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Moratti jr nei guai per abusivismo: 4 capannoni diventano loft stile Batman

Ultimo Aggiornamento: 06/03/2011 00:52
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06/03/2011 00:34

Moratti jr, una villa in stile Batman
condonata grazie al Pgt del Comune

La vicenda del figlio del sindaco di Milano è riportata sul prossimo numero dell'Espresso. Sala fitness, piscina, bagno turco, Una botola motorizzata conduce all'interno di un poligono sotterraneo

Quando gli ispettori del Comune di Milano sono andati a fare un controllo lo scorso settembre, hanno trovato solo uno showroom "per abbigliamento monomarca". Nessuna traccia di quella casa di lusso in "stile Batman" descritta dall'architetto che ha seguito i lavori e che poi, per farsi pagare l'ultima rata della parcella, ha portato il caso in tribunale. Tutto fatto sparire, sempre secondo il progettista, "da strutture di cartongesso" realizzate ad hoc. Ma quel loft in zona Certosa non è un indirizzo qualunque. Perché a fare la maxi-ristrutturazione di quei 400 metri quadrati con vincolo industriale è stato Gabriele Moratti, figlio del sindaco. E perché la vicenda, adesso, si trasforma in una nuova bufera politica che coinvolge anche il Pgt, il nuovo Piano di governo del territorio.

L'edificio ristrutturato da Moratti junior

Era lo scorso luglio, quando il caso dell'immobile del figlio del sindaco venne sollevato in consiglio comunale. L'aula era in pieno scontro urbanistico per il Piano di governo del territorio e Letizia Moratti, seduta tra i banchi della giunta, si limitò ad ascoltare. Non una parola. Adesso che il Piano aspetta soltanto di diventare legge, l'Espresso riapre la vicenda. E, questa volta, tira in ballo il documento: sarebbe manna per quanti, come Moratti jr, sono in possesso di spazi industriali che potrebbero diventare residenziali senza bisogno di iter amministrativi complessi.

"Non vorremmo fosse una sanatoria generale", accusa il centrosinistra. L'assessore Carlo Masseroli nega gli attacchi: "Il Pgt non è un condono per nessuno e non agisce in funzione del nome del proprietario". Letizia Moratti, al suo fianco, annuisce: "Concordo con l'assessore". Ma l'opposizione chiede chiarezza: "Le gravissime ipotesi vanno spiegate. Se le indiscrezioni dell'Espresso saranno confermate, Letizia Moratti farebbe bene a non candidarsi", accusa il capogruppo del Pd a Palazzo Marino, Pierfrancesco Majorino.

I fatti risalgono all'agosto del 2009. Moratti jr chiede "la fusione" di quattro unità in via Ajraghi 30 "e la modifica di spazi interni" con recupero di cantine. Sono laboratori industriali inseriti in un complesso in cui, però, sono decine i loft. Al Comune vengono pagati oneri minimi: poco più di 6mila euro. Non ci sono richieste per cambiare la destinazione d'uso. Almeno fino a un anno dopo (in commerciale, però), quando il caso è già esploso sulla stampa. I lavori sono quasi ultimati quando il gruppo Hilite Brera 30, che si occupa di interni di lusso, per farsi pagare parte del compenso porta tutto in tribunale. Per i legali della famiglia Moratti la ditta "ha lavorato male". Il problema, però, è un altro.

Quella ristrutturazione che scopo aveva? L'Espresso ricostruisce la vicenda citando anche la descrizione che l'architetto, Gian Matteo Pavanello, fa nel libro Le case della libertà (Aliberti editore). Quella doveva essere una casa da sogno in stile Batman con tanto di sala fitness "con vasca idromassaggio, bagno turco, piscina salata, immense camere da letto, botola motorizzata" che porta in un bunker sotterraneo "con poligono di tiro". L'architetto soprattutto sostiene: "Il giovane ci ha pure abitato e fatto feste".

Moratti jr non ha ufficialmente lì la residenza. Ad agosto 2010, pagando 102mila euro di oneri urbanistici, l'immobile diventa "commerciale". Anche la visita degli uffici comunali (la seconda: la prima volta non c'era nessuno ad aprire la porta) non ha rivelato tracce di abitazione (fatte sparire, denuncia Pavanello, da un intervento tampone) e lavori ancora parzialmente in corso. Gli ispettori di Palazzo Marino hanno visitato anche altri indirizzi: chi non ha permesso l'ispezione è stato segnalato all'autorità giudiziaria. Il caso coinvolge anche il Pgt. Che crea "indifferenze funzionali" in città: si potrà chiedere la trasformazione da qualsiasi destinazione a un'altra. Finora, per passare da spazi industriali ad abitazioni bisognava presentare una variante che doveva approvare anche il consiglio comunale.

Quando il Piano sarà in vigore, in zone come quella di via Ajraghi, definite 'Ambiti di rinnovamento urbano', cadranno molti vincoli. Basterà una semplice domanda al Comune "ma sempre pagando gli oneri dovuti e dimostrando che sono state fatte le bonifiche necessarie", assicura Masseroli. Tutto sarà "più semplice e flessibile". L'assessore lo rivendica: "Le regole sono le stesse per tutta la città e non sono fatte a seconda dei nomi. L'eccesso di burocrazia è il terreno di coltura migliore per chi non vuole rispettare le norme. Ma il Pgt non è un condono, né è retroattivo. Se una persona, chiunque sia, ha commesso reati nel passato, pagherà". La possibilità, naturalmente, non vale solo per le case di via Ajraghi. Di loft ricavati in ex fabbriche ne sono spuntati centinaia. Per il consigliere comunale pd Aldo Ugliano, altri 28 edifici - da via Savona a via Mecenate - "sono stati trasformati illegittimamente da spazi industriali a residenze nel silenzio dell'amministrazione. E il Comune ci ha perso almeno 15 milioni di euro".

Fonte: Repubblica

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06/03/2011 00:50

Moratti jr indagato, perquisita la casa
per il loft ristrutturato in stile Batman

Militari a caccia di documenti nell'abitazione del figlio del sindaco di Milano, finito sotto inchiesta per violazione edilizia: il capannone è stato trasformato senza aver ottenuto i permessi comunali

Ad aprire la porta alla guardia di finanzia è stato lui: Gabriele Moratti. Perché adesso, per capire se quei 447 metri quadrati ristrutturati in un ex complesso industriale alla periferia Nord-Ovest di Milano siano davvero una casa di lusso in stile Batman costruita senza permessi, in via Ajraghi sono arrivate le Fiamme gialle. Un sopralluogo disposto dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che avrebbe iscritto il figlio del sindaco Letizia Moratti e del petroliere Gianmarco nel registro degli indagati per violazione in materia edilizia.

L'edificio ristrutturato da Moratti junior

Ad aprire la porta alla guardia di finanzia è stato lui: Gabriele Moratti. Perché adesso, per capire se quei 447 metri quadrati ristrutturati in un ex complesso industriale alla periferia nord-ovest di Milano siano davvero una casa di lusso in stile Batman costruita senza permessi, in via Ajraghi sono arrivate le Fiamme gialle. Un sopralluogo disposto dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che avrebbe iscritto il figlio del sindaco Letizia Moratti e del petroliere Gianmarco nel registro degli indagati per violazione in materia edilizia.

IL PERSONAGGIO Il rampollo che fece a pugni con Irvine

Ed è varcando il portone che i finanzieri avrebbero realmente trovato tutte quelle meraviglie descritte dall'architetto esperto di domotica che ha seguito il cantiere e che, nei mesi scorsi, ha portato in tribunale la vicenda accusando Moratti junior di non aver pagato l'ultima rata della sua parcella: dopo l'ingresso si sarebbero davvero materializzate una piscina con tanto di ponte levatoio per accedere a una zona giorno, cucina, bagni, ma anche quella botola automatizzata che porta nei sotterranei. Fino a un ring da boxe e a un poligono di tiro, in parte smantellati.

Il caso, fatto riesplodere dall'Espresso, si abbatte su una Milano già sconquassata da Affittopoli e in piena campagna elettorale. Ed è proprio a Letizia Moratti, che il centrosinistra milanese, ora chiede chiarezza: "Se queste ipotesi fossero vere il sindaco non potrebbe ricandidarsi". Il magistrato che ha aperto l'indagine è anche il titolare dell'inchiesta sulle case affittate a prezzi low cost del Pio Albergo Trivulzio. Al centro dell'attenzione di Robledo c'è un immobile di proprietà del 32enne rampollo di casa Moratti che, comunque, non dichiara lì la propria residenza: quattro laboratori con vincolo di destinazione industriale che, nell'agosto del 2009, vengono "accorpati". Minimi gli oneri pagati: poco più di 6mila euro. Allora non viene richiesto nessun cambio di destinazione d'uso.

I lavori vanno avanti, ma un anno dopo arriva la grana. Il gruppo Hilite Brera 30 lamenta di non aver ricevuto un pagamento e porta la vicenda in tribunale. Il titolare, Gian Matteo Pavanello, ottiene anche un decreto ingiuntivo per 127mila euro. Ed è l'architetto che ieri, dopo essere stato convocato in procura come testimone, ha seguito i militari nel sopralluogo. Sono stati fatti rilevi e scattate foto. In via Ajraghi, dopo una lunga attesa, è arrivato Gabriele Moratti, che era accompagnato dai suoi avvocati.

Tornando alla storia: è soltanto quando diventa pubblica, la scorsa estate, che i proprietari chiedono di trasformare quell'immobile in commerciale pagando oltre 100mila euro di oneri urbanistici. È questo, uno show room, che il direttore dei lavori e l'architetto di fiducia di Moratti junior descrivono agli impiegati comunali che vanno a fare un sopralluogo. È il settembre 2010 e i tecnici di Palazzo Marino non trovano irregolarità lampanti. Nessuna casa, soprattutto. All'Espresso l'architetto Pavanello ha raccontato che sarebbe stata celata dietro "pareti di cartongesso" costruite ad hoc. Eppure, la piscina, la botola, il ring e il poligono di tiro sarebbero riapparse.

Fonte: Repubblica

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