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USA, la Riforma Sanitaria voluta da Obama, vittoria storica

Ultimo Aggiornamento: 17/12/2010 11:21
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24/12/2009 22:58

Usa, approvata riforma sanitaria
Barack Obama: "E' un voto storico"


Giornata storica negli Usa. Con 60 voti a favore e 39 contrari il Senato degli Stati Uniti ha infatti approvato la riforma sanitaria voluta da Barack Obama che estende, tra l'altro, l'assistenza a oltre 30 milioni di americani finora privi di qualsiasi forma di copertura. Il provvedimento dovrà ora tornare a gennaio alla Camera per l'approvazione finale di un testo condiviso. Obama: "E' un voto storico".


"Con il passaggio delle leggi di riforma sia alla Camera che al Senato siamo finalmente vicini a porre in atto la promessa di una riforma della sanità reale e significativa che darà ulteriore sicurezza e stabilità al popolo americano", ha detto il presidente americano commentando il voto nella State Dining Room della Casa Bianca, al suo fianco il vice presidente Joe Biden.

Per Obama "queste non sono piccole riforme. Sono grandi riforme. Se approvata, questa sarà la riforma sociale più importante dai tempi della Social Security negli anni Trenta e la più importante riforma del settore sanitario da quando negli anni sessanta è stata istituita Medicare, la mutua per gli anziani".

Il presidente Obama, dunque, è riuscito a mantenere la promessa. La riforma era il punto più importante della sua agenda legislativa per il suo primo anno alla Casa Bianca. "Abbiamo atteso per molto tempo questo momento - ha esclamato il senatore Max Baucus dopo il voto procedurale -. Adesso è venuto il momento di passare questa storica legislazione".

Tecnicamente la riforma sanitaria taglierà il filo di lana solo tra qualche settimana quando Camera e Senato, dopo avere unificato i due testi approvati (la Camera il mese scorso e il Senato ora), torneranno a votare il testo finale per poi inviarlo alla firma del presidente Barack Obama. Ma la vera battaglia politica si è chiusa oggi con il voto del Senato che consente al presidente Obama di partire serenamente per le sue vacanze natalizie alle Hawaii. Per decenni una lunga serie di inquilini della Casa Bianca aveva cercato di spingere la riforma della assistenza sanitaria (una necessità che nessuno ha mai messo in dubbio) attraverso le acque insidiose del Congresso. Ogni volta il tentativo era naufragato.

Ci aveva provato anche Bill Clinton affidando la difficile impresa alla first lady Hillary, che aveva consultato per mesi esperti per mettere a punto uno splendido progetto che era stato platealmente ignorato dal Congresso, umiliando la povera Hillary e facendo fremere di rabbia Bill. Obama ha fatto tesoro della lezione limitandosi stavolta ad enunciare i principi di base della riforma ma lasciando al Congresso, in particolare ai leader democratici della Camera e del Senato, il compito di fare il lavoro di bassa cucina, mettendo a punto dopo accese battaglie con i repubblicani i dettagli della legislazione.

Durante l'estate il dibattito era degenerato, con i repubblicani in cattedra per dimostrare che la riforma sarebbe stata la fonte di ogni male (dall'affossamento del bilancio federale alla eutanasia degli anziani di famiglia), i democratici sulla difensiva e il presidente Obama insolitamente silenzioso. Un errore, da parte della Casa Bianca, che Obama ha cercato di rimediare a partire da settembre impegnandosi in prima persona, tornando in assetto da campagna elettorale, per dimostrare agli americani la importanza della riforma ed i suoi vantaggi per tutti.

Ma oltre a convincere gli americani, la Casa Bianca ha dovuto convincere anche i parlamentari moderati del partito democratico che sono riusciti ad ottenere, in cambio del loro prezioso sostegno, ingenti contropartite economiche a beneficio degli stati che rappresentano al Congresso. Adesso i repubblicani, esaurite le armi per bloccare il passaggio della riforma, sperano di poter usare la legge a loro beneficio nella campagna elettorale delle elezioni di midterm del 2010 additando agli americani gli aspetti negativi della riforma e incitando gli elettori a farla pagare ai parlamentari democratici che l'hanno sostenuta.

