È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La Consulta: "Niente galera obbligatoria per gli stupratori"

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2010 15:03
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 11.216
Registrato il: 10/03/2005
Città: PINEROLO
Età: 51
Sesso: Maschile

Utente Power



23/07/2010 10:03

Niente carcere preventivo automatico per gli accusati di stupro.

La sentenza boccia la legge, la Carfagna attacca i giudici
FRANCESCO OLIVO
ROMA

Niente carcere preventivo automatico per gli accusati di stupro. La Corte Costituzionale ha cancellato la norma che imponeva al pubblico ministero di disporre la custodia cautelare in prigione anche per coloro sospettati di reati di sfruttamento della prostituzione minorile. A sollevare il caso erano stati i Gip di Belluno e Venezia e il tribunale del riesame di Torino. La decisione della consulta ha scatenato polemiche nel mondo delle associazioni e ha suscitato l’energica reazione di Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità che ha accusato la corte di «giustificazionismo».

Il decreto nacque nel 2009, in seguito alle polemiche causate dalla concessione degli arresti domiciliari a Davide Franceschini, ventiduenne accusato di aver violentato una ragazza durante la festa di Capodanno alla Fiera di Roma. Arrestato dopo qualche giorno, il ragazzo in 48 ore fu mandato ai domiciliari. Secondo il Gip Guglielmo Muntoni, non sussistevano le tre condizioni per il carcere preventivo: pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove. La decisione del giudice scatenò le reazioni della politica: il ministro della Giustiza Alfano mandò gli ispettori in procura, manifestando «lo sconcerto perché si tengono in modesto conto la gravità del fatto e il rispetto della dignità della vittima di un così odioso e devastante reato, dalle gravissime conseguenze psicologiche per la personalità di una giovane donna». Anche il sindaco di Roma intervenne parlando di «segnale sbagliato dalla magistratura». In questo clima, il governo decise di intervenire con un provvedimento che non lasciasse scelta ai giudici, in presenza dei gravi indizi di reato: le manette scattano automatiche. Tutti gli accusati di stupro tornarono in prigione.

Secondo la Consulta, però, questa norma viola l’articolo 3 della Costituzione, ovvero il principio di uguaglianza. Non si può equiparare questi reati a quelli di mafia (l’altra fattispecie per cui è previsto l’automatismo). Inoltre, scrive il relatore Giuseppe Frigo, già presidente delle Camere Penali, il tratto principale della custodia cautelare è quello di «non prevedere automatismi, nè presunzioni». Insomma, il giudice deve decidere caso per caso, perché «per quanto odiosi e riprovevoli, i fatti che integrano i delitti in questione possono essere meramente individuali e tali da non postulare esigenze cautelari affrontabili solo e rigidamente con la massima misura».

Motivazioni che non bastano a convincere Mara Carafagna: «L’intervento della Corte è giustificazionista, lontano dal sentire dei cittadini, e, purtroppo, ci allontana, dalla strada verso la tolleranza zero contro i crimini sessuali che questa maggioranza ha intrapreso». A parziale consolazione, il ministro per le Pari Opportunità sottolinea che non tutta la legge è stata bocciata: «Restano in vigore la difesa gratuita per le vittime e le aggravanti grazie alle quali ora chi stupra una donna rischia fino a 14 anni di carcere». Protesta anche Telefono Rosa: «Questa sentenza arriva in un momento in cui scorre a fiotti il sangue delle donne», afferma la presidente Gabriella Carnieri Moscatelli, «perché persone che si macchiano di questi reati devono essere rimessi in giro?».

Fonte

_________________

Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

OFFLINE
Post: 755
Registrato il: 30/11/2005
Sesso: Maschile


Vincitore Pronostici
Iper Champions League
2012/2013
23/07/2010 10:39

Faccio una tale fatica a capire il senso di certe cose che mi sento estremamente ignorante... [SM=x44468]

Conoscevo le tre condizioni per la custodia cautelare... ma non ne basta una? Ci devono essere tutte? [SM=x44466]

In questi casi credo che la minima possibilità (praticamente inevitabile) di reiterazione del reato sia più che sufficiente... però parlo a livello di buonsenso... la cosa in assoluto più distante dai cavilli legali [SM=x44463]

_________________

IL MIO 8 MARZO [SM=x44624]

La musica non è mai un'isola... la musica è il mare
OFFLINE
Post: 14.168
Registrato il: 07/08/2004
Città: PADOVA
Età: 59
Sesso: Maschile

Utente Power



IperUtente 2011
IperMasculo 2010
BrocCULOdoro 2009
23/07/2010 10:46

Mi pare una cosa logica perchè altrimenti, se ragioniamo come Telefono Rosa che considera un sospertato di stupro automaticamente colpevole non servirebbe nemmeno fare il processo.

