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Andate a lavurà ...

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2010 12:14
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21/01/2010 08:36

Emendamento della maggioranza: l'apprendistato vale come un anno di scuola
E' bufera sul governo. Il Pd: "Fanno carta straccia di tutti le scelte mondiali"

Al lavoro a 15 anni invece che in classe
passo indietro sull'obbligo scolastico

Critiche dai sindacati: "Non è così che si aiuta l'occupazione dei giovani"

di SALVO INTRAVAIA

Al lavoro a 15 anni e scoppia la polemica tra governo e opposizione. "La maggioranza fa carta straccia dell'obbligo scolastico: inaccettabili questi salti all'indietro sul tema della formazione", dichiara l'ex ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni (Pd). Al centro della querelle un emendamento al disegno di legge Lavoro, collegato alla Finanziaria, approvato questa mattina dalla commissione Lavoro della Camera, che prevede che l'apprendistato possa valere a tutti gli effetti come assolvimento dell'obbligo di istruzione. Se il provvedimento dovesse andare in porto gli studenti meno volenterosi potrebbero uscire dalle aule scolastiche un anno prima dell'attuale obbligo scolastico, fissato a 16 anni.

Ma l'Ue e tutti i più recenti studi sul capitale umano ci chiedono il contrario: aumentare la permanenza a scuola dei nostri adolescenti e ridurre la dispersione scolastica. "La maggioranza e il ministro Sacconi - continua Fioroni - hanno deciso di fare carta straccia dell'obbligo scolastico. E' inaccettabile che, invece di intensificare gli sforzi per collegare la fase educativa alla formazione e mettere in grado i ragazzi italiani di poter competere ad armi pari con i loro colleghi nel resto del mondo, qui si decida di fare un salto all'indietro così macroscopico".

In effetti, gli ultimi studi di Ocse (l'Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico) e Banca d'Italia raccomandano l'esatto opposto: investire in istruzione. Lo scorso mese di novembre, la Banca d'Italia ha pubblicato uno studio dall'emblematico titolo "Investire in conoscenza". I due economisti Federico Cingano e Piero Cipollone evidenziano tutti i vantaggi connessi con un aumento del grado di preparazione dei cittadini italiani. Un massiccio investimento da parte dello stato in istruzione verrebbe più che compensato dalle entrate fiscali, a parità di prelievo, e dai minori costi derivanti dall'aumento del tasso di occupazione. E un anno in più sui banchi di scuola rende, secondo gli esperti di Bankitalia, nel medio-lungo periodo quasi il 9 per cento in termini di remunerazione del lavoro. I vantaggi maggiori sono per i laureati, il cui titolo di studio può fruttare più del 10 per cento e il diploma di maturità, il 9,7 per cento


Durissimo il commento del senatore Antonio Rusconi, componente della commissione Cultura di Palazzo Madama. "Si tratta di un provvedimento assurdo che ci allontana ancora di più dai livelli dell'istruzione previsti dal trattato di Lisbona e soprattutto annulla una conquista importante del governo del centrosinistra, ovvero l'obbligo all'istruzione svolta nella scuola superiore o professionale fino a 16 anni, ma comunque nella scuola". "Di fatto - prosegue Rusconi - il governo Berlusconi sembra orientare la scuola e la società italiana verso indirizzi 'classisti', la serie A dei licei, la serie B degli Istituti tecnici, la serie C dei professionali, e ora per qualcuno, subito dopo la terza media, l'idea di andare subito al lavoro". All'estero, secondo il senatore del Partito democratico, "la crisi economica la si sta combattendo con più investimenti" su scuola, università e formazione.

Nel 2003, una comunicazione della Commissione europea considerava "imperativo categorico" l'investimento efficiente nell'istruzione e nella formazione. Nel marzo 2000 il Consiglio europeo di Lisbona ha fissato all'Ue l'ambizioso obiettivo strategico di diventare entro il 2010 "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale". Il Consiglio europeo "ha ribadito che il futuro dell'economia (e della società) europea dipenderà dalle abilità dei suoi cittadini e che queste a loro volta richiedono un aggiornamento continuativo caratteristico delle società basate sulla conoscenza".

