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avete paura della morte?

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2008 14:34
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07/01/2008 00:09

Ho sentito un reportage e interviste sull'argomento morte...Nessuno ci pensa,ma come si fa vivere senza pensarci? Io son terrorizzato :-(
Voi che pensate?
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07/01/2008 00:15

Re:
imprenditore, 07/01/2008 0.09:

Ho sentito un reportage e interviste sull'argomento morte...Nessuno ci pensa,ma come si fa vivere senza pensarci? Io son terrorizzato :-(
Voi che pensate?



[SM=x44465]
un argomento più allegro? [SM=x44473]
se cominciamo a parlarne si rischia di non dormire stanotte [SM=x44468]

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07/01/2008 00:17

Re: Re:
il moro30, 07/01/2008 0.15:



[SM=x44465]
un argomento più allegro? [SM=x44473]
se cominciamo a parlarne si rischia di non dormire stanotte [SM=x44468]




Son tre notti che non dormo son rimasto impressionato dalle immagini e dai dialoghi delle persone andate in coma che han visto la cosidetta luce..
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07/01/2008 00:21

Re: Re: Re:
imprenditore, 07/01/2008 0.17:




Son tre notti che non dormo son rimasto impressionato dalle immagini e dai dialoghi delle persone andate in coma che han visto la cosidetta luce..




evita di vedere questi servizi se ti impressionano anche perchè su argomenti come questo c'è poco da razionalizzare

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07/01/2008 00:23

non mi sembra la sezione adatta, sposto

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07/01/2008 02:21

Re: Re: Re:
imprenditore, 07/01/2008 0.17:




Son tre notti che non dormo son rimasto impressionato dalle immagini e dai dialoghi delle persone andate in coma che han visto la cosidetta luce..




io invece son tre notti che non dormo son rimasto impressionato dalle immagini e dai dialoghi delle persone che dicono che Altobelli è meglio di Van Basten e Maradona... [SM=x44468]
07/01/2008 14:50

imprenditore, 07/01/2008 0.17:




Son tre notti che non dormo son rimasto impressionato dalle immagini e dai dialoghi delle persone andate in coma che han visto la cosidetta luce..





A me è capitato anni fa, quando ho letto i libri di Raymond Moody sulle esperienze di pre-morte, sono racconti di persone che si sono "affacciate" per pochi attimi nell'al di là (per chi ci crede, altrimenti sono fenomeni dovuti ad alterazioni cerebrali). è una lettura inquietante ma allo stesso tempo rassicurante: se si crede che "dopo" ci sarà qualcosa, non si ha più paura della morte. il terrore nasce dal dubbio che non vi sia nulla (almeno per me è così [SM=x44472])...


[Modificato da Nikki72 07/01/2008 14:51]
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07/01/2008 18:27

Sono talmente brutto che è la morte ad aver paura di me

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10/01/2008 15:56


Uhm, l’argomento è sugoso. [SM=x44486]

Tanto per cominciare bisognerebbe definire cosa ci spaventa, la morte in se oppure l’ignoto assoluto che essa rappresenta.
Recita un detto popolare che nella vita c’è una sola cosa certa, la morte.
Questa inevitabilità condiziona, che ci piaccia o no, tutta la nostra esistenza, del resto per fare i fighi spesso si dice che quando si nasce si comincia già a morire.
La morte in quanto tale ci spaventa perché rappresenta il termine definitivo, il punto di non ritorno? A ben pensare per tutta la vita noi siamo a contatto con una realtà finita e ogni giorno sperimentiamo il ciclo di inizio/fine di ogni cosa, per cui il termine in se non ci spaventa di certo, è il corso naturale della realtà.
Se poi consideriamo che la morte sia definitiva, “il punto e basta”, ha molti risvolti (apparentemente) positivi, pensiamo ai malati terminali, ai sofferenti nel corpo e nello spirito, per loro questa è una “liberazione” un termine agognato. Se è quindi un termine definitivo come può spaventarci?
Ci toglie le persone care, ci toglie una vita ci toglie le gioie, ci fa soffrire ma non ci spaventa.
A spaventarci non è piuttosto il dubbio che ci assale, così ben espresso da Amleto: “morire, dormire…dormire e sognare forse, ah, è questo l’intoppo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene”?
Questo è proprio l’intoppo, quel piccolo tarlo, quella folgorante presa di coscienza che ognuno sperimenta,( anche se alcuni non lo ammetteranno mai), quel pensare: “e se fosse…” che ci spalanca l’Ignoto, di cui sappiamo di non aver alcuna possibilità, alcuna speranza di sapere, di indagare, da cui non si torna indietro.
Questa è la questione…il mio corpo può terminare scomparire dissolversi nel nulla ma io, che ho solo la razionale certezza di esserci perché riesco a pensare, se dopo rimanesse anche un solo mio pensiero vorrebbe dire che continuo ad esistere e se esisto cosa ci sarà nel dopo, ci sarà la certezza di una nuova fine? Oppure ci sarà un’esistenza eterna?
Ed ecco il secondo intoppo, l’eternità, completamente aliena da tutto ciò che sperimentiamo e quindi inconcepibile; possiamo disquisire all’infinito ma nessun essere vivente può dire di sapere cosa sia l’eternità ed essa, per alcuni, è più spaventosa della morte stessa.


[SM=g1470351]








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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




10/01/2008 16:04

Re:
orckrist, 10/01/2008 15.56:


Uhm, l’argomento è sugoso. [SM=x44486]

Tanto per cominciare bisognerebbe definire cosa ci spaventa, la morte in se oppure l’ignoto assoluto che essa rappresenta.
Recita un detto popolare che nella vita c’è una sola cosa certa, la morte.
Questa inevitabilità condiziona, che ci piaccia o no, tutta la nostra esistenza, del resto per fare i fighi spesso si dice che quando si nasce si comincia già a morire.
La morte in quanto tale ci spaventa perché rappresenta il termine definitivo, il punto di non ritorno? A ben pensare per tutta la vita noi siamo a contatto con una realtà finita e ogni giorno sperimentiamo il ciclo di inizio/fine di ogni cosa, per cui il termine in se non ci spaventa di certo, è il corso naturale della realtà.
Se poi consideriamo che la morte sia definitiva, “il punto e basta”, ha molti risvolti (apparentemente) positivi, pensiamo ai malati terminali, ai sofferenti nel corpo e nello spirito, per loro questa è una “liberazione” un termine agognato. Se è quindi un termine definitivo come può spaventarci?
Ci toglie le persone care, ci toglie una vita ci toglie le gioie, ci fa soffrire ma non ci spaventa.
A spaventarci non è piuttosto il dubbio che ci assale, così ben espresso da Amleto: “morire, dormire…dormire e sognare forse, ah, è questo l’intoppo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene”?
Questo è proprio l’intoppo, quel piccolo tarlo, quella folgorante presa di coscienza che ognuno sperimenta,( anche se alcuni non lo ammetteranno mai), quel pensare: “e se fosse…” che ci spalanca l’Ignoto, di cui sappiamo di non aver alcuna possibilità, alcuna speranza di sapere, di indagare, da cui non si torna indietro.
Questa è la questione…il mio corpo può terminare scomparire dissolversi nel nulla ma io, che ho solo la razionale certezza di esserci perché riesco a pensare, se dopo rimanesse anche un solo mio pensiero vorrebbe dire che continuo ad esistere e se esisto cosa ci sarà nel dopo, ci sarà la certezza di una nuova fine? Oppure ci sarà un’esistenza eterna?
Ed ecco il secondo intoppo, l’eternità, completamente aliena da tutto ciò che sperimentiamo e quindi inconcepibile; possiamo disquisire all’infinito ma nessun essere vivente può dire di sapere cosa sia l’eternità ed essa, per alcuni, è più spaventosa della morte stessa.


[SM=g1470351]













Dopo le prime 10 parole... [SM=x44497]

agogno
desidero
bramo
....
la morte!!!


[SM=x44452]
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10/01/2008 16:15

Re: Re:
|avanguardia|, 10/01/2008 16.04:





Dopo le prime 10 parole... [SM=x44497]

agogno
desidero
bramo
....
la morte!!!


[SM=x44452]





Bhe.....ci si può organizzare......






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"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




10/01/2008 16:20

Re: Re: Re:
orckrist, 10/01/2008 16.15:





Bhe.....ci si può organizzare......










poverello!!!
che pena...di morte!!!

[SM=x44470]
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10/01/2008 16:27

Re:
imprenditore, 07/01/2008 0.09:

Ho sentito un reportage e interviste sull'argomento morte...Nessuno ci pensa,ma come si fa vivere senza pensarci? Io son terrorizzato :-(
Voi che pensate?



ho paurissima non ci voglio pensare [SM=x44470]

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10/01/2008 16:41

Re: Re:
Mary_B, 10/01/2008 16.27:



ho paurissima non ci voglio pensare [SM=x44470]





e perchè? [SM=x44473]

La morte è come la paura, prima o poi tutti ci devono fare i conti.





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(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




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Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




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10/01/2008 16:57

Non temo la morte in quanto è l'unica componente e fatto della vita che non crea conseguenze [SM=x44464]

mi spiego: quando compiamo un'azione, non è l'azione in se che crea un influsso positivo/negativo
ma la rielaborazione mentale della stessa, e le conseguenze che comporta

Visto che la morte è l'unico avvenimento a non portare a null'altro di riconducibile ad essa
perchè averne paura?


Io ho paura piuttosto della vecchiaia, della sofferenza, che portano all'idea della morte.
ma la morte stessa non mi spaventa per nulla.



Ne avrei paura se avessi la certezza matematica che esiste un aldilà
in tal caso, sarei preoccupato, dopo che il mondo mi ha svangato le palle per gli anni della mia vita
pure da morto mi si deve rompere i coglioni [SM=x44456] [SM=x44457]
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10/01/2008 17:02

Re: Re: Re:
orckrist, 10/01/2008 16.41:




e perchè? [SM=x44473]

La morte è come la paura, prima o poi tutti ci devono fare i conti.








[SM=g1470351] si ok ma preferisco non pensarci


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10/01/2008 17:22

Re:
bremaz, 10/01/2008 16.57:

Non temo la morte in quanto è l'unica componente e fatto della vita che non crea conseguenze [SM=x44464]

mi spiego: quando compiamo un'azione, non è l'azione in se che crea un influsso positivo/negativo
ma la rielaborazione mentale della stessa, e le conseguenze che comporta

Visto che la morte è l'unico avvenimento a non portare a null'altro di riconducibile ad essa
perchè averne paura?


Io ho paura piuttosto della vecchiaia, della sofferenza, che portano all'idea della morte.
ma la morte stessa non mi spaventa per nulla.



Ne avrei paura se avessi la certezza matematica che esiste un aldilà
in tal caso, sarei preoccupato, dopo che il mondo mi ha svangato le palle per gli anni della mia vita
pure da morto mi si deve rompere i coglioni [SM=x44456] [SM=x44457]




Sei un novello Epicuro, il quale sosteneva che la morte non è un problema perchè se c'è lei non ci siamo noi e viceversa.

_________________

"Io penso di essere il lettore medio del forum:zero post, zero commenti e molto smaneggio" (delirioclub)

"Lei è l'unica donna più figa di se stessa" (Faustroll)

"Purtroppo ci sono degli inetti che vanno a cercare critica anzichè fare caps" (MORDIVOI)

"Siccome sul Forum ho una certa reputazione da difendere" (Elvenking)


"Che razza di party è mai questo? Non vedo alcool e c'è una sola bagascia" (Bender)






10/01/2008 17:47

Credo che aver paura di una cosa di cui non si conoscono le modalità sia naturale, anche se molti non l'ammetteranno mai.

Io stesso, di notte, mi ritrovo a pensare alla morte e un paio di volte l'ho anche sognata (in soldoni, immaginavo ciò che c'è dopo il trapasso).
10/01/2008 19:29

Re:
orckrist, 10/01/2008 15.56:


Uhm, l’argomento è sugoso. [SM=x44486]


A spaventarci non è piuttosto il dubbio che ci assale, così ben espresso da Amleto: “morire, dormire…dormire e sognare forse, ah, è questo l’intoppo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene”?
Questo è proprio l’intoppo, quel piccolo tarlo, quella folgorante presa di coscienza che ognuno sperimenta,( anche se alcuni non lo ammetteranno mai), quel pensare: “e se fosse…” che ci spalanca l’Ignoto, di cui sappiamo di non aver alcuna possibilità, alcuna speranza di sapere, di indagare, da cui non si torna indietro.

[SM=g1470351]












Per me non è così, mi spiego: la mia paura è il nulla, l'idea di non esserci più, di non poter più vedere quello che succede qui. io sarei disposta a firmare qualunque cosa per vivere 1000 anni, anche al prezzo (inevitabile) di sopravvivere a tutti i miei cari. non tollero l'idea della fine, vado nel panico totale se ci penso. prima, quando credevo fermamente in un "dopo" la morte non mi faceva paura per niente, anzi, in certi momenti brutti che ho passato era un'idea quasi piacevole (l'idea di rivedere tutti, di continuare a esserci in qualsiasi modo). ma l'idea del nulla non l'accetto, credo che potrei impazzire se non avessi anche solo una vaga speranza di una vita eterna. ma la speranza non mi è neanche sufficiente, perché i dubbi arrivano e son dolori, anzi peggio: è panico paralizzante.

come si chiama il mio approccio mentale a questo "argomento"? sono un caso clinico? [SM=x44472]

11/01/2008 09:56

Re: Re:
Nikki72, 10/01/2008 19.29:




Per me non è così, mi spiego: la mia paura è il nulla, l'idea di non esserci più, di non poter più vedere quello che succede qui. io sarei disposta a firmare qualunque cosa per vivere 1000 anni, anche al prezzo (inevitabile) di sopravvivere a tutti i miei cari. non tollero l'idea della fine, vado nel panico totale se ci penso. prima, quando credevo fermamente in un "dopo" la morte non mi faceva paura per niente, anzi, in certi momenti brutti che ho passato era un'idea quasi piacevole (l'idea di rivedere tutti, di continuare a esserci in qualsiasi modo). ma l'idea del nulla non l'accetto, credo che potrei impazzire se non avessi anche solo una vaga speranza di una vita eterna. ma la speranza non mi è neanche sufficiente, perché i dubbi arrivano e son dolori, anzi peggio: è panico paralizzante.

come si chiama il mio approccio mentale a questo "argomento"? sono un caso clinico? [SM=x44472]




A me personalmente spaventa solo il momento del trapasso, il superare il limite del non ritorno ma non l'idea della morte in sé.
Per assurdo mi impaurirebbe di più sapere di avere innanzi a me una vita lunghissima. Insomma ognuno di noi calcola di dover/poter vivere fino ad 80 anni circa per cui impronta la propria vita con questo limite temporale fissato inconsapevolmente. Ogni esperienza che comporti gioia o dolore viene vissuta con una intensità maggiore perché si è portati a pensare che avendo a disposizione un intervallo temporale (relativamente) breve (80 vs 1000) quella esperienza potrebbe essere l'unica (bene se comporta dolore male in caso contrario).
Tralasciando le esperienze dolorose, ritengo che, sapendo di avere a disposizione 1000 anni di vita, ciò che generalmente dà piacere/felicità perderebbe un po' del fascino.
Perfino l'amore o anche il sesso ( [SM=x44451] ) rischierebbero di diventare noiosi e ripetitivi: non esisterebbe più il grande e unico amore perché è impensabile un amore di 700 anni (sai che palle!!) ma tanti grandi (?) amori...


(mi astengo dal commentare le mie idee sul sesso...[SM=x44455] )



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