Fonte: tgcom

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28/12/2009 13:38

Obama ce l'ha fatta.
Di certo la riforma non è quella che aveva presentato in campagna elettorale; è ben diversa da quella passa alla Camera, e prevedibilmente l'"armonizzazzione" prevederà l'esclusione della public option; la sinistra è rimasta delusa, ma piuttosto che niente è meglio piuttosto; ci sono centinaia di critiche che si possono fare, e il NYTimes per primo lo sta facendo, ma resta il fatto che questo è il massimo che si poteva fare nonostante il Senato sia saldamente nelle mani democratiche (ma i democrats sono fin troppo divisi al loro interno).
Complimenti al pragmatismo presidenziale.
Vediamo come va avanti.

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22/03/2010 10:08




Raggiunto un accordo con gli Anti-Abortisti

Sanità Usa, la riforma storica di Obama
«Siamo ancora capaci di grandi cose»


Approvato alla Camera il provvedimento che estende l'assistenza medica a 32 milioni di cittadini



WASHINGTON -
Una svolta storica, per gli Stati Uniti.
Barack Obama è riuscito nell'impresa mancata per oltre un secolo dai suoi predecessori.
La riforma del sistema sanitario nazionale è adesso una realtà. La Camera dei Rappresentanti Usa ha adottato il testo, nella versione approvata dal Senato il 24 dicembre, con una maggioranza di 219 voti contro 212, 3 più dei 216 necessari.
I repubblicani hanno votato compatti per il no.
Dopo un anno di scontri politici, colpi di scena e intense mediazioni, per il presidente americano si tratta di una straordinaria vittoria politica: ampliare la copertura sanitaria degli americani era la sfida più ambiziosa del suo programma politico e di fatto risulta la più ampia iniziativa di riforma sociale degli ultimi 50 anni negli Stati Uniti.

IL RUOLO DELLA PELOSI - Le ultime ore prima e durante la seduta della Camera sono state decisive per trovare i numeri necessari all'approvazione.
E determinante è stato soprattutto il ruolo della speaker del Congresso, Nancy Pelosi. Arrivata in aula con il martello di legno con il quale nel 1965, presidente Lyndon Johnson, fu introdotto Medicare, la prima storica riforma in tema di Sanità in America.
Sue le trattative con gli ultimi indecisi nelle file democratiche, sue le dichiarazioni che hanno fatto capire che finalmente c'era la certezza dei numeri. La svolta arriva nel pomeriggio, intorno alle 21 in Italia, dopo un paio d'ore di scontri verbali in aula e contestazioni fuori da Capitol Hill. E poco dopo, quando Bart Stupak, il deputato cattolico leader degli Anti-Abortisti della Camera, comunica ufficialmente il suo sì, si capisce la riforma passerà. Decisivo un comunicato ufficiale della Casa Bianca con il quale Obama conferma che mai i fondi pubblici saranno indirizzati a favorire l'interruzione di gravidanza.


Nancy Pelosi con il «martello» storico

IL PRESIDENTE - La misura, un obiettivo rincorso da numerose amministrazioni da quasi un secolo
(se ne discuteva dalla presidenza di Thedore Roosevelt, 1901-1909),
richiede adesso solo la firma di Obama per trasformarsi in legge (il che dovrebbe accadere non prima di martedì).
«Abbiamo dimostrato che siamo ancora un popolo capace di fare grandi cose», ha commentato il presidente dalla Casa Bianca.
La riforma estenderà i servizi sanitari a 32 milioni di statunitensi grazie all'allargamento del raggio di azione dei programmi di salute pubblica (Medicare, finora limitato ai cittadini con reddito al di sotto della soglia dell'indigenza)
e grazie ai sussidi alle famiglie che non possono acquistare polizze assicurative private;
vieterà anche alle compagnie assicurative di rifiutare le polizze a bambini o adulti con malattie congenite

e impedirà di revocare le polizze ai già assicurati.


Una riforma con la quale il 95% dei quasi 300 milioni di cittadini americani disporrà di una copertura sanitaria.
Il costo per il bilancio statale di tutto ciò è naturalmente oneroso e verrebbe finanziato in parte con i tagli a Medicaid e in parte con nuove tasse ad hoc.


La deputata democratica Sheila Jackson Lee con una copia autografata della legge (Ansa)

IL PROVVEDIMENTO - Da notare che il testo che approderà sulla scrivania di Obama è quello approvato dal Senato:
con la perdita del seggio di Ted Kennedy nel Massachussets si è persa infatti la maggioranza qualificata che metteva i Democratici al riparo da qualsiasi ostruzionismo parlamentare, rendendo impossibile un'armonizzazione dei due provvedimenti già adottati dalla due Camere per una seconda lettura.
«Questa sera abbiamo superato il peso della politica, mentre tutti gli specialisti affermavano che questo non sarebbe stato più possibile», ha commentato Obama pochi minuti dopo l'approvazione del progetto di legge alla Camera.
«Non ci siamo arresi al cinismo, alla sfiducia, alla paura.
Abbiamo provato che restiamo un popolo capace di grandi cose», ha aggiunto il presidente. Obama è intervenuto alla televisione dalla "East Room" della Casa Bianca.
Il Presidente, che ha dovuto utilizzare tutta la sua influenza politica per convincere la sua maggioranza a firmare un testo molto impopolare, ha comparato la propria vittoria con le sfide storiche degli americani.
«Questa sera abbiamo risposto all'appello della storia come tanti americani hanno fatto prima di noi - ha dichiarato -.
Non siamo sfuggiti alle nostre responsabilità, le abbiamo affrontate.
Non abbiamo avuto timore del nostro futuro».



Corriere della Sera - 21 marzo 2010 (ultima modifica: 22 marzo 2010)


[SM=x44462]
[Modificato da Etrusco 22/03/2010 10:21]

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22/03/2010 10:36

Re:
paperino73, 28/12/2009 13.38:

Obama ce l'ha fatta.
Di certo la riforma non è quella che aveva presentato in campagna elettorale; è ben diversa da quella passa alla Camera, e prevedibilmente l'"armonizzazzione" prevederà l'esclusione della public option; la sinistra è rimasta delusa, ma piuttosto che niente è meglio piuttosto; ci sono centinaia di critiche che si possono fare, e il NYTimes per primo lo sta facendo, ma resta il fatto che questo è il massimo che si poteva fare nonostante il Senato sia saldamente nelle mani democratiche (ma i democrats sono fin troppo divisi al loro interno).
Complimenti al pragmatismo presidenziale.
Vediamo come va avanti.




Come previsto 3 mesi, scompare la public option, ma in generale passa una riforma del modello assicurativo sanitario.
I democrats sono stati bravi a convincere tutti quelli che dovevano convincere, promettendo agli antiabortisti un nuovo ordine esecutivo per limitare l'utilizzo di fondi federali per l'aborto e di fatto reintegrando una parte della riforma che era passata alla Camera ma non al Senato; i conti sono gli stessi approvati al Senato (940 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni).

I repubblicani promettono che con la vittoria delle elezioni di mid-term cancelleranno la legge, ma questa ipotesi pare improbabile, innanzitutto perchè ad oggi i sondaggi danno ancora i democrats maggioranza a novembre, poi perchè come scrive David Frum commentando l'avvenuta votazione sulla legge (una Waterloo per il GOP) le maggioranze vanno e vengono. Questa legge sulla sanità è per sempre. Una vittoria a novembre sarebbe davvero una piccola compensazione rispetto alla debacle di oggi.

Per ora il pragmatismo di Obama fa segnare un punto importante a MrPresident.

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22/03/2010 10:56

beati loro .. quello si' che e' un presidente .. [SM=x44458]
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PippyZzetta
22/03/2010 10:57

Re: Re:
paperino73, 22/03/2010 10.36:




Come previsto 3 mesi, scompare la public option, ma in generale passa una riforma del modello assicurativo sanitario.
I democrats sono stati bravi a convincere tutti quelli che dovevano convincere, promettendo agli antiabortisti un nuovo ordine esecutivo per limitare l'utilizzo di fondi federali per l'aborto e di fatto reintegrando una parte della riforma che era passata alla Camera ma non al Senato; i conti sono gli stessi approvati al Senato (940 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni).

I repubblicani promettono che con la vittoria delle elezioni di mid-term cancelleranno la legge, ma questa ipotesi pare improbabile, innanzitutto perchè ad oggi i sondaggi danno ancora i democrats maggioranza a novembre, poi perchè come scrive David Frum commentando l'avvenuta votazione sulla legge (una Waterloo per il GOP) le maggioranze vanno e vengono. Questa legge sulla sanità è per sempre. Una vittoria a novembre sarebbe davvero una piccola compensazione rispetto alla debacle di oggi.

