La libertà d'informazione non piace al governo
«Lei appartiene a una testata, il tg3 che che ieri è uscita con quattro titoli contro l'attività del governo. Noi non possiamo più sopportare che la Rai, pagata con i soldi di tutti, attacchi il governo». Così il premier in conferenza stampa, a Palazzo Chigi, replica alla cronista del tg3. Intimando alla Rai di non disturbarlo. E, addirittura, contestando al Tg3 di aver dato notizia dei dati negativi sull'economia diffusi dall'Istat.
Questo ha detto l'altro ieri il signor berlusconi in una conferenza stampa in cui ha vantato i successi del governo suo e di Bossi.
Ieri sera il Tg3 nell'edizione delle 11,30 ha fatto vedere l'attacco di berlusconi e ha riproposto i titoli del telegiornale incriminato. Non c'era alcun titolo contro il governo: solo cronache e fatti economici e sociali. Questi i fatti.
Il mio commento. A suo tempo il berlusconi disse qualcosa di simile e fece saltare dalla Rai Biagi, Santoro e Luttazzi. Quest'attacco prelude a un altro repulisti? Non credo: il repulisti c'è già stato con le recenti nomine. Forse è semplicemente un attacco al tg3 nazionale (quello regionale è già berlusconizzato). Il tg3 è ormai una zattera in cui si continua a fare giornalismo in mezzo ad ammiraglie e piroscafi in cui si continua a parlare del paese che non c'è.
Penso che dovremmo tutti difendere questo piccolo spazio libero e denunciare i continui attacchi all'informazione che provengono da questo leader ormai dimezzato, ma ancora (fino a quando?) ben spalleggiato da tutti i suoi scherani del cosiddetto PdL.