DIABOLIK A HOLLYWOOD
– UN PAPA ASSASSINATO, UN CONCLAVE A RISCHIO, CARDINALI AMMAZZATI COME MOSCHE
– IL VATICANO SI PREPARA AL BOICOTTAGGIO DI “ANGELI E DEMONI”, IL PREQUEL DEL “CODICE DA VINCI”
– E LA SONY RISPONDE CON UN INCONTRO STAMPA “MONSTRE”…
Alessandra Mammì per "L'espresso"
Film "Angeli e Demoni"
Sugli angeli non si discute. I demoni sono un male necessario.
Ma gli angeli che si trasformano in demoni Santa Romana Chiesa non li sopporta proprio.
Si era capito quando la Diocesi di Roma negò le location alla troupe di Ron Howard, pronta a dar corpo filmico al bestseller di Dan Brown 'Angeli e demoni'.
Ma ora è guerra aperta:
giù persino i manifesti dalle impalcature delle chiese. L'ala divina dell'angiolone barocco che s'increspa in blasfema membrana di pipistrello non piace al Vaticano. A essere onesti, già nel 2006 non si dimostrò troppo entusiasta del 'Codice da Vinci' (stesso scrittore, stesso regista), con quell'ingarbugliata storia di Santo Graal, più figlia femmina nata dall'amore tra Cristo e Maria Maddalena.
Stavolta poi il plot è persino più ardito. C'è un papa assassinato, una setta massonica ad alto tasso di tecnologia che ruba l'antimateria al Cern di Ginevra e la trasforma in arma totale. C'è un intero conclave che sta per saltare in aria, un camerlengo troppo bello e troppo ambiguo, una serie di cardinali ammazzati in modi orribili. Risultato: "Il film agisce in una linea di fantasia che va a ledere il comune sentimento religioso com'è successo con il 'Codice da Vinci'" è stata la dura risposta della Diocesi. Dunque 'niet' alla richiesta di piazzare luci e telecamere sul santo suolo di chiese romane.
Tanta reazione da Controriforma probabilmente la super-produzione Sony non se l'aspettava. E forse anche per questo ha organizzato un incontro stampa 'monstre', trascinando in Europa giornalisti da tutto il mondo, portandoli a spasso tra il Cern di Ginevra e un tour barocco-massonico a Roma. Ma nonostante gli sforzi titanici, il bubbone rimane. I cattolici sono un osso duro. "Pensate che sia opportuno fare tanto disinvolto spettacolo di una religione seguita da miliardi di persone?", chiede il fervente e fedele collega a un attonito Ron Howard. Questa è Hollywood, è fiction, niente di personale, cerca di spiegare il povero regista.
Del resto di cattolici nello staff ce ne sono pochi. A domanda diretta, Ron Howard dichiara di venire da generica educazione protestante. Più o meno distrattamente religioso è anche Tom Hanks, di nuovo nei panni del ginnico ed erudito detective Robert Langdon. Ewan Mc Gregor, bel camerlengo dagli occhi blu a cui tanto dona la tonaca, si dichiara addirittura ateo. Lo svedese Stellan Skarsgard non si ricorda neanche bene se è luterano o calvinista e la bella israeliana Ayelet Zurer - ça va sans dire - è ebrea.
Film "Angeli e Demoni"
L'unico cattolico, se non altro perché sicuramente battezzato, dovrebbe essere il nostro Pier Francesco Favino qui nei panni del comandante Olivetti, che nel bestseller di Dan Brown è capo delle guardie svizzere.
Ma a un certo punto della lavorazione persino a Hollywood è venuto il dubbio che il moro Favino non fosse molto credibile come svizzero. Detto fatto, eccolo trasformato nel capo della gendarmeria: ovvero italici poliziotti di stanza al Vaticano. A far la guardia svizzera resta solo Skarsgard, il quale si vede lontano un miglio essere scandinavo, ma almeno è biondo.
Non è il caso di mostrarsi puntigliosi. In fondo stiamo parlando di un'opera di fantasy. Anche gli scienziati del Cern ci tengono a sottolinearlo alla platea stampa con taccuino in mano. Mettiamo i puntini su tutte le 'i'. Dan Brown praticamente si è inventato quasi tutto. Quella chilata di
antimateria chiusa in un cilindro e pronta a far deserto dell'intera città del Vaticano non è affar loro. A Ginevra se ne isolano bricioline, l'impatto con la materia non produce nessuna terribile esplosione, al massimo un lampo di luce, e qui non si fabbricano neanche buchi neri pronti a inghiottire l'intera Svizzera.
Del resto, i 27 chilometri di acceleratore di particelle al momento non sono in funzione, causa guasto all'impianto di raffreddamento. Ragion per cui, ben venga tutta l'allegra compagnia da block-buster: le star, gli uffici stampa militarmente organizzati, i gadget e le T-shirt con decorazioni glam rock, le troupe tv, i giornalisti divisi come i boy scout per gruppi tematici (aria-acqua-terra-fuoco) con i caschi gialli in testa e un inutile misuratore di radiazioni al collo della guida, tutti in visita all'acceleratore rotto. Pazienti gli scienziati spiegano.