_________________


Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

Qui non si fanno distinzioni razziali.
Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!
(Full Metal Jacket-Sergente Hartman)

KEINE GEGESTAENDE AUS DEM FENSTER WERFEN
IS DIE BENUTZUNG DES ABORTES NICHT GESTATTET



OFFLINE
Post: 11.216
Registrato il: 10/03/2005
Città: PINEROLO
Età: 51
Sesso: Maschile

Utente Power



23/07/2010 11:11


Mi pare ragionevole.

Il carcere automatico per un' accusa, ribadisco un' accusa, mi pare una norma molto ingiusta.

C'è una bella differenza tra essere accusati ed essere colpevoli.

_________________

Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

OFFLINE
Post: 110.723
Registrato il: 28/02/2002
Sesso: Maschile

AMMINISTRATORE
PRINCIPALE



ADMIN
Monsignore
IperF1 2008
IperUTENTE 2010
Briscola IperCafonica 2012
23/07/2010 11:55

Re:
Il vecchio Gio, 23/07/2010 10.39:

... però parlo a livello di buonsenso... la cosa in assoluto più distante dai cavilli legali [SM=x44463]




Ma guarda che in genere i cavilli legali sono molto più utili ed ispirati dal buon senso di quanto non ci voglia dar ad intendere la campagna stampa anti magistratura...
Sorvoliamo su alcuni cavilli/ghedinate o su alcune digressioni alla Pareto.

Tornando in topic bisogna smetterla di strumentalizzare qualsiasi sentenza per delegittimare i giudici:
non si può ignorare l'enorme differenza tra i diritti dell'indagato/sospettato e di chi è già stato processato e riconosciuto colpevole. [SM=x44498]

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
OFFLINE
Post: 11.221
Registrato il: 10/03/2005
Città: PINEROLO
Età: 51
Sesso: Maschile

Utente Power



26/07/2010 11:05

Stalking, la Carfagna alza la voce ma in gioco ci sono le regole del processo

La sentenza della Corte Costituzionale.

La voce più grossa l’ha fatta il ministro delle pari opportunità Mara Carfagna. Seguita da altre parlamentari (unica encomiabile eccezione la radicale Rita Bernardini ), enfatizzata da giornali di destra e di sinistra. La protesta riguarda una sentenza della Corte costituzionale, che abrogando un articolo della norma sullo stalking, ha dichiarato la non obbligatorietà della custodia cautelare in carcere nei reati di violenza sessuale. Apriti cielo: sostanzialisti/e di tutto il mondo unitevi! In realtà quel che stupisce è che il parlamento possa aver approvato una norma del genere, e anche che negli uffici del ministro Carfagna non ci fosse un giurista in grado di darle qualche buon suggerimento. Perché l’Alta Corte ha individuato ben tre violazioni costituzionali, l’articolo 3 che prevede l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, il 13 sulla libertà personale e il 27 sulla funzione della pena.

Non c’è bisogno di essere giuristi per sapere prima di tutto che la Costituzione ( art. 27 ) prevede la presunzione di non colpevolezza prima dei tre gradi di giudizio. E’ quindi un abuso già dire “lo stupratore”, senza aver fatto precedere il sostantivo dall’aggettivo “presunto”. Pretendere poi, per legge, che il magistrato abdichi alla discrezionalità di valutare caso per caso se applicare o meno la custodia cautelare in carcere e, come dicono le parlamentari che hanno criticato la Corte, “sbatta in galera lo stupratore”, vuol dire aver dimenticato ogni criterio di garanzia e diritti della persona. Perché proprio per quel reato dovrebbe essere obbligatoria un’anticipazione di pena? Se non c’è l’obbligo, è probabile che la gran parte dei magistrati disponga comunque la custodia in carcere. Ma lo avrà fatto secondo i criteri del codice di procedura, nel rispetto del dettato costituzionale.

