Gli scrittori e artisti ospiti erano duemila nel 1997, quando si ebbe la prima edizione e fu subito boom, a Mantova, per il Festivalletteratura, che quest’anno prenderà il via mercoledì 8 settembre per durare sino a domenica. Oggi gli ospiti sono più che raddoppiati, sono più che triplicati gli eventi, passando da 106 a oltre 300, ma soprattutto a impressionare è la risposta del pubblico pagante che, se all’esordio fu di circa 15 mila persone, l’anno scorso è arrivato alle 60 mila.
Sono cifre che comunque rispondono da sole ai vari discorsi di chi parla di divismo più che di cultura, di gente che insegue gli autori ma legge poco, visto che comunque sono persone che si muovono per ascoltare interventi che spesso sono assai impegnativi, perché accanto agli autori di best seller di consumo, e basti il nome quest’anno di Frederick Forsyth, ci sono saggisti che indagano temi non smplici, e anche qui facciamo solo il nome di Agnes Heller, e poi tanti scrittori comunque di qualità e i cui libri si vendono bene, dall’iraniana Azar Nafisi diventata celebre con ‘Leggere Lolita a Teheran’ sino a Hanif Kureishi e poi, solo citando a caso, Zadie Smith, Ian Rankin, Colum McCann, Tishani Doshi, cui si aggingono due premi Nobel, Vidiadhar Naipaul e Edmund White, visto che un terzo, Seamus Heaney ha dovuto rinunciare. Non ci sarà, tra gli annunciati, neanche Ali Smith.
Molti, ovviamente, anche gli italiani, da Niccolò Ammaniti a Edith Bruck, da Maurizio Maggiani a Antonio Pennacchi, da Piero Dorfles a Guido Crainz.
Come ogni edizione, ci sarà una Retrospettiva su un autore particolare, e dopo l’indiano Amitav Ghosh nel 2009, quest’anno toccherà all’israeliano Amos Oz, che ha da poco compiuto 70 anni, di cui verrà ripercorsa in tre incontri l’intera opera, divisa appunto in tre parti: Storie di sè (cui appartiene il capolavoro ‘Una storia di amore e di tenebrà), Storie di coppia, Storie del villaggio.
Un tema caldo sarà poi quello dell’Iran, paese in fermento e al centro dell’attenzione internazionale, vista la presenza a Modena, oltre che della Nafisi, di Ahmad Rafat, saggista che affronta proprio i nodi del futuro del suo paese, e di narratori legati alle proprie radici come Kader Habdolah, che oggi vive in Olanda, e Said Sayrafiezadeh, che invece vive negli Usa. A loro si aggiungono giornalisti e studenti iraniani che vivono in Italia e che, sin dal primo giorno del festival, creeranno una sorta di isola iraniana in cui dialogheranno e faranno dialogare via Web il pubblico con blogger, artisti, giornalisti che svolgono la propria attività in Iran.
Difficile scegliere poi tra i vari filoni e gli incontri a tema, dal percorso Vintage, con scrittori di oggi che propongono la rilettura di libri di autori che non ci sono più, a quello legato alla poesia, con la presenza di Eugenio de Signoribus, Ennio Cavalli e vari altri, mentre si ricorderanno Vittorio Sereni, Antonio Porta e Antonia Pozzi. Poi l’Archivio storico Olivetti proporrà un omaggio a Fernanda Pivano, mentre per il centenario della nascita si ricorderà Ennio Flaiano.
Da segnalare quest’anno l’apertura alla Graphic novel con l’intervento di due maestri, molto impegnati a raccontare la storia e la realtà: Igor e Joe Sacco. Senza dimenticare gli incontri spettacolo, i recital, i concerti, tra cui spiccano il debutto del ‘Gian burrascà con Elio de Le storie tese, che intonerà anche ‘Viva la pappà col pomodorò, il cantautore Pacifico che proporrà ‘Boxe a Milanò e la lettura de ‘Il grande inquisitore’ di Dostoevskij, introdotta da Gerardo Colombo e Serena Vitali. (ANSA).
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