Primo: anche se Dan Brown lo ha scritto, non esiste alcuna stanza al Cern dove i fisici galleggiano nell'aria.
Secondo: l'antimateria non serve a produrre energia e neanche bombe.
Terzo: la loro è pura ricerca per capire le origini dell'universo.
Film "Angeli e Demoni"
Ma sulle origini dell'universo non si fa un film di cassetta e purtroppo qui tutto si vede fuorché il film, che uscirà in tutto il mondo il 15 maggio. Al suo posto si vedono 20 minuti di un lungo trailer che mantengono quel che il film promette. Riprese aeree, macchine da presa roteanti intorno a monumentali angeli-demoni, cieli con nuvole cobalto radianti lampi, terribili esecuzioni di cardinali messi al rogo nelle absidi o sepolti vivi in cripte, svolazzare di vermiglie vesti cardinalizie, misteriose pergamene gialline decrittate dal pensoso Langdon con ruga sulla fronte.
Questa è la Roma di 'Angeli e demoni' che sorge dalla dorata penna di Dan Brown: "Un dedalo intricatissimo di antiche strade che serpeggiano intorno a monumenti e fontane", è scritto. Una città antiquata e caotica, una nube di smog e rumore di traffico da cui a stento si vedono meraviglie, un posto pullulante di tassisti fermi accanto ai monumenti (ma dove?) che dormono col collo torto e bocca aperta nelle loro macchine in attesa di un cliente che li paghi in dollari (!?).
Speriamo che nel film ci sia una visione più realistica, altrimenti, oltre al Vaticano, si rischia di irritare anche i romani laici. "Amo Roma", assicura Ron Howard, "amo proprio il suo complesso intreccio di antico e contemporaneo. Ed è questo che le immagini del film registrano. Ve lo assicuro. Pur restando vicini al libro, abbiamo modificato molte cose".
In fondo non è così chiara l'attrazione per il giallista umanista, da parte di un autore sottile come Howard che gira, contemporaneamente a tanto blockbuster, un film da Oscar perfetto, severo e minimale come 'Frost/Nixon'. "In qualche modo i due film si sono reciprocamente influenzati. Grazie a 'Frost/Nixon', 'Angeli e demoni' è risultato diverso e molto più moderno del 'Codice da Vinci'. La storia si prestava a un diverso linguaggio filmico: si svolge in 24 ore, è velocissima, racconta di terrorismo, paura, scienza, religione, cospirazione e potere. In questo mix di temi Dan Brown coglie lo spirito dei tempi".
Ma tra il potere di un presidente come Nixon e il potere del Vaticano, quale dei due può diventare più pericoloso, signor Howard?
Da vero americano nutrito di sano spirito democratico, il regista risponde che
"è sempre e solo l'abuso di potere a essere pericoloso, sia che sia opera di un governo, di una lobby, di una istituzione religiosa. Sono i cittadini che devono restare sempre vigili e affidarsi all'unico contropotere che abbiamo: la nostra intelligenza". Dunque Robert Langdon, anche se nel 'Codice' non l'avevamo capito bene, qui diventa quasi un eroe civile. Un uomo solo in lotta contro angeli e demoni, armato esclusivamente della sua cultura (più un po' di palestra).
Per capire fino in fondo film e protagonista, un'infarinatura di nozioni sulla massoneria, la fisica nucleare e il cerimoniale del Vaticano risulta dunque necessaria. Ed ecco che la major ha subito provveduto, organizzando ai giornalisti globali lezioni lampo, tenute dagli studiosi consulenti del film. E i poveretti si lanciano in un disinvolto sforzo divulgativo per spiegare in 15 minuti Galileo, Bernini e le guardie svizzere. Prova non facile, ammettiamolo. Così si scopre che Bernini fu non solo grande scultore e architetto, ma anche un geniale comunicatore.
In due parole: "Il Saatchi&Saatchi del XVII secolo". Il suo David monello che tende la fionda è come 'Spiderman' a confronto di quello di Michelangelo che ha invece la classicità di 'Casablanca'. E infine fu persino l'inventore del red carpet: basta guardare la parata di angeli, glamour come tante star, sul nastro di ponte Sant'Angelo teso verso il Vaticano. Che Giulio Carlo Argan li perdoni. E con lui l'intero Vaticano.
Le bombe nel conclave, l'antimateria confusa con l'atomica,
il camerlengo col volto dell'Obi Wan Kenobi di 'Guerre stellari', la setta massonica che ragiona come Al Qaeda... Nulla di tutto ciò ha qualcosa a che vedere con il comune sentimento religioso. Non c'è niente di personale né di spirituale. Questa è Hollywood, bellezza!
[13-03-2009]
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.