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Al concorso vince solo l'ignoranza

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2009 23:01
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23/12/2009 14:35

"L'estetismo di D'Annunzio? Si vestiva bene"
Antologia degli strafalcioni agli esami: quando il candidato non sa nulla
FRANCESCA SCHIANCHI
ROMA

Questa volta è toccato a laureati in giurisprudenza, accorsi a tentare la fortuna per un posto all’ufficio appalti. Ma attraverso le forche caudine delle «a» con l’acca e di imperscrutabili congiuntivi sono già passati aspiranti magistrati, futuri vigili, studenti alle prese con i test d’ingresso all’Università. Per non parlare dei ragazzi impegnati nella maturità, su cui esiste una vasta e spassosa letteratura, riportata tra sconcerto e ironia da professori chiamati a esaminarli.

Non è certo la prima volta che i posti da assegnare restano vacanti nonostante l’abbondanza di domande. Ne sanno qualcosa a Conegliano, in provincia di Treviso: poco più di un anno fa fecero un concorso per assumere tre vigili, una settantina furono i candidati, solo venti rimasero seduti al loro posto davanti ai quesiti della prova scritta, un unico superstite arrivò agli orali. Risultato finale: nessun idoneo. Tra loro c’era chi ignorava, per esempio, la differenza che corre tra la giunta e il consiglio comunale: il sindaco Alberto Maniero, sconsolato, propose di «sostituire la formula del concorso con quella del corso-concorso, in modo da fornire agli aspiranti neo assunti un minimo di cultura di base». Almeno un minimo.

Strafalcioni d’ortografia e di grammatica, sintassi spericolata, rischiosa contaminazione con il linguaggio abbreviato degli sms. E nessuna percezione della punteggiatura: tanto da dividere allegramente il soggetto dal verbo, erroraccio già alle scuole medie. Ricordare per credere il concorso per entrare in magistratura di due anni fa. Indiscrezioni descrissero un florilegio di verbi avere senza acca e articoli maschili «un» accessoriati di apostrofo, fantasiose interpretazioni della realtà tipo la corte dell’Aja trasformata nella corte dell'Aiax, qualche incipit quantomeno bizzarro per un compito di diritto amministrativo («Per fare un albero ci vuole un fiore»), il tutto cosparso da una spolverata di punto, virgola e punto e virgola da fare invidia a Totò e Peppino: voilà la ricetta di tante (troppe) prove di candidati regolarmente laureati e titolati.

Ma non promossi. Le domande erano 43 mila: quattromila persone consegnarono la prova scritta e solo 322 passarono l'esame. 58 posti rimasero vacanti. Sul sito del Movimento per la Giustizia un commissario scrisse disarmato di «indicibili citazioni che pongono seri dubbi sulle modalità di conseguimento del diploma di scuola media inferiore di alcuni candidati».

Ci sono università, come la veneziana Ca’ Foscari ma anche la seconda facoltà di Medicina di Torino, dove vengono organizzati corsi di recupero di italiano: come non capirli, quando ci si trova davanti a test d'ingresso costellati da lettere doppie messe a sproposito e «acca» che mancano o abbondano. Testi in cui ragazzi freschi di maturità descrivono candidamente Winston Churchill come presidente degli Stati Uniti durante la crisi del ‘29. Per alcuni di loro c'è già stata una maturità-spettacolo: l’estetismo di D'Annunzio? «Era sempre vestito molto bene», la profonda risposta di un’alunna, come ha raccontato Marco Lodoli, professore e giornalista.

Il crepuscolo? «L’alba. Anzi no, il primo pomeriggio. O verso mezzogiorno?», l’incertezza di un’altra. Dinanzi a somari patenti restano basiti docenti ed esaminatori, anche se, bisogna ammetterlo, talvolta gli strafalcioni arrivano proprio dal testo d'esame. Ultimo esempio, alla scorsa maturità, una poesia di Montale secondo il ministero dedicata a una donna: era per un ballerino russo. E l’anno scorso, tra le domande di un concorso per cento posti al ministero dei Beni culturali, il presidente della Repubblica veniva definito capo del governo.

Fonte

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





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<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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