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KYPCK (Kursk)

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2008 09:12
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BROCCOLO D'ORO 2008
21/11/2008 09:06

Doom metal per celebrare l'Unione Sovietica

recensione interamente riportata dal sito www.truemetal.it

www.truemetal.it/reviews.php?op=albumreview&id=7373








Cherno
KYPCK
2008, Century Media/Self
Doom
Pubblicata in data: 18/11/2008

Cantano in russo, celebrano nel migliore dei modi la cultura della vecchia Unione Sovietica, ma provengono dalla Finlandia. Dietro a questo nuovo e interessante progetto denominato KYPCK (trasposizione in cirillico di Kursk) si celano i nomi dell'ex-Senteced Sami Lopakka e di Erkki Seppänen (già cantante della power metal band Dreamtale). La band esce alla luce nell'anno 2008, deliziandoci con Cherno, un prodotto che si immerge totalmente in quella che è la cultura russa sia per quanto riguarda le tematiche affrontate, sia per i testi scritti appositamente in cirillico.

Cherno è il full-length d'esordio del combo finlandese, un disco che racchiude al suo interno un sound doom forte debitore della scuola più classica del genere, fatto di ritmiche lente e suoni di chitarra cupi e ossessivi all'inverosimile. Sicuramente una proposta musicale durissima da digerire al primo impatto, ma non per questo priva di fascino. Se da una parte abbiamo una serie di brani che si adagiano su ritmiche di una lentezza quasi esasperante, dall'altra vi è un gusto melodico sopraffino che ritroviamo sulla gran parte dei refrain azzeccati e ben strutturati.
Un suono di sommergibile (il Kursk K-14) in sottofondo, appena percettibile se non ad un volume più alto, caratterizza l'intro Gidrolokator, preludio che dà il via alla lenta marcia che comincia con l'opener Rozhdestvo V Murmanske, brano dedicato a Murmansk, la disastrata città situata ai confini del circolo polare artico. Le atmosfere si fanno da subito gelide e rarefatte, l'andamento dei cinque finlandesi viene guidato egregiamente dai suoni possenti della chitarra di Lopakka e da una sezione ritmica precisa in cui spicca il basso monocorda (!) di J. T. Ylä-Rautio. In primo piano sopratutto la prestazione del singer Erkki Seppänen sia per quanto riguarda una interpretazione drammatica e che ben si amalgama con le atmosfere ricreate, sia, sopratutto, per un cantato in lingua russa con il quale si ritrova incredibilmente a proprio agio. La successiva Predatel è caratterizzata dal continuo alternarsi fra parti più lente e ragionate ed aperture più violente, senza mai tendere ad accelerare i ritmi. Nemmeno il tempo di riprendersi dagli attacchi frontali di quest'ultima che subito ci si ritrova immersi nella malinconica 1917 (highlight assoluto dell'intero lavoro), pezzo dedicato alla rivoluzione russa e dotato di un refrain brividi, melodico ed altamente emozionante. Se la pesantissima Chernaya Dyra strizza nettamente l'occhio al sound dei connazionali e ormai defunti Reverend Bizarre, la successiva Stalingrad riesce a fondere sapientemente il riffing ruvido del doom più tradizionale con l'eleganza del gothic d'alta scuola dei Paradise Lost. Un brano, quest'ultimo, dai ritmi leggermente più sostenuti e sicuramente più assimilabile rispetto a quella che è la media dell'intero disco, ma è solo un episodio isolato capace di dare un po' di respiro all'ascoltatore, prima di lasciare spazio ad una seconda parte che ben poco aggiunge a quel che è stato già detto fino ad ora, ma che comunque non abbassa il livello qualitativo dell'intero lavoro. In ogni caso, resta da citare la chiusura affidata all'ipnotica e struggente Demon, brano a dir poco emozionante, sopratutto per quanto riguarda le melodie malinconiche, che equivale ad un vero e proprio viaggio mentale verso territori sconosciuti.

A completare il tutto ci sono una produzione moderna, curata nei minimi dettagli e un artwork che ben illustra quelli che sono i contenuti racchiusi all'interno del disco. Per il resto rimane ben poco da aggiungere a quello che effettivamente è Cherno; forse non tutti riusciranno a comprendere il cantato in russo e gli argomenti trattati al suo interno, ancora di meno saranno quelli che riusciranno a reggere l'ascolto di un'opera di queste dimensioni, ma chi avrà la pazienza di assimilarlo, non ne resterà sicuramente deluso.

Angelo 'KK' D'Acunto


Tracklist:

01 Gidrolokator
02 Rozhdestvo V Murmanske
03 Predatel
04 1917
05 Chernaya Dyra
06 Stalingrad
07 Ne Prosti
08 Ocherednye
09 Odin Den Iz Zhizni Yegora Kuznetsova
10 Demon


VOTO: 85/100













Kypck - 1917




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And love was there in vain, PROFOUND and deep but traced with pain - too early for a child of TEN
Loving the pure and sane he sought the goddess unstained - watching them turn to flesh again
HUNGRY for both the PURITY and SIN
Life seemed to him merely like a GALLERY of how to be
And he was always much more HUMAN than he wished to be
But there is a LOGIC to his world, if they could only see
(Pain of Salvation - Beyond the pale)
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BROCCOLO D'ORO 2008
21/11/2008 09:12



Non so voi io li trovo allo stesso tempo belli ed agghiaccianti... purtroppo non conosco il russo e non so di cosa parlano i testi..


Propaganda sovietica a parte, si tratta di un Doom di alta qualità, forse la migliore uscita dell'anno



KYPCK - ocherednye

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