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Critiche (costruttive) sul PD

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2010 03:07
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31/03/2010 12:28

gestione Bersani

Cerchiamo di abbozzare una prima analisi sull'operato del PD,
anche se dopo le gestioni Veltroni e Franceschini abbiamo alle spalle solo 5 mesi della nuova gestione Bersni
(è Segretario PD solo dal 7 novembre 2009 dopo aver battuto alle Primarie, battendo il Segretario uscente Dario Franceschini e il Senatore Ignazio Marino; sostenuto da D'Alema, Bindi, Letta, Turco, Iervolino e Bassolino (al centro di polemiche per contraddizioni emerse durante il suo mandato di governatore della Campania).)


Il Segretario del PD, Pierluig Bersani.


Bersani incentrò le Primarie su:
- esigenza di unire i valori cattolico-popolari con quelli del socialismo democratico e della socialdemocrazia.
- far sì che ogni cittadino possa votare non solo il segretario di partito, ma anche ciascun parlamentare.

Bersani ha inaugurato una serie di incontri con i leader dei partiti dell'opposizione: Di Pietro (IDV), Vendola (SL), Casini e Cesa (UDC), Emma Bonino e Marco Pannella (Radicali Italiani), Ferrero e Diliberto (PRC-PDCI)
per un'intesa sull'opposizione al governo PdL-Lega Nord e cercando disponibilità per un'alleanza per le regionali 2010
escludendo però un'alleanza a livello nazionale con il PRC-PDCI.

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31/03/2010 12:30

PD, Ignazio Marino:
"C'È UN GRUPPO DIRIGENTE CHE AGISCE SENZA ASCOLTARE IL PAESE"

da Corriere.it
Nel Pd appare molto dura e diretta la critica di Ignazio Marino alla segreteria Bersani:
"Sarebbe un errore non fare autocritica oggi e non ammettere che il centro-sinistra esce sconfitto dalle elezioni regionali.
Nel Pd hanno prevalso le alchimie strategiche di un gruppo dirigente che opera senza ascoltare il Paese.
E infatti gli elettori non hanno capito
e in molti casi hanno preferito un voto di protesta".


_______________________________________________________________________

«Nel Lazio Zingaretti e altri si sono tirati indietro, Bonino un ripiego»
Renzi: "tutta colpa dei fifoni del Pd"
Il sindaco di Firenze: «Ora Bersani apra all'esterno
e la smetta con i caminetti
»


Il sindaco Renzi (PD) allo stadio

(Ansa)

«Che si perdeva in Piemonte io lo sapevo già».

Davvero?
«Sì, qualche settimana prima delle candidature ero a Torino per il congresso Anci, e mi trovai a pranzo con Chiamparino, Cota e altri a Eataly. All’improvviso Cota fece a Chiamparino: "Chiampa, ma tu ti candidi? Perché se accetti io non scendo in campo: tanto si sa che con te non ce n’è per nessuno". Insomma, persino a Cota era chiaro che il nome per vincere in Piemonte c’era, ed era quello del sindaco di Torino».
Il giorno dopo le elezioni regionali Matteo Renzi, giovane sindaco di Firenze ed esponente della nuova generazione del Pd, ha un tono più rassegnato che polemico.
Anche se ieri è stato obbligato a occuparsi di tattiche calcistiche e non politiche: «Abbiamo il caso Fiorentina, qui: bella gatta da pelare».

Peggio delle Regionali?
«Mah, dipende dai punti di vista. Però sulle elezioni c’è poco da fare filosofia. Alcuni risultati come il Piemonte e il Lazio, ripeto, erano prevedibili. Chiamparino doveva correre e scegliere Emma Bonino è stato un errore. Per fortuna in Puglia siamo riusciti a fare le primarie, altrimenti anche lì finivamo suonati. Insomma, qualche problema di candidature c’è stato».

In Lazio errore strategico, dunque, secondo lei.
«Abbiamo perso contro una candidata senza lista... Valuti lei. Siamo stati proprio bravi, vero?
Spero che qualcuno oggi, tra i dirigenti chiamati in causa durante le candidature e che si sono tirati indietro per viltà,
oggi faccia autocritica».

Si riferisce a Nicola Zingaretti?
«Certo. Ma non solo
a lui. I nomi sono noti. Alla fine Emma Bonino è stata un ripiego. Ma anche lei: si preoccupava più delle sue liste a Brescia che di quelle nel Lazio».

Mi faccia qualche esempio vincente, allora.
«Lodi, Mantova, Faenza, Venezia, Lecco, Lodi... Perché? Perché abbiamo messo in campo storie credibili. Come quella del mio amico Pippo Civati a Monza».

E adesso?
Bersani dice di voler ripartire dal modello Liguria
,
che prevede un allargamento a Sinistra, Idv e Udc.

«Modello Liguria? Io direi invece modello Monza...
Guardi, qui dobbiamo prima di tutto capirci su che tipo di partito vogliamo.
Io sono per dire basta alle riunioni di caminetto e ai giochi di coalizione.
Il mondo intorno a noi sta cambiando.
L’astensionismo e il successo di Grillo dimostrano che la gente è arrabbiata con noi.
Perché la politica non riesce più a emozionare.
A Bersani dico che a me interessano poche idee ma chiare.
E non i compagni di viaggio, perché le coalizioni non ci salvano.

Se così fosse, in Piemonte avremmo vinto..
.

Se Bersani riparte col dibattito sulle coalizioni saremo condannati al pecoraroscanismo.
Con Di Pietro al posto di Mastella e Grillo al posto di Pecoraro Scanio.
Ecco, se cominciamo così, mi prende male».

