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Stefania Bivone |
Il più noioso spettacolo dopo il big bang, questo è «Miss Italia».
E dire che siamo già riusciti nell'impresa di fargli ridurre a due le serate del concorso; ancora un piccolo sforzo e ci siamo. Miss Italia si chiama Stefania Bivone: bella è bella, come sono belle tutte le 60 ragazze che partecipano alla sfilata. Oddio, la sensazione è che siano tutte geneticamente identiche (frutto della buona alimentazione, del trucco e del periodo di prosperità economica che ci lasciamo irrimediabilmente alle spalle), tutte preparate con lo stampino e recitanti la solita tiritera: studio all'università, faccio shopping, mi diverto con il mio fidanzato...
Quest'anno il baraccone si è trasferito a Montecatini e Salsomaggiore, la vecchia sede, ha subito provveduto a far sapere che i soldi della mancata sponsorizzazione li spenderà per opere sociali. A condurre c'era Fabrizio Frizzi, uno che se solo si ascoltasse mentre presenta si addormenterebbe all'istante. Così gli ascolti della prima serata sono stati deludenti e Patrizia Mirigliani si è sentita in dovere di accusare la Rai del parziale flop (Rai1, domenica e lunedì, ore 21,20). Il tratto dominante di quest'anno è stato l'ipocrisia: alcune concorrenti sono state escluse per colpa di foto hot apparse sul web; c'è stata tutta una «compagna stampa» per dire che bisognava aprire a linee più morbide (per far contento lo sponsor Miroglio di Alba) e che le ragazze sarebbero state giudicate per l'intelligenza.
La nuova «reginetta» d'Italia:
Il commento più bello l'ho trovato sulla rivista Internazionale :
«1. Sei alta 1,82 e pesi 60 chili? Nessuno è perfetto.
2. Se hai vinto Miss Italia nel mondo, impara almeno a dire «grazie».
3. No, la fascia non ti renderà automaticamente sindaco della tua città.
4. Esercitati a ridere quando vorresti piangere e a piangere quando vorresti ridere.
5. Alla pace nel mondo non ci crede più nessuno: scegli un paese africano a caso e fanne il tuo personale progetto umanitario.
6. Miss Eleganza in Gambissima 2011 è solo un modo più carino per dirti che hai perso».