E secondo l'ultimo lavoro dell'Osce, "Education at a Glance", in Italia la laurea, in termini di resa salariale, è un affare. In base ai calcoli dell'Ocse un uomo laureato può aspettarsi rispetto a un diplomato un vantaggio salariale durante la carriera superiore a 322 mila dollari, mentre per una donna il beneficio si ferma a 136 mila. La media Ocse è di 186 mila a livello lordo per un uomo e di 134 mila per una donna. E con un titolo di studio più elevato ci si assicura anche meglio contro la disoccupazione.

"E' l'ultimo atto dello smantellamento di un vero obbligo scolastico": così il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, commenta l'emendamento. "Siamo decisamente contrari. Prevedere questo - afferma il sindacalista - significa mettere in discussione l'essenza stessa dell'obbligo scolastico che va assolto nei percorsi di istruzione e formazione, e non attraverso l'apprendistato che nella maggior parte dei casi si traduce in un lavoro vero e proprio dove di apprendimento c'è ben poco". E i Cobas della scuola indicono uno sciopero della categoria per il prossimo 12 marzo.

Critiche sono state espresse anche dal segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini. "L'emendamento sull'apprendistato approvato dalla commissione Lavoro della Camera, in modo frettoloso e senza nessuna consultazione delle parti sociali, deve essere corretto prima dell'approvazione in Aula del ddl lavoro prevista per la prossima settimana". "In particolare - aggiunge Santini - va attentamente valutato il rischio di un conflitto tra norme, stante la vigente legge 296/06 che fissa l'obbligo di istruzione a 16 anni, che porterebbe alla paralisi operativa". La richiesta del sindacato è quella di "rilanciare l'apprendistato per aiutare concretamente l'occupazione dei giovani", ma di farlo in collegamento con "percorsi di istruzione e formazione professionali nei quali, come previsto dalla legge, si assolva all'obbligo di istruzione".

Fonte: Repubblica

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21/01/2010 11:12

E' sconcertante vedere questi provvedimenti
quando in tutti gli altri paesi più civili si va verso l'innalzamento dell'obbligo scolastico. [SM=x44463]

Evidentemente a molti (non solo a chi oggi governa) fa comodo avere un parco buoi da mungere sempre più ignorante, disinformato e con scarse capacità d'osservazione e critica. [SM=x44455]

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21/01/2010 11:24

è anche vero che i ragazzi che non vogliono proseguire gli studi si buttano sugli istituti professionali per fare i due anni che gli permettono di raggiungere i 16 anni ma in classe non fanno un'emerita cippa, anzi, disturbano chi invece ha voglia di fare...lo vedo nella scuola che frequenta mio figlio che è un'istituto di tutto rispetto ma che con questi elementi non riescono a fare nulla.
forse su questo bisognerebbe trovare una soluzione piuttosto che costringere chi non ha proprio voglia di fare nulla a frequentare.

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21/01/2010 11:28

Re:
strega@rossa, 21/01/2010 11.24:

è anche vero che i ragazzi che non vogliono proseguire gli studi si buttano sugli istituti professionali per fare i due anni che gli permettono di raggiungere i 16 anni ma in classe non fanno un'emerita cippa, anzi, disturbano chi invece ha voglia di fare...lo vedo nella scuola che frequenta mio figlio che è un'istituto di tutto rispetto ma che con questi elementi non riescono a fare nulla.
forse su questo bisognerebbe trovare una soluzione piuttosto che costringere chi non ha proprio voglia di fare nulla a frequentare.




In quel caso dovrebbe intervenire il Preside dispensando qualche bella sospensione [SM=x44512]
(A meno che Preside e Proff. non siano degli smidollati, timorosi di ritrovarsi l'auto danneggiata o altro...)

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21/01/2010 11:38


Pienamente d'accordo che si debba investire nell'istruzione, tuttavia non vedo perchè questa proposta di legge debba essere considerata contraria.

Investire nell'istruzione significa creare cittadini coscienti, responsabili ed acculturati, non penso proprio che finire la scuola a 16 o a 15 anni possa fare una simile differenza. O ti sei creato un cultura prima o non ce l'hai, non è certo un anno in più o in meno che cambia la questione.