Sarebbe interessante sapere che cosa ne pensa il “moderno”, “europeo” Presidente della Camera sotto la cui direzione d’aula un anno fa è stata approvata la legge, dal momento che in nessun ordinamento anglosassone sarebbe mai pensabile un obbrobrio del genere. L’equivoco è nato dall’equiparazione del reato di violenza sessuale ai reati di mafia, come se –lo fa notare la Corte Costituzionale- un delitto individuale fosse paragonabile a un reato associativo ( ammesso che abbia ancora senso l’esistenza nel nostro ordinamento di questa tipologia di reati ). Grave la mafia, grave lo stupro, è stato il ragionamento. Diamo un segnale, così magari le violenze diminuiranno. Mai l’inasprimento delle pene ha fatto calare i reati, figuriamoci il carcere preventivo.

La verità è che, prima di strillare, occorrerebbe almeno leggerle, le sentenze. La memoria corre a un analogo trambusto suscitato nel 1999 da una sentenza della Corte di cassazione che cancellava la condanna per stupro nei confronti di un istruttore di guida accusato di aver usato violenza a un’allieva. La sentenza passò alla storia come “il fatto dei blue jeans”, la foto di alcune parlamentari (Mussolini, Prestigiacomo, Matranga) protestatarie fece il giro del mondo. Che scandalo, si disse, i giudici hanno assolto lo stupratore con la motivazione che non si può violentare una ragazza che indossa jeans aderenti.

Ovviamente nessuno, o quasi, si era preso la briga di leggerla, la sentenza. Si sa che i processi per stupro, oltre a essere molto delicati sono anche difficili. La gran parte delle volte c’è una parola contro l’altra. Il fatto che la violenza sulle donne ( o sui minori ) sia una piaga spaventosa e inaccettabile nel nostro paese e nel mondo, non può giustificare l’abbandono delle regole, delle procedure, delle garanzie. E i giudici hanno il compito, quando condannano, di essere certi, al di là di ogni ragionevole dubbio, della colpevolezza dell’imputato.

Nel caso dell’istruttore di guida e della ragazza in bluejeans c’era indubbiamente stata una relazione tra i due e molta ambiguità nello svolgimento dei fatti. I giudici avevano dettagliato molto bene la motivazione di quell’assoluzione. Quello dei jeans (la sentenza sosteneva che la ragazza se li era tolti spontaneamente ) era un particolare insignificante e non era assolutamente la base della decisione. Pure lo “scandalo” passò di bocca in bocca e alcune parlamentari corsero a casa a cambiarsi, indossarono i jeans e si fecero fotografare davanti a Montecitorio con grandi cartelli di protesta.
Lo “scandalo” di oggi riguarda la detenzione prima del processo.

Le regole per l’applicazione della custodia cautelare in carcere sono molto chiare nell’articolo 275 del codice di procedura penale e prevedono i tre casi di pericolo di fuga, di ripetizione del reato o di inquinamento delle prove. Non si può quindi pretendere che, in nome dell’allarme sociale destato da una violenza che per le donne significa un trauma perenne, si accantonino le regole, si proceda con superficialità “per dare segnali”. E’ demagogico il segnale dato dal ministro Carfagna sullo stupro tanto quanto quello preteso dal presidente Fini sulla legalità. Come se la giustizia e la legalità non stessero a cuore a tutti. Ma anche le regole dovrebbero stare a cuore a tutti.

Fonte

_________________

Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

OFFLINE
Post: 3.614
Registrato il: 13/03/2003
Città: GENOVA
Età: 57
Sesso: Maschile


26/07/2010 15:03

Re: Stalking, la Carfagna alza la voce ma in gioco ci sono le regole del processo
Arjuna, 26/07/2010 11.05:


La sentenza della Corte Costituzionale.

La voce più grossa l’ha fatta il ministro delle pari opportunità Mara Carfagna. Seguita da altre parlamentari (unica encomiabile eccezione la radicale Rita Bernardini ), enfatizzata da giornali di destra e di sinistra. La protesta riguarda una sentenza della Corte costituzionale, che abrogando un articolo della norma sullo stalking, ha dichiarato la non obbligatorietà della custodia cautelare in carcere nei reati di violenza sessuale. Apriti cielo: sostanzialisti/e di tutto il mondo unitevi! In realtà quel che stupisce è che il parlamento possa aver approvato una norma del genere, e anche che negli uffici del ministro Carfagna non ci fosse un giurista in grado di darle qualche buon suggerimento. Perché l’Alta Corte ha individuato ben tre violazioni costituzionali, l’articolo 3 che prevede l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, il 13 sulla libertà personale e il 27 sulla funzione della pena.