Per ora il pragmatismo di Obama fa segnare un punto importante a MrPresident.




sicuramente non è quella che intendeva lui all'inizio. sicuramente non coprirà il 100% della polazione, ma credo sia uno scardinamento della mentalità con pochi precedenti.
boh non so voi ma pensare che più di 30 milioni di persone (il che significa un 10% della popolazione usa) siano senza assistenza di base è aberrante [SM=x44497] per chi poi si definisce faro della democrazia.... [SM=x44497]

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22/03/2010 11:14

piperitapatty, 22/03/2010 10.57:

sicuramente non è quella che intendeva lui all'inizio. sicuramente non coprirà il 100% della polazione, ma credo sia uno scardinamento della mentalità con pochi precedenti.
boh non so voi ma pensare che più di 30 milioni di persone (il che significa un 10% della popolazione usa) siano senza assistenza di base è aberrante [SM=x44497] per chi poi si definisce faro della democrazia.... [SM=x44497]




mi permetto di correggere solo il termine "di base".
30 milioni (in realtà altre stime parlano di oltre 40 milioni) sono senza assistenza.

ma se bussiness is bussiness, anche la sanità lo è.
(ma soprattutto, continuerà adesserlo, non che dopo questa riforma cambierà chissà cosa).

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Re: Re: Re:
piperitapatty, 22/03/2010 10.57:



sicuramente non è quella che intendeva lui all'inizio. sicuramente non coprirà il 100% della polazione, ma credo sia uno scardinamento della mentalità con pochi precedenti.
boh non so voi ma pensare che più di 30 milioni di persone (il che significa un 10% della popolazione usa) siano senza assistenza di base è aberrante [SM=x44497] per chi poi si definisce faro della democrazia.... [SM=x44497]




A questo punto bisogna far chiarezza sui numeri:
da dove hai dedotto questo 10%?

Perchè invece dall'articolo che ho sopra linkato sembra che quando questa riforma sarà andata a regime solo il 5% rimarrà senza copertura sanitaria.


Comunque:


La nuova sanita' negli Usa
La riforma di Obama: cosa cambia

Ecco i contenuti principali della riforma della Sanità negli Usa
e i passaggi che deve ancora affrontare.


LA NOVITA' - Attualmente circa 40-50 milioni di americani non hanno copertura sanitaria con assicurazioni private.

La riforma della Sanità consente a circa 32 milioni di cittadini americani che oggi non hanno alcun accesso a cure mediche di sottoscrivere una polizza assicurativa con una compagnia privata.
Pagando il premio, non dovranno in caso di malattia pagare di tasca propria prestazioni mediche, ospedaliere o medicinali.
La riforma prevede finanziamenti pubblici e incentivi per sottoscrivere una polizza.
La riforma non introduce una sanità pubblica come quella dei Paesi europei e non copre tutta la popolazione.
Il testo impone anche nuove regole per le compagnie assicurative che non potranno negare la copertura a nessuno, neppure a chi sia affetto da malattie croniche e prevede un tetto per i premi.

I COSTI -
La riforma costa al bilancio statale circa 940 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni.
Secondo il Congressional Budget Office, l’osservatorio bipartisan del Congresso sul bilancio federale, l'attuazione consentirà agli Stati Uniti di tagliare il deficit di 138 miliardi di dollari nei primi dieci, e ulteriori risparmi per il decennio successivo (oltre 1.000 miliardi di dollari). Il deficit federale americano potrebbe arrivare a 1600 miliardi di dollari entro la fine del 2010.

L'ULTIMO VOTO - La Costituzione impone che i due rami del parlamento approvino un disegno di legge nella stessa lettura.
Il Congresso vota sul testo già rilasciato dal Senato ma con una serie di aggiunte e correzioni.
Di conseguenza il Senato dovrà votare di nuovo sul pacchetto di emendamenti introdotti dalla Camera.
Solo a quel punto il percorso sarà completato. Al Senato i democratici hanno perso insieme al seggio di Ted Kennedy anche la super maggioranza di 60 voti su 100 al Senato ma ricorreranno a uno stratagemma parlamentare che consente di votare la legge con una maggioranza semplice di 51 voti.
(Fonte:Apcom)

Corriere della Sera - 21 marzo 2010 (ultima modifica: 22 marzo 2010)

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22/03/2010 11:44

Re: Re: Re:
piperitapatty, 22/03/2010 10.57:


boh non so voi ma pensare che più di 30 milioni di persone (il che significa un 10% della popolazione usa) siano senza assistenza di base è aberrante [SM=x44497] per chi poi si definisce faro della democrazia.... [SM=x44497]



Per noi abituati ad una sanità pubblica è difficile come concetto, per gli americani è normale così. [SM=x44464]

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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22/03/2010 11:59

Arjuna, 22/03/2010 11.44:

Per noi abituati ad una sanità pubblica è difficile come concetto, per gli americani è normale così. [SM=x44464]




Infatti la questione principale è questa: negli USA non esiste la Sanità Pubblica e non esisterà neanche dopo questa riforma, dato che l'unico elemento che poteva ricondurre ad un'idea simil-europea era la cosiddetta public option (che è stata bocciata anche da una buona parte dei democrats).

A partire da questo presupposto poi si possono sviscerare molte analisi: la prima, più banale, è quella tipica degli osservatori e giornali europei per cui ci sono persone senza assistenza che finalmente l'avranno.
Poi ci sono le previsioni più complesse, tipicamente made in USA, dove si mettono a confronto il sistema attuale con quello futuro. Perchè il problema per un americano non è (solamente) se ha o non ha una copertura sanitaria, ma anche che tipo di copertura ha, da cui dipende il livello di assistenza a cui può accedere.

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22/03/2010 13:27

Nella notte il "sì" della Camera con 219 favoervoli e 212 contrari
Assistenza medica per 32 milioni di americani che ne erano sprovvisti

"Questo è il vero cambiamento"
Passa la riforma sanitaria di Obama

Ora tocca al Senato. Il presidente ha vinto le ultime resistenze degli antiabortisti

dal corrispondente FEDERICO RAMPINI

NEW YORK - "Questa non è una riforma radicale ma è una grande riforma. Questo è il vero cambiamento". Così a mezzanotte, ora di Washington, Barack Obama ha salutato lo storico voto della Camera. Un'ora prima con 219 sì contro 212 no, sotto la presidenza di Nancy Pelosi la Camera aveva approvato la sua sofferta riforma sanitaria. E' passata una legge di straordinaria portata, che dopo l'approvazione del Senato estenderà a 32 milioni di americani un'assistenza medica di cui erano finora sprovvisti. E' la fine di un incubo, 14 mesi in cui il presidente si era giocato la sua immagine su questo "cantiere progressista".

LA SCHEDA: IL TESTO DELLA RIFORMA

Obama ce l'ha fatta su un terreno dove da mezzo secolo tutti i presidenti erano stati sconfitti. Ha affrontato una piaga sociale, che vede l'America molto più indietro degli altri paesi ricchi per la qualità delle cure mediche offerte all'insieme della popolazione. Forse il suo partito pagherà qualche prezzo alle elezioni legislative di novembre, ma i democratici hanno messo la loro firma esclusiva (senza un solo voto repubblicano) su una delle più ambiziose normative sociali del paese. 34 di loro hanno votato contro, per paura di giocarsi la rielezione a novembre, di fronte all'offensiva della destra che dipinge questa legge come la "socializzazione delle cure mediche" e l'anticamera di una bancarotta di Stato. Ma fino all'ultimo le defezioni nel partito di maggioranza hanno rischiato di essere ben più elevate.

La pattuglia più numerosa dei "dissidenti" era quella degli antiabortisti, guidati dal deputato Bart Stupak del Michigan. E' stato decisivo l'intervento di Barack Obama nelle ultimissime ore. Rinviato il suo viaggio in Indonesia, il presidente ha fatto pressione personalmente su ciascuno dei deputati incerti. Agli antiabortisti ha offerto una garanzia speciale: proprio mentre la Camera era riunita per le votazioni, ieri Obama ha firmato un "ordine esecutivo" che rafforza il divieto di usare i fondi federali per rimborsare le spese delle interruzioni di gravidanza. A quel punto Stupak e la pattuglia di antiabortisti sono passati a favore della riforma, garantendo la maggioranza per l'approvazione della legge. L'ultimo voto al Senato è previsto in pochi giorni, ed entro questa settimana Obama dovrebbe firmare la legge.

I primi effetti di questa riforma, in vigore da subito, colpiranno gli abusi più odiosi delle assicurazioni. Sarà vietato alle compagnie assicurative rescindere una polizza quando il paziente si ammala, una pratica fin qui tristemente consueta. Sarà illegale rifiutarsi di assicurare un bambino invocando le sue malattie pre-esistenti.

