (apparentemente) positivi, pensiamo ai malati terminali, ai sofferenti nel corpo e nello spirito, per loro questa è una “liberazione” un termine agognato. Se è quindi un termine definitivo come può spaventarci?
Ci toglie le persone care, ci toglie una vita ci toglie le gioie, ci fa soffrire ma non ci spaventa.
A spaventarci non è piuttosto il dubbio che ci assale, così ben espresso da Amleto: “morire, dormire…dormire e sognare forse, ah, è questo l’intoppo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene”?
Questo è proprio l’intoppo, quel piccolo tarlo, quella folgorante presa di coscienza che ognuno sperimenta,( anche se alcuni non lo ammetteranno mai), quel pensare: “e se fosse…” che ci spalanca l’Ignoto, di cui sappiamo di non aver alcuna possibilità, alcuna speranza di sapere, di indagare, da cui non si torna indietro.
Questa è la questione…il mio corpo può terminare scomparire dissolversi nel nulla ma io, che ho solo la razionale certezza di esserci perché riesco a pensare, se dopo rimanesse anche un solo mio pensiero vorrebbe dire che continuo ad esistere e se esisto cosa ci sarà nel dopo, ci sarà la certezza di una nuova fine? Oppure ci sarà un’esistenza eterna?
Ed ecco il secondo intoppo, l’eternità, completamente aliena da tutto ciò che sperimentiamo e quindi inconcepibile; possiamo disquisire all’infinito ma nessun essere vivente può dire di sapere cosa sia l’eternità ed essa, per alcuni, è più spaventosa della morte stessa.
"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."
Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)
Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.
"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."
Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."