Il segretario PD teme però adesso una resa dei conti interna.
«Io sono contrario. Non serve a niente sostituire ogni 6 mesi un segretario, ma è evidente che è necessario un cambio di passo.
Faccia uno scatto, si tiri fuori dal pastone politico, e torni a dialogare con i cittadini. E basta con l’antiberlusconismo improduttivo. Anche perché il premier ha dimostrato che quando ci mette la faccia lui, e solo lui, vince. Vedi che miracolo ha fatto con la Polverini».

Ma esiste una questione Nord?
«Sì, certo. Però la verità è che se cominciamo a contestare questo governo sulle promesse mancate, forse i cittadini ci apprezzeranno di più.
Ad esempio, dov’è la tanto decantata riforma fiscale?
E la semplificazione?
Io ho una città bloccata da procedimenti giudiziari e amministrativi. Allora dico, facendo sì il leghista: lasciateci lavorare senza imbrigliarci più nella vostre beghe romane».

Lei rappresenta la nuova generazione del Pd. E spesso ha parlato di un modello Toscana esportabile anche a livello nazionale. Ci crede ancora?
«Certo. La mia esperienza, ma anche quella del governatore Enrico Rossi, è più che esportabile. Da noi abbiamo ottenuto risultati significativi. Vedi il recupero di Prato. O i numeri del Pd toscano, che è il primo d’Italia. O il caso di Pontassieve, dove abito: percentuali bulgare. Insomma, abbiamo superato persino l’Emilia Romagna, dove secondo me hanno scontato l’effetto dello scandalo Delbono a Bologna.
Noi giovani del Pd, dunque, siamo pronti a dare una mano.
Ma basta coi caminetti. Parliamo di praterie».


Angela Frenda per il Corriere della Sera - 31 marzo 2010


[Modificato da Etrusco 31/03/2010 12:48]

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31/03/2010 14:00

Il PD nasce come partito dall'idea dell'autosufficienza, ossia di creare quella grande area di centro sinistra (il corrispettivo dei democrats americani) in cui poterci fare stare storie politiche diverse, ma soprattutto come bacino di idee innovatrici (e magari un po' riformatrici) per contrastare un centrodestra troppo legato all'immagine e al carisma del suo leader.

Il tutto in uno scenario complesivamente ostile (io credo che in generale l'Italia sia un Paese massimamente tradizionalista conservatore) e dopo un'esperienza governativa con Prodi distruttiva.

Purtroppo per strada sono stati fatti troppi errori:
* candidarsi alle politiche con l'IDV. Alcuni sondaggi davano in forte ripresa il partito di Veltroni ed hanno provato la mossa che avrebbe aiutato il sorpasso. Alla fine i sondaggi erano sbagliati e l'abbraccio con Di Pietro li ha uccisi.
* il partito liquido e le correnti. Da un partito senza tessere (sempre tra le idee originarie) il PD si è rivelato essere un partito dilaniato dalle lotte intestine, con l'aggravante di non avere un leader che aveva l'ultima parola e copriva i guai interni (come dall'altra parte). questo ha fatto sì che il PD sia diventato sempre di più un clone dei DS, perdendo quella spinta maggioritaria che aveva nelle intenzioni e diventando un partito "old style".
* la distanza dal territorio e l'antiberlusconismo sono a tutti gli effetti altri limiti del partito: troppo proteso ad "inseguire" il pdl ed il suo leader è andata incontro ad una sconfitta elettorale che non è altro che il segnale di un elettorato stanco. Che infatti premia gente come Vendola che coprono le dubbie capacità amministrative (212 milioni di buco nella sanità, esponenti di giunta raggiunti da avvisi di garanzia per gestioni poco chiare in materia) con un grande carisma ed una grande forza personale, la capacità di dare una prospettiva ed un futuro (mi azzarderei a fare un paragone con Obama, se me lo permettete).
* le alleanze variabili, che dimostrano insicurezza, poca visione del futuro, cadreghismo. In Lombardia Penati fa fuori tutta la sinistra estrema e parla di liberalizzazioni e poco stato; in Piemonte si carica tutti, anche l'UDC per questioni aritmetiche. Ma la politica non si fa con l'aritmentica.

Secondo me il PD dovrebbe autodefinirsi, dichiarare apertamente la sua collocazione nell'alveo del PSE, tagliare definitivamente i ponti con la sinistra-sinistra, inglobare l'IDV come area culturalmente manettara, ma pur sempre interna al partito, dialogare con il centrismo di Rutelli per coprire l'area moderata. Proporre innovazione magari chiedendo ai radicali guida sui temi economici, lasciare i temi etici ai singoli e non proporsi come paladini di una o l'altra visione, teorizzare un federalismo efficacie e funzionante che possa allettare la Lega a lasciare Berlusconi.

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31/03/2010 16:04

Re:
paperino73, 31/03/2010 14.00:

Il PD nasce come partito dall'idea dell'autosufficienza, ossia di creare quella grande area di centro sinistra (il corrispettivo dei democrats americani) in cui poterci fare stare storie politiche diverse, ma soprattutto come bacino di idee innovatrici (e magari un po' riformatrici) per contrastare un centrodestra troppo legato all'immagine e al carisma del suo leader.

Il tutto in uno scenario complesivamente ostile (io credo che in generale l'Italia sia un Paese massimamente tradizionalista conservatore) e dopo un'esperienza governativa con Prodi distruttiva.

Purtroppo per strada sono stati fatti troppi errori:
* candidarsi alle politiche con l'IDV. Alcuni sondaggi davano in forte ripresa il partito di Veltroni ed hanno provato la mossa che avrebbe aiutato il sorpasso. Alla fine i sondaggi erano sbagliati e l'abbraccio con Di Pietro li ha uccisi.
* il partito liquido e le correnti. Da un partito senza tessere (sempre tra le idee originarie) il PD si è rivelato essere un partito dilaniato dalle lotte intestine, con l'aggravante di non avere un leader che aveva l'ultima parola e copriva i guai interni (come dall'altra parte). questo ha fatto sì che il PD sia diventato sempre di più un clone dei DS, perdendo quella spinta maggioritaria che aveva nelle intenzioni e diventando un partito "old style".
* la distanza dal territorio e l'antiberlusconismo sono a tutti gli effetti altri limiti del partito: troppo proteso ad "inseguire" il pdl ed il suo leader è andata incontro ad una sconfitta elettorale che non è altro che il segnale di un elettorato stanco. Che infatti premia gente come Vendola che coprono le dubbie capacità amministrative (212 milioni di buco nella sanità, esponenti di giunta raggiunti da avvisi di garanzia per gestioni poco chiare in materia) con un grande carisma ed una grande forza personale, la capacità di dare una prospettiva ed un futuro (mi azzarderei a fare un paragone con Obama, se me lo permettete).
* le alleanze variabili, che dimostrano insicurezza, poca visione del futuro, cadreghismo. In Lombardia Penati fa fuori tutta la sinistra estrema e parla di liberalizzazioni e poco stato; in Piemonte si carica tutti, anche l'UDC per questioni aritmetiche. Ma la politica non si fa con l'aritmentica.

Secondo me il PD dovrebbe autodefinirsi, dichiarare apertamente la sua collocazione nell'alveo del PSE, tagliare definitivamente i ponti con la sinistra-sinistra, inglobare l'IDV come area culturalmente manettara, ma pur sempre interna al partito, dialogare con il centrismo di Rutelli per coprire l'area moderata. Proporre innovazione magari chiedendo ai radicali guida sui temi economici, lasciare i temi etici ai singoli e non proporsi come paladini di una o l'altra visione, teorizzare un federalismo efficacie e funzionante che possa allettare la Lega a lasciare Berlusconi.



Beato te che hai capito i motivi della sconfitta; speriamo che Bersani ne faccia tesoro.

Due o tre cose su dissento:

L'antiberlusconismo

Tutti quelli che sostengono che l'antiberlusconismo non paga forse non si rendono conto che parte di coloro che sostengono l'opposizione, non sono propriamente di sx ( vedi il sottoscritto) ma semplicemente vogliono liberarsi di quel cafone, pseudo-premier che imperversa in tutti i campi nazionali.
Sarebbe come chiedere agli antifascisti del ventennio di non avercela con Mussolini...

Il governo Prodi

Ammesso e non concesso che il governo Prodi sia stata un'esperienza governativa distruttiva, a maggior ragione questa regole sarebbe dovuta valere per questa maggioranza, visto il punto a cui ci ha portato. Forse in un paese normale gli elettori ne avrebbero tenuto conto, e i partiti di governo avrebbero preso una bastonata memorabile, da noi no.

Federalismo fiscale e Lega

Effettivamente potrebbe essere una strada; peccato però che vada a cozzare contro principi classici della sx, cioè l'antirazzismo e l'assistenza verso le classi meno fortunate. Rischiando così una nuova emorragia di elettori.




[Modificato da 58TINO 31/03/2010 16:06]

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Re: Re:
58TINO, 31/03/2010 16.04:

Beato te che hai capito i motivi della sconfitta; speriamo che Bersani ne faccia tesoro.

Due o tre cose su dissento:

L'antiberlusconismo

Tutti quelli che sostengono che l'antiberlusconismo non paga forse non si rendono conto che parte di coloro che sostengono l'opposizione, non sono propriamente di sx ( vedi il sottoscritto) ma semplicemente vogliono liberarsi di quel cafone, pseudo-premier che imperversa in tutti i campi nazionali.
Sarebbe come chiedere agli antifascisti del ventennio di non avercela con Mussolini...

Il governo Prodi

Ammesso e non concesso che il governo Prodi sia stata un'esperienza governativa distruttiva, a maggior ragione questa regole sarebbe dovuta valere per questa maggioranza, visto il punto a cui ci ha portato. Forse in un paese normale gli elettori ne avrebbero tenuto conto, e i partiti di governo avrebbero preso una bastonata memorabile, da noi no.

Federalismo fiscale e Lega

Effettivamente potrebbe essere una strada; peccato però che vada a cozzare contro principi classici della sx, cioè l'antirazzismo e l'assistenza verso le classi meno fortunate. Rischiando così una nuova emorragia di elettori.




Provo a rispondere sui punti evidenziati.

L'antiberlusconismo non paga se è l'unico motivo di esistenza: può al massimo raccogliere il consenso dello "zoccolo duro", ma di certo fa perdere molti voti moderati - quelli che non sopportano Silvio ma votano a destra. Perchè dietro a Berlusconi, soprattutto a livello di elezioni amministrative, c'è tutto un mondo diverso.
In generale fa perdere di vista che ci sono riferimenti culturali ed ideologici che nascono prima del contesto in cui si opera, e fino a giugno scorso ancora nel PD litigavano per stabilire quale collocazione avere nel parlamento europeo !
Con tutto che dalle prossime politiche Berlusconi non ci sarà più.

Il riferimento all'esperienza distruttiva del Governo Prodi era legato alla campagna elettorale di Veltroni (la prima del PD): con quelle premesse era quasi impossibile vincere, ne converrai con me, e infatti Uolter ha fatto il massimo che poteva fare.

Sul federalismo fiscale, potrebbero benissimo trovare un accordo: anche perchè è solamente una forma di organizzazione dello Stato.
Il problema "razzismo" potrebbe porsi, ma proprio un accordo sulle riforme potrebbe far essere forte il PD sul tema immigrativo/accoglienza. Anche perchè al di là degli slogan, il PD deve trovare una soluzione a questi fenomeni che non può prescindere da soluzioni di fermezza, anche strumentalmente forti (mi viene in mente il muro di Padova, Cofferati che a Bologna sgombera i Rom, l'ordinanza contro i lavavetri di Firenze, senza contare la legge turco-napolitano, padre della bossi fini, che introduce i CPT in italia o le politiche immigrative di altri campioni del socialismo europeo, Zapatero su tutti). Criticare l'operato leghista come "razzista" senza proporre alternative che aiutino la cittadinanza più debole e più esposta ai problemi conseguenti ad una immigrazione non controllata non è intelligente e spinge la gente verso la Lega (o il PDL).
Da cui ne consegue che l'assistenza verso le classi meno fortunate se va avanti così sarà un problema che si porrà la Lega, visto che queste cominceranno a votare per le camice verdi.
Già Zaia ha iniziato a parlare di Lega come "Partito Laburista" ...

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Re: Re:
58TINO, 31/03/2010 16.04:



Beato te che hai capito i motivi della sconfitta; speriamo che Bersani ne faccia tesoro.




Potrei sintetizzarla con l'errata scelta dei candidati,
Bonino anzichè Zingaretti nel Lazio,
Mercedes anzichè Chiamparino in Piemonte...
IMHO
58TINO, 31/03/2010 16.04:


...
Il governo Prodi

Ammesso e non concesso che il governo Prodi sia stata un'esperienza governativa distruttiva, a maggior ragione questa regole sarebbe dovuta valere per questa maggioranza, visto il punto a cui ci ha portato. Forse in un paese normale gli elettori ne avrebbero tenuto conto, e i partiti di governo avrebbero preso una bastonata memorabile, da noi no.
....




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paperino73, 31/03/2010 16.27:



L'antiberlusconismo non paga
se è l'unico motivo di esistenza...

Sul federalismo fiscale, potrebbero benissimo trovare un accordo: anche perchè è solamente una forma di organizzazione dello Stato.
Il problema "razzismo" potrebbe porsi, ma proprio un accordo sulle riforme potrebbe far essere forte il PD sul tema immigrativo/accoglienza. Anche perchè al di là degli slogan, il PD deve trovare una soluzione a questi fenomeni che non può prescindere da soluzioni di fermezza, anche strumentalmente forti ...Criticare l'operato leghista come "razzista" senza proporre alternative che aiutino la cittadinanza più debole e più esposta ai problemi conseguenti ad una immigrazione non controllata non è intelligente e spinge la gente verso la Lega (o il PDL).
Da cui ne consegue che l'assistenza verso le classi meno fortunate se va avanti così sarà un problema che si porrà la Lega, visto che queste cominceranno a votare per le camice verdi.
Già Zaia ha iniziato a parlare di Lega come "Partito Laburista" ...




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31/03/2010 17:10

Re: Re: Re:
Etrusco, 31/03/2010 16.39:



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La Bresso ha pagato dazio, secondo me, per la posizione ambigua sul tav ( molto sentita in zona), la percentuale dei grillini gli è stata fatale. Nel Lazio non sò, ma certo, con la figura fatta alla presentazione delle liste, non mi aspettavo che la dx venisse premiata. E non ultima mettiamoci anche la sparata finale della chiesa.
Il tutto però conferma una mia convinzione; cioè l'italiano non guarda i programmi, i risultati della gestione, agli errori precedenti, le persone, ma vota per partito preso, a prescindere...( come direbbe Totò).

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58TINO, 31/03/2010 17.10:




La Bresso ha pagato dazio, secondo me, per la posizione ambigua sul tav ( molto sentita in zona), la percentuale dei grillini gli è stata fatale. Nel Lazio non sò, ma certo, con la figura fatta alla presentazione delle liste, non mi aspettavo che la dx venisse premiata. E non ultima mettiamoci anche la sparata finale della chiesa.
Il tutto però conferma una mia convinzione; cioè l'italiano non guarda i programmi, i risultati della gestione, agli errori precedenti, le persone, ma vota per partito preso, a prescindere...( come direbbe Totò).




Considera anche che contro la Bonino molti preti del Lazio, la domenica delle votazioni, hanno invitato esplicitamente i loro parrocchiani a votare per la Polverine, demonizzando l'Emma Bonino abortista.
Alcuni preti hanno fatto questa propaganda persino via email...

Se Zingaretti avesse avuto il coraggio di presentarsi come candidato Governatore
avrebbe vinto a man basse contro chiunque!
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31/03/2010 18:46

Perchè il PD perde (secondo me)

Sul perchè il PD abbia fatto flop io ho le mie idee.

1) Scelta dei cadidati.
Candidati scelti secondo le solite astruse "logiche interne di partito" e non secondo il possibile gradimento degli elettori.
In Piemonte mettere la Bresso era davvero un suicidio, considerando che l'alternativa era un Chiamparino che avrebbe polverizzato Cota.
E mi pare di capire che anche nelle altre regioni sia andata così. In Puglia Vendola ha vinto nonostante il PD.

2) Incapacità di parlare agli elettori.
Ormai i dirigenti del PD sono convinti che si vince o si perde in tv. E che più si va in tv più si vince. Peccato che gli elettori se ne sbattano allegramente dei loro deliri autopromozionali. Grillo, io non l’ho visto in tv in questa campagna elettorale. A momenti neanche sapevo ci fosse, il suo movimento. Grillo non è andato in tv ma ha preso una caterva di voti. La Lega i voti li ha presi a prescindere dalla tv. Il Pd, andando in tv i voti, se è possibile li ha persi.

3) Partito "ingessato"
Alla fine il PD come si presenta? Come un partito da nomenklatura di inizio secolo con le solite facce, le solite beghe interne da pollaio, i soliti capetti preoccupati di mantenere il proprio angolino, messi assieme solo per calcolo politico. Poi ci sono le solite alleanza di comodo, da un aparte di presenta l'anticlericale Bonino, dall'altra si corteggia l'UDC. Quindi quale sarebbe l'identità del PD? Mi ricordo che i candidati alla segreteria, Franceschini e Bersani, più che per idee, programmi e visioni contrapposte della società, si distinguevano fondamentalmente per il fatto che il primo era appoggiato da Veltroni, e il secondo da D’Alema. L'alternativa sarebbero questi qua?
E tra parentesi non avrebbero dovuto esserci delle "primarie" per la scelta dei candidati?

_________________

Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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01/04/2010 00:49

A differenza dell'opinione di qualcuno (non ricordo bene, forse il papero) io non farei troppi accostamenti con i democrats americani. Da loro è bandita la semplice idea di socialismo, noi siamo invece più aperti a certe forme di solidarietà (dove di più, dove di meno).

Io vedo, nel complesso delle elezioni, regionali, provinciali e comunali, che il PD non è andato male ovunque, soprattutto non è andato male (il PD e la coalizione in genere) dove si è presentata assieme alla sinistra radicale, che storicamente è sempre divisa sui cavilli (ricordo da bambino quando c'era il PSIUP, il PDUP, il PCML, partito comunista marxista leninista, e varie altre formazioni che prendevano ognuna pochi voti ma che tutte assieme avrebbero fatto un buon 4-5% che unito al 33% ed oltre del PCI, e al quasi 15% del PSI e PSDI assieme, sarebbero stati maggioranza o quasi con il proporzionale secco che c'era all'epoca e che tanto rimpiango).
Tornando ai tempi nostri, nel profondo nord, patria (dicono) della Lega e di Berlusca, i comuni principali (e non si parla di paesini ma di città che sono roccaforte della Lega, quali Lecco, Lodi, Venezia e, al ballottaggio ma con grande vantaggio anche Mantova, che se ben ricordo era la sede di quella farsa di Parlamento Padano che Bossi & C. si inventarono) sono andati a sinistra.

Quindi aspetterei un attimo prima di fare il funerale alla sinistra.

E' comunque ovvio che non tutto vada bene. Sarebbe interessante capire come mai tanti elettori abbiano votato a destra nelle regionali e a sinistra nelle comunali. Questa analisi credo dovrebbero farla Bersani & C.
A me, anche vedendo i risultati globali, pare che il centro che tutti vogliono inseguire, non produca effetti significativi, anche perché, tranne rari casi, stanno facendo le banderuole alleandosi a destra e a manca secondo le proprie convenienze e in perfetto stile democristiano.

Infine, diamo uno sguardo al riepilogo nazionale delle sole regionali (quindi le meno favorevoli alla sinistra): www.repubblica.it/static/speciale/2010/elezioni/regionali/riepilogo_nazion...

Il PD è il secondo partito nazionale con soli pochissimi voti in meno del PDL. La Lega, che tanto parla di percentuali bulgare a proprio favore, si dimentica che a votare è tutta l'Italia, e non solo il proprio condominio, ed hanno molto meno della metà dei voti di PD e PDL (presi separatamente). La sinistra radicale, compresa i Verdi e IDV, li eguaglia e forse li supera anche (non ho fatto le somme).

Che poi i voti di Grillo siano venuti tutti o quasi da gente di sinistra delusa, è tutto da dimostrare. Certamente sono venuti da gente delusa, ma da cosa non lo possiamo sapere con certezza.

Concludo ricordando che Liguria ed Emilia-Romagna sono regioni del Nord, popolose, e rimaste a sinistra. Non sono andate al voto la Valle d'Aosta, le provincie autonome di Trento e Bolzano e il Friuli Venezia Giulia, tutte regioni o province che non ricordo da chi siano governate, ma dove la Lega prende due voti, massimo tre. Forse il PDL o il PD, oltre che a movimenti locali, hanno la maggioranza in quelle regioni. Quindi andiamoci cauti prima di dire che tutto il nord è della Lega o del nano.
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01/04/2010 08:10

Re:
radcla, 01/04/2010 0.49:

A differenza dell'opinione di qualcuno (non ricordo bene, forse il papero) io non farei troppi accostamenti con i democrats americani. Da loro è bandita la semplice idea di socialismo, noi siamo invece più aperti a certe forme di solidarietà (dove di più, dove di meno).

Io vedo, nel complesso delle elezioni, regionali, provinciali e comunali, che il PD non è andato male ovunque, soprattutto non è andato male (il PD e la coalizione in genere) dove si è presentata assieme alla sinistra radicale, che storicamente è sempre divisa sui cavilli (ricordo da bambino quando c'era il PSIUP, il PDUP, il PCML, partito comunista marxista leninista, e varie altre formazioni che prendevano ognuna pochi voti ma che tutte assieme avrebbero fatto un buon 4-5% che unito al 33% ed oltre del PCI, e al quasi 15% del PSI e PSDI assieme, sarebbero stati maggioranza o quasi con il proporzionale secco che c'era all'epoca e che tanto rimpiango).
Tornando ai tempi nostri, nel profondo nord, patria (dicono) della Lega e di Berlusca, i comuni principali (e non si parla di paesini ma di città che sono roccaforte della Lega, quali Lecco, Lodi, Venezia e, al ballottaggio ma con grande vantaggio anche Mantova, che se ben ricordo era la sede di quella farsa di Parlamento Padano che Bossi & C. si inventarono) sono andati a sinistra.

Quindi aspetterei un attimo prima di fare il funerale alla sinistra.

E' comunque ovvio che non tutto vada bene. Sarebbe interessante capire come mai tanti elettori abbiano votato a destra nelle regionali e a sinistra nelle comunali. Questa analisi credo dovrebbero farla Bersani & C.
A me, anche vedendo i risultati globali, pare che il centro che tutti vogliono inseguire, non produca effetti significativi, anche perché, tranne rari casi, stanno facendo le banderuole alleandosi a destra e a manca secondo le proprie convenienze e in perfetto stile democristiano.

Infine, diamo uno sguardo al riepilogo nazionale delle sole regionali (quindi le meno favorevoli alla sinistra): www.repubblica.it/static/speciale/2010/elezioni/regionali/riepilogo_nazion...

Il PD è il secondo partito nazionale con soli pochissimi voti in meno del PDL. La Lega, che tanto parla di percentuali bulgare a proprio favore, si dimentica che a votare è tutta l'Italia, e non solo il proprio condominio, ed hanno molto meno della metà dei voti di PD e PDL (presi separatamente). La sinistra radicale, compresa i Verdi e IDV, li eguaglia e forse li supera anche (non ho fatto le somme).

Che poi i voti di Grillo siano venuti tutti o quasi da gente di sinistra delusa, è tutto da dimostrare. Certamente sono venuti da gente delusa, ma da cosa non lo possiamo sapere con certezza.

Concludo ricordando che Liguria ed Emilia-Romagna sono regioni del Nord, popolose, e rimaste a sinistra. Non sono andate al voto la Valle d'Aosta, le provincie autonome di Trento e Bolzano e il Friuli Venezia Giulia, tutte regioni o province che non ricordo da chi siano governate, ma dove la Lega prende due voti, massimo tre. Forse il PDL o il PD, oltre che a movimenti locali, hanno la maggioranza in quelle regioni. Quindi andiamoci cauti prima di dire che tutto il nord è della Lega o del nano.



C'è del vero in quello che dici, ma io rimango della mia idea che per la sinistra (e soprattutto per il PD) è stata una batosta.
In alcuni passi della tua analisi mi ricordi, per l'appunto, i ragionamenti tipici che ci sorbivamo ai tempi del proporzionale puro (che, ricordo, è stato sostituito da uno pseudo-bipolarismo grazie ad un referendum praticamente plebiscitario).
La batosta è dovuta al fatto che il PD si presenta come partito di Governo, e se questo obiettivo non riesce, perdendo addirittura 4 regioni come Campania, Calabria, Piemonte e Lazio con non so quanti milioni di persone, dire che è una sconfitta, se non una disfatta, è il minimo. Alcuni motivi sono chiari (condivido le errate candidature, condivido che l'astensionismo -Lazio a parte- è stato trasversale, il grillismo di sicuro non ha strappato troppi voti al centro-dx), altri sono tutti interni alle diatribe di partito e non è col 5% per cento in più o in meno a livello nazionale che si analizza questo risultato.
Le regioni che non hanno votato (correggetemi se sbaglio) sono già tutte governate dal centro-dx. A parte la Sicilia del post Cuffaro, che non si sa più di chi sia, visto che Lombardo è stato eletto con il PdL, ma adesso governa una giunta appoggiata anche dal centro-sx, mi pare.
Infine qualche precisazione sui tuoi esempi.
Mantova, che ovviamente conosco bene, andrà al ballottaggio e vincerà chi saprà allearsi con l'UDC.
Ma Mantova è una città storicamente socialista, in questo molto più emiliana che lombarda. Noi non abbiamo MAI avuto un sindaco nemmeno democristiano (almeno dagli anni 60 ad oggi). Strappare Mantova al centro-sx, non vraà le stesse ripercussioni per questione di numero di abitanti, ma politicamente sarebbe equiparabile a strappare Modena o Bologna (anzi..Bologna è già stata governata da Guazzaloca). Pensa che il vituperatissimo Del Bono, sindaco esautorato dagli Asinelli, è mantovano. La sede del parlamento padano fu messa qui non per scelta della Lega, ma perchè un tizio psuedo-nobile, folgorato dall'idea del Leghismo, mise a disposizione una villa in maniera gratuita che logisticamente andava bene per quella farsa del tempo.
Venezia ha già spiegato Bremaz con divizia di particolari nell'altro thread che è un'altra città storicamente di sinistra, in questo molto lontana dall'attuale posizione complessiva del Veneto.
Lecco e Lodi hanno stupito anche me, ma non ne conosco le realtà e quindi non mi pronuncio.

Sempre a proposito di Lega, su un altro topic, posterò un articolo interessante, per chi avrà voglia di leggerlo.


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Siccome ho una reputazione da difendere... (Elvenking)

Mentre la maggior parte della gente continuerà a sbattersene i coglioni (Bremaz)

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01/04/2010 08:34

Nelle vostre analisi manca una considerazione importante; non ha vinto il centrodx, ha vinto la lega. Il PDL ha perso voti in modo anche considerevole. Infatti il cafon-premier è meno arrogante e trionfalista del previsto.
Questo significa che in questo momento se la lega decidesse di staccarsi, il castello PDL non traballerebbe, ma crollerebbe proprio.
Se Bossi saprà sfruttare l'enorme potere che ha in mano, gli scenari protrebbero canbiare radicamente.

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01/04/2010 09:41


Enrico Rossi (Pd), neo governatore della Regione Toscana:
"Chi vuole fare politica deve mettersi ventre a terra e andare davanti alle fabbriche, nelle case del popolo, nelle piazze, nel territorio: come ho gia' detto quando ero assessore alla sanita' non abbiamo bisogno di fighetti ma di politici veri".


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Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




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01/04/2010 10:51

Re:
58TINO, 01/04/2010 8.34:

Nelle vostre analisi manca una considerazione importante; non ha vinto il centrodx, ha vinto la lega. Il PDL ha perso voti in modo anche considerevole. Infatti il cafon-premier è meno arrogante e trionfalista del previsto.
Questo significa che in questo momento se la lega decidesse di staccarsi, il castello PDL non traballerebbe, ma crollerebbe proprio.
Se Bossi saprà sfruttare l'enorme potere che ha in mano, gli scenari protrebbero canbiare radicamente.



Che Berlusca possa cadere per implosione causata dalla Lega (è già accaduto) lo dico da mesi.
Temo però che, poichè per certe cose mica è stupido, il successo della Lega abbia rafforzato il SUO patto di ferro con Bossi.
Non a caso l'unico che dice di NO alle sue pretese è Tremonti, che come noto è molto più vicino al senatur che al cavaliere.
Qui si discuteva di chi ha perso, non di chi ha vinto.
E poi, se permetti, preferisco uno scenario in cui Berlusconi viene scalzato da avversari politici con idee credibili e con persone che queste idee le sappiano anche presentare, non con utopie che nemmeno Obama o Zapatero prendono in considerazione o con il solo anti-berlusconismo che, come ha detto qualcuno e io sostengo da sempre, dovrebbe essere una componente e non la ragione stessa dell'esistenza.


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01/04/2010 11:12

Re: Re:
Capitano Marino, 01/04/2010 10.51:



Che Berlusca possa cadere per implosione causata dalla Lega (è già accaduto) lo dico da mesi.
Temo però che, poichè per certe cose mica è stupido, il successo della Lega abbia rafforzato il SUO patto di ferro con Bossi.
Non a caso l'unico che dice di NO alle sue pretese è Tremonti, che come noto è molto più vicino al senatur che al cavaliere.
Qui si discuteva di chi ha perso, non di chi ha vinto.
E poi, se permetti, preferisco uno scenario in cui Berlusconi viene scalzato da avversari politici con idee credibili e con persone che queste idee le sappiano anche presentare, non con utopie che nemmeno Obama o Zapatero prendono in considerazione o con il solo anti-berlusconismo che, come ha detto qualcuno e io sostengo da sempre, dovrebbe essere una componente e non la ragione stessa dell'esistenza.





Appunto, il PDL ha perso, ma qui si parla solo della sconfitta della sx.
Comunque anch'io preferirei venisse scalzato da politici validi, però non vedendo niente di simile all'orizzonte, ed avendo già una certa età, non posso permettermi di fare tanto lo schifato, quindi mi accontenterei pure di un fulmine caduto casualmente su Arcore... [SM=x44452]


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01/04/2010 23:49

ecco xche' il Pd perde ...

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Sportivo ipercafone
02/04/2010 23:10

Innanzitutto vorrei segnalare che sul Corsera di giovedì era pubblicata una lettera di Zingaretti che replicava all'intervista di
Renzi che lo tirava in ballo (ma io ho letto solo la versione cartacea, non so se è rintracciabile on line).

Detto ciò rispondo a radcla

radcla, 01/04/2010 0.49:

A differenza dell'opinione di qualcuno (non ricordo bene, forse il papero) io non farei troppi accostamenti con i democrats americani. Da loro è bandita la semplice idea di socialismo, noi siamo invece più aperti a certe forme di solidarietà (dove di più, dove di meno).

Io vedo, nel complesso delle elezioni, regionali, provinciali e comunali, che il PD non è andato male ovunque, soprattutto non è andato male (il PD e la coalizione in genere) dove si è presentata assieme alla sinistra radicale, che storicamente è sempre divisa sui cavilli (ricordo da bambino quando c'era il PSIUP, il PDUP, il PCML, partito comunista marxista leninista, e varie altre formazioni che prendevano ognuna pochi voti ma che tutte assieme avrebbero fatto un buon 4-5% che unito al 33% ed oltre del PCI, e al quasi 15% del PSI e PSDI assieme, sarebbero stati maggioranza o quasi con il proporzionale secco che c'era all'epoca e che tanto rimpiango).
Tornando ai tempi nostri, nel profondo nord, patria (dicono) della Lega e di Berlusca, i comuni principali (e non si parla di paesini ma di città che sono roccaforte della Lega, quali Lecco, Lodi, Venezia e, al ballottaggio ma con grande vantaggio anche Mantova, che se ben ricordo era la sede di quella farsa di Parlamento Padano che Bossi & C. si inventarono) sono andati a sinistra.

Quindi aspetterei un attimo prima di fare il funerale alla sinistra.

E' comunque ovvio che non tutto vada bene. Sarebbe interessante capire come mai tanti elettori abbiano votato a destra nelle regionali e a sinistra nelle comunali. Questa analisi credo dovrebbero farla Bersani & C.
A me, anche vedendo i risultati globali, pare che il centro che tutti vogliono inseguire, non produca effetti significativi, anche perché, tranne rari casi, stanno facendo le banderuole alleandosi a destra e a manca secondo le proprie convenienze e in perfetto stile democristiano.

Infine, diamo uno sguardo al riepilogo nazionale delle sole regionali (quindi le meno favorevoli alla sinistra): www.repubblica.it/static/speciale/2010/elezioni/regionali/riepilogo_nazion...

Il PD è il secondo partito nazionale con soli pochissimi voti in meno del PDL. La Lega, che tanto parla di percentuali bulgare a proprio favore, si dimentica che a votare è tutta l'Italia, e non solo il proprio condominio, ed hanno molto meno della metà dei voti di PD e PDL (presi separatamente). La sinistra radicale, compresa i Verdi e IDV, li eguaglia e forse li supera anche (non ho fatto le somme).

Che poi i voti di Grillo siano venuti tutti o quasi da gente di sinistra delusa, è tutto da dimostrare. Certamente sono venuti da gente delusa, ma da cosa non lo possiamo sapere con certezza.

Concludo ricordando che Liguria ed Emilia-Romagna sono regioni del Nord, popolose, e rimaste a sinistra. Non sono andate al voto la Valle d'Aosta, le provincie autonome di Trento e Bolzano e il Friuli Venezia Giulia, tutte regioni o province che non ricordo da chi siano governate, ma dove la Lega prende due voti, massimo tre. Forse il PDL o il PD, oltre che a movimenti locali, hanno la maggioranza in quelle regioni. Quindi andiamoci cauti prima di dire che tutto il nord è della Lega o del nano.



Gli accostamenti coi democrats americano li ha fatti Veltroni (e Rutelli quando era ancora nella margherita, prima di andarsene proprio perchè il PD si è allontanato da questa realtà) intendendo proprio il fatto di un grande partito che coprisse un campo culturale e il suo corpo elettorale molto vasto: ovviamente non come cultura politica di riferimento che ovviamente sono completamente diversi.

La vittoria del PD a livello di amministrazioni locali lo segnalava anche stasera Cacciari a 8 e mezzo, attaccando la attuale classe dirigente del partito e indicando in validi amministratori locali (Chiamparino, Renzi ma anche per stare in veneto la Puppato, i sindaci di Portogruaro, Cavallino) le forze di cui si dovrebbe dotare il partito per costruire una sua identità di riferimento.
Io condivido pienamente questo fatto, perchè senza identità puoi andare bene a livello locale (anche io ho votato Penati in provincia a giugno scorso, e il sindaco PD in Comune 5 anni fa) ma non fai strada a livello nazionale.

Il discorso del centro per me è interessante, ma non va letto a livello di sigle di partito, ma di gruppi sociali: il centro inteso come blocco elettorale (floating votes dicono gli americani) è quello a cui il PD dovrebbe parlare per diventare maggioranza. Oggi parte di quel centro vota PDL o Lega.

Al PDL mancano almeno 500.000 voti della provincia di roma e poi mancano i voti della sicilia + ci sono 1 milione e 200 mila voti delle liste dei governatori (già scorporate dalle 500 mila di cui sopra della polverini) contro le 800 mila del centrosinistra; questo non per negare il segnale mandato dall'elettorato al PDL, un segnale di sfiducia o inizio di tale, quanto per rimarcare che i risultati non sono replicabili in chiave politiche.

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We'd all like t'vote for th'best man, but he's never a candidate (Frank McKinney "Kin" Hubbard).
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03/04/2010 03:07

Re:
paperino73, 02/04/2010 23.10:

Innanzitutto vorrei segnalare che sul Corsera di giovedì era pubblicata una lettera di Zingaretti che replicava all'intervista di
Renzi che lo tirava in ballo (ma io ho letto solo la versione cartacea, non so se è rintracciabile on line).

Detto ciò rispondo a radcla



Gli accostamenti coi democrats americano li ha fatti Veltroni (e Rutelli quando era ancora nella margherita, prima di andarsene proprio perchè il PD si è allontanato da questa realtà) intendendo proprio il fatto di un grande partito che coprisse un campo culturale e il suo corpo elettorale molto vasto: ovviamente non come cultura politica di riferimento che ovviamente sono completamente diversi.

La vittoria del PD a livello di amministrazioni locali lo segnalava anche stasera Cacciari a 8 e mezzo, attaccando la attuale classe dirigente del partito e indicando in validi amministratori locali (Chiamparino, Renzi ma anche per stare in veneto la Puppato, i sindaci di Portogruaro, Cavallino) le forze di cui si dovrebbe dotare il partito per costruire una sua identità di riferimento.
Io condivido pienamente questo fatto, perchè senza identità puoi andare bene a livello locale (anche io ho votato Penati in provincia a giugno scorso, e il sindaco PD in Comune 5 anni fa) ma non fai strada a livello nazionale.

Il discorso del centro per me è interessante, ma non va letto a livello di sigle di partito, ma di gruppi sociali: il centro inteso come blocco elettorale (floating votes dicono gli americani) è quello a cui il PD dovrebbe parlare per diventare maggioranza. Oggi parte di quel centro vota PDL o Lega.

Al PDL mancano almeno 500.000 voti della provincia di roma e poi mancano i voti della sicilia + ci sono 1 milione e 200 mila voti delle liste dei governatori (già scorporate dalle 500 mila di cui sopra della polverini) contro le 800 mila del centrosinistra; questo non per negare il segnale mandato dall'elettorato al PDL, un segnale di sfiducia o inizio di tale, quanto per rimarcare che i risultati non sono replicabili in chiave politiche.



Tralasciando i voti che si ipotizza possano mancare al PdL, che a quest'ora mi mandano in bambola [SM=x44451] , la sostanza di ciò che volevo dire è che, a mio avviso, il PD deve rifarsi ad una cultura socialdemocratica che negli states non esiste, basta guardare le difficoltà che ha affrontato Obama (e le modifiche che ha dovuto apportare) per l'approvazione di una riforma sanitaria che in qualsiasi stato europeo, anche il più conservatore e destrorso, sarebbe stata (e lo è nella realtà dei fatti) cosa semplice e ovvia.
Che Veltroni e Rutelli abbiano cavalcato l'onda dei democrats è vero, ma lo hano fatto ignorando che la realtà italiana ed europea è assai diversa. Non a caso oggi, i due personaggi citati, sono relegati in un angoletto dai voti degli italiani (Rutelli) e da quelli dei votanti del partito (Veltroni).

Io insisto nel dire che è inutile, per il PD, cercare l'isola che non c'è (per dirla alla Bennato). Oggi il centro, con il maggioritario, non esiste più e i tanti tentativi di risollevarlo, da Casini a Rutelli, da Dini a Mastella, passando per qualcuno che ora dimentico, hanno tutti fatto flop.
Credo che sia giunto il momento di schierarsi, nuovamente, come già avvenne quando i nostri genitori forse neanche si conoscevano tra di loro, un nuovo 8 settembre. Chi è da una parte e chi dall'altra, senza falsità o ambiguità. Questo è il maggioritario.
Oppure torniamo al proporzionale, che a me non dispiace, e ridiamo forza al parlamento (da noi cittadini eletto) che sceglierà la maggioranza (dopo le consultazioni con il Quirinale, come previsto dalla Costituzione).
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