La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l'omicidio volontario con dolo eventuale
16 aprile, 15:38
Amici e familiari durante la lettura della sentenza
TORINO - La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l'omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo alla Thyssenkrupp.
L'amministratore delegato dell'azienda, Herald Espenhahn, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione.
Gli altri cinque dirigenti del processo per il rogo alla Thyssenkrupp sono stati condannati dalla Corte di Assise di Torino per cooperazione in omicidio colposo. La pena è di 13 anni e mezzo per Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri; a dieci anni e dieci mesi di reclusione è stato condannato Daniele Moroni.
Alla lettura del dispositivo, che è tuttora in corso, un parente delle vittime ha avuto un leggero malore; portato fuori dall'aula, è stato soccorso dagli operatori della Croce Verde e del 118.
AZIENDA CONDANNATA A SANZIONE DI UN MLN DI EURO - Un milione di euro di sanzione pecuniaria, l'esclusione da contributi e sovvenzioni pubbliche per sei mesi, il divieto di farsi pubblicità per sei mesi: sono le pene cui è stata condannata la Thyssenkrupp alla fine del processo di Torino. La multinazionale dell'acciaio è stata chiamata in causa come persona giuridica. La sentenza, per ordine dei giudici, dovrà essere pubblicata su una serie di quotidiani e affissa nel Comune di Terni, dove c'è la principale sede italiana del gruppo.
RISARCIMENTI PER MLN EURO A PARTI CIVILI - Risarcimenti nell'ordine complessivo di svariati milioni di euro sono stati riconosciuti dalla Corte di Assise di Torino alle parti civili del processo Thyssenkrupp. Gli indennizzi sono andati alla Regione Piemonte (973 mila euro), alla Provincia di Torino (500 mila), al Comune (un milione più il diritto a fare una causa civile supplementare), ai sindacati Fim, Fiom, Uilm, Flm-Cub, all'associazione Medicina Democratica, e alle decine di ex colleghi delle vittime che lavoravano nello stabilimento di Torino.
SACCONI, TRAGEDIA IMPONE PREVENZIONE PIU' DIFFUSA Abbiamo leggi adeguate anche nei casi di violazioni piu' gravi, la prevenzione resta la via maestra. Cosi' il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi sulla sentenza sul rogo alla Thyssen. 'Una tragedia - dice al Tg5 - che impone soprattutto una piu' diffusa prevenzione, perche' anche le sentenze piu' rigorose non possono compensare la perdita di vite umane e il grande dolore che ha prodotto'. Nessun commento dal giudice a latere, la quale avvicinata all' indomani della sentenza dice solo che 'e' stato molto doloroso'. Il portavoce del gruppo Thyssenkrupp spiega di non aver ancora ricevuto il testo della sentenza, che ieri l'azienda aveva definito 'incomprensibile e inspiegabile'.
CAMUSSO, SU SICUREZZA LAVORO GOVERNO FU INFELICE - La sentenza di condanna dei vertici della Thyssen, arrivata ieri, riguardo l'incendio che provocò la morte di sette operai "sul versante politico ha un significato che rende giustizia rispetto a una lunga discussione, quando si volevano abbassare le protezioni, con sanzioni non particolarmente pesanti.
Ricordo frasi molto infelici del governo". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, facendo ingresso all'assemblea nazionale dei delegati del sindacato di Corso d'Italia. Per la leader della Cgil la sentenza deve "far riflettere su come non si scherza con la vita delle persone". E, ha aggiunto, viene sottolineato come "la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere considerato un investimento e non un costo". Camusso ha evidenziato come si tratti di una "sentenza diversa, la vera differenza è rispetto alle altre sta nella connessione con il concetto di colpa, che si traduce tecnicamente nel dolo, ovvero in un comportamento che ha determinato il fatto e non semplicemente in un'assenza di prevenzione". Ecco perché è una, ha spiegato, "sentenza importante, su di una vicenda che è stata un esempio di cosa si può determinare in una azienda in fase di dismissione quando si decide di non investire più".
