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Avvelena la prozia per l'eredità

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2024 19:49
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22/02/2024 18:23

Avrebbe provocato la morte di una prozia di 80 anni, facendole ingerire del cibo che la donna non avrebbe dovuto mangiare dovendosi alimentare solo di omogeneizzati, facendo ricondurre il decesso a cause naturali per potere beneficiare dell'eredità.

E' l'accusa contestata dalla Procura di Catania a una pronipote della vittima, che è stata arrestata da carabinieri della stazione di Aci Castello con il supporto di militari dell'Arma della compagnia di Acireale e di Asiago (Vicenza).

La donna è stata posta ai domiciliari, con l'uso del braccialetto elettronico, accusata di circonvenzione di incapace e omicidio aggravato.
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22/02/2024 18:43

"Le indagini dei Carabinieri della stazione di Aci Castello hanno permesso di fare piena luce sulla morte" dell'80enne Maria Basso, per cui è stata arrestata una pronipote di 58 anni, accusata di averne causato il decesso per ottenere la sua eredità.

Lo afferma il capitano Domenico Rana, comandante della compagnia dell'Arma di Acireale.

"Fondamentali - aggiunge l'ufficiale - sono state le dichiarazioni della donna, acquisite dai Carabinieri in punto di morte, il giorno prima del decesso.Ci hanno permesso di ricostruire che lei era stata portata fuori a pranzo dalla pronipote e avesse mangiato un piatto di spaghetti e un dolce, che ne avrebbero poi provocato la morte".

Il decesso dell'80enne, sottolinea il capitano Domenico Rana, "è stato l'epilogo di un disegno criminale più ampio ordito dall'indagata che si era fatta prima nominare procuratrice speciale e poi testamentaria universale, in modo da impadronirsi della cospicua eredità della donna".
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23/02/2024 19:17

L'inchiesta del gruppo 'fasce deboli-codice rosso' della Procura di Catania, basata su indagini dei carabinieri di Aci Castello, fa "emergere inequivocabilmente" da parte dell'indagata "una strategia palesemente predatoria" per "abusare dello stato di infermità della persona offesa" che sarebbe stata indotta a revocare la procura originaria e il rilascio di quella in favore dell'indagata, e, allo stesso modo, del testamento, con "l'eredità che era prima devoluta per intero ai Salesiani di Torino", ma di cui sarebbe stata la finale destinataria.

Lo scrive il gip di Catania, Sebastiano Di Giacomo Barbagallo, nel provvedimento con cui, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Michela Maresca, vistata dall'aggiunto Sebastiano Ardita, dispone gli arresti domiciliari nei confronti della 58enne accusata di circonvenzione di incapaci e dell' omicidio aggravato della prozia Maria Basso, deceduta il 16 dicembre del 2022 in una Rsa di Aci Castello dove la pronipote l'avrebbe portata da Asiago.

Secondo l'accusa l'indagata, alcuni giorni prima del decesso, avrebbe invitato Maria Basso a pranzo fuori, con l'80enne che avrebbe mangiato spaghetti e un dolce, nonostante una malattia invalidante l'obbligava a ingerire soltanto cibo omogenizzato.

E questo ne avrebbe "cagionato la morte per polmonite 'ab ingesti', ricostruisce la Procura di Catania che le contesta l'omicidio aggravato al "fine di conseguire il profitto legato alla circonvenzione di incapaci" della vittima.

La ricostruzione dell'accusa è contestata dall'indagata che, difesa dagli avvocati Carmelo Peluso e Lino Rovetta, si professa innocente e anzi, sostiene, le avrebbe dato "le cure di cui aveva bisogno" e dato da mangiare solo "cibo spezzettato, come le era somministrato nella Casa di riposo in cui era ospitata".
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28/02/2024 19:11

"La zia la considerava la figlia mancata", insieme "hanno fatto viaggi e vacanze" e "ci sono foto e documenti che provano" perché i loro rapporti "personali erano pregressi e lo dimostreremo".

Lo ha detto, prima dell'udienza di convalida davanti al gip di Catania, l'avvocato Carmelo Peluso, uno dei legali di Paola Pepe, la 58enne agli arresti domiciliari con l'accusa di circonvenzione di incapaci e di omicidio aggravato della prozia Maria Basso, di 80 anni.

Secondo il gruppo 'fasce deboli-codice rosso' della Procura, basata su indagini dei carabinieri di Aci Castello, l'indagata avrebbe provocato la morte della donna per entrare in possesso della sua eredità. Lo avrebbe fatto facendole ingerire degli spaghetti e del dolce, che non poteva mangiare, se non spezzettati, per una grave patologia di cui soffriva e che la costringeva ad alimentarsi con prodotti omogeneizzati.

"Se la signora Basso è morta per l'ingestione di cibo solido - ha sottolineato il penalista - bisogna tenere presente che non si può uccidere una persona disfagica facendole mangiare degli spaghetti perché non li può deglutire. Ha mangiato spaghetti triturati e fatti a poltiglia così come ha fatto altre decine di volte".
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14/03/2024 19:49

Resta ai domiciliari, con l'obbligo dell'uso del braccialetto elettronico, Paola Pepe, la 58enne arrestata da carabinieri il 22 febbraio scorso con l'accusa di circonvenzione di incapaci e di omicidio aggravato della prozia Maria Basso, di 80 anni.

Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Catania che ha rigettato la richiesta del difensore della donna, l'avvocato Carmelo Peluso, e confermato l'ordinanza di custodia cautelare.

Secondo l'accusa, basata su indagini dei carabinieri di Aci Castello, l'indagata avrebbe provocato la morte della donna per entrare in possesso della sua eredità.

Secondo la ricostruzione della Procura, con l'inchiesta coordinata dall'aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Michela Maresca, l'indagata, alcuni giorni prima del decesso, avrebbe invitato Maria Basso a pranzo fuori, con l'80enne che avrebbe mangiato spaghetti e un dolce, nonostante una malattia invalidante l'obbligava a ingerire soltanto cibo omogenizzato. E questo ne avrebbe "cagionato la morte per polmonite 'ab ingesti', ricostruisce la Procura di Catania che le contesta l'omicidio aggravato al "fine di conseguire il profitto legato alla circonvenzione di incapaci" della vittima. Paola Pepe, che non era autosufficiente, è morta, il 16 dicembre 2022, in una casa di cura di Aci Castello, dove risiedeva da circa 15 giorni e dove l'aveva portata da Asiago l'indagata.

Una ricostruzione contestata dall'avvocato Peluso spiegando che tra le due donne c'era affetto e intesa, tanto che Maria Basso considerava Paola Pepe "una figlia mancata", e che insieme "hanno fatto viaggi e vacanze".

"Se la signora Basso è morta per l'ingestione di cibo solido - è tornato a sottolineare il penalista - bisogna tenere presente che non si può uccidere una persona disfagica facendole mangiare degli spaghetti perché non li può deglutire. Ha mangiato spaghetti triturati e fatti a poltiglia così come ha fatto altre decine di volte".
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