Dieta dukan

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IpnoticA78
00lunedì 1 ottobre 2012 12:55
Re:
Runningman77, 01/10/2012 10.13:

radiato una fava
si è fatto radiare per vendere la sua linea di prodotti

chiamalo scemo
sta a fa i miliardi




e' quello che ho cercato di dire piu volte [SM=x44464]
lady considine
00venerdì 27 giugno 2014 00:05
La storia di una donna milanese:" Io distrutta dalla dieta Dukan"

Una biotecnologa di 30 anni racconta le conseguenze devastanti di un regime alimentare privo di olio e carboidrati

Donatella Polito 26 luglio 2013

Niente carboidrati né olio per cinque mesi e la sua vita adesso è distrutta: la storia di una donna milanese fa riflettere sull’assurdità di alcuni regimi alimentari, rispettati con la speranza di esaudire il sogno di godere di una sedicente perfezione fisica.

C. P., una biotecnologa di trent’anni, ha raccontato all'Adnkronos Salute come una stanchezza che le impediva di camminare, una voglia compulsiva di mangiare pane e pasta seguita da sensi di colpa angoscianti e l’assenza del ciclo mestruale per più di un anno abbiano trasformato in incubo la sua esistenza: "Non capivo perche' ero cosi' stanca, eppure mangiavo e anche tanto, ma solo proteine e poco altro, come previsto dalla dieta. Finchè sono arrivata al quinto mese e non riuscivo neanche più ad alzarmi dal divano. Avevo perso 10/11 Kg, oggi non solo ho recuperato quelli, ma ne ho presi 5 in più”.

Volendo perdere qualche chilo di troppo, la donna ha iniziato a seguire una dieta proteica molto 'di moda' descritta in un libro, la ‘Dukan’, perché a differenza di altre "almeno all'inizio, è facile da seguire e permette di mangiare senza restrizioni purchè ‘si peschi’ dall'elenco degli alimenti permessi, tutti proteici”, perdendo peso senza sentire la fame.

Il rovescio della medaglia è arrivato un po' più tardi, quando le energie hanno iniziato a scarseggiare: "Nel primo periodo facevo tanto sport, dallo yoga al nuoto, ma più passava il tempo, più mi mancavano le forze, e poi ho dovuto smettere. Un giorno sì e uno no potevo mangiare verdure, i giorni 'sì' mi sentivo un pochino meglio".

Reintrodotti i carboidrati dopo 5 mesi nel 'periodo di mantenimento', C. P. ricorda: "Non dimenticherò mai la prima pizza che ho mangiato dopo 5 mesi di 'astinenza', sembravo una specie di drogata" e nell’unico giorno alla settimana permesso per dare 'libero sfogo' alle proprie fantasie culinarie “non riuscivo a controllarmi” - racconta – “cercavo di magiare tutto quello a cui avevo rinunciato per mesi. Un meccanismo malsano che si instaura nel cervello”.

Dopo un mese in Asia, C.P. perde completamente il controllo della situazione. "In viaggio avevo ripreso qualche chilo - racconta - cercavo di rimettermi a regime proteico, ma dopo 2 giorni mi veniva una voglia smodata e compulsiva di carboidrati di tutti i tipi. Poi dopo che li avevo mangiati iniziavano dei sensi di colpa incredibili. Il mio fisico non era più abituato a pane e pasta, e bastava sfiorarli per ingrassare di botto, molto piu' di quanto non fosse mai successo prima dell'inizio di questa dieta".

Cominciano così ad emergere problemi anche di altra natura: "Non mi è piu' venuto il ciclo - spiega la ragazza - per piu' di un anno. Il nutrizionista e il ginecologo a cui mi sono rivolta quando sono tornata dall'Asia, hanno dato la colpa al fatto che, non assumendo più olii, al mio corpo mancava la materia prima per 'costruire' gli ormoni". Oggi C. P. pesa 5 chili più di prima della dieta, complice forse anche il fatto che deve assumere ormoni per avere il ciclo mestruale. Vorrebbe perdere questo peso extra, ma ora si dice "terrorizzata all'idea di iniziare un'altra dieta".

Donna Today
lady considine
00sabato 5 novembre 2022 16:17

Le diete dimagranti iperproteiche sono da sconsigliare. I chili persi sono uguali ai regimi dietetici con carboidrati, ma i rischi molti di più



 





 



dieta dukanUn recente studio pubblicato dall’università di Verona, ha evidenziato che i bambini tra gli 8 e i 13 anni obesi o in sovrappeso assumono una quantità di proteine maggiore rispetto ai coetanei normopeso che invece ingeriscono più carboidrati. Questa informazione contrasta l’idea secondo cui per perdere peso sia necessario seguire le diete che propongono l’eliminazione o la drastica riduzione dei carboidrati a vantaggio delle proteine animali o dei grassi.


Tutte le “diete dimagranti” in voga tra gli adulti sono riconducibili a un unico modello che vanta una longevità di oltre 150 anni. Il primo a proporre questa dieta, che chiameremo “dimagrante”, fu William Banting (Londra, 1864), un imprenditore di pompe funebri e costruttore di casse da morto. La dieta consisteva in 4 pasti al giorno a base di carne o pesce e l’esclusione di  cibo contenente amido o zuccheri. Il metodo venne dimenticato e reinventato più volte nel corso del secolo scorso grazie a libri pubblicati da medici (nel 1920 una prima volta, poi nel 1960 da H.Taller e I.Stillman). I pazienti potevano mangiare solo carne, uova e formaggio. Altre varianti più recenti sono state la dieta Scarsdale, Atkins (1970) e tra le ultime La Zona, la Dukan e la Paleo. Ogni volta la nuova “dieta dimagrante” viene riproposta come una novità assoluta, anche se la novità riguarda solo la teoria e le argomentazioni più o meno colorite, in genere proposte in un libro destinato a vendere milioni di copie.


Schermata 2016-04-30 alle 13.12.59La caratteristica comune è l’eliminazione o la riduzione drastica dei carboidrati: pasta, pane, riso… per privilegiare le proteine di origine animale (carne, uova, pesce…). Ecco come si compone la “dieta dimagrante”: il cerchio nel grafico (vedi a lato)  rappresenta  le calorie fornite nell’arco della giornata dai 3 macronutrienti che sono le proteine, i grassi e i carboidrati. Come si può vedere quando diminuisce la quota dei carboidrati aumenta la percentuale di calorie proveniente da proteine e grassi. Queste diete hanno sempre goduto di grande successo perché a distanza di 3 – 6 mesi dall’inizio fanno perdere più peso rispetto ai regimi alimentari convenzionali prescritti da “nutrizionisti” seri come quelli che operano  presso i servizi di dietetica ospedalieri. Una valutazione condotta dopo 12 mesi  evidenzia risultati simili e per questo motivo le diete senza carboidrati vengono sconsigliate dalle linee guida per trattare l’obesità.


Le diete più salutari al mondo sono la classica dieta mediterranea oppure le diete tradizionali asiatiche (zone rurali della Cina), la dieta delle isole di Okinawa (Giappone) e quelle vegetariane (Avventisti del 7° giorno). Qual è la caratteristica principale di questi modelli alimentari? Oltre ad avere tanta frutta e verdura questi regimi prevedono una percentuale molto alta di calorie derivante da carboidrati e uno scarso apporto di proteine di origine animale (pochissima carne). Quindi il modello di “dieta salutare” associato a longevità, bassa prevalenza di obesità e malattie croniche è l’opposto della classica “dieta dimagrante iperproteica”. Mangiare tante proteine animali (carne) e pochi carboidrati ignorando le linee guida per una sana alimentazione dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO-FAO) può promuovere non solo le malattie cardiovascolari e altre patologie ma potrebbe addirittura favorire il sovrappeso/obesità.


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Nella dieta mediterranea: il 59% del cibo è composto da carboidrati


Perché  i carboidrati (amidi o zuccheri da frutta) aiutano a contrastare l’obesità? Studi sperimentali hanno dimostrato che le persone tendono a mangiare la stessa quantità di cibo durante un pasto, indipendentemente dal contenuto calorico, probabilmente perché lo stomaco disteso manda dei segnali di sazietà al cervello una volta raggiunto un determinato volume di cibo. La frutta e la verdura generano grandi volumi rispetto alle calorie che apportano. Ad esempio 500 gr di pomodori o 300 gr di fragole riempiono lo stomaco e apportano solo 100 kcal. Alimenti  sazianti e con poche calorie sono anche i legumi (fagioli, piselli, lenticchie, ceci), il riso e la pasta che in media apportano rispettivamente circa 100 e 140 kcal (per 100 gr cotti), mentre la stessa quantità di  merendine o biscotti ne hanno da  360 a  480 kcal/etto. Quindi quando si assumono alimenti semplici, ricchi di carboidrati complessi, si hanno grandi volumi (e peso) di cibo con poche calorie.


Con questi alimenti le persone si saziano e si mantengono longilinee senza dover limitare le quantità o seguire diete dimagranti. Inoltre uno studio del 2011 (Farmer B, J Am Diet Assoc) ha evidenziato che coloro che hanno una dieta priva di carne assumono in media 364 kcal in meno rispetto a coloro che la mangiano. Nello studio EPIC-PANACEA (centinaia di migliaia di persone seguite per anni) si è visto che coloro che assumevano più carne, anche a parità di calorie assunte, avevano un peso corporeo maggiore. Spesso nella pratica clinica si incontrano mamme che limitano la pasta e offrono più carne ai propri figli in sovrappeso con l’idea di farli dimagrire. Ma lo studio dell’Università di Verona  e anche la letteratura mondiale suggeriscono che un’alimentazione con più carboidrati (pasta, legumi) sia da preferire a una dieta con tante bistecche.


generale(1)
Un esempio di calorie in rapporto al peso crudo/cotto (clicca sull’immagine per ingrandire)


Si ringrazia Abril Gonzales Campos (PhD) per l’elaborazione delle immagini


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