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Il PDL alla conta finale con voto di fiducia (e continua la campagna acquisti)

Ultimo Aggiornamento: 01/10/2010 08:53
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28/09/2010 23:05

determinanti i Finiani e MpA
Il Pdl va alla conta: "Chiediamo la fiducia"
Fli: "Sì al programma". Defezioni da Api e Udc

La decisione sul voto alla Camera annunciata dal ministro Vito. Berlusconi: "Facciamo chiarezza". Bocchino: "È quello che volevamo, ma il nostro voto dipende dai contenuti". Cinque deputati lasciano Casini e due Rutelli (tra cui Calearo) passando al gruppo misto

ROMA - Il governo decide di andare alla conta e dal vertice del Pdl con Berlusconi esce la decisione di chiedere la fiducia sul discorso del premier di domattina. Tutto questo mentre si consumano gli ultimi cambi di casacca: ben sette deputati - 5 dall'Udc e due dall'Api - si sono iscritti al gruppo misto. E i finiani rimandano a domani ogni decisione su quale linea adottare anche se, avvertono, se la fiducia sarà messa su cose che esulano dai cinque punti del programma, Futuro e Libertà non voterà.

Il voto di fiducia. Silvio Berlusconi ha convocato il Consiglio dei ministri per porre la questione di fiducia alla Camera dopo il suo intervento, ha riferito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. Una decisione, riferiscono alcuni dei partecipanti al vertice a palazzo Grazioli, motivata dallo stesso premier come una necessità per fare chiarezza, da privilegiare rispetto a un mero calcolo numerico. Infatti se la decisione, come sembrava alla vigilia, fosse ricaduta su una risoluzione sarebbe stato più semplice drenare voti da eventuali esterni.

La votazione domani alle 19. La votazione sulla fiducia si terrà domani alle 19. Nella conferenza dei Capigruppo di Montecitorio è stato stabilito che il presidente del Consiglio terrà le proprie comunicazioni sulla situazione politica a partire dalle 11; seguirà un dibattito. Alle 16.30 ci sarà la replica di Berlusconi, che sarà seguita dalle dichiarazioni di voto: entrambe queste fasi verranno trasmesse in diretta televisiva.

La decisione. Al momento, viene spiegato, non è ancora stato deciso quale sarà il dispositivo su cui si chiederà la fiducia. Alcuni dei partecipanti al vertice con Berlusconi riferiscono che la decisione sia stata dettata anche dalla volontà di evitare che domani ci possano essere diversi voti su parti separate e anche diversi documenti, alla luce delle indiscrezioni che ipotizzavano la presentazione di un documento alternativo da parte dei finiani.

Fli si ricompatta. La scelta sembra avere ricompattato il Fli, che rimanda ogni decisione a dopo il discorso alla Camera. Ma precisa che voterà solo i punti contenuti nel programma di governo. Quasi una minaccia che Fabio Granata spiega così: "Se nella fiducia ci mettono cose che non sono nel programma, noi non la votiamo perché non è una fiducia verso il premier ma verso il programma". Posizione confermata anche dal capogruppo, Italo Bocchino: "Il nostro voto sarà deciso dall'assemblea di gruppo dopo aver ascoltato l'intervento del premier ed è evidente che dipenderà da toni e contenuti delle sue parole". Tuttavia il capogruppo Fli giudica positivamente la decisione di porre la fiducia e precisa "è esattamente quello che volevamo, dunque la votiamo". Quindi, aggiunge, "è un passo avanti sulla strada dell'intesa. Porre la fiducia rappresenta una tesi, quella di appellarsi a tutta la maggioranza, che valutiamo positivamente".

La riforma della giustizia. Il tema principale del confronto tra Pdl e Fli resta la riforma della giustizia. I finiani sono disposti a votare una nuova versione del Lodo Alfano inserito in una riforma costituzionale ma continuano a dire no al processo breve o ad altre soluzioni legislative per garantire la non processabilità del presidente del Consiglio e delle altre alte cariche dello Stato nel periodo in cui esercitano le loro funzioni elettive.

Sette passano al gruppo misto. Intanto sono sette i deputati passati al gruppo misto. I dissidenti siciliani dell'Udc che hanno lasciato il gruppo guidato da Pier Ferdinando Casini (che voterà no al governo) sono Calogero Mannino, Saverio Romano, Giuseppe Drago, Giuseppe Ruvolo e Michele Pisacane che daranno vita a una componente del misto che si chiamerà "Popolari per l'Italia".

Calearo e Cesario lasciano l'Api. Rottura anche tra Massimo Calero e Bruno Cesario e l'Api di Rutelli. I due hanno deciso di lasciare il partito e restare nel gruppo misto. Ironico il saluto del partito di Rutelli a Calearo (eletto nelle liste del Pd): "Auguriamo buona fortuna a Calearo che ha confermato nella riunione del gruppo la sua speranza di diventare ministro con Berlusconi".

Fonte: Repubblica

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29/09/2010 09:43

Finalmente stasera si vota, e le chiacchiere staranno a zero.
O c'è la maggioranza o Berlusconi va a casa.

