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Comune di Fondi - infiltrazione mafiosa

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 01:06
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24/07/2009 18:14

Il Ministro promise lo scioglimento, ma tarda ad arrivare
di Furio De Felice

Diciassette arresti, fra i quali l'ex assessore di Forza Italia Riccardo Izzi e di vari funzionari comunali.
Il mercato ortofrutticolo in mano ad un boss della 'ndrangheta.
Eppure, per il partito berlusconiano non è successo nulla,
salvo avere fra i suoi assessori un ex-cocainomane dichiarato.


FONDI (Latina) –
L’ultima conferma la si è avuta con l’operazione della Dia di Roma e dei carabinieri di Latina del 5 luglio scorso, che ha portato all’esecuzione di diciassette ordinanze di custodia cautelare, di cui cinque agli arresti domiciliari, in un’indagine che vede protagonista il mercato ortofrutticolo della cittadina in provincia di Latina, dominato dalle infiltrazioni mafiose. Le indagini hanno scoperto la creazione del sodalizio criminale gestito dai fratelli Venanzio e Carmelo Giovanni Tripodo, figli del boss della ‘ndrangheta Domenico, ucciso a Poggioreale dal clan di Reggio, rivale dei Di Stefano, che si era inserito a Fondi per prendere il sopravvento nel mercato ortofrutticolo.

Oramai le infiltrazioni con esponenti dell’amministrazione comunale di centro-destra appaiono evidenti.
Gli ordini di custodia cautelare hanno riguardato anche l’ex assessore ai lavori pubblici di Forza Italia Riccardo Izzi, oltre al comandante della polizia municipale Dario Leoni e il suo vice Pietro Munno, il dirigente del settore bilancio e finanze del Comune Tommaso Biondino e quello dei lavori pubblici Gianfranco Mariorenzi e l’immobiliarista Massimo Di Fazio.

In particolare, Riccardo Izzi, titolare di uno studio legale e appartente ad un'importante famiglia di imprenditori, ha confessato agli inquirenti di conoscere il boss Tripodo e di averlo favorito nei suoi traffici illeciti. Si è giustificato dicendo di essere diventato un cocainomane e di non aver saputo vagliare la pericolosità dell'uomo, dato il suo stato poco lucido. Avrebbe abbandonato poi queste "cattive abitudini" nel 2007. Ma tale "confessione" giustificatoria non sembra abbia giovato molto all'ex esponente di Forza Italia.

Nonostante le indagini, le denunce delle forze politiche sane, dei comitati e dei cittadini e nonostante la richiesta di scioglimento e commissariamento del Comune da parte del ministro Maroni di quattro mesi fa, oltre ad un rapporto di cinquecento pagine redatte dal prefetto di Latina Bruno Frattasi, mai preso seriamente in considerazione, il Governo a tutt’oggi non ha ancora preso alcuna decisione.

L’amministrazione comunale accusata di collusioni con autorevoli esponenti della criminalità organizzata è guidata dal centro-destra
e lo stesso Riccardo Izzi, il principale indagato, era un esponente in ascesa di Forza italiana a livello comunale, con autorevoli agganci negli apparati centrali del partito berlusconiano.

Se si leggono i capi di imputazione contro gli indagati, si comprende come la richiesta di scioglimento del Comune sia più che dovuta: associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere, corruzione, falso e abuso d'ufficio. Gli inquirenti ipotizzano che proprio nella cittadina laziale si sarebbero concentrati gli investimenti del clan Tripodo e l’impiego di enormi capitali provenienti dal commercio di droga nel mercato ortofrutticolo. Ma per ottimizzare tale impiego di capitali, il clan ‘ndranghetoso ha cooptato parte dell’amministrazione diretta da Forza Italia. Con la compiacenza di funzionari comunali, dei vigili urbani e dello stesso Izzi, le società riconducibili ai Tripodo avrebbero ottenuto importanti commesse dietro il versamento di tangenti.

“Una situazione gravissima – denuncia l’esponente del Pd Giuseppe Lumia, già presidente della Commissione parlamentare antimafia - che avevamo sollevato più volte in commissione antimafia e su cui il ministro dell'Interno aveva dato assicurazioni sull'imminente scioglimento dell'amministrazione comunale per infiltrazione mafiosa.
I mesi sono passati e l'annuncio del ministro è rimasto tale”.

Fino ad ora nessuna notizia dall’attuale maggioranza. Pur dopo tutta questa attività investigativa, gli esponenti del Governo tendono a minimizzare, attribuendo al solo Izzi la responsabilità per quanto di illegale successo.
Una scelta un po' troppo comoda.
[SM=x44463]


Fonte: Dazebo



La sequenza del blitz del senatore dell'Idv Stefano Pedica a Palazzo Chigi:
il dipietrista ha incalzato il ministro Mariastella Gelmini sul mancato scioglimento del comune di Fondi, in provincia di Latina, per infiltrazioni mafiose.
Questo mentre illustrava l’approvazione del pacchetto università in Consiglio dei ministri. Più volte interrotta, la Gelmini ha deciso a un certo punto di abbandonare la sala.
(Ansa)

Corriere.it

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24/07/2009 21:42

cosa c'e' ministro gelmini .. perche' non hai risposto all' onorevole pedica ?? non eri preparata ad un blitz di questo genere e senza fogliettini sottomano non sapevi cosa dire ??? [SM=x44498]
24/07/2009 22:02

Re:
sperminator, 24/07/2009 21.42:

cosa c'e' ministro gelmini .. perche' non hai risposto all' onorevole pedica ?? non eri preparata ad un blitz di questo genere e senza fogliettini sottomano non sapevi cosa dire ??? [SM=x44498]




Protesta molto intelligente. Uno si deve lamentare col ministro dell'Interno e va a rompere le scatole al ministro della pubblica Istruzione. Per forza che uno (una in questo caso) si rompe le scatole; che cavolo c'entra la Gelmini con lo scioglimento di un comune?
[SM=x44467]

VIVA L'ITALIA [SM=x44472]
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25/07/2009 14:41

Re: Re:
Colonnello Kilgore, 24/07/2009 22.02:


... si deve lamentare col ministro dell'Interno e va a rompere le scatole al ministro della pubblica Istruzione. Per forza che uno (una in questo caso) si rompe le scatole; che cavolo c'entra la Gelmini con lo scioglimento di un comune?
[SM=x44467]
....




Nei gg. scorsi sono state respinte alcune interrogazioni parlamentari in Aula,
forse tra quelle c'era anche un'interrogazione sulle infiltrazioni mafiose a Fondi [SM=x44473]
Comunque al Ministro dell'Interno erano già state girate queste domande
e Maroni aveva risposto promettendo l'"imminente scioglimento dell'amministrazione comunale per infiltrazione mafiosa."

Questo atteggiamento della Lega mi meraviglia:
finora aveva mostrato di combattere su ogni fronte la Mafia tramite l'operato del Ministro Maroni.

PS rivolgersi al Ministro Gelmini durante questa conferenza stampa mi fa pensare che d'ora in poi l'IdV sfrutterà ogni occasione per mettere il Governo dinanzi a quelle responsabilità a cui sembra sfuggire nelle sedi ufficiali: nelle discussioni parlamentari (sempre più imbavagliate e depotenziate dai numerosi voti di Fiducia). [SM=x44464]
Comunque anche la Gelmini fa parte del Consiglio dei Ministri e non può essere totalmente estranea alle vicende che in quel Consiglio si dibattono collegialmente.

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01/09/2009 01:06

A Fondi affonda il Governo
- Lo scandalo della ’ndrangheta e i legami indicibili dei ministri che non fanno sciogliere il comune laziale, feudo del forzista Fazzone: Brunetta, Cisterna e la sua Titti;
Matteoli e la candidata di Aprilia; la Meloni e il portavoce-fidanzato;
Speciale e le spigole…

Paolo Biondani per "L'Espresso"


Gola Profonda, l'anonimo funzionario dell'Fbi che portò alla luce lo scandalo Watergate, dava ai reporter del "Washington Post" un consiglio rimasto famoso:
"Seguite la pista dei soldi".
Nell'Italia di Papi sono cambiati anche gli scandali.
E per capire i retroscena
del mancato commissariamento del Comune di Fondi, cioè dell'incredibile stop del governo Berlusconi a un intervento antimafia sollecitato dal prefetto, dai magistrati, da tutte le forze di polizia e dallo stesso ministro Maroni, bisogna rassegnarsi a seguire un'altra pista: le amiche degli amici.



Fondi è il comune della provincia di Latina che ospita il più grande mercato ortofrutticolo italiano (in sigla, Mof). Vent'anni di inchieste, processi e condanne documentano pesantissime infiltrazioni mafiose che inquinano non solo l'economia, dall'agroalimentare all'edilizia, ma anche l'amministrazione comunale. Dall'ottobre 2008 il prefetto, Bruno Frattasi, ha chiesto per due volte di commissariare il comune.

L'ultima documentatissima richiesta (507 pagine) era stata condivisa dal ministro dell'Interno, il leghista Roberto Maroni. Ma il consiglio dei ministri l'ha prima bloccata e poi rispedita al prefetto. Nonostante i 17 arresti per mafia e appalti (seconda retata in un anno) ordinati in luglio dai magistrati di Roma. Rispondendo a una domanda di "Repubblica", Silvio Berlusconi ha spiegato così lo stop: "Sono intervenuti diversi ministri che hanno fatto notare come nessun esponente della giunta e del consiglio comunale sia mai stato raggiunto da un avviso di garanzia".



Il che è vero, almeno adesso, solo che la nomina di un commissario non richiede affatto di provare la responsabilità penale dei politici in carica. Anzi, proprio il nuovo pacchetto sicurezza, citato da Maroni come motivo per una nuova richiesta (che il prefetto dovrebbe ultimare in settembre), consente di intervenire anche sui dirigenti della burocrazia comunale. E a Fondi ce ne sono ben quattro già imputati.

Senza contare i due ex assessori che si sono dimessi solo dopo l'avviso di garanzia. E il capitolo della relazione Frattasi dedicato alla Silo srl, una società (finanziata da Sviluppo Italia) con tre titolari: il sindaco Luigi Parisella, suo cugino Luigi Peppe, che ha il fratello sotto accusa come prestanome della 'ndrangheta, e il senatore Claudio Fazzone, numero uno di Forza Italia a Latina.



"Questa non è una città mafiosa, l'inchiesta è un complotto contro il Partito delle Libertà": a Fondi nessuno si è stupito quando Fazzone, dopo mesi di voci sulle sue pressioni sul governo, ha attaccato carabinieri e prefettura. A far gridare allo scandalo l'opposizione di sinistra e tutte le associazioni antimafia è invece la scoperta che l'opinione del senatore di Latina è diventata la linea del governo.

Ma chi sono i "diversi ministri " tanto garantisti da bocciare l'antimafia? Le sedute del governo sono segrete. Ma a Fondi e Latina, tra caserme e movimenti antiracket, si ripetono gli stessi nomi di "ministri con legami personali, prima che politici" con queste terre ormai in bilico tra stato e crimine organizzato. La traccia più vistosa porta a Renato Brunetta.

Da qualche mese il ministro dell'Innovazione pubblica si fa fotografare con la sua "nuova fidanzata": "Si chiama Titti, ma non vi dico il cognome". La bionda arredatrice d'interni corrisponde all'identikit di Tiziana Giovannoni, sorella di Paola, che è la moglie del sindaco di Cisterna, Antonello Merolla.



In questo centro a 20 chilometri da Latina, Merolla ha vinto al primo turno (con il 55 per cento) benchè candidato in extremis, naturalmente con la benedizione di Fazzone. E con l'aiuto del ministro, schierato nei comizi a Cisterna. Dove Brunetta ha pure alluso a Titti, dichiarandosi già "imparentato" con il sindaco- cognato: "Il mio cuore è qui". E sempre Brunetta ha scelto i fortunati enti locali che, "primi in Italia", potranno beneficiare del "protocollo e-gov 2012" per l'efficienza amministrativa: Provincia di Latina e Comune di Cisterna.

Anche Altero Matteoli ha un legame forte con il feudo elettorale di Fazzone. Il ministro delle Infratrutture è sceso in campo a favore di Ilaria Bencivenni, candidata sindaco di Aprilia, uno dei comuni più popolosi della provincia, dopo furiose lotte interne chiuse da un diktat del solito Fazzone. Anche Ilaria ha potuto esibire nei comizi il suo "caro amico ministro".

Ma gli elettori non hanno premiato la protetta di Matteoli, che si è fermata al 32 per cento, contro il 67 raccolto dal candidato delle liste civiche. Ad Aprilia, per inciso, la cittadinanza è sempre più impaurita da un'escalation di omicidi di mafia, arresti di boss e sequestri di droga, armi ed esplosivi.

Se la posizione ufficiale di Matteoli e Brunetta resta un segreto del governo, Giorgia Meloni si è sbilanciata pubblicamente, in almeno un comizio, contro il commissariamento di Fondi. Anche per il giovane ministro, come si diceva nel '68, il personale è politico. Nicola Procaccini, che è il suo portavoce (nonchè fidanzato, stando al settimanale Panorama), è figlio di Maria Burani, ex parlamentare berlusconiana, e di Massimo Procaccini, ex giudice penale di Latina diventato avvocato.



Fazzone Grazie


Tra i suoi clienti oggi spiccano grossisti del Mof come Vincenzo Garruzzo, arrestato per usura già l'anno scorso, nella prima retata contro la mafia a Fondi. Procaccini padre difende pure la moglie di Fazzone, a cui è intestata la villa di famiglia sequestrata perchè abusiva: il tribunale l'ha condannata a un anno (indultato) definendo illegale un condono ad personam varato dal comune.

Ma la lista degli amici di Fondi nonostante la mafia, riserva un'altra sorpresa. In questo paese con un corridoio sul mare è di casa anche il generale Roberto Speciale: l'ex comandante della Guardia di Finanza che, dimettendosi dopo una velenosa polemica con il governo Prodi, contribuì a limitare i danni per Berlusconi alle elezioni del 2006, diventando quindi un suo parlamentare.

Speciale è amico da una vita di Soledad Esposito, proprietaria del camping Holiday Village. Sequestrato da un pm di Latina, il campeggio di Fondi fu salvato da Fazzone, che protestò in tribunale, dopo di che il capo della procura ha avocato l'inchiesta, dissequestrato e archiviato. Il marito di Soledad, Paolo Maio, è titolare, tra l'altro, di una società di catering chiamata "Holiday Soledad srl". Speciale era stato inquisito per presunti abusi nei voli di Stato, usati tra l'altro per trasportare tre cassette di spigole dal Tirreno alle Alpi.

Assolto dalla Corte dei Conti del Lazio, che non ha ravvisato alcun danno alle casse pubbliche nei viaggi aerei offerti ai suoi amici oltre che al pesce, il generale ora attende solo l'ultimo processo. In questa richiesta di giudizio, la procura militare nomina l'impresa che consegnò le famose spigole aerotrasportate: "Holiday Soledad srl", guarda caso.


Paolo Biondani per "L'Espresso" 27-08-2009
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