GONG!
FACCI E TRAVAGLIO SE LE DANNO SU DE MAGISTRIS
- MARCOLINO: “si candidano condannati per mafia, tangenti e omicidio, perché NO un servitore dello Stato?”
– FACCI: “è un magistrato, non SI FA. le sue inchieste SONO STATE un nulla assOluto”…
Da "Oggi"
1 - Risponde Marco Travaglio...
Tutti i cittadini italiani hanno il diritto di candidarsi.
Salvo quelli ineleggibili perché condannati e interdetti dai pubblici uffici, o perché incompatibili per conflitti d'interessi.
Berlusconi, per esempio, è ineleggibile per la legge 361/1957, in quanto concessionario dello Stato per le sue Tv.
Eppure è sempre dichiarato eleggibile in barba alla legge,
visto che l'ineleggibilità la decide a maggioranza una giunta del Parlamento.
De Magistris è un magistrato (che ha fra l'altro deciso di lasciare per sempre la toga)
incensurato, senza conflitti d'interessi, dunque è eleggibile.
Si dirà: anche se lecito, non è opportuno che un arbitro diventi giocatore.
In linea di principio concordo:
in condizioni normali, è inopportuno che si candidino magistrati e giornalisti, arbitri della politica.
Ma lo può dire solo chi non ha mai candidato magistrati:
cioè, in Italia, nessuno.
De Magistris comunque fa eccezione:
come Michele Santoro, si candida al Parlamento europeo perché
gli è stato impedito di fare il suo lavoro.
Il Csm, con motivi risibili, l'ha trasferito da Catanzaro a Napoli e gli ha vietato di fare il pm.
Poi,
che sia indagato dalla Procura di Roma è un «atto dovuto», dopo le denunce che gli han fatto i suoi ex colleghi, non contenti di averlo boicottato e spogliato delle sue indagini.
Se fosse accusato di condotte infamanti, incompatibili con la politica, Di Pietro avrebbe fatto bene a non candidarlo.
Ma De Magistris
è accusato di aver difeso le proprie inchieste davanti alla Procura di Salerno.
In un Paese dove si candidano condannati per mafia, tangenti e omicidio,
sarebbe davvero curioso se non potesse farlo un servitore dello Stato.
Luigi De Magistris
2 - RISPONDE FILIPPO FACCI...
La candidatura di Luigi De Magistris è un caso particolare. Non è solo un magistrato che va a capitalizzare la popolarità che ha acquisito grazie alla stampa e alla televisione: quello l'hanno fatto anche altri, in primis quell'Antonio Di Pietro che appunto gli ha proposto un seggio a Strasburgo.
In realtà era da parecchio che ci si chiedeva se non fosse il caso che un magistrato, prima di candidarsi, non dovesse stare in aspettativa per un po' di tempo e soprattutto escludere di poter tornare a giudicare il prossimo una volta dismessa la casacca politica.
Ma il problema nel problema, nel caso di De Magistris, è che si trova ancora nel bel mezzo delle polemiche che lo riguardano:
non per niente è stato indagato per due reati che non sono da poco, per un magistrato: concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio.
È stato candidato, oltretutto, da un partito che si era preposto che i partiti non candidassero indagati: bella prova di coerenza.
Ma il punto fondamentale è che la popolarità di De Magistris è solo schiuma mediatica, è solo il prodotto perverso di chi l'ha sostenuto prevedendo di candidarlo: ancora Di Pietro, ossia, e certi giornalisti a lui legati.
Per il resto, le inchieste di De Magistris si sono rivelate un nulla assoluto con gravi danni per le istituzioni e per le persone che ha coinvolto. E questo non lo dico io, o una particolare fazione politica, ma hanno dovuto ammetterlo tutti: il capo dello Stato, il Consiglio superiore della magistratura, la Corte di Cassazione, i colleghi e i superiori di De Magistris, il sindacato dei magistrati, la stampa di destra e di sinistra.
Nonché tutte le forze politiche a eccezione di una: quella che l'ha candidato, e che anziché guardarsi in casa spiega che ogni volta
il problema è Silvio Berlusconi.
"Oggi" [25-03-2009]
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.