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Il fenomeno leghista

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2010 09:55
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01/04/2010 08:34

Per chi vuole provare a capire ciò che significa Lega Nord, prescindendo dagli slogan alla Borghezio o andando al di là delle farse della ampolle, consiglio di leggere questo articolo, che condivido in pieno a titolo di analisi politica.

Preciso che l'ho trovato ieri su www.repubblica.it, mica sulla Padania.

Un successo annunciato, ma che pare cogliere di sorpresa alleati e avversari
Oggi la Lega è forte al Nord perché governa a Roma, ormai ha superato i confini padani
La forza del Carroccio
un partito "normale"


di ILVO DIAMANTI

Fra i dati emersi dalle elezioni regionali, il risultato della Lega è certamente il più clamoroso, soprattutto se confrontato con quello del 2005 (rispetto a cui ha raddoppiato i voti). Ma è anche il meno sorprendente, rispetto alle attese.


La vittoria di Zaia, in Veneto: annunciata da tempo. Quella di Cota, in Piemonte, era meno scontata. Ma veniva, comunque, considerata possibile. La stessa "misura" del voto, per quanto di proporzioni straordinarie, non costituisce una novità rispetto al passato più recente (e più lontano). Il risultato ottenuto nel Veneto (35%) è degno della vecchia Dc. Ma già alle ultime elezioni, in questa regione, la Lega si era avvicinata al 30%. E le province dove ha fatto il pieno - Treviso, Vicenza, Sondrio, Bergamo, Como - sono roccaforti tradizionali. Fin dagli anni Ottanta. Quando la Lega ha prima assediato e poi rimpiazzato la Dc. Quanto all'espansione nelle regioni rosse, appare davvero impetuosa. Soprattutto in Emilia Romagna, dove ha superato il 13%, ma anche in Toscana e nelle Marche (dove ha scavalcato il 6%). Tuttavia, si tratta di una tendenza già emersa alle elezioni politiche del 2008, divenuta appariscente alle europee dello scorso anno. Proprio perché largamente annunciato, però, il successo della Lega è rivelatore. Come la sorpresa degli osservatori e degli attori politici - non solo avversari, anche alleati. Segno che la Lega continua ad essere guardata - dagli "altri" - come un soggetto anomalo. E per questo instabile. Sempre in bilico. Fra discese ardite e risalite. O viceversa.

Non è più così. Il successo della Lega è "normale", perché la Lega è, da tempo, un partito "normale". L'unico rimasto, in Italia, fra tanti partiti leggeri e mediatici. Proprio questo, forse, contribuisce a farla apparire diversa. Anche oggi che agisce come "Lega di governo". A livello nazionale e territoriale. Basta guardare le cifre. Esprime il sindaco di 355 comuni e il presidente di 14 province. Da oggi: anche di due regioni. Alle elezioni europee del 2009 si è imposta come primo partito in oltre 1000 comuni (su quattromila) del Nord. Ha una leadership forte, personalizzata e centralizzata. Impiantata nelle "capitali" storiche: Varese e Bergamo, in Lombardia e Treviso, nel Veneto (dove, negli ultimi anni, è cresciuto il peso di Verona). Nel governo, i suoi uomini presidiano dicasteri importanti e strategici. Maroni all'Interno: i temi della sicurezza e dell'immigrazione. Calderoli alle riforme istituzionali, cioè al federalismo. Accanto a Bossi, sovrano e bandiera del partito. Infine Zaia all'agricoltura. Ha trionfato in Veneto, dopo aver trasformato un ministero considerato "minore" in un dicastero ad alta visibilità. E in un riferimento chiave per la Lega. Dal punto di vista dell'identità, in quanto evoca la terra, la tradizione. Ma anche del rapporto con le categorie amiche: contadini, allevatori, cacciatori (un tempo collaterali alla Dc e al Pci).


La Lega di lotta, che tutti evocano, oggi è soprattutto Lega di governo. Le pagelle degli amministratori, compilate ogni anno dal Sole 24 Ore, vedono i suoi sindaci e i suoi presidenti di provincia ai primi posti. I sondaggi sul gradimento dei ministri attribuiscono a Maroni e Zaia voti lusinghieri. E la fiducia nella Lega e nel suo leader assoluto è cresciuta costantemente negli ultimi 15 anni, fra gli elettori. Del Nord, del Centro e anche del Sud. Perché, nel frattempo, la Lega ha nazionalizzato il suo programma. I suoi obiettivi. Ha puntato sulla sicurezza, o meglio: sull'insicurezza. Ha drammatizzato le paure. I timori suscitati dalla globalizzazione. Dall'immigrazione, ma anche dalle minacce economiche e finanziarie. E dalle malattie - vere o presunte. Dai cibi che viaggiano senza controlli. Ha dissociato il linguaggio dalle pratiche. Ha promosso le ronde senza poi organizzarle. Ha agitato la xenofobia, permettendo l'integrazione nelle zone dove governa. (D'altronde, è difficile per una realtà di piccole imprese far marciare l'economia senza immigrati; per una società vecchia fare a meno delle badanti). Ha usato il doppio pedale dell'identità e del pragmatismo. Così si è rafforzata a spese del Pdl nel Nord e soprattutto nel Nordest.

Basta vedere quel che è successo in Veneto, dove la Lega ha raggiunto il 35%: il 10% più del Pdl. Mentre il ministro Brunetta, fra gli uomini più popolari del Pdl, in Italia, a Venezia ha perso al primo turno, nella competizione per il sindaco. Perché la Lega è un partito mentre il Pdl è un aggregato di notabili e di interessi. Un pulviscolo di gruppi e comitati senza identità. Allo stesso modo, la Lega è penetrata anche nel cuore rosso del Paese. Soprattutto in Emilia (in particolare dove un tempo era più forte la Dc, come ha osservato Fausto Anderlini). Zone investite dai cambiamenti sociali e demografici. Cui la Lega ha offerto risposte e identità. Populiste? Certo. Ma in grado, per questo, di toccare le corde di una società spaesata, dove la politica e la vita un tempo erano sovrapposte. Dove la scomparsa dei vecchi partiti ha lasciato senso di vuoto.

La Lega. Partito di governo e di rivendicazione - se non più di lotta. Chi pensa a una secessione (magari invisibile) della Padania non ha capito. Oggi la Lega è forte nel Nord perché governa a Roma. E viceversa. Inoltre, ormai ha superato i confini padani. Semmai, è probabile che la forza della Lega - nel Nord, nel Centro e al governo - generi disagio nel PdL. Oggi, dopo le regionali, ancor più meridionalizzato. Spostato lungo l'asse che da Roma corre fino alla Calabria, attraverso la Campania.

Il successo della Lega può aiutare anche il Pd e il centrosinistra a leggere correttamente l'affermazione di Vendola. Capace, in Puglia, di mobilitare la società. Di dare identità. Di marcare la differenza dagli altri. Mentre nel Pd ci si è preoccupati, all'opposto, di mimetizzarsi. Di accostare il centro come un "non luogo". Di andare in tivù senza avere parole da dire. Come se la costruzione dell'identità - e della classe dirigente - fosse un problema di marketing. Ma in politica nulla avviene per caso. E anche le sconfitte servono, quando si è in grado di interpretarle. A condizione di riconoscerle. Senza fingere. Anzitutto di fronte a se stessi.

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01/04/2010 08:55

IL FENOMENO LEGHISTA

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01/04/2010 08:57

e il secondo fenomeno è un noto forumista che dopo 6 anni ancora non è capace di inserire un link

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01/04/2010 09:24

Re:
il tobas, 01/04/2010 8.57:

e il secondo fenomeno è un noto forumista che dopo 6 anni ancora non è capace di inserire un link



Hai controllato se Ilvo Diamanti esiste davvero ?


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01/04/2010 09:36

Succedeva l'anno scorso....

PRIMO SINDACO NERO, DONNA E...DELLA LEGA!
di Mario Swirner

Scritto il : 10/06/09 - 16:49

Scrive sul Corriere Gian Antonio Stella che “L'onda di piena del Carroccio va oltre la Padania. La Lega Nord supera i confini celtici”, cioè quelli del Po' ottenendo consensi crescenti in Emilia, Umbria, Toscana e Marche. Dato ancor più significativo dei “confini celtici”, la Lega ha superato anche i confini del luogo comune che la definisce partito xenofobo e razzista. Lo ha fatto nominando il primo sindaco nero d'Italia che, per giunta, è anche un sindaco donna (come dire Obama e HiIary Clinton assieme): a Viggiù, comune della provincia di Varese, la Lega ha infatti messo sulla poltrona di Primo Cittadino l'afroamericana Sandy Cane, una donna di 48 anni nata a Springfield nel Massachusetts da padre militare americano e madre originaria del varesotto.

La notizia l'ho letta, per caso, in un trafiletto solo perché era nella stessa pagina del Corriere che ospitava l'articolone di Stella. Direi che meritava ben altro rilievo, proprio perchè spazza via il luogo comune che vuole la Lega pregiudizialmente ostile a qualunque straniero (specie a quelli che non hanno la pelle bianca). Ora d'accordo che Sandy Cane non è perfetta – nel senso che le manca di essere trans – ma se fosse stato il Pd o Rifondazione o lo stesso Pdl (corrente Fini) a far diventare sindaco per la prima volta nel nostro Paese una donna nera, credo che l'evento avrebbe ottenuto paginate nei quotidiani e servizi nel Tg nazionali...

Lungi dall'essere pregiudizialmente xenofoba, la Lega è pragmatica: se trova una donna in gamba come questa Sandy Cane (direttrice di un albergo in Val d'Aosta) la mette a fare il sindaco, a prescindere dal colore della pelle, convinta che possa amministrare bene e portare acqua al mulino del Carroccio. Ovvio che ci vuole anche un minimo di sintonia politica; ed infatti la prima sindaca nera sostiene che la Lega è molto americana per via della “richiesta di rispettare rigorosamente la legge con i clandestini”. Col che la Cane sgombra il campo anche dall'altro luogo comune che vorrebbe gli Usa molto “accoglienti” con i clandestini: a prescindere dal fatto che ne entrino tanti, non ostante il muro al confine con il Messico, tuttavia per la legge americana clandestini sono e clandestini restano, cioè fuorilegge e privi di diritti.

Tornando alla Lega va preso atto che ha fatto breccia anche nel veneziano, arrivando ad un pelo dal conquistare (con un altra donna Francesca Zaccariotto) la presidenza di questa provincia che è – cito dal Corriere - “con Mestre e Marghera l'ultima zona operaia e fordista del Veneto”. Cosa dobbiamo concludere? Che sono gli operai che non capiscono più nulla e votano Lega? Oppure che è un luogo comune anche quello di etichettare come “di destra” un partito capace di raccogliere il voto dei ceti popolari?

Concludo con la moglie di un mio amico. Famiglia di solida tradizione Pci-Pds-Pd, la quale però spiegava al marito sconcertato: “Questa volta ho votato Lega perchè la vera opposizione a Berlusconi è Bossi, non certo Franceschini!...”. Superato lo sconcerto il marito non è riuscito a darle torto. E provate a pensarci anche voi, amici del blog, specie gli antiberlusconiani viscerali: chi è l'unico che tiene sul serio per le p... il Cavaliere? Vi pare che sia Di Pietro o Dario o i fantasmi di Ferrero e Diliberto, oppure quel vecchio pirata padano con la bocca storta ma il cervello che continua a funzionare fin troppo bene?...


[SM=x44515]



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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

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(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




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01/04/2010 09:46

Ricordo anche questa tipa.
Vice-sindaco di Lampedusa, allontanata da un sindaco indagato e poi richiamata con tante scuse.

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01/04/2010 11:25

Re:
Capitano Marino, 01/04/2010 9.46:

Ricordo anche questa tipa.
Vice-sindaco di Lampedusa, allontanata da un sindaco indagato e poi richiamata con tante scuse.





Maglia verde e settima di reggiseno, questa entra di diritto in iperfemmine [SM=x44452]

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01/04/2010 11:27

Re: Re:
Capitano Marino, 01/04/2010 9.24:



Hai controllato se Ilvo Diamanti esiste davvero ?






Non gioca nel West Ham?

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PippyZzetta
01/04/2010 11:28

e io aggiungo anche questo
se qualcuno volesse domandarsi come fa la lega ad avere il 13% in emilia romagna.