Non c’è bisogno di essere giuristi per sapere prima di tutto che la Costituzione ( art. 27 ) prevede la presunzione di non colpevolezza prima dei tre gradi di giudizio. E’ quindi un abuso già dire “lo stupratore”, senza aver fatto precedere il sostantivo dall’aggettivo “presunto”. Pretendere poi, per legge, che il magistrato abdichi alla discrezionalità di valutare caso per caso se applicare o meno la custodia cautelare in carcere e, come dicono le parlamentari che hanno criticato la Corte, “sbatta in galera lo stupratore”, vuol dire aver dimenticato ogni criterio di garanzia e diritti della persona. Perché proprio per quel reato dovrebbe essere obbligatoria un’anticipazione di pena? Se non c’è l’obbligo, è probabile che la gran parte dei magistrati disponga comunque la custodia in carcere. Ma lo avrà fatto secondo i criteri del codice di procedura, nel rispetto del dettato costituzionale.

Sarebbe interessante sapere che cosa ne pensa il “moderno”, “europeo” Presidente della Camera sotto la cui direzione d’aula un anno fa è stata approvata la legge, dal momento che in nessun ordinamento anglosassone sarebbe mai pensabile un obbrobrio del genere. L’equivoco è nato dall’equiparazione del reato di violenza sessuale ai reati di mafia, come se –lo fa notare la Corte Costituzionale- un delitto individuale fosse paragonabile a un reato associativo ( ammesso che abbia ancora senso l’esistenza nel nostro ordinamento di questa tipologia di reati ). Grave la mafia, grave lo stupro, è stato il ragionamento. Diamo un segnale, così magari le violenze diminuiranno. Mai l’inasprimento delle pene ha fatto calare i reati, figuriamoci il carcere preventivo.

La verità è che, prima di strillare, occorrerebbe almeno leggerle, le sentenze. La memoria corre a un analogo trambusto suscitato nel 1999 da una sentenza della Corte di cassazione che cancellava la condanna per stupro nei confronti di un istruttore di guida accusato di aver usato violenza a un’allieva. La sentenza passò alla storia come “il fatto dei blue jeans”, la foto di alcune parlamentari (Mussolini, Prestigiacomo, Matranga) protestatarie fece il giro del mondo. Che scandalo, si disse, i giudici hanno assolto lo stupratore con la motivazione che non si può violentare una ragazza che indossa jeans aderenti.

Ovviamente nessuno, o quasi, si era preso la briga di leggerla, la sentenza. Si sa che i processi per stupro, oltre a essere molto delicati sono anche difficili. La gran parte delle volte c’è una parola contro l’altra. Il fatto che la violenza sulle donne ( o sui minori ) sia una piaga spaventosa e inaccettabile nel nostro paese e nel mondo, non può giustificare l’abbandono delle regole, delle procedure, delle garanzie. E i giudici hanno il compito, quando condannano, di essere certi, al di là di ogni ragionevole dubbio, della colpevolezza dell’imputato.

Nel caso dell’istruttore di guida e della ragazza in bluejeans c’era indubbiamente stata una relazione tra i due e molta ambiguità nello svolgimento dei fatti. I giudici avevano dettagliato molto bene la motivazione di quell’assoluzione. Quello dei jeans (la sentenza sosteneva che la ragazza se li era tolti spontaneamente ) era un particolare insignificante e non era assolutamente la base della decisione. Pure lo “scandalo” passò di bocca in bocca e alcune parlamentari corsero a casa a cambiarsi, indossarono i jeans e si fecero fotografare davanti a Montecitorio con grandi cartelli di protesta.
Lo “scandalo” di oggi riguarda la detenzione prima del processo.

Le regole per l’applicazione della custodia cautelare in carcere sono molto chiare nell’articolo 275 del codice di procedura penale e prevedono i tre casi di pericolo di fuga, di ripetizione del reato o di inquinamento delle prove. Non si può quindi pretendere che, in nome dell’allarme sociale destato da una violenza che per le donne significa un trauma perenne, si accantonino le regole, si proceda con superficialità “per dare segnali”. E’ demagogico il segnale dato dal ministro Carfagna sullo stupro tanto quanto quello preteso dal presidente Fini sulla legalità. Come se la giustizia e la legalità non stessero a cuore a tutti. Ma anche le regole dovrebbero stare a cuore a tutti.

Fonte



[SM=x44458]

_________________

--------------------------------------------------------------------------
"Ai 'natural born killers' corrispondono altrettanti Forrest Gump. Ed anzi, è probabile che uccidano per conto loro".

James Hillman
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:02. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone