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La Svizzera dice no ai minareti e sì all'esportazione di armi

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2009 11:13
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29/11/2009 17:35

Passa a sorpresa, con il 57% dei voti, l'iniziativa promossa dalla destra nazional-conservatrice
referendum
La Svizzera dice no ai minareti
e sì all'esportazione di armi
Passa a sorpresa, con il 57% dei voti, l'iniziativa promossa dalla destra nazional-conservatrice


MILANO - La Svizzera dice no ai minareti. A sorpresa, l'iniziativa per il bando dei simboli religiosi musulmani è stata accettata al referendum con il 57% dei voti. In base ai risultati ufficiali, solo quattro dei 26 cantoni che formano la Confederazione hanno respinto la proposta avanzata dal partito della destra populista dell’Udc e della destra cristiana dell’Udf. Data la maggioranza sia degli elettori che dei cantoni, il voto comporterà quindi la modifica dell’articolo 72 della Costituzione, che regola i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose: il divieto della costruzione dei minareti vi verrà inserito come una misura «atta a mantenere la pace fra i membri delle diverse comunità religiose». Il risultato viene considerato dagli analisti come una grande sorpresa, giacché contraddice i sondaggi che davano il «no» al 53%; inoltre, sia il governo che l’opposizione - come le principali comunità religiose - si erano espressi contro l’approvazione del referendum. I musulmani, che sono il 5% della popolazione elvetica, dispongono di circa 200 luoghi di preghiera in Svizzera, ma solo quattro minareti, che non sono usati per il richiamo alla preghiera. Un secondo referendum in votazione chiedeva di bandire le esportazioni di materiale bellico: questa iniziativa è stata però bocciata.

IL GOVERNO: NON E' RIFIUTO DELL'ISLAM - «L'odierna decisione popolare riguarda soltanto l'edificazione di nuovi minareti e non significa un rifiuto della comunità dei musulmani, della loro religione e della loro cultura. Il governo se ne fa garante», ha affermato il ministro svizzero di Giustizia e polizia, Eveline Widmer-Schlump. Il governo svizzero «rispetta» la decisione della maggioranza, tuttavia, «l'esito della votazione non ha effetto sui quattro minareti già esistenti e l'edificazione di moschee continua a essere possibile. Anche in futuro in Svizzera i musulmani potranno quindi coltivare il proprio credo religioso praticandolo individualmente o in comunità», precisa il governo. Per il ministro, l'esito della votazione è espressione delle paure diffuse nella popolazione nei confronti di correnti islamiche fondamentaliste: «Questi timori vanno presi sul serio e il Consiglio federale (governo) lo ha sempre fatto e continuerà a farlo. Tuttavia, il Consiglio federale riteneva che un divieto di edificare nuovi minareti non fosse uno strumento efficace nella lotta contro tendenze estremiste».

I VERDI ANNUNCIANO RICORSO - I Verdi svizzeri esamineranno la possibilità di inoltrare ricorso contro l'iniziativa alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Lo ha confermato il presidente, Ueli Leuenberger all'agenzia di stampa svizzera Ats. «I musulmani non hanno ricevuto solo una sberla, ma addirittura un pugno in faccia», ha detto Leuenberger, deluso dalla decisione del popolo svizzero. Per Leuenberger, è il risultato di «una propaganda estremamente ben fatta, che ha fatto leva sui pregiudizi». A suo avviso l'iniziativa è anticostituzionale.

RAMADAN: «UNA CATASTROFE» - Il controverso intellettuale e accademico Tariq Ramadan, ha definito «catastrofico» il risultato del referendum. Ramadan, che è il nipote del fondatore della confraternita egiziana dei Fratelli musulmani e vive a Ginevra, afferma che «gli svizzeri hanno espresso una vera paura, un interrogativo profondo sulla questione dell'Islam in Svizzera».

DELUSIONE DEI VESCOVI - Secondo la Conferenza dei vescovi svizzeri, la vittoria dei sì è «un ostacolo sulla via dell'integrazione e del dialogo interreligioso nel mutuo rispetto». «Non abbiamo saputo rispondere ad alcune paure legate all'integrazione di diverse religioni e culture in Svizzera», ha ammesso il portavoce Walter Mueller. A suo avviso, ha influito sul risultato anche la situazione dei cristiani, vittime di discriminazione e oppressione, in alcuni paesi musulmani.

