Veneto, il segretario regionale della Lega
ai sindaci: «Non suonate l'inno di Mameli»
Gian Paolo Gobbo critica: «Non è certo quello che
contribuisce ad alimentare il senso dello Stato»
TREVISO (24 settembre) - Il divorzio leghista dall'Inno nazionale d'Italia parrebbe definitivo: lo sancisce il segretario nathionàl della Liga Veneta Gian Paolo Gobbo, sindaco di Treviso e braccio destro di Umberto Bossi, per il quale «da adesso in poi le cerimonie si faranno senza inni».
È l'epilogo del contrastato rapporto tra il Carroccio e l'inno nazionale italiano, del quale la Lega non digerisce in particolare un passaggio del testo: quello che recita «ché schiava di Roma Iddio la creò». Un riluttanza ingiustificata, secondo il senatore Pdl Maurizio Castro, il quale ieri - a fronte della sparata del senatore della Lega Giampaolo Vallardi che proponeva di suonare la musica di Mameli senza cantare il testo - sottolineava che ad essere «schiava di Roma» non è l'Italia, ma la vittoria.
Per il capo della Liga Veneta, però, «l'inno d'Italia non serve assolutamente, perché non è certo quello che contribuisce ad alimentare il senso dello Stato». La sua esecuzione sarà limitata alla cerimonie che coinvolgono le forze dell'ordine. D'ora in avanti, ordina Gobbo, «i miei dovranno seguirmi sulla mia strada».
Fonte:
IlMattino