La crisi del calcio italiano

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MaxMetallo
00sabato 13 maggio 2006 22:25
Re: Re:

Scritto da: --MUTTLEY-- 12/05/2006 19.13


Io non posso che immaginare la scena,Moggi e Giraudo che litigano con la terna arbitrale,Moggi che batte i piedi e sbuffa con un bambino di 3 anni a cui non comprano qualcosa e poi insieme a Giraudo li chiudono nello stanzino e buttano via la chiave in un tombino!!! [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]

[Modificato da --MUTTLEY-- 12/05/2006 19.14]




[SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]
possum jenkins
00domenica 14 maggio 2006 01:37
Re:

Scritto da: Arsenio Lupin 12/05/2006 19.00
Fossi in Prodi mi farei da parte e proporrei Moggi come presidente del consiglio. Se non altro avremmo un premier con quasi altrettanti processi pendenti rispetto a quello precedente. [SM=x44452]


[SM=x44457]
58TINO
00domenica 14 maggio 2006 10:44
Re: Re: Re:

Scritto da: Nikki72 12/05/2006 19.38




Ma... sembra quasi una comica... non sono una tifosa accanita, ma lo schifo che sto provando in questi giorni mi sta facendo passare anche quel poco di entusiamo che fino ad ora ho avuto per il calcio... a questo punto mi chiedo con che faccia andremo ai Mondiali. e se ci andremo... sto pensando che forse Zeman starà gongolando per adesso... sempre preso per pazzo da dirigenti e giornalisti, ora invece questo schifo è sotto gli occhi di tutti... [SM=x44465]


Fatto passare... per pazzo da (pseudo) giornalisti ignobili e compiacenti.
--MUTTLEY--
00domenica 14 maggio 2006 11:07
Re:

Scritto da: Arsenio Lupin 12/05/2006 19.00
Fossi in Prodi mi farei da parte e proporrei Moggi come presidente del consiglio. Se non altro avremmo un premier con quasi altrettanti processi pendenti rispetto a quello precedente. [SM=x44452]



[SM=x44457]
Porgolo
00domenica 14 maggio 2006 13:51
Re:

Scritto da: alexosit 12/05/2006 20.37
In una semplice frase :

CHI AMA IL CALCIO AMA l'INTER !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!




ma taci... [SM=x44457]

io tifo inter lo sai anche tu!


[SM=x44467]

cioè



[SM=x44452]



FORZA MILAN ecco!

però i cugini si apoggiano sempre! [SM=x44452]
--MUTTLEY--
00domenica 14 maggio 2006 13:56
Re: Re:

Scritto da: Porgolo 14/05/2006 13.51


ma taci... [SM=x44457]

io tifo inter lo sai anche tu!


[SM=x44467]

cioè



[SM=x44452]



FORZA MILAN ecco!

però i cugini si apoggiano sempre! [SM=x44452]



Porgolo,da quest'ultimo post si vede che la febbre è salita ancora! [SM=x44457]
Porgolo
00domenica 14 maggio 2006 14:08
FORZA ADRIANO!!!!



37.6


FORZA MORATTI!!!



37.9












FORZA INTER!!!


38.5



TACHIPIRINAAAA!!!! [SM=x44498]




--MUTTLEY--
00domenica 14 maggio 2006 14:21
Tachipirina supposte!!!
Nikki72
00domenica 14 maggio 2006 17:39
Re: Tachipirina supposte!!!


Complimenti!!! [SM=x44459] [SM=x44459] come dire non è colpevole chi commette il reato ma chi lo spia e lo scopre!!! tempo fa c'era una discussione in attualità non ricordo su chi, dove si colpevolizzavano gli "spioni"... [SM=x44473]
auginott
00domenica 14 maggio 2006 18:23
Re: Re:

Scritto da: Nikki72 13/05/2006 20.49

Parola ai giornalisti
I protagonisti: Luciano Moggi, Tullio Lanese e i giornalisti Lamberto Sposini (TG5), Giorgio Tosatti (opinionista RAI e di alter testate), Antonello Capone (La Gazzetta dello Sport), Tony Damascelli (Il Giornale).
Moggi si congratula con Sposini per gli attacchi a Paparesta in Reggina-Juve durante il “Processo” e Sposini conferma: “Oh guarda, stasera li facciamo neri, li facciamo neri”.
Tosatti a Moggi su Milan-Juve: “Hai istruito Biscardi per stasera?”.
Moggi: “Alla grande, però c’ha un vincolo... c’era rigore...”.
Tosatti: “C’era rigore, però devi dire che andava cacciato Nesta”.
Moggi e Damascelli commentano Fiorentina-Bologna (1-0) in cui De Santis ammonisce Petruzzi, Nastase, che salterrnno per squalifica la Juve)
Damascelli: “Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh? Eh, c’abbiamo i tre difensori del Bologna squalificati!”.
Moggi: “Ma perché, chi c’avevano loro diffidato”.
Tosatti: “tutti e tre!”.
Lanese e Capone parlano di Chievo-Fiorentina, vinta 2-1 dalla Fiorentina con l'aiuto dell'arbitro.
Capone: “Hai visto che il killer ha colpito a Verona? Gli avranno mandato dei segnali o ha capito da solo?”.
Lanese: “No, no, no guarda che ormai non si mandano segnali, loro telefonano prima delle gare”.