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29/09/2010 10:42

Re:
paperino73, 29/09/2010 9.43:

Finalmente stasera si vota, e le chiacchiere staranno a zero.
O c'è la maggioranza o Berlusconi va a casa.




Veramente il tuo PdL, dall'inizio della XVI legislatura (in 2 anni e mezzo), ha prodotto solo chiacchiere e demagogia, [SM=x44464]
cosa ti fa illudere che da stasera cambierà nettamente il quadro della situazione? [SM=x44467]


Molto probabilmente il Governo supererà questa prova muscolare contro FLi, otterrà la fiducia grazie anche ai transfughi di ApI, UdC, PD,
ma poi? Come potranno essere gli ultimi 2 anni di questa legislatura?
E tutte le importanti riforme che si erano annunciate in pompa magna?

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29/09/2010 11:02

Re:
paperino73, 29/09/2010 9.43:

Finalmente stasera si vota, e le chiacchiere staranno a zero.
O c'è la maggioranza o Berlusconi va a casa.



[SM=g1741324]

Temo che le chiacchiere non finiranno mai...

Non sarebbe politica altrimenti. [SM=x44452]

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29/09/2010 11:27

Arjuna, 29/09/2010 11.02:


[SM=g1741324]

Temo che le chiacchiere non finiranno mai...

Non sarebbe politica altrimenti. [SM=x44452]




[SM=x44452]

ovvio che le chiacchiere non finiranno.
almeno si chiuderà questo capitolo che è durato fin troppo.

PS - tra l'altro mettendo il voto di fiducia come chiesto da FLI, il governo si è a tutti gli effetti blindato il voto dei finiani; i quali di contro non speravano nient'altro che di essere blindati per non incorrere nel rischio di poter scegliere di votare no.
Alla fine si riparte da dove ci si era lasciati, con la consapevolezza che FLI appoggerà il governo ma avrà voce sui provvedimenti che verranno presi (come appunto era qualche mese fa sul ddl intercettazioni).

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29/09/2010 12:27

Re:
paperino73, 29/09/2010 11.27:




[SM=x44452]

ovvio che le chiacchiere non finiranno.
almeno si chiuderà questo capitolo che è durato fin troppo.

PS - tra l'altro mettendo il voto di fiducia come chiesto da FLI, il governo si è a tutti gli effetti blindato il voto dei finiani; i quali di contro non speravano nient'altro che di essere blindati per non incorrere nel rischio di poter scegliere di votare no.
Alla fine si riparte da dove ci si era lasciati, con la consapevolezza che FLI appoggerà il governo ma avrà voce sui provvedimenti che verranno presi (come appunto era qualche mese fa sul ddl intercettazioni).





Alla fine tutto questo casino è servito a Fini per "evidenziarsi" da Berlusconi.
Evidentemente temeva di finire troppo in ombra, per cui così si è ritagliato un suo posticino a parte.
Potrà dire di non essere un semplice YES-MAN agli ordini di B.

Che poi nei fatti, nella pratica, penso che cambierà molto poco. [SM=x44464]

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29/09/2010 12:40

L'EDITORIALE

Cosa dirà (forse) il Cavaliere

Una difficile via d'uscita

Con le sue divisioni, i suoi personalismi, le sue inettitudini, la maggioranza di destra - tutta quanta, da Bossi a Fini passando per Berlusconi - ha portato il Paese nel più completo marasma politico.
Il guaio è che dopo questo marasma è prevedibile solo un marasma ulteriore: fino al caos. Poniamo infatti che oggi - ma la stessa cosa vale per domani o dopodomani - la Camera dicesse no alla richiesta di fiducia da parte di Berlusconi, e che dunque egli fosse costretto a dimettersi. Che cosa potrebbe fare il Presidente della Repubblica per evitare le elezioni anticipate? I numeri consentono due sole soluzioni possibili: un governo con una risicatissima maggioranza omnibus da Fini a Di Pietro, o, viceversa, un governo di larghissima maggioranza sinistra-destra-centro, magari affidato a un esponente della destra (Tremonti come un Dini reincarnato?). Bene: alzi la mano chi pensa che l'una o l'altra di queste maggioranze possa esprimere un minimo di coerenza programmatica, riesca a varare qualche misura significativa, a durare più di sei mesi. Anche l'idea che in una simile condizione politica si possa approvare una sia pur necessaria, urgente, sacrosanta nuova legge elettorale, sembra una pia illusione. Ce le vedete maggioranze così eterogenee mettersi d'accordo su un progetto di mutua soddisfazione o riuscire a superare l'opposizione e il prevedibile ostruzionismo della parte scontenta?

In ogni caso, dunque, una nuova crisi e questa volta, inevitabilmente, le elezioni anticipate con l'attuale legge elettorale. Chi le vincerebbe? È difficile avere dubbi: alla Camera senz'altro la coalizione Lega-Pdl sotto la guida ancora e sempre di Silvio Berlusconi, che al Senato, invece, quasi sicuramente non avrebbe la maggioranza. Dunque ancora impossibilità di formare un vero governo, un'ancora più grave instabilità: insomma il caos, come dicevo.