Diventeranno fuorilegge anche i tetti massimi di spesa, usati dalle assicurazioni per rifiutare i rimborsi oltre un certo ammontare (un costume particolarmente deleterio per i pazienti con patologie gravi che richiedono terapie costose, come il cancro). I genitori avranno il diritto di mantenere nella copertura della propria assicurazione sanitaria i figli fino al compimento del 26esimo anno di età, una norma particolarmente attesa in una fase in cui i giovani stentano a trovare un posto di lavoro (e quindi non hanno accesso all'assicurazione che di solito è connessa a un impiego stabile). Più avanti, entro il 2014, scatteranno gli altri aspetti della riforma, quelli che porteranno 32 milioni di americani ad avere finalmente diritto a un'assistenza. Di questi, la metà circa entreranno sotto la copertura della mutua di Stato per i meno abbienti, il Medicaid. Quest'ultimo garantirà cure gratuite fino alla soglia di 29.000 dollari di reddito annuo lordo, per una famiglia di quattro persone. Altri 16 milioni dovranno invece comprarsi una polizza assicurativa. Ma potranno farlo scegliendo in una nuova Borsa competitiva sorvegliata dallo Stato, e riceveranno sussidi pubblici fino a 6.000 dollari, onde evitare che l'assicurazione gli costi più del 9,5% del loro reddito. Multe salate per le aziende con oltre 50 dipendenti che non offrono l'assicurazione sanitaria ai dipendenti. Perché questo resterà comunque anche dopo la riforma il tratto distintivo del sistema sanitario americano, imperniato sulle assicurazioni private, e ben lontano dai servizi sanitari nazionali dei paesi europei.

Manca, nella riforma, quello che all'origine doveva essere l'aspetto più radicalmente innovativo: la cosiddetta opzione pubblica. Di fronte alle accuse di voler imporre un "socialismo medico di tipo cubano" - secondo uno slogan usato dalla destra populista del Tea Party Movement - i democratici hanno abbandonato quell'idea, che avrebbe creato un'assicurazione di Stato disponibile a tutti, a costi contenuti, per far concorrenza alle assicurazioni private. In compenso ci sarà una stangata fiscale sulle multinazionali farmaceutiche, per finanziare una parte dei costi della riforma.

Il voto compatto di tutti i repubblicani contro la riforma sancisce la sconfitta di Obama su un terreno: la ricerca di larghe intese bipartisan per fare avanzare le sue riforme. Questo potrebbe danneggiare un presidente che nel novembre 2008 conquistò la Casa Bianca anche grazie ai voti degli indipendenti, l'elettorato fluttuante di centro. Ma la destra è scivolata su posizioni estreme e Obama ha dovuto fare un calcolo diverso: rinunciare a questa riforma avrebbe deluso la base più progressista e militante del partito democratico, spingendola all'astensionismo alle elezioni di novembre. La vittoria alla Camera ha del miracoloso perché appena due mesi fa la riforma sembrava condannata, quando i democratici persero un'elezione cruciale nel seggio senatoriale del Massachusetts che era stato di Ted Kennedy. Proprio le compagnie assicurative hanno fornito a Obama l'opportunità per riprendere l'iniziativa: il rincaro del 39% delle tariffe imposto dal colosso assicurativo Blue Cross in California un mese fa è diventato il simbolo di un sistema iniquo e perverso. Da quell'episodio è cominciata la riscossa di Obama, che ha accusato i repubblicani di essere al servizio di un capitalismo sanitario che accumula profitti speculando sulle sofferenze dei cittadini.

Fonte: Repubblica

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22/03/2010 13:29

Obama saluta lo storico voto della Camera sulla riforma sanitaria
"L'America aveva aspettato per cento anni questo momento"

"Siamo ancora un popolo
capace di grandi cose"


WASHINGTON - "Questa notte abbiamo dimostrato al mondo che siamo un popolo ancora capace di grandi cose". Consapevole e orgoglioso, così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha commentato a caldo l passaggio della riforma sanitaria alla Camera dei rappresentanti. "Il cambiamento - ha detto - non scende dall'alto ma sale dal basso".


Obama, che aveva seguito le fasi del voto alla Casa Bianca insieme ad un gruppo di medici, piccoli imprenditori e sostenitori della riforma da lui proposta, ha a lungo applaudito nel momento in cui la Camera ha raggiunto la quota dei 216 voti necessaria per il passaggio della riforma. Poi, accompagnato dal vicepresidente Joe Biden, in una breve dichiarazione nella East Room della Casa Bianca ha pubblicamente ringraziato la speaker della Camera, Nancy Pelosi, vera artefice del successo, e tutti i deputati impegnati nel voto. "So che non era un voto facile - ha detto - ma sappiate che avete espresso un voto giusto". "Questa notte - ha aggiunto - abbiamo reso possibile ciò che gli scettici dicevano non fosse possibile".

Obama, che ha riservato un ringraziamento speciale a Nancy Pelosi, rivolgendosi ai parlamentari che hanno reso possibile "questo momento storico", ha quindi aggiunto: "Questa non è una riforma radicale, ma è una riforma importante. Questa legge non aggiusta tutto ciò che non funziona nel nostro sistema sanitario, Ma ci muove nella direzione giusta". "Per la prima volta nella storia della nostra Nazione il Congresso ha approvato una riforma complessiva del sistema sanitario. L'America aveva aspettato per cento anni questo momento. Questa notte, grazie a voi, lo abbiamo finalmente raggiunto" ha detto Obama, secondo il quale è questo il vero valore aggiunto del voto di questa notte. "Ciò che ha maggior valore è che la vittoria di questa notte va molto al di là delle leggi e dei numeri" ha detto Obama, ricordando che la riforma avrà effetti diretti su ogni famiglia americana. "E' questo - ha concluso - ciò che intendo per cambiamento".

Fonte: Repubblica

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22/03/2010 13:30

Vorrei, da italiano, poter dire la stessa cosa.
I francesi hanno castigato Sarcozy per molto meno ...

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25/03/2010 08:42

Riforma sanità, violazione procedurale
il provvedimento deve tornare alla Camera

WASHINGTON - Una "violazione" procedurale rende necessario il ritorno alla Camera dei Rappresentanti Usa della storica riforma del sistema sanitario statunitense. Lo ha reso noto un portavoce di un senatore Democratico americano.

Fonte: Repubblica

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25/03/2010 09:35

Oltre a questo ulteriore problema procedurale, contro la riforma della Sanità è arrivato il ricorso presentato da 14 Stati (+ un ricorso della Virginia presentato in proprio + un paio di ricorsi di associazioni e movimenti): motivo del ricorso l'obbligo federale ad acquistare una polizza.

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25/03/2010 12:53

Quasi quasi gli americani si meriterebbero di essere governati da un altro Berlusconi ...

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Re:
binariomorto, 25/03/2010 12.53:

Quasi quasi gli americani si meriterebbero di essere governati da un altro Berlusconi ...




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PippyZzetta
25/03/2010 13:16

Re:
paperino73, 25/03/2010 9.35:

Oltre a questo ulteriore problema procedurale, contro la riforma della Sanità è arrivato il ricorso presentato da 14 Stati (+ un ricorso della Virginia presentato in proprio + un paio di ricorsi di associazioni e movimenti): motivo del ricorso l'obbligo federale ad acquistare una polizza.




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25/03/2010 13:48

piperitapatty, 25/03/2010 13.16:

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[SM=x44464]

siamo alle solite: la sanità non è un diritto, ma una responsabilità individuale.
Partendo da questo presupposto, l'obbligo di contrarre una polizza è un po' antiamericano.
Perchè c'è da tenere conto che tra i non assicurati ci sono anche quelli (di solito giovani) che hanno deciso di non farsi un'assicurazione.

Quanto è largo l'Atlantico ! [SM=x44450]

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26/03/2010 11:32

Re:
paperino73, 25/03/2010 13.48:


[SM=x44464]
siamo alle solite: la sanità non è un diritto, ma una responsabilità individuale.
Partendo da questo presupposto, l'obbligo di contrarre una polizza è un po' antiamericano.
Perchè c'è da tenere conto che tra i non assicurati ci sono anche quelli (di solito giovani) che hanno deciso di non farsi un'assicurazione.

Quanto è largo l'Atlantico ! [SM=x44450]



Qui in Europa la sanità pubblica è una cosa che diamo per scontata, anzi, per dovuta.

In America non è così, e ci sono molti americani che preferiscono così, evidentemente.

Paese che vai, usanze che trovi.

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