A questo punto ancor di piu', Hasta il Mazzone siempre !!!







--MUTTLEY--
00domenica 14 maggio 2006 18:41
Re: Re: Tachipirina supposte!!!

Scritto da: Nikki72 14/05/2006 17.39


Complimenti!!! [SM=x44459] [SM=x44459] come dire non è colpevole chi commette il reato ma chi lo spia e lo scopre!!! tempo fa c'era una discussione in attualità non ricordo su chi, dove si colpevolizzavano gli "spioni"... [SM=x44473]



Tipico atteggiamento del tifoso juventino! [SM=x44504]
Etrusco
00domenica 14 maggio 2006 22:00


Il procuratore di Napoli, Narducci, intervistato da "La Repubblica" attacca il mondo del pallone e avanza sospetti su altri campionati.

La parola all'accusa. E sono parole pesanti e difficili da mandar giù per il mondo del pallone, travolto dallo scandalo intercettazioni. Il quotidiano "La Repubblica" ha intervistato Giuseppe Narducci, della Procura di Napoli, incaricato delle indagini in corso.

Il magistrato non ha mezzi termini, la giustizia sportiva difatti per Narducci non basterebbe:"Solo l'indagine giudiziaria riesce ad affrontare cerci nodi, siamo di fronte a casi espressamente previsti dal codice penale - e continua - se si vuole far pulizia chi è a conoscenza di episodi rilevanti deve presentarsi. E' un'occasione irrepetibile. Come Tangentopoli".

Narducci ha indagato per dieci anni sulla camorra, e azzarda un parallelo con la situazione del calcio:
"fatte le debite proporzioni la nostra indagine configura un'associazione a delinquere".
Come dire che non ci sono, fortunatamente, vite umane in ballo, ma interessi comunque enormi, omertà e un sistema di corruzione, intimidazione e pressione diffuso ad ogni livello.

La Procura di Napoli che ammette di non occuparsi del campionato in corso, ha messo gli occhi anche su altre stagioni, non solo quella incriminato (2004/5). "Negli atti già noti si fa riferimento al rocambolesco finale del 1999-200. Esiste un'intercettazione nella quale uno dei protagonisti spiega che era già tutto pronto e solo un imprevisto clamoroso determinò un esito diverso."

Ricordiamo che il Genoa,
per aver agiustato il risultato di una sola partita si stato retrocesso di una categoria e punito con tre punti di squalifica.
Ma la questione oggi appare molto più seria,
e come dice il procuratore Narducci, non stanno emergendo solo illeciti sportivi ma penali. E l'associazione a delinquere è un reato grave.


Fonte: SportItalia.... Link

[SM=x44492]
sbandieratore-solitario
00domenica 14 maggio 2006 23:36
viva il tennis !!!
Porgolo
00domenica 14 maggio 2006 23:38
Re:

Scritto da: sbandieratore-solitario 14/05/2006 23.36
viva il tennis !!!



grande match oggi a proposito...sei andato a vederlo?
sbandieratore-solitario
00lunedì 15 maggio 2006 01:02
Re: Re:

Scritto da: Porgolo 14/05/2006 23.38


grande match oggi a proposito...sei andato a vederlo?



L'ho visto in TV al bar.
Da domani sono in Toscana fino a fine settembre, andrò a vedermi qualche giornata nei challengers italiani e po ad Ottobre e Novembre c'è in programma un bel tour in Europa per i tornei indoors : Madrid, Stoccolma, Mosca, Lione, Vienna, Basilea. Devo scegliere quali anche in base agli spostamenti.
axlrose23@
00lunedì 15 maggio 2006 09:44
(giorgi882000)
00lunedì 15 maggio 2006 18:10
Re: Re:

Scritto da: --MUTTLEY-- 12/05/2006 20.18


No,lì è stata la Franzoni!




famosa anche per essere juventina sfegatata! [SM=x44456]
busi fan
00lunedì 15 maggio 2006 19:37
Re:

Scritto da: Etrusco 12/05/2006 17.05
Dalle indagini risulta anche un rapporto di grande confidenza quotidiana con due ministri del passato governo Berlusconi: Siniscalco e Pisanu.
In questo caso non ci sarebbero illeciti e infatti i due ministri non sono indagati: ma l’amicizia con due persone così importanti servì a Moggi per fare pressioni su funzionari dello Stato.
Da notare che in questo contesto la squadra di calcio per cui tifa Pisanu, la Sassari Torres venne affidata all’allenatore della Gea Cuccureddu e ricominciò a vincere.
Dagospia 12 Maggio 2006

[Modificato da Etrusco 12/05/2006 17.07]





[SM=x44466]
Che fantasia.... [SM=x44465]
Quest'anno la Torres rischia addiritura di salire in serie B,
è sempre merito di Moggi? [SM=x44467]
Se fanno retrocedere anche la Torres il prossimo anno non posso vedere SassariTorres-Juventus :-:



Etrusco
00martedì 16 maggio 2006 21:29
Re: Re:

Scritto da: busi fan 15/05/2006 19.37



[SM=x44466]
Che fantasia.... [SM=x44465]
Quest'anno la Torres rischia addiritura di salire in serie B,
è sempre merito di Moggi? [SM=x44467]
Se fanno retrocedere anche la Torres il prossimo anno non posso vedere SassariTorres-Juventus :-:






Figurati, io 12 anni fa ero ancora simpatizzante juventino,
ma quando qualche anno fa ho avuto l'opportunità di vedermi in casa un Perugia-Juve, non avevo alcun interesse,
non mi piaceva l'idea di andare a vedere recitare una partita del cui esito si era già deciso il giorno prima [SM=x44465]

[Modificato da Etrusco 16/05/2006 21.30]

Etrusco
00martedì 16 maggio 2006 22:09
Zamparini: "Galliani dimettiamoci"
Il presidente del Palermo: "Dobbiamo farci da parte e nominare un presidente di Lega super partes, un Giraudo buono".


Juve: venerdì poteri a Carlo Sant'Albano




MILANO, 16 maggio 2006 - BUFERA CALCIO, I FATTI DI OGGI


16.16 - "Il Consiglio federale è una sarabanda di disonesti e di piccole corruzioni":
lo ha dichiarato il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, membro dell'ultimo Consiglio federale della Figc, parlando a un'emittente radiofonica.
"Dentro questo consiglio ci sono componenti delle tre leghe, degli arbitri, dei calciatori, degli allenatori
e presto anche due procuratori e il presidente federale, per essere eletto, deve promettere qualcosa a tutte queste componenti e, quindi, in futuro non potrà castigare nessuno.
Il consiglio federale deve essere un organo consultivo e non decisionale.
Speriamo che da questo letamaio venga fuori un campionato pulito.
Mi aspetto solo che questo casino finisca
e non penso assolutamente alla Champions:
non sono uno sciacallo che aspetta che il cadavere passi lungo il fiume.
Non si può avere un sistema degli arbitri che dipende dalla Gicg, bisogna fare pulizia.
Chiederò ad Adriano Galliani di fare una proposizione nella quale si dica che prima dell'inizio del prossimo campionato ci dimettiamo,
con una data precisa da stabilire oggi.
Si andrà avanti solo con la gestione ordinaria, poi proporrò a Galliani di nominare un presidente super partes e di inserire nello statuto che il presidente di una società di calcio non possa ricoprire la carica di presidente di Lega.

Penso a una figura di rappresentanza, a un Giampiero Boniperti.
Inoltre, gli chiederò di mettere un amministratore in Lega, uno molto bravo, un Antonio Giraudo buono, e non un diavoletto, che faccia gli interessi della Lega".

15.31 - L'ex arbitro Pierluigi Collina è appena arrivato nella caserma dei Carabinieri di via Inselci a Roma
per essere ascoltato dai Pm della procura di Napoli come persona informata sui fatti in merito alle inchieste in corso sul mondo del calcio.
Collina è l'ultimo delle persone convocate oggi dagli inquirenti dopo Adriano Galliani, Roberto Mancini e Carlo Ancelotti.

...

14.28 - Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan e presidente della Lega calcio,
ha lasciato la caserma di via In Selci, dove ha sede il reparto operativo dei Carabinieri. Galliani è stato ascoltato dai pm della Procura di Napoli. "Credo di aver risposto in maniera puntuale ed esaustiva alle domande che mi hanno posto i magistrati - il suo commento a caldo -. Dimissioni? Il presidente della Lega non è indagato, la Lega non è la federazione. Ho trovato magistrati bravi e informati, hanno fatto domande precise, molto puntuali, credo di aver risposto in maniera normale. Mi è stato però chiesto di non parlare dei contenuti".

....

14.00 - Tornano in libertà Alessandro e Riccardo Gaucci. Lo ha deciso oggi il tribunale del riesame di Perugia al quale i due fratelli avevano presentato appello. Alessandro e Riccardo Gaucci si trovavano agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sul crac finanziario del Perugia calcio.

...

13.30 - Il presidente di Capitalia Cesare Geronzi
è stato sentito stamani come persona informata dei fatti dal pm del capoluogo umbro Antonella Duchini
titolare dell'inchiesta sul crac finanziario del Perugia calcio guidato dalla famiglia Gaucci.
La deposizione è durata oltre due ore. Al termine Geronzi ha lasciato gli uffici giudiziari perugini senza parlare con i giornalisti.

...

12.13 - "Mi dispiace molto che intercettazioni di nessuna rilevanza penale siano state divulgate arbitrariamente, gettando ombre sulla mia condotta come Ministro dell'Interno".
Lo afferma Giuseppe Pisanu, riferendosi alla pubblicazione di intercettazioni telefoniche tra lui e Luciano Moggi pubblicate da alcuni quotidiani.
"Mi auguro - aggiunge Pisanu - che i magistrati competenti adottino le misure più opportune.
Quanto al resto, voglio solo precisare che conosco Luciano Moggi da circa 40 anni e che sui miei rapporti con lui non ho nulla da nascondere".

...

1.03 - I due ministri coinvolti nella vicenda delle intercettazioni telefoniche legate al calcio sarebbero il ministro dell'Interno Antonio Pisanu e l'ex ministro dell'Economia Domenico Siniscalco. Lo ha detto Enrico Mentana nel corso di Matrix di Canale 5. Sul primo è stato anche detto che, preoccupato dalla vicende della sua Torres, sarebbe stato rassicurato da Luciano Moggi, che avrebbe mandato alla guida della squadra sarda, per risollevarla, un allenatore di area-Gea, l'ex juventino Antonello Cuccureddu.

0.09 - Secondo quanto anticipato dal direttore del Mattino, Mario Orfeo, a Porta a Porta: "Nell'inchiesta di Napoli compaiono due ministri". Il quotidiano napoletano non fa i nomi dei ministri, ma si limita a scrivere che "uno è tifoso della Torres, l'altro della Juventus". Le telefonate sono state intercettate nel corso del campionato di calcio 2004-2005 su una delle utenze telefoniche di Luciano Moggi.

...

Fonte: Gazzetta.it (Link)


Etrusco
00martedì 16 maggio 2006 22:12
In questo momento sto vedendo Ballarò su Rai3:
stanno illustrando dei dettagli illuminanti,
consiglio di seguirla tutta la puntata di stasera [SM=x44462] [SM=x44485]
Etrusco
00mercoledì 17 maggio 2006 22:14


COMMISSARIO RED -
Guido Rossi, ex presidente Consob e nuovo Commissario Figc,

visto dall'illustratore del Corriere Fabio Sironi
Etrusco
00mercoledì 17 maggio 2006 22:20
auginott
00giovedì 18 maggio 2006 01:37

Dopo la storia delle medicine da coprire, vorrei vedere la faccia di una persona...





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--MUTTLEY--
00venerdì 19 maggio 2006 16:25
Un altro dei sicari che hanno fregato il Grifone si dimette...
Si e' dimesso Italo Pappa
Ven 19 Mag, 3:58 PM


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(ANSA) - ROMA, 19 MAG- Il capo dell'ufficio indagini della Figc, Italo Pappa, si e' dimesso. Il generale ha presentato le sue dimissioni nelle mani del presidente del Coni Gianni Petrucci, vista la situazione della federcalcio dopo le dimissioni di Franco Carraro e in attesa dell'insediamento del commissario straordinario Guido Rossi.


Rossi prende in mano l'inchiesta sportiva e Pappa si dimette
Cade un'altra testa si dimette anche il generale Pappa


L'incartamento con tutte le intercettazioni passa in mano al commissario della Figc e il capo delle Ufficio Indagini da' l'addio.
Il capo dell'Ufficio Indagini Italo Pappa si e' dimesso insieme a tutti i dirigenti da lui nominati. Il generale della Guardia di Finanza ha preso questa decisione dopo che il commissario della Federcalcio Guido Rossi ha preso in mano in prima persona l'incartamento con tutte le intercettazioni passatogli dalla Procura di Napoli.

La decisione di Rossi si inserisce in una politica federale che, nel momento della crisi, vuole staccarsi da ogni contatto con la Figc del passato. Tanto piu' che sembra che l'Ufficio Indagini non abbia assolto con attenzione al proprio ruolo di controllore del rispetto delle regole.

Si ricorda peraltro che nell'elenco dei 41 indagati dalla Procura di Napoli ci sono quattro esponenti delle forze dell'ordine come Francesco Attardi, (generale della Guardia di Finanza, membro dell'ufficio indagini della Federcalcio), Giuseppe Lasco (capitano Guardia di Finanza), Fabio Basili e Pierluigi Vitelli (poliziotti questura Roma). Rossi, almeno per ora, seguira' l'inchiesta della giustizia sportiva in prima persona e conta di chiudere il tutto prima del 10 luglio (scadenza imposta dall'Uefa).

Sportnews.it

[Modificato da --MUTTLEY-- 19/05/2006 16.34]

Etrusco
00lunedì 22 maggio 2006 23:37
MOGGI STORY/8
– LUCIANONE ARRIVA A NAPOLI
E COMINCIA SUBITO A SCAVALCARE L’ALLENATORE
ALLACCIANDO RAPPORTI DIRETTI CON ALCUNI GIOCATORI.
PRIMO FRA TUTTI IL NUMERO UNO:
DIEGO ARMANDO MARADONA…




Tratto da “Lucky Luciano
– Intrighi, maneggi e scandali del padrone del calcio italiano Luciano Moggi”, Ala Sinistra e Mezzala Destra, Kaos Edizioni (Un libro scritto in joint-venture da tre giornalisti sportivi, che hanno preferito l’anonimato, e da Marco Travaglio)



A Napoli, Moggi c’era già stato una volta, più di vent’anni prima: in viaggio di nozze, con la fresca sposa Giovanna, 60 mila lire in tasca e una scassatissima Fiat 600 comprata a rate. Nel giugno 1987 ci ritorna da miliardario, a bordo di una fiammante Mercedes. Stavolta intenzionato a mettere radici: di lì a poco comprerà una splendida villa sulla collina di Posillipo con vista sul Golfo, dove manterrà sempre la sua residenza, anche quando lascerà la squadra partenopea.

Sotto il Vesuvio Lucianone non ci arriva a mani vuote. Porta in dote al presidente Ferlaino un grazioso cadeau, il terzino granata Giovanni Francini. Un giocatore al quale sono interessate varie squadre, compresa la Juve, e che la Roma vuole fortissimamente: il presidente giallorosso Dino Viola (nemico giurato di Moggi) è pronto a sborsare ben più dei 5 miliardi offerti dal Napoli. Ma grazie a San Gennaro-Lucianone, Francini si accasa a Napoli. Il Torino ci rimette un bel po’ di denaro, la Roma perde un giocatore importante: l’unico che ci guadagna è Moggi, che si dimostra più potente di tutto e di tutti. Anche del denaro.

Al Napoli c’è un giovanotto di belle speranze, Luigi Pavarese, un tipo che ha fatto la gavetta come galoppino della segreteria dell’Avellino calcio e che nel 1985 è finito alla corte di Ferlaino con i gradi di segretario.
Pavarese diventa subito il braccio destro di Moggi, e fra i due nasce un sodalizio che lascerà il segno.
Chi invece non gradisce l’arrivo di Moggi è il general manager della società partenopea Pierpaolo Marino, il quale – benché invitato da Ferlaino a restare – si dimette perché, dice, «i miei metodi sono diversi da quelli di Moggi».



(Calisto Tanzi e Corrado Ferlaino -U.Pizzi)


Lucianone non si scompone: «Ho scelto di venire al Napoli perché l’ambiente mi affascina e perché conosco Ferlaino da tantissimi anni», dichiara serafico, «e sono qui per lavorare e non per litigare.
So che il Napoli è sotto gli occhi di tutti perché ha vinto scudetto e Coppa Italia, ma io sono un tipo coraggioso per natura».
L’allenatore partenopeo è Ottavio Bianchi, un uomo dal caratteraccio leggendario: difficile che possa andare d’accordo con un tipo come Moggi.
Tanto più che Lucianone – come ha già imparato a fare a Torino – non sa stare al suo posto, si comporta da vero e unico padrone della squadra. Infatti anche a Napoli comincia subito a scavalcare l’allenatore allacciando rapporti diretti e preferenziali con alcuni giocatori. Primo fra tutti il numero uno: Diego Armando Maradona, personaggio intrattabile, divo capriccioso e impossibile. Ma anche con lui Lucianone riesce a entrare in perfetta sintonìa.

Scaramantico come ogni buon napoletano, il presidente Ferlaino ha ingaggiato Moggi a peso d’oro non solo per la sua onnipotenza, ma anche per l’alone di fortuna che si porta appresso. Una fortuna che tuttavia non si manifesta nella calda giornata del 9 luglio 1987, quando l’urna di Ginevra decide il calendario del primo turno di Coppa dei campioni: il sorteggio accoppia subito il Napoli al temutissimo Real Madrid, una delle favorite al successo finale.


A settembre il Napoli affronta lo squadrone spagnolo, e ha l’agio di giocare la partita d’andata in un “Santiago Bernabeu” deserto: l’incontro, infatti, si disputa a porte chiuse per punire le gravi intemperanze dei tifosi madridisti nella stagione precedente.
Ma la squadra partenopea non sfrutta l’occasione favorevole: è fuori forma, rinuncia a giocare, e incassa due gol senza segnarne nessuno. Dopo la partita, Moggi – spalleggiato da qualche giocatore, come Salvatore Bagni – lamenta “provocazioni” da parte degli spagnoli e apre il fuoco sul Real a mezzo stampa.

Polemiche gratuite e strumentali, che Lucianone alimenta col preciso obiettivo di far lievitare l’attesa – già grande – per la partita di ritorno. Al San Paolo, il Napoli per mezz’ora è padrone dell’incontro: va in gol con Francini, sfiora il raddoppio; ma sul più bello, quando la rimonta sembra a portata di mano, subisce il pareggio di Butragueño. È la fine del sogno europeo. Un duro colpo alla fama di “portafortuna” che accompagna Lucianone.

Rimane il campionato, e il Napoli è la squadra favorita per il nuovo scudetto. Anche perché Maradona & C. hanno un solo possibile rivale: il Milan berlusconiano di Arrigo Sacchi, che però parte male. Così la squadra partenopea prende subito il comando della classifica, anche se il suo gioco non incanta. A Milanello, di tanto in tanto, l’allenatore del Milan esterna le sue perplessità sul regolare andamento del torneo: confida addirittura di temere, più del Napoli di Maradona, il direttore sportivo Moggi per la sua “vicinanza” al mondo arbitrale.


Il fatto è che la squadra diretta da Lucianone dispone del più grande fenomeno calcistico in circolazione, Maradona, grazie al quale ha già vinto il primo scudetto; ma il fuoriclasse argentino è tanto genio in campo quanto sregolatezza fuori dal campo, è praticamente ingovernabile. «Il problema-Maradona non esiste», proclama Moggi dopo l’ennesima intemperanza del Pibe, «la verità è che tutte le squadre vorrebbero avere il problema di gestire Diego». Lucianone sa bene che anche le sue fortune di direttore sportivo partenopeo dipendono in gran parte dal piede dorato del fuoriclasse argentino.

Ai primi di ottobre il Napoli perde 1-0 sul campo del Pisa. Ma subito inoltra reclamo perché, durante la partita, un piccolo oggetto metallico lanciato dagli spalti dello stadio pisano ha colpito un suo giocatore, Renica. Moggi già pregusta la “vittoria a tavolino” per 2-0, e la notizia che il giudice sportivo, prima di pronunciarsi, ha disposto un supplemento di indagine lo innervosisce. «Sono meravigliato... La giurisprudenza non lascia dubbi sull’esito del verdetto», sibila Lucianone in veste di raffinato giurista. Il Pisa è di parere opposto, e la polemica si fa rovente. Quando infine il risultato del campo viene ribaltato con l’assegnazione della vittoria al Napoli, il presidente pisano Anconetani protesta: dice che è «una vergogna», e sostiene che il verdetto del giudice sportivo è stato sollecitato «da una campagna di stampa orchestrata a senso unico», alludendo ai tanti amici giornalisti di Lucianone.




A novembre, piccolo giallo con polemiche. Alla vigilia della partita della Nazionale contro la Svezia, che si giocherà a Napoli, molte migliaia di biglietti, anziché essere messi in vendita nei canali ufficiali, finiscono nel giro del bagarinaggio e del mercato nero. Risulta che circa 10 mila tagliandi siano stati regalati dalla Federazione ai Napoli club «per garantire alla Nazionale azzurra il calore del pubblico, a cominciare dai settori più popolari». La polemica coinvolge il Napoli, che ha smistato i biglietti, ma Lucianone è perentorio: «Noi del Napoli non c’entriamo niente: ci siamo limitati alla distribuzione “tecnica” del carico dei biglietti».



All’inizio del 1988, il Napoli è saldamente al comando della classifica, e di partita in partita il suo vantaggio sul Milan – che insegue al secondo posto – tende ad aumentare: a fine marzo arriva a 4 punti. Ma, a partire da aprile, accade l’incredibile. In tre domeniche consecutive, la squadra diretta da Moggi comincia improvvisamente a perdere punti su punti. Il vantaggio del Napoli sul Milan si riduce da +4 a +1. Poi c’è lo scontro diretto, nella data storica del 1° maggio 1988. Il Napoli è in fibrillazione, metà della squadra è contro l’allenatore Bianchi. E benché giochi la partita-scudetto in casa, nella bolgia amica del San Paolo, perde l’incontro (per 2-3) e lo scudetto.

8 - continua


Dagospia 22 Maggio 2006

Etrusco
00martedì 23 maggio 2006 19:40
MOGGI STORY/9
LA PRIMA STAGIONE DI MOGGI AL NAPOLI È FALLIMENTARE.
IL PROBLEMA È ANCORA E SEMPRE MARADONA.

MA LUCIANONE NON PERDE IL VIZIETTO DI SERVIRE PIÙ PADRONI,
CIOÈ DI FARSI SOPRATTUTTO GLI AFFARI SUOI…



Tratto da “Lucky Luciano – Intrighi, maneggi e scandali del padrone del calcio italiano Luciano Moggi”, Ala Sinistra e Mezzala Destra, Kaos Edizioni (Un libro scritto in joint-venture da tre giornalisti sportivi, che hanno preferito l’anonimato, e da Marco Travaglio)


L’inopinata débâcle del Napoli
– culmine di un rapido e inspiegabile crollo della squadra –
suscita polemiche a non finire. Voci, sospetti, illazioni:
si parla di partite “combinate” e di scudetto “venduto”.

Poi, qualche anno dopo, un’inchiesta giudiziaria per traffico di droga fornirà alcuni elementi che potrebbero spiegare l’inspiegabile.
A tutta prima, i giocatori tentano di fare dell’allenatore il capro espiatorio del clamoroso crollo partenopeo.
La società, invece, addossa tutte le colpe a quattro giocatori (Bagni, Ferrario, Giordano e Garella), nessuno dei quali – quando si dice il caso! – è fra quelli che sono nelle grazie di Lucianone.

La squadra, che da tempo mal sopporta quel galantuomo dal forte carattere che è Ottavio Bianchi, diffonde un incredibile comunicato contro l’allenatore: una rivolta collettiva mai vista prima nel mondo del calcio.
Il direttore sportivo Moggi – che dovrebbe fare da trait d’union fra la squadra e la società – tace.
In realtà Lucianone, sotto sotto, sta dalla parte dei giocatori, mentre il presidente Ferlaino sta con Bianchi.

Così la società partenopea si limita a definire quella gravissima iniziativa «inopportuna», a dirsene «rammaricata» e a sollecitare «una serena riflessione».

Una presa di posizione ponziopilatesca voluta da Moggi, dal momento che il presidente «ribadisce la fiducia nell’allenatore Bianchi».
In perfetto stile andreottiano, Lucianone tenta di far quadrare il cerchio mediando tra Ferlaino che vuole tenere Bianchi, e la squadra che lo vuole cacciare:
lo fa attraverso una messinscena a base di colloqui a quattr’occhi con tutti i giocatori, ricevuti uno a uno nel suo studio presso la sede del Napoli calcio, come se fosse un presidente della Repubblica alle prese con le consultazioni.
E mentre Moggi “consulta” i giocatori, la sede sociale è presidiata dalla polizia: i tifosi, schierati con Bianchi e inferociti per la perdita dello scudetto e per l’incredibile comunicato, inveiscono contro i giocatori – in particolare contro i quattro capri espiatori – al grido di «venduti», «traditori», «pagliacci», «ladri».

Alla fine prevale la linea di Ferlaino, e l’allenatore resta al suo posto. Pur «con qualche perplessità» per una situazione che rimane «difficile e pericolosa», Bianchi accetta di rimanere, ma precisa: «È necessario che ci sia chiarezza da parte di tutte le componenti della società Napoli... Ognuno deve fare il suo mestiere, senza tentare di fare il mestiere degli altri» – forse le orecchie di Lucianone fischiano...
Quanto all’improvviso crollo della squadra, Bianchi dice di non essere «in grado di trovare una spiegazione, mi domando solo come sia possibile che una squadra come questa possa perdere 4 partite di seguito».
Infine precisa che accetta di restare al Napoli solo per «il rapporto molto buono che ho col presidente Ferlaino».
Il direttore sportivo non viene mai nominato, come non esistesse.
Invece Lucianone esiste, eccome, e si dedica ai quattro agnelli sacrificali, additati come responsabili del grande pasticcio e gettati in pasto alla tifoseria.

La prima stagione di Moggi al Napoli è dunque fallimentare.
La squadra partenopea è stata eliminata al primo turno dalla Coppa dei campioni, e ha perso Coppa Italia e scudetto in maniera indecorosa.
Lucianone viene accusato di non aver saputo governare la situazione interna alla squadra, proprio lui che si vanta di “fare spogliatoio”.
In quello spogliatoio napoletano anarcoide e rissoso, con calciatori che sembrano giocare soprattutto contro l’allenatore, Moggi non ha saputo combinare niente.
Colui che avrebbe dovuto rappresentare il “valore aggiunto” fuoricampo del Napoli si è rivelato un incapace.
Per Lucianone è un brutto passo falso, un vero smacco per la sua immagine, anche se lui fa finta di niente, spaparanzato nella sua splendida villa-vista-mare a Posillipo, con codazzo di amici potenti sulla spiaggia di Capri.


Il problema cruciale del Napoli è ancora e sempre Maradona, perché l’asso argentino è sinonimo di gioie e dolori, vittorie e grattacapi, incassi e grane.
Diego si allena quando gli pare, talvolta rifiuta perfino di seguire la squadra in trasferta.
Fra capricci e polemiche, fa il bello e il cattivo tempo, in campo e soprattutto fuori. Senza orari e senza regole, si dà alla pazza gioia, tra donne e cocaina.
Ma il suo enorme talento calcistico resta indispensabile per il Napoli e per Napoli.
Nessuno è in grado di governare le sue bizze, men che meno chi dovrebbe farlo, cioè Moggi.

Quando la stella del fenomeno argentino si sarà spenta, Lucianone dirà:
«Non ho mai saputo niente di quello che faceva Maradona fuori dal campo»
– salvo poi dichiarare l’esatto contrario:
«Se non lo avessi saputo, non sarei stato un buon dirigente... sapevo, ma avevo possibilità di intervento limitatissime. Fuori dal campo, Maradona non era gestibile».
Dunque, com’è ovvio, Moggi sa tutto di quello che Maradona combina negli spogliatoi e soprattutto nella vita privata: anche perché Lucianone è culo e camicia con molti giocatori napoletani, con i quali manterrà rapporti di grande confidenza anche in futuro (esempi: Massimo Crippa, Massimo Mauro, Ciro Ferrara). Ma fa finta di niente, perché Maradona serve anche a lui.


Pecunia non olet.
Il fatto è che lo spogliatoio partenopeo è simile a un malfamato nightclub, dove circolano cocaina e sesso a volontà. Vizi che porteranno Maradona sotto inchiesta sia penale che sportiva e lo costringeranno a espatriare prima che le cose si mettano davvero male.
Ma Lucianone asseconda il campione argentino in tutti i suoi voleri e capricci.
Trova perfino il modo di sistemare suo fratello minore, Hugo, all’Ascoli dell’amico Rozzi, solo perché Maradona si è messo in testa di avere un altro campione in famiglia; in realtà “Huguito”, come lo chiama qualche buontempone, è un fior di brocco, già scartato da squadre di mezzo mondo prima di approdare in Italia.

Nel bel mezzo della bolgia napoletana, Moggi non perde il vizietto di servire più padroni, cioè di farsi soprattutto gli affari suoi.
Anche da Napoli, dunque, continua a fare da “consulente” dietro le quinte per le società “amiche”: come il Taranto e la Salernitana, che dalla serie C salgono in B.
Del resto, per Lucianone il Napoli è una cosa, e la sua personale carriera affaristica un’altra.
Legarsi a tutti senza sposare nessuno è uno dei suoi motti preferiti.

Nell’estate del 1988 Moggi tenta un primo riscatto d’immagine attraverso la sua specialità, il calciomercato, dove ormai è considerato “The Boss”.
Alla fine, «ancora una volta la Borsa del calcio si inchina davanti a Luciano Moggi: con due mosse dell’ultima ora, il general manager del Napoli è riuscito ad aggiudicarsi il granata Crippa e il brasiliano Alemão... Due “botti” arrivati per ultimi, quelli che hanno fatto più rumore, e come sempre a provocarli è stato lui, il despota del calciomercato.

Nell’ultima notte di mercato, Moggi è volato con un aerotaxi fino a Madrid, si è incontrato con il presidente dell’Atlético Madrid Jesús Gil y Gil, e ha comprato Alemão per circa 4 miliardi e mezzo». Come sempre, i “botti” di Lucianone – Alemão e Crippa – sono seguiti da lunghi strascichi polemici.
Firmato il contratto per Alemão, il presidente dell’Atlético Madrid definisce Moggi «un despota con atteggiamenti da Humphrey Bogart nel ruolo di un gangster... Lui è venuto a Madrid con l’idea che qui siamo tutti coglioni».
Il direttore sportivo della Roma – interessato a comprare il granata Crippa, che però il Torino aveva definito “incedibile”, salvo cederlo subito dopo al Napoli di Lucianone – commenta: «È stata confermata la coerenza e la moralità di certi personaggi».

Concluso da par suo il calciomercato, Moggi nell’agosto 1988 è a Madonna di Campiglio, nel ritiro precampionato del suo Napoli.
E lì sfodera il pugno di ferro: non con Maradona o con i giocatori amici suoi, ma con il difensore Moreno Ferrario.
Già incluso nel quartetto dei capri espiatori della rivolta anti-Bianchi e dello scudetto regalato al Milan, e quindi escluso dalla preparazione estiva, Ferrario viene deferito dalla società partenopea alla Commissione disciplinare della Lega calcio per avere rilasciato un’intervista polemica.
A quel punto il giocatore chiede la rescissione del contratto che lo lega al Napoli. Il 23 settembre la Commissione disciplinare respinge le richieste di sospensione del giocatore avanzate dal Napoli, e condanna la società partenopea a risarcirgli i danni.
Lucianone monta su tutte le furie: «È un verdetto assurdo, una decisione senza precedenti che ci lascia molto sorpresi... Vorrà dire che in futuro, in situazioni del genere, daremo medaglie al giocatore anziché prendere altre decisioni». Poi annuncia un ricorso al Coni, un ricorso al Tar, e per non sbagliare anche una causa giudiziaria in sede civile.

Un’altra delle quattro vittime sacrificali di Moggi è Salvatore Bagni, escluso dalla “rosa” e parcheggiato in attesa di essere ceduto. Dopo mesi di tira-e-molla, a novembre Moggi vende Bagni all’Avellino, benché fino all’ultimo sembrasse intenzionato a dirottarlo al Torino. La dirigenza granata – messa di fronte al fatto compiuto – attacca Lucianone. Il giocatore rivela: «Mentre Moggi parlava in Tv di un mio passaggio al Torino, sapeva che io lo stavo aspettando in un albergo di Caserta per firmare il contratto con l’Avellino».
Alla fine di gennaio 1989 l’ex attaccante del Napoli Bruno Giordano – terzo capro espiatorio ceduto da Moggi all’Ascoli nell’estate 1988 – rievoca la stagione precedente, quella dello scudetto regalato al Milan: «Hanno dato alla gente quattro nomi da accusare. La verità è che qualcuno [Moggi, ndr] aveva già deciso di liberarsi di noi a fine campionato... Ci hanno fatto firmare una dichiarazione [con su scritto] che non volevamo scendere in campo, ma non era vero: in cambio ci hanno promesso un aiuto, ci avrebbero trovato una sistemazione».
E a proposito delle “consultazioni” moggiane: «Moggi ha convocato i “suoi” giocatori al mattino, e ha dato un appuntamento a noi quattro nel pomeriggio. Abbiamo trovato la piazza piena di tifosi inferociti, e io ho detto a Moggi che quei trucchetti non li doveva fare. I tifosi hanno individuato in noi dei colpevoli, ma credo che poi abbiano capito la verità». E ancora: «Poco tempo fa, dopo la sconfitta del Napoli all’Olimpico, ho incontrato Moggi e gli ho chiesto: “Chi l’ha venduta, stavolta, la partita?”»;
secondo l’ex attaccante del Napoli, di quel periodo «molte cose non si possono dire».

Le dichiarazioni di Giordano inducono la Federazione ad aprire un’inchiesta. I giocatori del Napoli, per protesta, proclamano il “silenzio stampa”. Lucianone fa finta di niente.

9 - continua


Dagospia 23 Maggio 2006
Etrusco
00martedì 23 maggio 2006 19:44
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00venerdì 26 maggio 2006 21:39
L'ira di Arrigo Sacchi
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L'opinione di Campana
[18 maggio 2006]
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