Ora mi pare che il discorso di equiparare un anno di apprendistato ad un anno di obbligo scolastico serva unicamente per tutti quei ragazzi che non intendono assolutamente studiare, ma andare a lavorare. Mi viene in mente il classico figlio dell'idraulico, dell'elettricista, del piccolo artigiano in genere, che intende continuare l'attività del padre.

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21/01/2010 11:40

Re: Re:
Etrusco, 21/01/2010 11.28:




In quel caso dovrebbe intervenire il Preside dispensando qualche bella sospensione [SM=x44512]
(A meno che Preside e Proff. non siano degli smidollati, timorosi di ritrovarsi l'auto danneggiata o altro...)




in effetti può succedere anche questo ma credo che la paura maggiore è la reazione dei genitori di questi elementi che in genere sono portati a difendere sempre il proprio figlio
ti assicuro che nell'istituto ci sono regole rigidissime...mio figlio stesso il primo anno era un pò ribelle e ha fatto delle "cazzate" tipo fare un filmino con il cellulare durante la lezione e anche se il filmato era del tutto innocente dato che ritraeva solo la classe durante la lezione lui è stato a rischio sospensione visto che questo tipo di cose è contrario al regolamento. ora lui ha superato questa fase "ribelle" edf è un bravo ragazzo ma alcuni suoi compagni facevano casini allora e continuano a farli ora e continueranno a farli per tutta la fine dell'anno scolastico. non credo che la sospensione sia la soluzione, prima o poi dovranno tornare a scuola e il casino continueranno a farlo visto che non gliene importa niente di cambiare

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21/01/2010 11:41

Re: Re:
Etrusco, 21/01/2010 11.28:


In quel caso dovrebbe intervenire il Preside dispensando qualche bella sospensione [SM=x44512]
(A meno che Preside e Proff. non siano degli smidollati, timorosi di ritrovarsi l'auto danneggiata o altro...)





Per poi ritrovarsi una denuncia da parte dei genitori perchè ha preso di mira il figlio?

Preside e prof non hanno oramai nessun potere reale nell'ambito del controllo degli studenti, considerando che i genitori di figli maleducati di solito tendono a dare contro i professori (c'è un motivo se i figli sono maleducati).

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21/01/2010 11:46

Re:
Arjuna, 21/01/2010 11.38:


Pienamente d'accordo che si debba investire nell'istruzione, tuttavia non vedo perchè questa proposta di legge debba essere considerata contraria.

Investire nell'istruzione significa creare cittadini coscienti, responsabili ed acculturati, non penso proprio che finire la scuola a 16 o a 15 anni possa fare una simile differenza. O ti sei creato un cultura prima o non ce l'hai, non è certo un anno in più o in meno che cambia la questione.

Ora mi pare che il discorso di equiparare un anno di apprendistato ad un anno di obbligo scolastico serva unicamente per tutti quei ragazzi che non intendono assolutamente studiare, ma andare a lavorare. Mi viene in mente il classico figlio dell'idraulico, dell'elettricista, del piccolo artigiano in genere, che intende continuare l'attività del padre.




è un pò quello che volevo dire io: chi ha voglia di studiare lo fa senza che sia un obbligo, chi invece vuol lavorare è giusto che sia libero ugualmente di farlo.
io stessa quando hanno introdotto l'obbligo fino a 16 anni ero daccordo perchè ero e sono convinta che a 14 anni un ragazzo non sa bene ancora cosa vuol fare nella vita e due anni in più gli avrebbero dato la possibilità di maturare e capire, infatti mio figlio ha iniziato con una scuola e non si è trovato bene perciò l'anno dopo ha cambiato ed ora è sereno. ma alla luce di quello che avviene nella classe di mio figlio ora credo che quei 5-6 ragazzi che stanno li a far casini avrebbero fatto meglio ad andare a lavorare se lo preferivano

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21/01/2010 12:14

Re: Re:
strega@rossa, 21/01/2010 11.46:


è un pò quello che volevo dire io: chi ha voglia di studiare lo fa senza che sia un obbligo, chi invece vuol lavorare è giusto che sia libero ugualmente di farlo.



Infatti. [SM=x44462]



Sinceramente io penso che si debba puntare sulla qualità dell'insegnamento per chi VUOLE continuare, non puntare a diplomare tutti indistintamente ed obbligatoriamente.
Meglio lavorare sulla qualità che sulla quantità.

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