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Facebook in Borsa, rastrella 18 miliardi e poi.. puff!

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2012 23:54
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21/05/2012 23:53

Ma quanto sono gonzi i guru della finanza, specie con i soldi degli altri!

IL SECONDO GIORNO DI QUOTAZIONE A NEW YORK: I TITOLI DEL SOCIAL NETWORK CROLLANO
Facebook precipita a Wall Street: -12%
Forbes: «Quotazione è stata un fallimento, Zuckerberg non ha mai voluto che la sua azienda fosse quotata»
(Reuters)



MILANO - Facebook crolla al secondo giorno di quotazione a Wall Street: i titoli del social network perdono circa il 12% sulla Borsa di New York, scendendo al di sotto del prezzo di collocamento, fissato venerdì a 38 dollari per azione.

FORBES: UN FALLIMENTO - Alla fin fine dunque, il collocamento della società hi-tech non è stato un gran successo. E c'è già chi sentenzia: «E' stato un fallimento». Così Rich Karlgaad di Forbes, che ha elencato i «sette motivi» per cui l'Ipo di Facebook è da considerarsi fallimentare. Il primo è che è avvenuta troppo tardi. A questo si aggiunge il fatto che il fondatore del gruppo, Mark Zuckerberg, «disdegna gli investitori. Non ha mai voluto che fosse quotata e questo è diventato ovvio nel corso del road show». Il columnist della rivista economica ha raccontato come Zuckerberg si sia nascosto in bagno costringendo il pubblico ad aspettarlo a lungo,per poi «presentarsi con la felpa». Il terzo motivo è che Facebook non ha lasciato niente per gli investitori comuni. Il quarto è un debutto in un mercato incerto a causa dell'Europa: «al di là dell'Europa, maggio non è buon periodo per quotarsi. Gli ultimi decenni hanno mostrato che la maggior parte dei guadagni in Borsa è realizzata fra ottobre e maggio». Forbes cita poi motivi più sostanziali: «la monotonia di Facebook» che ormai inizia ad annoiare, il fatto che non sia uno strumento «necessario» e che l'industria dei social media, in generale, non dia idea di grande solidità.

QUOTAZIONI - Il giudizio di Forbes sembra trovare conferma nei valori di scambio del titolo a soli due giorni dal collocamento: a Wall Street, i titoli del social network incontrano infatti più venditori che «amici» e perdono il 12,31% per cento 33,52 dollari per azione, precipitando sotto il prezzo di collocamento di 38 dollari. Che le perplessità degli analisti sulla società di Mark Zuckerberg si stessero moltiplicando lo si era già capito venerdì al debutto. Una performance non certo brillante (con il prezzo tuttavia mai sceso sotto quota 38 dollari) ha aperto la riflessione sul valore reale di questa azienda del web, leader per diffusione e utilizzo e tra le prime ad approdare in Borsa, insieme a Linkedin (che perde anch'essa oltre il 3%) e il social network cinese Renren (-7%).

NASDAQ IN TILT - Dei 570 milioni di titoli Facebook scambiati venerdì, ben 200milioni sono passati di mano nella prima ora: una mole che ha mandato in tilt Nasdaq per qualche minuto. Per determinare il prezzo iniziale di apertura normalmente occorrono 3 millisecondi e invece per Facebook ne sono occorsi 5. Quella minima differenza di tempo è andata a sommarsi a un altro problema anche più serio, l'impossibilità per i clienti che avevano pre-inserito ordini di acquisto o di vendita di modificarli o cancellarli in tempo reale. È successo così che alcuni ordini modificati in apertura non sono stati confermati dal Nasdaq e in alcuni casi sono stati effettuati diverse ore dopo l'apertura, a prezzi nel frattempo modificati dal corso degli scambi. Il Nasdaq ha spiegato che sta ricostruendo l'intero book order per valutare eventuali risarcimenti.

Corriere della Sera
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Forbes dice: un fallimento.

Ma per chi? Non certo per il furbacchione di faccialibro, a cui gli improvvidi investitori hanno regalato in un giorno 18 miliardi di dollari, in cambio di pezzi di carta, e pure solo virtuali.

Ovvio che i "piccioni" che hanno abboccato hanno preso una "sola", ma non è una "sola" tutto internet (a parte rarissimi forum [SM=x44451] )?

Quanti messaggi riceviamo di banche cinesi o africane che ci chiedono, per favore, di accettare un versamento di 10 o 20 milioni di dollari sul nostro conto?

E pensare che faccialibro sia una macchina per fare soldi dimostra quanto buzzurri siano i presunti esperti di finanza.

Perfino la GM è riuscita a capire che faccailibro non è un utile veicolo pubblicitario, dopo aver buttato nel cesso un sacco di soldi.

Ma la cosa era ovvia fin dall'inizio, e pernacchie [SM=x44496] a chi ha pensato di fare un affare, ed ora si trova in mano queste azioni che, come nel gioco dell'uomo nero ("peppa tencia" da queste parti) deve cercare di sbolognare a qualcuno facendo finta che valgano qualcosa.

E per quanto uno sia babbeo, uno più babbeo lo trova sempre.

Nel frattempo il furbacchione con la felpa se la gode e se la ride.
Un fallimento? Averne..
[Modificato da fabius039 21/05/2012 23:54]
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