di aldo cazzullo

da corriere

REGGIO EMILIA — «All'inizio venivano solo pazzi furiosi. Commercianti rapinati, eccentrici, artisti, vecchi bastiancontrari di paese, ragazzi che volevano fare la rivoluzione. Io ero tra questi. Avevo 18 anni e volevo fare la mia rivoluzione: abbattere il Muro del comunismo emiliano». Sono le sei di sera, e come d'abitudine nel centro di Reggio in giro non c'è un reggiano; solo stranieri. Angelo Alessandri ora di anni ne ha 40. Da nove è il capo della Lega emiliana, che ha portato dal 3 al 13%. Come premio, Bossi gli ha dato la presidenza della Lega Nord, di cui l'Umberto è segretario. Qui a Reggio, la città più comunista dell'Occidente, la città dei morti che escono dalla fossa a cantare Bandiera Rossa, la Lega è al 15. Quando si candidò sindaco, Alessandri prese il 19. «Il motivo è proprio questo: a Reggio non ci sono più i reggiani — dice Alessandri —. Non è stato il destino, ma una strategia precisa. Divieti d'accesso, vigili incaricati di multare a raffica, parcheggi a pagamento ovunque, negozi e bar che chiudono; e centri commerciali che aprono. Li costruiscono le cooperative, all'interno la grande distribuzione è controllata dalla Coop-Nord Est, con le leggi Bersani sono arrivati pure le pompe di benzina e i panettieri. Hanno spopolato le piazze con i campanili e le torri, tagliato le radici, negato una grande tradizione popolare. Vogliono farci dimenticare chi siamo. Il resto l'hanno fatto con l'immigrazione, che spersonalizza il lavoro, mescola tutto, crea paura. E la paura non è solo una percezione. Altrimenti perché non c'è nessuno per strada? Con l'indulto hanno liberato i delinquenti, e gli emiliani si sono rinchiusi dietro le inferriate, con i cani da guardia e i sistemi d'allarme, prigionieri in casa propria. Abbiamo una notte bianca da centomila persone e 364 notti nere».

Racconta Alessandri che «qui il Partito rosso è dappertutto. Se non sei con loro non lavori. Io ero artigiano, risanavo i muri dall'umidità; quando ho cominciato a frequentare la Lega mi hanno tolto tutte le commesse, più di un parente mi ha tolto pure il saluto. Nell'89 son dovuto andare a Milano per prendere la prima tessera; la Lega emiliana non esisteva ancora». Come l'avete costruita? «Per prima cosa siamo andati dai commercianti, dagli artigiani. Poi dai soci delle cooperative. Quindi nelle fabbriche, ovunque ci fosse una vertenza aperta: alla Tecnogas, alle ex Reggiane. All'inizio gli operai ci facevano correre. Poi si limitavano ai fischi. Alla fine hanno cominciato ad ascoltarci. Erano stanchi sia della contrapposizione ideologica con il “padrone”, sia della moderazione salariale. Come dice un nostro operaio, “a furia di concertare, ti ritrovi incinto”. Con Rosy Mauro, che adesso è vicepresidente del Senato, arrivammo su un'Ape ai cancelli della Lombardini, la fabbrica delle Br, un posto dove gli operai che lavoravano nei giorni di sciopero venivano filmati con le telecamere e “sistemati”. Un mese dopo avevamo fatto eleggere nel sindacato interno il primo delegato padano». La Lega in Emilia è nata attorno a gruppi di «pazzi furiosi». Come i fan del Festival del soul di Porretta Terme, dove veniva a suonare Bobo Maroni con i Distretto 51; adesso a Porretta il ministro dell'Interno è consigliere comunale, al posto di Manes Bernardini divenuto capo della Lega a Bologna (9,6%). Il nucleo forte è quello dei colli piacentini, una terra di solito considerata prossima alla Lombardia ma in realtà molto emiliana, dall'accento ai tortelli; semplicemente, nell'estrema provincia, lontano dai centri di spesa e dalle capitali del modello emiliano, la politica delle radici e dell'identità ha attecchito bene. Così a Bobbio, il paese dell'abbazia, il Carroccio ha il 49%, nel delizioso borgo medievale di Castell'Arquato il 30, a Bettola il paese di Bersani il 35. A Reggio Emilia, ovviamente, è stata più dura. Ma ora a Viano, sulla collina sopra Scandiano — dove decine di Prodi sono nati e si ritrovano a festeggiare i compleanni — la Lega ha conquistato il sindaco: Giorgio Bedeschi prese la prima volta il 13%, poi il 26, ora il 52. I primi dieci parlamentari leghisti furono eletti in Emilia nel '94, quando Bossi strappò a Berlusconi gran parte dei collegi del Nord; ma quando il governo cadde, in otto andarono con Forza Italia e restarono soltanto in due, tra cui Giorgio Cavitelli, storico sindaco monocolore di Busseto, culla di Verdi.

«A Guastalla, il paese nella Bassa Reggiana dove sono nato, eravamo in sessanta — racconta Alessandri —. Dopo la rottura con Forza Italia, rimasi solo. Andavo ad aprire la serranda della sede, in corso Garibaldi, e aspettavo: non arrivava nessuno. Ricominciai con i banchetti in piazza». «Bossi era venuto per la prima volta in Emilia nel '91. Parlò a Luzzara, nella sala che oggi è dedicata al figlio più illustre del paese, Cesare Zavattini. Zavattini è sempre stato il mio mito, insieme con Guareschi e Gianni Brera, il primo a parlare di Padanìa, con l'accento sulla “i”. Bossi ci disse che dovevamo portare pure sotto il Po il vento del cambiamento. Sembrava pazzia, ma ora ci siamo, il traguardo è a un passo». Nel frattempo Alessandri ha fatto carriera: parlamentare dal 2006, è presidente della Commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera. Ma il suo sogno, racconta, resta la «liberazione» della sua terra. «Il modello emiliano è finito. Continuano a tediarci con la retorica degli asili più belli del mondo, e intanto hanno privatizzato i servizi primari, come in Russia. A Reggio avevamo le municipalizzate dell'acqua, del gas, della luce. I padroni eravamo noi, prendevamo le decisioni — una testa un voto —, gli utili venivano reinvestiti sul territorio e le tariffe erano le più basse d'Italia. Poi hanno fatto le multiutilities, quindi le spa. Non ci hanno consultati né risarciti. E paghiamo acqua, gas e luce il doppio o il triplo di prima». Dice Alessandri che «la Lega vuole costruire il nuovo modello emiliano. Dal basso. A partire dai piccoli. Microimprese, artigiani, agricoltori: gente stufa del Partito rosso e soffocata dalla banche, con cui va scritto un patto che dia ossigeno ai ceti produttivi. E poi basta costruire: l'Emilia è già abbastanza devastata; eppure a Reggio vogliono fare altre 15 mila case, quando ce ne sono 12 mila invendute. Coinvolgeremo i cittadini: raccomando sempre ai nostri sindaci di tenere i consigli comunali nelle frazioni, di andare due volte la settimana a prendere il caffè con l'intera giunta a casa degli elettori. La nostra fortuna è che l'Emilia è già federalista. Da sempre. Ducati e signorie, gli Estensi e i Gonzaga, i Farnese e i Bentivoglio, i legati pontifici a Bologna e il duca di Modena con il Bucintoro che di canale in canale scendeva sino all'Adriatico; popoli diversi, eppure abituati a convivere. Stavolta Errani ha ancora vinto, sia pure con 10 punti in meno del 2005, perché difende e garantisce il vecchio sistema. Senza Errani, la prossima volta il Muro verrà giù».
[Modificato da piperitapatty 01/04/2010 11:29]

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10/07/2009 13.45 - Capitano Marino: Mi quoto, aggiungendo che io soltanto pagherò il dolce alla Pippi.
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01/04/2010 11:39

Re: Re: Re:
il tobas, 01/04/2010 11.27:




Non gioca nel West Ham?



Si, per sempre.
Ne è il gioiello.


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01/04/2010 11:53

Il fenomeno leghista secondo me è frutto della paura (come dice l'articolo del corriere) mescolato alla proverbiale ignoranza, disinformazione e scarsa capacità di analisi di buona parte del popolo italiano.

Perchè se la delinquenza dilaga, alimentata anche da una fetta di immigrati che preferiscono venire a fare ceti affari nel paese dell'impunità invece che in altri, il merito va principalmente al governo centrale di centro destra che toglie risorse alle forze dell'ordine e per pararsi il culo emana leggi che rendono la certezza della pena sempre più una chimera. La lega fa parte del centrodestra che assume queste decisioni e quindi da indirettamente una parte (a Roma) da una grossa mano a chi vuole delinquere mentra dall'altra (a livello locale) pratica il populismo con le ronde e cazzate simili. Perchè anche se fai la ronda e segnali un reato, se poi il sistema giudiziario è minato a tal punto che troppo spesso il colpevole trova il modo di salvarsi il culo a cosa è servita?

Anche il PD ha le sue colpe perchè (causa i suoi scheletri nell'armadio) quando ne aveva facoltà non ha minimamente provato a rivedere prescrizione e leggi simili (anzi ha fatto l'indulto) e quando si cerca di limitare i metodi di indagine e si vilipendiano i giudici ha il perenne atteggiamento cerchiobottista che lo contraddistingue.

LEGGE SULL'ABORTO? l'AUTODETERMINAZIONE DELLA DONNA VA DIFESA PERO' SIAMO DISPOSTI A DISCUTERNE?

ABOLIRE L'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI? I LAVORATORI VANNO TUTELATI PER0' C'E' BISOGNO DI UN PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE DEL SISTEMA LAVORO.

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01/04/2010 12:17

Re:
il tobas, 01/04/2010 11.53:

Il fenomeno leghista secondo me è frutto della paura (come dice l'articolo del corriere) mescolato alla proverbiale ignoranza, disinformazione e scarsa capacità di analisi di buona parte del popolo italiano.




Che sia frutto della "paura" (anche se secondo me l'accezione del termine sarebbe più complessa) è fuor di dubbio.
Anche se non è una prerogativa italiana, visto che società storicamente molto più multietniche di noi (esempio Francia) hanno situazioni analoghe.
Il resto della frase, poi, pone un presupposto che mi pare renda inutile qualsiasi altro tipo di considerazione.


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01/04/2010 13:00


Il motivo è proprio questo: a Reggio non ci sono più i reggiani — dice Alessandri —. Non è stato il destino, ma una strategia precisa. Divieti d'accesso, vigili incaricati di multare a raffica, parcheggi a pagamento ovunque, negozi e bar che chiudono; e centri commerciali che aprono. Li costruiscono le cooperative, all'interno la grande distribuzione è controllata dalla Coop-Nord Est, con le leggi Bersani sono arrivati pure le pompe di benzina e i panettieri. Hanno spopolato le piazze con i campanili e le torri, tagliato le radici, negato una grande tradizione popolare. Vogliono farci dimenticare chi siamo. Il resto l'hanno fatto con l'immigrazione, che spersonalizza il lavoro, mescola tutto, crea paura. E la paura non è solo una percezione. Altrimenti perché non c'è nessuno per strada? Con l'indulto hanno liberato i delinquenti, e gli emiliani si sono rinchiusi dietro le inferriate, con i cani da guardia e i sistemi d'allarme, prigionieri in casa propria. Abbiamo una notte bianca da centomila persone e 364 notti nere



Possiamo parlare di ignoranza e bla bla bla, o focalizzare l'attenzione su questo punto.
Piccole cittadine spopolate (vedasi Mestre) Ztl, multe, striscie blu, aree perse dalla cittadinanza e affidate ad altri, persone che nel weekend scappano in periferia per passare il tempo libero.
Quando mi trasferii a Mestre (2001) la trasformazione non c'era, l'ho vissuta in prima persona.
Andammo là con la famiglia per poter vivere in centro, nella zona "in".
Nove anni dopo, sto preparando la fuga.
Perchè fino a 4 o 5 anni fa, erano gli amici che venivano da me perchè vivevo in centro.
Ora invece sono io che mi devo muovere, perchè in centro non c'è più nulla. E allora la notte bianca di Mirano fa più presenze delle (3) mestrine, e allora ogni week end in centro commerciale e paesi limitrofi.
Il tobas dice che è questione di pancia, io dico che è buon senso.
Basta, e lo riconoscerai pure tu, girare nel centro di Mestre e poi in quello di Treviso.
E fare i dovuti paragoni.
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01/04/2010 13:09

Re: Re:
il tobas, 01/04/2010 11.25:




Maglia verde e settima di reggiseno, questa entra di diritto in iperfemmine [SM=x44452]




se prima non l'opziona Rosalbo per la sua Classifica di Aprile! [SM=x44452]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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Re:
il tobas, 01/04/2010 11.53:

Il fenomeno leghista secondo me è frutto della paura (come dice l'articolo del corriere) mescolato alla proverbiale ignoranza, disinformazione e scarsa capacità di analisi di buona parte del popolo italiano.

Perchè se la delinquenza dilaga, alimentata anche da una fetta di immigrati che preferiscono venire a fare ceti affari nel paese dell'impunità invece che in altri, il merito va principalmente al governo centrale di centro destra che toglie risorse alle forze dell'ordine e per pararsi il culo emana leggi che rendono la certezza della pena sempre più una chimera. La lega fa parte del centrodestra che assume queste decisioni e quindi da indirettamente una parte (a Roma) da una grossa mano a chi vuole delinquere mentra dall'altra (a livello locale) pratica il populismo con le ronde e cazzate simili. Perchè anche se fai la ronda e segnali un reato, se poi il sistema giudiziario è minato a tal punto che troppo spesso il colpevole trova il modo di salvarsi il culo a cosa è servita?

Anche il PD ha le sue colpe perchè (causa i suoi scheletri nell'armadio) quando ne aveva facoltà non ha minimamente provato a rivedere prescrizione e leggi simili (anzi ha fatto l'indulto) e quando si cerca di limitare i metodi di indagine e si vilipendiano i giudici ha il perenne atteggiamento cerchiobottista che lo contraddistingue.

LEGGE SULL'ABORTO? l'AUTODETERMINAZIONE DELLA DONNA VA DIFESA PERO' SIAMO DISPOSTI A DISCUTERNE?

ABOLIRE L'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI? I LAVORATORI VANNO TUTELATI PER0' C'E' BISOGNO DI UN PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE DEL SISTEMA LAVORO.




quoto tutto...ma...personalmente provo anche a proporre tutto cio'visto da un'angolazione diversa...

l'elettore leghista...magari e'anche ben conscio del fatto che il problema nasca in primis dall'esistenza di una giurisprudenza lacunosa
per quanto riguarda la certezza della pena..e magari si rende ben conto del fatto che la lega sia alleata di governo di un partito poco propenso ad una riforma piu'giustizialista di questa giurisprudenza...ma...c'e'anche la comprensione del fatto che la lega da sola non puo'arrivare a governare il paese e da qualche parte deve pur accasarsi...e se col pdl come gia'detto trovano un partito poco propenso a detta riforma col pd...forse e'ancor peggio...il (presunto)
giustizialismo del pd viene visto come di facciata...passeggero...dovuto piu'che altro all'identita'del leader dello schieramento opposto...poi d'altronde...la destra ha sempre rappresentato il giustizialismo...la sinistra il garantismo...e cosi' un giorno certamente tornera'ad essere....il pd oltretutto e'il partito che ha cercato allenze sia all'estrema sinistra che al centro (complimentoni)...che han proprio in una visione garantista della giustizia l'unico punto di contatto...l'indulto poi e'stata la ciliegina sulla torta...

quindi..agli occhi dell'elettore che fa della sicurezza questione principale altro non rimane che votare lega...confidando magari che un aumento del consenso possa spostare piu' verso posizioni leghiste l'azione di governo..o al piu'tardi..che in un futuro senza l'attuale
leadership la destra possa tornar ad esser tale anche in tema di giustizia...

inoltre un'altra considerazione:

si..una fetta di immigrati preferisce venire a fare certi affari nel paese dell'impunita'piuttosto che in altri..e poi?..una volta scelto il belpaese..bisogna scegliere dove..e allora..visto che gia'si e'fatta una scelta di comodo per la nazione..tanto vale ripeterla per scegliere la localita'...meglio un comune leghista dove quindi si trova una popolazione locale che in larga maggioranza non ti vede di buon'occhio e magari e'anche disposta a far parte di ronde pur di limitarti...o meglio un comune dove la presenza di un'amministrazione opposta lascia intuire un terreno piu'fertile?...meglio la seconda direi...

ecco...anche questo e'un elemento importate per capire la motivazione che spinge a votar lega...puo'essere un deterrente...qualcosa che serva a garantirsi una minore presenza di questa fetta di immigrati a casa propria...

in conclusione poi...questo thread si propone di approfondire il fenomeno leghista...la questione sicurezza ampiamente sviscerata non e'il solo elemento che giustifica questo fenomeno...c'e'anche l'aspetto dane' (federalisdmo fiscale)...e anche l'indubbia capacita' di questo partito di fare politica sul territorio..
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01/04/2010 16:18

Il fenomeno leghista in realtà è molto semplice in realtà.
Parla direttamente alla gente, quotidianamente.
La Lega è il partito delle risposte semplici, sicuramente anche populiste e demagogiche.
Ma la sua forza è nelle tantissime sedi locali, radicate sul territorio.

Basta vedere questo articolo di nove mesi fa, ma ancora attualissimo.

La Lega "faro" degli immigrati.

Nel quartiere torinese multietnico di San Salvario assiste gli stranieri

ANDREA ROSSI
TORINO

Quando il signor Luigi abbassa la serranda una scritta rossa gli sbatte sulla faccia: «Razzisti», ricordo di una delle ultime visite degli anarchici qui, Torino, San Salvario, 38 mila residenti di cui 7 mila stranieri e chissà quanti immigrati irregolari. «Oltre 16 mila pratiche all’anno, senza chiedere un euro. E il 60-70 per cento per gli stranieri. Ma noi siamo razzisti, xenofobi e ignoranti, no? Però siamo gli unici ad aver fatto eleggere un sindaco di colore». E cominciano ad avere militanti. Gente come Raja Fazal, ristoratore pakistano, tessera della Lega e nessuna difficoltà ad ammetterlo.

Ci sarà un motivo se nel cuore multietnico di Torino in tre anni il carroccio è passato dal tre al dodici per cento dei voti. E forse è quell’ufficio incastrato tra un ristorante e un restauratore di fronte alla chiesa dei santi Pietro e Paolo. Luigi Sinatora, 71 anni, «calabro-padano» nato a Catanzaro, sorride e ricorda quel giorno del 2003 «in cui chiesi all’Umberto il permesso di aprirlo». E l’Umberto - che poi è Bossi - disse di sì. «Volevamo dare una mano a chi rimane senza luce o gas, non trova una casa, non sa montare il decoder o compilare una dichiarazione dei redditi. E a chi non sa come ottenere la carta di soggiorno».

Ha messo in piedi un ufficio che macina quasi 20 mila pratiche l’anno. C’è Vittorio Giacometto, direttore di banca in pensione. C’è Francesco Ferocino da Matera, l’uomo dei 730, un altro «napuli» approdato al Carroccio. Poi avvocati, commercialisti, architetti, notai. Offrono consulenze gratuite. Hanno partorito un sistema di welfare parallelo e gratuito: dalle dichiarazioni dei redditi ai contributi per l’affitto; dal registro automobili alle convenzioni con carrozzieri e meccanici ai corsi di guida sicura. Hanno spedito un’ambulanza in Afghanistan e un Tir carico di macchine da cucire, lavagne, banchi, penne e quaderni in Darfour: si chiama «cooperazione Padania-Mondo», al grido di «aiutiamoli a casa loro».

Sei anni fa tanti li guardavano storto. Anche con il parroco della chiesa di fronte i rapporti erano freddi. Acqua passata. Da tempo don Piero Gallo ripete che qui «la sinistra ha sottovalutato il problema della sicurezza sociale. E la gente si è rivolta a chi ha dato risposte, aprendo punti di informazione». Il passaparola ha fatto il resto. «Gli stranieri non sanno dove andare. Non conoscono la lingua. Noi aiutiamo tutti», racconta Luigi, «purché abbiano volontà d’integrarsi e rispettare le regole». «Non chiedono niente e ti danno una mano. Quando cercavo una casa in affitto mi hanno aiutato a redigere il contratto», spiega Mohammed El Sayed, macellaio egiziano.

La roccaforte leghista nel quartiere degli immigrati si è costruita così, mattone su mattone: un 730, una voltura, un modello Isee, una consulenza legale. Così quando Gina Verdil, peruviana, due bimbi piccoli e il lavoro appena andato in fumo, si è trovata senza soldi per l’affitto ha bussato all’ufficio di Luigi. «E dire che non ci volevo venire. Circolano tante voci su di loro. Ma ero disperata e ho trovato aiuto». Ora che hanno sfondato il muro del 10 per cento - e San Salvario non è più retroguardia ma avamposto del Carroccio - Luigi e gli altri restano cauti. «Abbiamo attraversato euforia e tempi cupi, ma quest’ufficio è sempre rimasto aperto: non chiediamo soldi o tessere. Basta che ci dicano grazie».




E cosa portano sedi come questa?
Voti, ma non voti di gente che vota Lega per protesta, voti di gente che vota Lega per riconoscenza.
Il pensionato a cui hanno compilato il 730, quello che hanno aiutato con il contratto d'affito, e così via.

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

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01/04/2010 16:23

Re:
Arjuna, 01/04/2010 16.18:

«Volevamo dare una mano a chi rimane senza luce o gas, non trova una casa, non sa montare il decoder o compilare una dichiarazione dei redditi



Conosco un noto forumista che di fronte a questo avrebbe sicuramente votato Lega!


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01/04/2010 16:25

Re: Re:
Capitano Marino, 01/04/2010 16.23:



Conosco un noto forumista che di fronte a questo avrebbe sicuramente votato Lega!




Quindi l'exploit della Lega si spiega con l'arrivo del digitale terrestre? [SM=x44457]

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Re: Re:
Capitano Marino, 01/04/2010 16.23:



Conosco un noto forumista che di fronte a questo avrebbe sicuramente votato Lega!






... [SM=x44466] ...

...forse sara' la mia particolare idiosincrasia per l'informatica...

ma mi sembra impossibile che sapendo usare il pc si possa aver difficolta'ad installare un decoder...
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Re:
Arjuna, 01/04/2010 16.18:



E cosa portano sedi come questa?
Voti, ma non voti di gente che vota Lega per protesta, voti di gente che vota Lega per riconoscenza.
Il pensionato a cui hanno compilato il 730, quello che hanno aiutato con il contratto d'affito, e così via.




Queste sono servizi che qualunque sindacato offre in ogni città.

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

Qui non si fanno distinzioni razziali.
Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!
(Full Metal Jacket-Sergente Hartman)

KEINE GEGESTAENDE AUS DEM FENSTER WERFEN
IS DIE BENUTZUNG DES ABORTES NICHT GESTATTET



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