PARENTI, FATTA GIUSTIZIA MA NON RIAVREMO NOSTRI CARI - E' stata fatta giustizia, ma non riavremo i nostri cari: parenti delle vittime del rogo della Thyssenkrupp usano tutti le stesse parole. Si stringono in abbracci, qualcuno piange, qualcuno applaude, qualcun altro resta immobile, quasi impassibile ad ascoltare il lunghissimo dispositivo: è la fine di un calvario durato decine di mesi. Nessuno gioisce, non trapela, se non pallida, neanche la soddisfazione di una sentenza che hanno atteso udienza dopo udienza. "E' andata bene - dice Grazia, la mamma di Rosario Rodinò - e ringrazio il dottor Guariniello per il lavoro fatto, è stato bravissimo. Speravo in questa sentenza, ma non me la aspettavo. Adesso cercherò di andare avanti: mio figlio non lo riavrò più, ma gli avevo promesso giustizia e ho fatto di tutto perché fosse così". "Forse - aggiunge - è stata scritta una pagina di storia, ma non riesco a pensare ad altro che a mio figlio. Questa condanna per loro - ha detto riferendosi agli imputati - è ancora poco, dato che loro sono ancora vivi e mio figlio è in un buco. Adesso ho ancora la speranza nella giustizia di Dio". "E' stata una condanna esemplare - ha aggiunto Isa Pisano, madre di Roberto Scola - che abbiamo atteso per tanto tempo. Purtroppo, il nostro dolore non finirà mai. Al dottor Guariniello dico grazie mille volte". Tra i pochi a rimanere impassibili alla lettura della sentenza, indossando una maglietta nera che chiede "condanne esemplari" nei confronti degli imputati è stato Antonino Santino, padre di Bruno. "Se le pene fossero state più severe - ha detto - sarebbe stato ancora meglio. E' stata fatta una buona parte di giustizia, ma non ancora tutta. Per me sarebbe stata più appropriata una condanna all'ergastolo. Il dottor Guariniello è stato bravissimo, gli abbiamo stretto più volte la mano, lo faremo ancora, per dirgli il nostro grazie".
SOPRAVVISSUTO IN LACRIME,CHI HA SBAGLIATO HA PAGATO - "Chi ha sbagliato ha pagato": scoppia a piangere, si copre il viso con le mani, poi si fa forza e con voce rotta, Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al rogo della Thyssemnkrupp, ora deputato del Pd, commenta a caldo la sentenza della Corte di Assise di Torino. "Dedico questa sentenza a tutti i morti di quella notte - dice nell'aula dove è stato appena letto il dispositivo della setenza - a chi ha perso la vita sul posto di lavoro e a mia madre che è scomparsa da poco". "E' stata fatta giustizia - aggiunge - anche se, fino alla lettura della sentenza, avevamo paura che succedesse qualcosa di diverso". "E' un risarcimento morale importante e dovuto a tutti i familiari - conclude - Era un'esigenza che avevamo tutti e non é una forma di vendetta. Chi ha sbagliato, ha pagato".
AZIENDA, CONDANNA A.D. 'INCOMPRENSIBILE' - La condanna di Herald Espenhahn Nhahn in primo grado per "omicidio con dolo eventuale" in seguito al rogo di Torino è per la Thyssenkrupp "incomprensibile e in spiegabile". Lo si legge in un comunicato diffuso dall'azienda dopo la decisione dei giudici di Torino. "Per l'ulteriore corso del procedimento - si afferma ancora nella nota - si rimanda alle dichiarazioni degli avvocati difensori".
Nel comunicato la Thyssenkrupp esprime ai familiari delle vittime ''il suo più profondo cordoglio e rinnova il suo grande rammarico per il tragico infortunio avvenuto in uno dei suoi stabilimenti". "Nelle sue linee guida - sottolinea ancora l'azienda -, il Gruppo conferma che la sicurezza sul posto di lavoro è un obiettivo aziendale di assoluta importanza, pari alla redditività e alla qualità dei prodotti, e che si deve provvedere con ogni mezzo a garantire la stessa. Una tragedia simile - conclude la Thyssenkrupp - non si dovrà ripetere mai più".
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Beh, almeno la Thyssen non si è lamentata dei giudici "comunisti".