È solo questo fatto, è solo l'impossibilità di scorgere alternative realistiche che può portare oggi ad augurarsi che il governo in carica resti al suo posto. In attesa che prima o poi l'opposizione di sinistra riesca in ciò in cui fino ad oggi non è riuscita: costruire un'unità credibile intorno a un leader e a un programma credibili. Cioè, si metta in condizioni di affrontare l'avversario con qualche probabilità di successo.

Fino a quel giorno appare inevitabile, dunque, augurarsi che l'attuale maggioranza regga. Ma essa può farlo, potrà ancora godere di qualche consenso nel Paese, solo se oggi Berlusconi saprà trovare il tono e le parole appropriati. Se saprà dire alcune cose che l'opinione pubblica, in specie quella che non gli è pregiudizievolmente ostile, si attende da lui.

Per prima cosa qualche parola di spiegazione e di autocritica: per la scarsa capacità realizzatrice mostrata finora; per la scelta di circondarsi in troppi casi di persone inadeguate (Scajola, Brancher, Verdini, Cosentino, ecc.); per il clima di scontro esasperato (con la stampa, con la magistratura) che lungi dal sedare egli ha mostrato tanto spesso di alimentare; infine per il clima moralmente un po' troppo disinvolto che è emanato in tutto questo tempo dalle stanze del potere (o più spesso dalle sue camere da letto).

Sappiamo benissimo che non gli sarà facile, che egli non è certo uomo di pentimenti o di mea culpa. Ma è bene si convinca che certe idiosincrasie ce l'hanno pure gli italiani, e che pure i suoi elettori non appaiono più disposti a concedergli a occhi chiusi quell'apertura di credito che gli concessero due anni e mezzo fa. Dopo il tono c'è il merito.

Oggi Berlusconi deve andare dritto al punto. O meglio a pochi punti, in quello che sarebbe bene si presentasse come un vero e proprio programma dei 100 giorni. Non servono discorsi vuotamente «alti e nobili». Non serve il mare di chiacchiere delle grandi promesse. Piuttosto, invece, poche cose da fare: di grande impatto pubblicoma non propagandistiche (l'immondizia napoletana docet), con indicazione rigorosa dei tempi, del finanziamento, delle modalità di tipo tecnico e legislativo per attuarle. L'elenco è fin troppo noto, ha solo l'imbarazzo della scelta. Ricordi comunque che il Paese è stanco di un presidente del Consiglio che ama pensare e parlare in grande ma non riesce nelle cose piccole e medie, per esempio in qualche liberalizzazione di licenze o di ordini professionali o nel sistemare qualche decina di chilometri di autostrade. Sarà capace Berlusconi di stare entro queste coordinate? È lecito avere dei dubbi. Ma alla fine tutto dipenderà da lui.

Ernesto Galli della Loggia
29 settembre 2010

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29/09/2010 14:01

E alla fine dopo il discorso di Berlusconi è arrivata "inevitabile" la dichiarazione di Fini sulla fiducia di FLI.

[SM=x44515]

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29/09/2010 14:34

Ministri? [SM=x44467]


[SM=x44463]





E scoppia l'ilarità in aula quando viene sparato il solito problamo: "finiremo la Salerno ReggioCalabria" [SM=x44522]

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29/09/2010 16:06

La Russa ce l'ha piccolo.

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sottolinea invece che nell'intervento di Berlusconi non c'è nessun riconoscimento della corrente dei finiani: «È esattamente il contrario, esiste un solo gruppo parlamentare e non esistono terze gambe. Neanche in natura esistono persone o animali con tre gambe».




Manifestazioni di solidarietà da tutto il sistema politico italiano ed internazionale.
Progetti di donazione di organi da parte dei leghisti.

Fonte
corriere
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29/09/2010 17:01

in questo forum di uomini che posso testimoniare l'esistenza di persone con tre gambe ce ne sono tanti.
ovviamente per merito delle frequentazioni notturne.

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29/09/2010 17:52

IL DISCORSO DI BERLUSCONI ALLA CAMERA

Sms fiducia, la diretta di Aldo Cazzullo

I messaggini in tempo reale da Montecitorio

ORE 17:41 - Casini: «Se nascono pure le leghe sud è la fine dell'unità nazionale». Purtroppo il rischio è reale.

ORE 17:39 - Casini: «Presidente, io le voglio bene, sono buono come lei...». B sorride sornione.

ORE 17:32 - Casini definisce con sospetta solidarietà F «uomo colpito nei suoi affetti più intimi».

ORE 17:31 - Montecarlo è la grande assente della giornata. Il Pdl non tira fuori la storia della casa neppure in risposta a Bocchino che invoca legalità e nuova etica pubblica.

ORE 17:28 - Bocchino sta esponendo il programma elettorale del nuovo partito finiano.

ORE 17:26 - Di Pietro ha coperto B di improperi. Il premier a malincuore ha chiesto più volte l'intervento di Fini. Il discorso di Bocchino, annunciato come durissimo, appare la quiete dopo la tempesta.

ORE 17:19 - B è caduto nelle provocazioni di Di Pietro.

ORE 17:17 - Ora Di Pietro lo chiama «imputato Berlusconi». B protesta e F lo richiama.

ORE 17:16 - Di Pietro conia il reato di «stupro della democrazia» e lo imputa ovviamente a B. Persino F è costretto a riprenderlo.

ORE 17:14 - Di Pietro ha le vene del collo molto gonfie, gli tremano le mani perché B ride.

ORE 17:01 - I voti sicuri dell'Mpa sono scesi a tre.

ORE 16:58 - Il deputato della Svp chiede garanzie sulla segnaletica alpina.

ORE 16:57 - (Pionati usava il plurale maiestatis: in realtà è l'unico deputato del suo partito).

ORE 16:56 - Pionati: «Presidente, il suo discorso ci ha convinto...».

ORE 16:51 - Polemicamente i deputati Pdl continuano ad applaudire B mentre parla F.

ORE 16:50 - «Ho passato agosto a lavorare come ministro dello sviluppo economico!».

ORE 16:49 - Applauso corale della destra ai 5 transfughi dell'Udc. B finalmente alza la voce: «Ho fatto una sola telefonata a una parlamentare che stava partendo per la Russia e non mi ha risposto, e non l'ho reiterata!».

ORE 16:43 - L'effetto del valium sta svanendo: «Abbiamo fatto la migliore riforma delle pensioni d'Europa!».

ORE 16:41 - Battuta inedita: «Non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani...». Fassino, le cui tasche della giacca sono lunghe come sacchi, grida: «Non è vero!».

ORE 16:37 - «Le famiglie italiane sono in gran parte benestanti...».

ORE 16:37 - B: «Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi...».

ORE 16:14 - Tremaglia faticosamente mormora le ragioni del suo no. B telefona.

ORE 16:13 - La radicale Bernardini imputa a B pure i 27 suicidi nelle carceri.

ORE 16:04 - Il suddetto Verdini spiega che i sondaggi negativi non vanno presi sul serio: «Sì, magari sono arrabbiati con noi, ma non voteranno mai quegli altri».

ORE 16:02 - F invece si apparta con Verdini e ne esce imprevedibilmente vivo e integro.

ORE 15:55 - L'on. Angelucci, editore di Libero, controcorrente: «Le elezioni non ci saranno perché non convengono a nessuno». I sondaggi che ha in mano B devono essere davvero disastrosi.

ORE 15:52 - Molto in vista Mariarosaria Rossi, l'anfitriona delle feste estive nella villa di Tor Crescenza, delegata durante il discorso di B a chiamare l'applauso.

ORE 15:37 - Follini su B: «Pare che gli abbiano dato 50 gocce di valium. Vediamo se per la replica del pomeriggio gli sarà passato l'effetto».

ORE 15:35 - Chiarito l'arcano: il «dura minga» è di Bossi.

ORE 15:14 - Ricevo una mail firmata Bruce Chatwin: sono, o dicono di essere, i deputati Mpa che fanno sapere con tono da cospiratori che voteranno la fiducia. «Ci perdoni l'incognito ma dobbiamo essere prudenti»

ORE 14:51 - Fini fa sapere informalmente che il processo che porta al partito è di fatto avviato ma questo non implica affatto le sue dimissioni da presidente della Camera, anzi.

ORE 14:49 - Tremaglia dice che lui la fiducia a B non la vota manco morto.

ORE 14:37 - È ufficiale: la voce che girava è falsa. Tremonti, entrando in aula, non ha detto: «Dura minga».

ORE 14:14 - La Bindi presiede l'aula e annuncia una «risoluzione Bocconi». Voleva dire Bocchino ma non riesce a pronunciare il vocabolo.

ORE 14:02 - Fini è ancora riunito con i suoi. Potrebbe annunciare già oggi o domani il nuovo partito. Lascerebbe così la presidenza della Camera per guidare i futuristi e tenerli insieme.

ORE 13:55 - Calearo struggente: «Se non vado a destra è solo per Veltroni».

ORE 13:52 - L'on. Melchiorre, la deputata più sexy secondo gli autotrasportatori, che se ne intendono, demolisce il discorso di B: «Libro dei sogni, programma elettorale...». Non deve aver avuto il posto da sottosegretaria.

ORE 13:42 - Lupi controbatte con Nietzsche, purtroppo in italiano.

ORE 13:37 - Il biondo Castagnetti scatenato: «Bossi ha offeso non solo i romani ma pure noi reggiani, pure noi abbiamo nello stemma SPQR!».

ORE 13:33 - Il biondo Castagnetti rimisura l'appartamento di Montecarlo in 60 metri quadri.

ORE 13:30 - Qualche peone preso dall'entusiasmo tenta pure di baciare B sulle guance ma lui evita sconcertandolo con una serie di finte di corpo.

ORE 13:27 - Casini dopo aver demolito il discorso di B, lo va a omaggiare pubblicamente.

ORE 13:23 - B si sta assopendo.

ORE 13:21 - Pezzotta si inginocchia devoto: «Il cardinale Bagnasco, che è persona mite, mansueta, buona...».

ORE 13:18 - Adornato infierisce: «Il suo programma è come la Salerno-Reggio Calabria».

ORE 13:14 - Deborah Bergamini lascia a B una lettera, forse una supplica. Al fianco del premier, defilatisi Tremonti e Bossi, sono rimaste Prestigiacomo e Carfagna, la bionda e la bruna.

ORE 13:11 - Leoluca Orlando parte subito forte citando Goethe in tedesco con forte accento palermitano.

ORE 13:10 - La Lanzillotta dà a B dell'ipocrita ma B le dà le spalle e riceve i peones che sfilano a congratularsi.

ORE 13:07 - Giuliano Cazzola del Pdl ha fatto, senza ironia, un intervento di alto livello, dall'economia al diritto del lavoro. Forse per questo non l'ha ascoltato nessuno.

ORE 13:02 - La voce è che, entrando in aula, Tremonti abbia mormorato: «Dura minga...».

ORE 12:56 - Professor Tremonti che impressione ha avuto? «Io non parlo mai in Transatlantico».

ORE 12:54 - Alla vigilia si temeva un altro scontro a distanza ravvicinata tra F e B. I due si sono completamente ignorati.

ORE 12:50 - Per il Pd parla la Bindi: «Vi critica persino la Chiesa...».

ORE 12:43 - Calearo ancora indeciso: «Voglio vedere cosa dice il Pd». I colleghi lo apostrofano duramente: «Cosa vuoi che dica il Pd?».

ORE 12:39 - La Lega non fa parlare il capogruppo ma Caparini che non delude mai: «Noi siamo nella scia di Cattaneo, Gobetti, don Sturzo, Einaudi..».

ORE 12:35 - Santanché: «Oggi andrà bene. Purtroppo da domani si ricomincia».

ORE 12:34 - D'Alema: «All'estero chi ci vuol bene di Berlusconi ride. Figuratevi gli altri».

ORE 12:24 - Casini: «Pareva il primo giorno di scuola. Qualcuno gli dica che i fondi per la Salerno-Reggio Calabria che lui dà per finita li hanno bocciati in commissione proprio stamattina».

ORE 12:19 - Scettici i finiani. Bocchino: discorso di inizio legislatura. Granata: comizio.

ORE 12:17 - Tremonti si apparta con Vendola. Ricorre più volte la parola Veltroni.

ORE 12:11 - Brunetta: «Discorso alto».

ORE 12:11 - Rotondi vive il discorso di B come una vittoria personale: «Democristiano, democristianissimo».

ORE 12:05 - Piccola folla di deputati Pdl fuori dalla stanza del presidente del consiglio a Montecitorio, in attesa dietro la porta chiusa per congratularsi.

ORE 12:00 - Fa cenno che preferisce non stringere mani. Però si alza e accenna un inchino al pubblico come a teatro.

ORE 11:58 - Fini manda sms. B lancia un appello generico a tutti i deputati che hanno la stessa visione della vita (e sono cinque) e della famiglia.

ORE 11:56 - Nessun riconoscimento ai finiani. Solo un invito, senza nominarli: «Fate uno sforzo». Loro non applaudono mai, come fossero ormai un partito d'opposizione.

ORE 11.54 - In tribuna Bruno Vespa prende appunti.

ORE 11:52 - Ora rivendica la vitalità del Pdl. Bocchino e Menia parlottano e chiudono mandandosi a quel paese.

ORE 11:50 - «La mia stessa indole personale mi porta a cercare l'intesa...». Finalmente risuona in aula la parola proibita: Montecarlo!

ORE 11:47 - «Un paese in cui l'unica materia prima sono i nostri giovani».

ORE 11:46 - Tremonti annuisce quando B cita la sua formula magica per la rivoluzione liberale attesa da 16 anni: «Tutto quel che non è vietato è consentito».

ORE 11:43 - D'Alema fa origami. La Madia lo guarda incantata.

ORE 11:41 - Bonaiuti ha sotto mano il testo e lo rilegge a fior di labbra all'unisono con B.

ORE 11:40 - Anche la Battipaglia-Reggio avanza.

ORE 11:39 - «Entro dicembre pronto il progetto del Ponte sullo Stretto!». Boato.

ORE 11:38 - Sul «completamento della Salerno-Reggio Calabria» la risata è generale. B; «Va be', ci sono lavori in corso...»

ORE 11:38 - Sull'«aumento della sicurezza percepita» Enrico Letta e la Bindi scoppiano a ridere .

ORE 11:37 - F si appalesa richiamando Furio Colombo alla calma.

ORE 11:36 - «Una grande squadra che si chiama finalmente Stato!». Tutti in piedi anche i leghisti. Restano seduti solo i finiani.

ORE 11:34 - Sulla lotta alla mafia grida inevitabili: «Dell'Utri!».

ORE 11:33 - Più soldi per la giustizia e per le carceri. Nessun accenno al processo breve ma un vago richiamo alla «ragionevole durata».

ORE 11:31 - Stefania Craxi entusiasta del passaggio sull'uso politico della giustizia.

ORE 11:30 - Due Csm, separazione delle carriere, responsabilità dei magistrati: finalmente si scatena l'entusiasmo da destra.

ORE 11:29 - È la quarta volta che B cita la difesa della vita. Il Papa non avrà divisioni ma qualche voto sì, e pure qualche parlamentare.

ORE 11:28 - Casini non applaude neppure quando B indica l'obiettivo del quoziente familiare, da lui richiesto. Tremonti, che non lo vuole, a braccia conserte. Bossi applaude battendo la mano destra sul tavolo

ORE 11:20 - B rivendica ora di essersi battuto per i diritti delle donne. Si ode un sibilo da sinistra:«E delle veline!».

ORE 11:19 - Sull' «Italia che finalmente svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale» primi brusii indignati da sinistra. B imperterrito ripete di aver fatto fare la pace a russi e americani.

ORE: 11:14 - I deputati leghisti ostentano sui banchi La Padania di oggi dal sobrio titolo, tipo poliziesco anni 70: «Il Nord si incazza».

ORE 11:11 - Finalmente un attacco, a Di Pietro - non nominato -: «Il linguaggio di odio genera eversione». Applausi anche da sinistra per l'elogio dei militari e del trentesimo caduto in Afghanistan.

ORE 11:08 - Attacco alato. Stile sobrio. Evocazione di Napolitano. E pure l'attesa citazione di Veltroni che citava Calamandrei. Pare un docente emerito di diritto costituzionale.

ORE 11.04 - Bossi, ovviamente, accanto a Tremonti. Il Senatur è particolarmente temuto dalle deputate per il vizietto, ovviamente involontario, della mano morta. L'altro giorno è toccato alla Meloni che ha reagito con una gomitata d'istinto.

ORE 11:01 - Fini (d'ora in poi: F) vince la gara su chi arriva in aula per ultimo. Con Berlusconi (d'ora in poi: B) si ignorano completamente.

ORE 11:00 - Tremonti ha occupato il posto alla sinistra di Berlusconi.

ORE 10:59 - Antonio Martino: «Ho consigliato a Berlusconi di individuare un punto forte e, se gli altri non lo seguono, dimettersi. Come il generale de Gaulle». Vasto programma.

ORE 10:52 - Anticipazioni del discorso: Berlusconi evocherà lo spirito del suo insediamento di due anni fa e riconoscerà i meriti sul bipolarismo di Veltroni. Per Veltroni, quasi un colpo di grazia.

ORE 10:32 - Gran viavai di cani a Montecitorio. Insieme con il discorso di Berlusconi e il voto di fiducia, si tiene a Palazzo il 90 anniversario dell'associazione ciechi, guidati da mansueti cani lupo e labrador. Non saranno certo loro i peggiori in campo oggi.

 


Fonte: Corriere della Sera - 29 settembre 2010

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29/09/2010 18:01

ORE 18:02 - B scuote la testa pare sinceramente amareggiato. Tripudio dei suoi per Bersani.

ORE 18:00 - Bersani, che oggi festeggia come B il compleanno: «Mo vuoi venire con me a Napoli? Mo vogliamo andare insieme all'Aquila?». Da destra una deputata bionda: «Bersani, ma vaff...».

ORE 17:57 - Bersani sempre più identico al comico Ferrini, il romagnolo di Quelli della notte che vendeva i pedalò in unione sovietica: «Noi c'abbiamo una proposta...».

ORE 17:51 - In realtà il vero obiettivo dell'intervento scomposto di Di Pietro era Fini, costretto a difendere B.

ORE 17:49 - B e' esausto. Non faceva un giorno alla Camera dal maggio 2008. Recita una parte che detesta.

www.corriere.it/politica/10_settembre_29/sms-cazzullo-fiducia_b3816046-cb9a-11df-a93d-00144f02aa...

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29/09/2010 18:46

Mi raccomando etrusco raggruppa pure tutti i thread, che con l'affollamento assurdo del forum viceversa non ci si capisce più niente [SM=x44462]
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29/09/2010 19:20

ORE 18:48 - Calearo alla fine si astiene «per amore di Veltroni». Lusetti calcola ora 310 sì più 33 finiani.

ORE 18:34 - Impazza il totovoto. Lusetti prevede 346 sì di cui 33 finiani (Tremaglia vota no,  F si astiene, in dubbio Barbareschi).
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29/09/2010 19:26

Fiducia:
ORE 19:30 - Verdetto finale: 309 sì + 33 finiani;
275 no, tra cui Granata, Tremaglia, Barbareschi;
3 astenuti, tra cui Fini;
10 assenti.
Lusetti aveva sbagliato la sua previsione di 1.

PS la soglia dei 316 YesMen non è stata raggiunta nemmeno con i transfughi dei vari gruppi parlamentari (gruppo misto, UDC, MPA, etc.),
quindi d'ora in poi i finiani avranno un peso sempre più determinante.
[Modificato da Etrusco 29/09/2010 19:50]
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30/09/2010 09:18

Di Pietro: "il Premier stupra la Democrazia." Bossi: "la strada ora è stretta."

Il governo incassa la fiducia: 342 sì
Ma i finiani risultano determinanti

Berlusconi nelle repliche attacca Pd e Udc: mi aspettavo di più da voi. Bersani: «Adesso basta traccheggiare»

Berlusconi chiede a Fini di intervenire   sulle parole di Di Pietro
Berlusconi chiede a Fini di intervenire sulle parole di Di Pietro
ROMA - La Camera ha dato la fiducia al governo Berlusconi: su 620 presenti, i sì sono stati 342, i no 275. L'esito era scontato dopo l'annuncio dei finiani del proprio sostegno all'esecutivo. Ma il dato evidente è che tolta la pattuglia finiana e l'Mpa di Raffaele Lombardo l'esecutivo non raggiunge i 316 voti che garantiscono la maggioranza assoluta. Secondo i primi calcoli, alla luce del voto a Montecitorio la maggioranza senza i finiani e gli autonomisti siciliani non andrebbe oltre i 303 deputati.

BOSSI E LE URNE - «I numeri sono limitati. La strada è stretta - ha commentato a caldo il leader della Lega, Umberto Bossi, che in più occasioni aveva fatto sapere di non essere contrario ad un ritorno alle urne -. Nella vita è meglio prendere la strada maestra e la strada maestra è il voto. Berlusconi non l'ha voluto e ora siamo a questo punto». Anche perché i finiani hanno subito rivendicato il proprio peso nell'esito della votazione a Montecitorio: «Il presidente del Consiglio ha dovuto prendere atto in aula che il gruppo di Futuro e Libertá c'è, si è conquistato il suo spazio e ha creato un'intesa politica e programmatica con l'Mpa di Raffaele Lombardo - ha sottolineato Carmelo Briguglio -, essenziale per l'esistenza stessa della maggioranza di governo. Il risultato del voto ha detto agli italiani che senza Futuro e Libertá non ci sarebbe più questo governo».

L'AFFONDO DI DI PIETRO - Il voto è arrivato alla fine di una giornata concitata, iniziata con l'intervento del premier Berlusconi in aula per la presentazione dei cinque punti su cui si orienterà la nuova azione del governo e conclusa in un crescendo di tensione. I toni tranquilli del mattino, con un Cavaliere apparso a tratti acconsiscendente nei confronti della minoranza e per certi versi anche istituzionale, hanno lasciato il posto nel pomeriggio allo scontro duro tra maggioranza e opposizione. Le scintille sono scoppiate al momento delle dichiarazioni di voto. Quella di Antonio Di Pietro, in particolare, che ha preso di petto il capo del governo accusandolo di usare le istituzioni «per fasi gli affari suoi», di essere un piduista, di avere piegato la giustizia alle sue esigenze personali, di essere un «pregiudicato illusionista» e uno «stupratore della democrazia» che «dopo lo stupro si è fatto una ventina di leggi per restare impunito». Diversi deputati del Pdl sono usciti dall'aula all'intervento dell'ex pm. Lo stesso Berlusconi ha protestato e il presidente dell'assemblea, Gianfranco Fini, ha più volte richiamato il leader dell'Idv ad utilizzare toni più consoni al Parlamento.

Anche il centrista Bruno Tabacci aveva attaccato la posizione di Berlusconi sulla giustizia, accusandolo di «galleggiare» su Tangentopoli. «Lei - ha detto - nel suo discorso ha criticato l'uso politico della giustizia da 16 anni. Ma perchè ha parlato di 16 anni? Perchè parte dal 1994? E Tangentopoli? Non la nomina perchè lei ha galleggiato su Tangentopoli. Lei è lì grazie a Tangentopoli. Per questo non è credibile neanche sulla questione dei rapporti tra giustizia e politica».

«NON PUNIRE LA MAGISTRATURA» - Italo Bocchino, a nome di Futuro e Libertà, ha ribadito il sostegno dei finiani al governo, ma ha sottolineato la nascita dell'asse con l'Mpa evidenziando la mancanza di autosufficienza di Pdl , Lega e cespugli vari. Ha poi richiamato la necessità di un ritorno alla «legalità» e ha detto che il suo gruppo è propenso «a una riforma della giustizia, ma non saremo mai favorevoli a una riforma punitiva nei confronti della magistratura, che per noi è il baluardo per garantire la giustizia».

«BASTA TRACCHEGGIARE» - Estremamente critico il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo cui «nelle parole di Berlusconi manca l'Italia, il paese vero». «Per la prima volta - ha sottolineato - ci stiamo staccando dal gruppo di testa dei paesi Ue». «Non potete più traccheggiare - ha detto il leader del centrosinistra -. Avete governato per 7 degli ultimi 10 anni, possibile che sia sempre colpa del nemico? Quanto volete stare al governo prima di ammettere i vostri errori?». E ancora: «Non venite a parlare di paura delle elezioni d parte nostra: siete voi che ve le siete rimesse in tasca. Qui si chiude una pagina vecchia di politica, quella nuova la iniziamo noi». L'intervento di Bersani si conclude ricordando il fallimento del governo sui rifiuti di Napoli e nella ricostruzione dell'Aquila.

«Le elezioni dopo quelle del 2006 sono state rifatte nel 2008 perchè voi del centrosinistra sieti implosi ed esplosi e ci avete lasciato in ereditá l'emergenza rifiuti a Napoli - ha replicato il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto -. Non potete farci nessuna lezione. Il centrosinistra non è un'alternativa, ma spera solo di approfittare delle divisioni interne a noi. E questo serva a tutti da lezione». Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega, ha invece ricordato che i bossiani non sono mai venuti meno all'impegno di fedeltà alla maggioranza. Ha ricordato l'importanza del federalismo e ha evidenziato il «problema dei problemi». Ovvero «il mancato sviluppo del Sud» in quanto «cento anni di politiche sbagliate gravano su noi, sulle nostre famiglie e aziende. La prima condizione per lo sviluppo del Sud è la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. E questo governo la fa».

LE CRITICHE A PD E UDC - Il premier Silvio Berlusconi aveva criticato le opposizioni e si era rivolto esplicitamente al Pd e all'Udc. «Nessuno della nostra maggioranza verrà meno all'impegno d'onore assunto con gli elettori al momento del voto, mi aspettavo ancora qualcosa di più dall'opposizione», ha spiegato il premier. «Un grande partito di centro come l'Udc e un grande partito democratico come il Pd hanno il dovere politico-morale di dare una risposta all'altezza della gravità -ha aggiunto Berlusconi-. Se non lo faranno si limiteranno agli slogan, ai sarcasmi, ai tatticismi. Se faranno prevalere la tattica sulla responsabilità nazionale, verranno meno al grande grande compito di una opposizione democratica». Aveva poi respinto le accuse di avere fatto compravendita di deputati e spiegato che se altri deputati - e un riferimento diretto lo ha fatto agli ex Udc - decideranno di aggiungersi alla maggioranza lo faranno senza avere in cambio nulla, né sottosegretariati né altro. Il leader centrista Pier Ferdinando Casini ha commentato con ironia il riferimento ai fuoriusciti dell'UDC: «Lei ci ha parlato di una scissione dell'Udc. E io che pensavo che fossimo qui a discutere di una scissione nel PdL certificata dalla fuoriuscita di 35 deputati e 10 senatori che hanno dato vita ad un nuovo gruppo. In ogni caso, ha fatto notare Casini, c'è un fallimento dovuto al «bipolarismo malato» e non è un caso che «siete lontani dalla maggioranza di 316 deputati».

 

 

 

Fonte: Corriere della Sera - Redazione online - 29 settembre 2010

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30/09/2010 09:25

Bene, adesso, per completare l'esegesi della situazione,
non ci rimane che aspettare che qualche volenteroso non ci riporti la sintesi delle visioni "peculiari" del Foglio e/o di Legno Storto... [SM=x44513]

PS e qual è "la domanda da farsi"?
Elezioni il 27 marzo/aprile 2010? [SM=x44452]
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30/09/2010 09:30

Alla fine Berlusconi esce sulla carta più forte di prima: 342 voti per la fiducia (a cui aggiungere i due no di Granata e Tremaglia, FLI, che però rientreranno nella linea del loro gruppo e le due astensioni dal gruppo misto) contro i 335 avuti nel 2008.
Ma la vittoria è parziale, l'autosufficienza dal gruppo di finiani non è stata raggiunta, il resto della legislatura dovrà tenere conto che su molti temi - soprattutto giustizia - si dovrà trattare con FLI.

Non a caso Bossi è tornato ad invocare il voto, consapevole della sua affermazione personale (e della Lega), timoroso più che altro di perdere forza sulla strada del federalismo.

Fini è quello che ne esce meglio: appoggio al governo - e guai a chi dice che è un traditore - e numeri che gli danno forza in sede di trattativa. Il che è un bene, ma bisogna vedere quanto dura.

Casini e Rutelli dopo aver provato a ritagliarsi un po' di spazio al sole, si ritirano in attesa di tempi migliori per il terzo polo.

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30/09/2010 10:21

Etrusco, 30/09/2010 9.25:

Bene, adesso, per completare l'esegesi della situazione, non ci rimane che aspettare che qualche volenteroso non ci riporti la sintesi delle visioni "peculiari" del Foglio e/o di Legno Storto... [SM=x44513]



Oppure di quelle "imparziali" di Repubblica? [SM=x44452]



Come previsto il governo è rimasto al suo posto, ma adesso Fini conta nettamente più di prima.

Ed adesso vedremo come si procederà.

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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