SBAI: «BENE IL CONTROLLO» - La portavoce delle donne marocchine in Italia, Souad Sbai, non si scandalizza invece per la decisione degli svizzeri. «Il popolo è sovrano e quando decide una cosa va rispettato. È bene che ci sia un controllo sulle moschee - dice - c'è un'avanzata radicale, in Europa e nel nostro paese, che ci preoccupa moltissimo e va fermata subito». A preoccupare, secondo la portavoce delle donne marocchine, «non è certamente il minareto, ma chi ci sta dentro». «È chiaro che sono contraria alla xenofobia - assicura - ma serve un controllo contro le moschee "fai da te" che hanno rovinato i nostri ragazzi: questa gente, gli estremisti religiosi, fanno diventare xenofobi pure gli arabi».

L'ESPORTAZIONE DI ARMI - Come previsto e già successo nella votazione del 1997, l'iniziativa contro l'esportazione di materiale bellico non ha invece raccolto una maggioranza: ha detto «no» il 68,2% dei votanti. Tutti i cantoni hanno respinto il testo: in Ticino il tasso di contrari è stato del 62,4%, nei Grigioni del 67,9%. Il testo chiedeva che la Confederazione promuovesse gli sforzi internazionali nel campo del disarmo e del controllo degli armamenti e domandava il divieto di esportazione e di transito attraverso la Svizzera di materiale bellico, comprese le tecnologie che possono servire alla produzione di armamenti. D’altra parte, il testo stabiliva l’obbligo per la Confederazione di sostenere per dieci anni le regioni e i dipendenti colpiti dalle conseguenze del bando. Per i promotori - una trentina di sigle fra partiti di sinistra, ecologisti, sindacati, organizzazioni pacifiste per la difesa dei diritti umani, pacifiste e femministe - si tratta di una questione etica: porre fine al «commercio della morte» e offrire alla Svizzera l’opportunità di una riconversione dell’industria bellica in una civile. Ciò sarebbe conforme alle tradizioni elvetiche di neutralità e di politica umanitaria. Gli oppositori replicano che i costi per la Confederazione sarebbero troppo elevati e che l’industria bellica non potrebbe sopravvivere solo con la produzione interna. La maggioranza degli elettori la pensa come loro.


29 novembre 2009

Fonte Corriere.it

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29/11/2009 17:58

Credo che il governo italiano chiederà loro il gemellaggio.
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01/12/2009 13:17

Certo che la Svizzera ha una bella tradizione di democrazia e tutela dei diritti.
Fino al 1971 le donne non potevano manco votare.

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

Qui non si fanno distinzioni razziali.
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01/12/2009 14:55

Re:
il tobas, 01/12/2009 13.17:

Certo che la Svizzera ha una bella tradizione di democrazia e tutela dei diritti.
Fino al 1971 le donne non potevano manco votare.




per non parlare delle porcate immonde che fanno le loro banche col riciclaggio dei denari mafiosi ... [SM=x44499]
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02/12/2009 09:19

I difensori della laicità degli spazi pubblici dovrebbero essere contenti di questa svolta "liberal" della Svizzera, che fa il paio con la proibizione francese di portare simboli religiosi nelle scuole, la sentenza della corte sul divieto dei crocifissi nelle aule, e le bizzarre richieste di alcuni esponenti politici di "zittire" le campane dei campanili.

Non vedo dove stia tutto questo scandalo [SM=x44464]

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02/12/2009 09:30

Re:
paperino73, 02/12/2009 9.19:

I difensori della laicità degli spazi pubblici dovrebbero essere contenti di questa svolta "liberal" della Svizzera, che fa il paio con la proibizione francese di portare simboli religiosi nelle scuole, la sentenza della corte sul divieto dei crocifissi nelle aule, e le bizzarre richieste di alcuni esponenti politici di "zittire" le campane dei campanili.

Non vedo dove stia tutto questo scandalo [SM=x44464]




Non mi sembra la stessa cosa.

Un conto è il diritto di costruire chiese o minareti dove svolgere le attività di culto.

Un altro è pretendere di introdurre in luoghi pubblici che con la religione non hanno nulla a che fare e che sono frequentati da persone atee o di diverse convizioni religiose simboli o spazi di preghiera e/o divulgazione del credo.

Sui campanili non si tratta di zittire ma di ovviare alla mancanza di buon senso e di rispetto del prossimo (strano per un prete apparentemente).
Ho purtroppo una chiesa vicino casa e quando ti suonano le campane ad alto volume alle 7 del mattino di sabato e domenica, e la suonata dura svariati minuti rompe abbastanza le palle.
Così come rompono le palle i ragazzini con l'autoradio da 20.000 watt che si frmano sotto casa alle 2 di notte.

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02/12/2009 11:50

il tobas, 02/12/2009 9.30:

Non mi sembra la stessa cosa.

Un conto è il diritto di costruire chiese o minareti dove svolgere le attività di culto.

Un altro è pretendere di introdurre in luoghi pubblici che con la religione non hanno nulla a che fare e che sono frequentati da persone atee o di diverse convizioni religiose simboli o spazi di preghiera e/o divulgazione del credo.

Sui campanili non si tratta di zittire ma di ovviare alla mancanza di buon senso e di rispetto del prossimo (strano per un prete apparentemente).
Ho purtroppo una chiesa vicino casa e quando ti suonano le campane ad alto volume alle 7 del mattino di sabato e domenica, e la suonata dura svariati minuti rompe abbastanza le palle.
Così come rompono le palle i ragazzini con l'autoradio da 20.000 watt che si frmano sotto casa alle 2 di notte.




Un minareto non è una moschea.
Le attività di culto vengono garantite, non è in discussione la libertà religiosa.
E' in discussione la sua rappresentazione pubblica: la possibilità di un imam a "gridare" le preghiere; la possibilità di un prete a suonare le campane per la messa; la possibilità di uno studente di manifestare la sua appartenenza religiosa ...

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02/12/2009 12:13

Re:
paperino73, 02/12/2009 9.19:

I difensori della laicità degli spazi pubblici dovrebbero essere contenti di questa svolta "liberal" della Svizzera, che fa il paio con la proibizione francese di portare simboli religiosi nelle scuole, la sentenza della corte sul divieto dei crocifissi nelle aule, e le bizzarre richieste di alcuni esponenti politici di "zittire" le campane dei campanili.

Non vedo dove stia tutto questo scandalo [SM=x44464]




Visto che ami mettere i puntini sulle i ed i modi affettati
dovresti evitare di far confusione tra Laicità e Laicismo [SM=x44461]

Che poi, come spiega il Tobas, implica ben altro l'appendere in un'aula il simbolo di una religione... come ben altra cosa è la libertà di vestirsi liberamente (nei limiti del decoro pubblico) compreso il poter indossare un simbolo religioso che sia esso un velo, una catenina con crocefisso o altro...
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02/12/2009 12:22

Re: Re:
il tobas, 02/12/2009 9.30:


Non mi sembra la stessa cosa.

Un conto è il diritto di costruire chiese o minareti dove svolgere le attività di culto.

Un altro è pretendere di introdurre in luoghi pubblici che con la religione non hanno nulla a che fare e che sono frequentati da persone atee o di diverse convizioni religiose simboli o spazi di preghiera e/o divulgazione del credo.

Sui campanili
non si tratta di zittire ma di ovviare alla mancanza di buon senso e di rispetto del prossimo (strano per un prete apparentemente).

Ho purtroppo una chiesa vicino casa e quando ti suonano le campane ad alto volume alle 7 del mattino di sabato e domenica, e la suonata dura svariati minuti rompe abbastanza le palle.
Così come rompono le palle i ragazzini con l'autoradio da 20.000 watt che si frmano sotto casa alle 2 di notte.




Infatti non è la stessa cosa:
vanno fatte i dovuti distinguo.
E poi non possiamo nemmeno mettere sullo stesso piano il divieto francese di portare il velo nelle scuole pubbliche
col divieto del Crocefisso.

Non sapevo del tuo problema con le scampanate del week end,
eppure ne avevamo già parlato, ricordi?
Se ti può essere utile potrei metterti in contatto con una simpaticissima signora di qua che ha risolto il problema a modo suo, in maniera molto folcloristica [SM=x44452]


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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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02/12/2009 12:47

Re:
paperino73, 02/12/2009 11.50:




Un minareto non è una moschea.
Le attività di culto vengono garantite, non è in discussione la libertà religiosa.
E' in discussione la sua rappresentazione pubblica: la possibilità di un imam a "gridare" le preghiere; la possibilità di un prete a suonare le campane per la messa; la possibilità di uno studente di manifestare la sua appartenenza religiosa ...




Dipende sempre dove lo fai, quanto forte gridi canti o suoni, per quanto tempo e in che orari.
Basta regolamentare.

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02/12/2009 12:53

Re: Re:
Etrusco, 02/12/2009 12.13:




Visto che ami mettere i puntini sulle i ed i modi affettati
dovresti evitare di far confusione tra Laicità e Laicismo [SM=x44461]

Che poi, come spiega il Tobas, implica ben altro l'appendere in un'aula il simbolo di una religione... come ben altra cosa è la libertà di vestirsi liberamente (nei limiti del decoro pubblico) compreso il poter indossare un simbolo religioso che sia esso un velo, una catenina con crocefisso o altro...




Già.

Appendere in aula o in un ufficio pubblico un simbolo religioso è come se io volessi appendere in chiesa il poster dell'Inter o la foto di Moana

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02/12/2009 12:55

Re: Re: Re:
Etrusco, 02/12/2009 12.22:



.....Non sapevo del tuo problema con le scampanate del week end,
eppure ne avevamo già parlato, ricordi?
Se ti può essere utile potrei metterti in contatto con una simpaticissima signora di qua che ha risolto il problema a modo suo, in maniera molto folcloristica [SM=x44452]






Fortunatamente il vetrocamera e le persiane blindate attutiscono un pò i rumori ma se lasci una finestra un pò aperta senti eccome.
Se penso poi a coloro che hanno ancora i serramenti degli anni 60' .....

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Re: Re:
il tobas, 02/12/2009 12.47:

Dipende sempre dove lo fai, quanto forte gridi canti o suoni, per quanto tempo e in che orari.
Basta regolamentare.




Vedi tobas, io non voglio difendere il risultato del referendum: non lo condivido e avrei votato contro la proibizione.
Quello che contesto sono le reazioni dell'europa: non si può censurare l'esito del referendum svizzero gridando alla mancanza di libertà religiosa semplicemente perchè non centra nulla la libertà religiosa; i musulmani potranno continuare a costruire moschee, a radunarsi a pregare e a fare tutto ciò che il loro culto propone.
Questo è il primo punto.

Il secondo punto che propongo è questo: gli esempi fatti sono SI la stessa cosa, perchè il punto in comune è la negazione della rappresentazione pubblica della religione che deve restare un fatto individuale.
Le motivazioni della sentenza sui crocifissi parlano di violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e di violazione alla libertà di religione degli alunni; la Commissione Stasi propone quella che poi diventerà legge in Francia giustificandola come rispetto della libertà di coscienza .
In questa stessa logica, il divieto dei minareti (e delle campane) è pienamente giustificato in quanto viola la libertà di chi non è musulmano o cristiano.

Questo per ribadire che è sbagliato attaccare il referendum come una forma di oscurantismo antiislamico; così come è altrettanto sbagliato come fa la Lega strumentalizzarlo come difesa dei sacri valori cristiani dell'Europa.
Perchè si sta guardando un fatto concreto in mniera totalmente sbagliata. Strumentale, appunto ...

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02/12/2009 15:04

Re: Re: Re:
paperino73, 02/12/2009 14.01:


Vedi tobas, io non voglio difendere il risultato del referendum: non lo condivido e avrei votato contro la proibizione.



Ognuno è libero di pensare e votare come vuole, mi pare chiaro. [SM=x44462]

paperino73, 02/12/2009 14.01:


Quello che contesto sono le reazioni dell'europa: non si può censurare l'esito del referendum svizzero gridando alla mancanza di libertà religiosa semplicemente perchè non centra nulla la libertà religiosa; i musulmani potranno continuare a costruire moschee, a radunarsi a pregare e a fare tutto ciò che il loro culto propone.
Questo è il primo punto.



Punto da chiarire bene, perchè mi sa che molti non l'hanno capito.

paperino73, 02/12/2009 14.01:


Il secondo punto che propongo è questo: gli esempi fatti sono SI la stessa cosa, perchè il punto in comune è la negazione della rappresentazione pubblica della religione che deve restare un fatto individuale.
Le motivazioni della sentenza sui crocifissi parlano di violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e di violazione alla libertà di religione degli alunni; la Commissione Stasi propone quella che poi diventerà legge in Francia giustificandola come rispetto della libertà di coscienza .
In questa stessa logica, il divieto dei minareti (e delle campane) è pienamente giustificato in quanto viola la libertà di chi non è musulmano o cristiano.



"La libertà di uno finisce dove inizia la libertà dell'altro". [SM=x44450]

paperino73, 02/12/2009 14.01:


Questo per ribadire che è sbagliato attaccare il referendum come una forma di oscurantismo antiislamico; così come è altrettanto sbagliato come fa la Lega strumentalizzarlo come difesa dei sacri valori cristiani dell'Europa.
Perchè si sta guardando un fatto concreto in mniera totalmente sbagliata. Strumentale, appunto ...



Che si stia strumentalizzando e distorcendo mi pare ovvio, e purtroppo non è una novità.



Però c'è una cosa che voglio sottolineare, tu dici che il referendum non è antiislamico, e formalmente è così, in quanto vieta la costruzione dei minareti, mica delle moschee o dell'esercizio del culto.
Ma io mi chiedo se quelli che l'hanno votato per primi sapevano esattamente cosa stavano vietando, se in realtà non pensavano di "scacciare gli arabi" e basta.
E non ci credo che un referendum simile non sia ideologicamente orientato contro l'islam, mi pare palese.
Per cui mi pare che, al di là dei sofismi, il referendum sia soprattutto un'indicazione di come gli svizzeri, ed anche gli europei, abbiano semplicemente "paura" dell'islam, che lo vedano come un nemico, un qualcosa da temere e scacciare.

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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02/12/2009 15:07

Re: Passa a sorpresa, con il 57% dei voti, l'iniziativa promossa dalla destra nazional-conservatrice
Ronan7, 29/11/2009 17.35:




L'ESPORTAZIONE DI ARMI - Come previsto e già successo nella votazione del 1997, l'iniziativa contro l'esportazione di materiale bellico non ha invece raccolto una maggioranza: ha detto «no» il 68,2% dei votanti. Tutti i cantoni hanno respinto il testo: in Ticino il tasso di contrari è stato del 62,4%, nei Grigioni del 67,9%. Il testo chiedeva che la Confederazione promuovesse gli sforzi internazionali nel campo del disarmo e del controllo degli armamenti e domandava il divieto di esportazione e di transito attraverso la Svizzera di materiale bellico, comprese le tecnologie che possono servire alla produzione di armamenti. D’altra parte, il testo stabiliva l’obbligo per la Confederazione di sostenere per dieci anni le regioni e i dipendenti colpiti dalle conseguenze del bando. Per i promotori - una trentina di sigle fra partiti di sinistra, ecologisti, sindacati, organizzazioni pacifiste per la difesa dei diritti umani, pacifiste e femministe - si tratta di una questione etica: porre fine al «commercio della morte» e offrire alla Svizzera l’opportunità di una riconversione dell’industria bellica in una civile. Ciò sarebbe conforme alle tradizioni elvetiche di neutralità e di politica umanitaria. Gli oppositori replicano che i costi per la Confederazione sarebbero troppo elevati e che l’industria bellica non potrebbe sopravvivere solo con la produzione interna. La maggioranza degli elettori la pensa come loro.







Beh, in fondo da bravi pacifisti non fanno altro che seguire l'esempio del "Nobel per la Pace"







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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




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05/12/2009 21:04

Re: Re: Re:
paperino73, 02/12/2009 14.01:





Il secondo punto che propongo è questo: gli esempi fatti sono SI la stessa cosa, perchè il punto in comune è la negazione della rappresentazione pubblica della religione che deve restare un fatto individuale.
.




Non sono per nulla d'accordo.
Un conto è un luogo di culto, preposto esclusivamente a tale scopo e frequentato solo dalle persone che condividono quella visione del mondo e quella fede, un conto è un luogo di istruzione pubblica o un ufficio statale.
I genitori possono educare i loro figli alle convinzioni che vogliono, a casa loro o all'interno di scuole confessionali o a sfondo religioso che però devono costruirsi e pagarsi da soli senza rubare le scarse risorse della scuola pubblica come attualmente fanno.
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10/12/2009 11:13

Re: Re: Re: Re:
Renato Vallanzasca, 05/12/2009 21.04:


Non sono per nulla d'accordo.
Un conto è un luogo di culto, preposto esclusivamente a tale scopo e frequentato solo dalle persone che condividono quella visione del mondo e quella fede, un conto è un luogo di istruzione pubblica o un ufficio statale.
I genitori possono educare i loro figli alle convinzioni che vogliono, a casa loro o all'interno di scuole confessionali o a sfondo religioso che però devono costruirsi e pagarsi da soli senza rubare le scarse risorse della scuola pubblica come attualmente fanno.




Parliamo di due cose diverse: tu di moschee e chiese, io di minareti e campanili.

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We'd all like t'vote for th'best man, but he's never a candidate (Frank McKinney "Kin" Hubbard).
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