Scritto da: ilapaci 23/08/2004 10.01
Quoto e riquoto. Un assassino è tale indipendetemente dal colore politico. Nessuno, per nessuna ragione al mondo, deve privare un'altra persona del diritto alla vita. La Francia dovrebbe (INMHO) rivedere con cura il campo d'azione del reato politico: posso essere d'accordo sul negare l'estradizione a chi è stato condannato per aver espresso una propria opinione, al massimo a chi ha pomodorato qualche politico, ma ogni altro reato che leda la persona (o anche la semplice rapina) non può definirsi politico.
Battisti è uno dei tanti italiani che han goduto di una certa linea in politica estera che la Francia ha adottato durante la presidenza Mitterand: porte aperte a chi fuggiva da una condanna per un erato colorato di politica e recisa negazione a delle richieste di estradizione.
Battisti ha ammazzato un gioielliere, un macellaio e un secondino, persone comuni senza protezione (scorte ecc.) e, nei primi due casi, addirittura disarmate.
Non c'è ideale politico che giustifichi l'omicidio di un civile inerme, per quanto mi riguarda Battisti è un criminale comune che merita di pagare per i suoi delitti.
Quando ha parlato di "responsabilità storica" mi ha fatto ridere: grazie al cielo non passa alla storia chi ammazza i salumieri...
Mi fanno ribrezzo invece gli intellettuali come Henri-Levy che si dipingono da moralisti (vedi il disprezzo per Heidegger, da cui il suo maestro Sartre ha rubato a mani bassi quel poco che riusciva a capire di "Essere e Tempo") e poi giustificano e proteggano un simile individuo.
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