Secondo voi dove vuole arrivare Fini?

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2011 16:53
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 95.751
Registrato il: 28/02/2002
Sesso: Maschile

AMMINISTRATORE
PRINCIPALE



ADMIN
Monsignore
IperF1 2008
IperUTENTE 2010
Briscola IperCafonica 2012
09/06/2009 19:17



L’ETEROGENESI DI FINI
– GIANFRY GODE DEL MANCATO “SFONDAMENTO” DI PAPI SILVIO E PENSA AL (FARE)FUTURO: “UN ERRORE AVER INSEGUITO LA LEGA, PAGHIAMO UN PREZZO AL SUD”
– "Di Pietro potrebbe sottrarci voti sul terreno della sicurezza e della legalità...



Claudia Terracina per "Il Messaggero"



Chiuso nel suo studio, a Montecitorio, Gianfranco Fini ha passato la giornata studiando attentamente i risultati del voto.

Che non lo hanno sorpreso più di tanto.
Al 40%, vagheggiato da Berlusconi, d'altronde, non ha mai creduto.
Anzi, covava una certa inquietudine per certe scelte del premier e del Pdl, che negli ultimi tempi hanno inseguito la Lega sui temi della sicurezza
, facendo la faccia feroce con gli immigrati, non solo con i clandestini che si avventuravano nei nostri mari. Posizioni che, come è noto, non lo hanno mai convinto.

«Non serve inseguire e copiare la Lega - sospirava in privato - perchè gli elettori scelgono sempre l'originale, non il succedaneo». Non bastano a rassicurarlo i successi in Umbria, nelle Marche e a Venezia. Lo preoccupa, e seriamente, l'orizzonte del Pdl, che vive alla giornata, senza elaborare una strategia di lungo respiro, che non pensa a rispondere ai bisogni degli italiani, specie a quelli del Sud. Per questo, ieri, pur guardandosi dal commentare ufficialmente i risultati, non ha resistito a far trapelare il proprio pensiero, affidandolo a un corsivo pubblicato sul sito web della sua fondazione, "Farefuturo".


Andrea Augello

«Perchè stupirsi del risultato del Carroccio, se il governo ha dato loro la massima visibilità con il federalismo fiscale e le misure sulla sicurezza? In questa campagna non c'è stato un solo argomento per mobilitare gli elettori del centrodestra da Roma in giù. Inevitabile perciò la voglia di restarsene a casa», è la considerazione che il presidente della Camera fa con i suoi. Che in controluce fa capire quanto poco abbia apprezzato la campagna gridata e puntata sulla massima personalizzazione fatta dal Cavaliere.

Che ora viene esplicitamente sollecitato «a occuparsi, come promesso, della Sicilia, procedendo però anche all'organizzazione del partito, che potrebbe tornare molto utile per contenere l'euforia leghista e per ridare agli italiani del Sud una ragione di concreto sostegno all'azione di governo».


Fini ha insomma ben presente che il futuro del Pdl si gioca qui e ora.
E scommette su un'organizzazione rigorosa e su elaborazioni programmatiche originali, criticando apertamente la gestione del triumvirato nominato nel congresso di marzo «che non sembra aver colto il dato politico di queste elezioni, la forte affermazione leghista e l'astensionismo del Centro-Sud».


Parole che fanno intendere come le dichiarazioni rassicuranti di La Russa, che si dice «felice dell'affermazione della Lega», non gli siano piaciute, anche se apprezza l'affermazione del ministro della Difesa nel Nord Ovest con oltre 200 mila preferenze.

Non è questo il Pdl che immaginava il presidente della Camera, che non si i cura affatto degli attacchi contro di lui sul sito del partito, dove militanti inferociti gli attribuiscono la responsabilità della flessione per i suoi atteggiamenti «troppo riformisti». Anzi, la sua intenzione è, come sempre, di rilanciare proponendo temi inediti.


E i suoi lo seguono. «Che sbaglio cercare di battere la Lega sul suo terreno», ribadisce il siciliano Fabio Granata, secondo il quale «occorre organizzare il partito su base federalista, dando rilevanza alle classi dirigenti sul territorio». Il sottosegretario Roberto Menia, scettico della prima ora sull'unificazione nel Pdl, constata come sia stato «un errore aver disciolto il patrimonio di An dentro il Pdl» e come «il risultato è effetto della mancanza della politica in una campagna senza contenuti, affidata alla sola capacità di attrazione di Berlusconi».

E Fabio Rampelli avverte che «il Pdl fa fatica a capitalizzare i risultati del governo nazionale
, ma - insiste- il mancato sfondamento non è derubricabile a dato organizzativo perchè il Pdl fa altrettanta fatica a intercettare il bisogno di cambiamento degli italiani». E, a fine serata, anche il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ammette che «va aperta una riflessione sul funzionamento del partito», mentre il senatore ex An Andrea Augello, attento a quel che si muove nella società, individua un competitore nuovo di zecca: «L'Idv di Di Pietro che se non si riallea con il Pd potrebbe sottrarci voti sul terreno della sicurezza e della legalità».


www.ilmessaggero.it [09-06-2009]


[SM=g1700002]
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:19. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone