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I figli dei fiori inventori del pc?

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2005 18:10
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12/10/2005 11:57

Una nuova lettura della storia ricollega la nascita dell’informatica moderna ai movimenti hippie della California degli Anni '60

Gli Anni Sessanta hanno segnato profondi cambiamenti nella società e c'è chi sostiene che gli hippie abbiano ispirato la rivoluzione del personal computer.


In un articolo scritto nel 1995 per la rivista Time, l'analista Stewart Brand affermava per la prima volta questa tesi, sostenendo che gli ideali comunitari di pace e libertà propri degli hippie avrebbero gettato i semi di quella che, in seguito, sarebbe diventata la rivoluzione informatica. Secondo Brand, <>

Anche lo scrittore americano John Markoff corrispondente dalla Silicon Valley per il New York Times, avalla questa ipotesi e ne offre una lettura affascinante. Secondo Markoff, a rigor di logica, a vincere la competizione in campo informatico negli anni Settanta sarebbero dovuti essere i centri di ricerca della costa orientale degli Stati Uniti, non quelli della costa occidentale (West Coast). L’asse informatico della East Coast - che inizia a nord di New York (con la sede di IBM) e arriva all’università di Cambridge e al Massachusetts Institute of Technology (MIT), entrambi a Boston - era pieno di talenti e di fondi, ma l’establishment della costa orientale rimase vittima del suo stesso successo e, sfortunatamente, si rivelò incapace di prevedere il futuro, perché era fortemente interessato alla conservazione dello status quo.

Nel frattempo, la California settentrionale aveva attirato giovani di talento come Doug Engelbart, Fred Moore, Alan Kay e Ted Nelson – per non parlare del circolo di appassionati che formavano l’ormai leggendario Homebrew Computer Club. Il contrasto tra la West Coast e la vecchia guardia di stanza a est era stridente – in alcuni casi, quasi una parodia delle differenze tra le due coste degli Stati Uniti. IBM era famosa per mandare i propri dipendenti in viaggio di lavoro con l’obbligo di indossare capi stirati e camicia bianca. Cosa avrebbero mai pensato se avessero saputo che sarebbero stati sopraffatti da gente famosa per motivi meno nobili?

Come ai tempi dei Padri Fondatori che condussero gli Stati Uniti all’indipendenza, anche in questo caso ci troviamo di fronte a una concentrazione sorprendente di pensatori e di inventori. Ma il loro zelo fu alimentato dalla controcultura degli Anni Sessanta? Oppure il fatto che speciali talenti si ritrovassero nello stesso luogo allo stesso tempo fu solo un caso fortuito? La questione è tuttora aperta e motivo di diatriba tra le due coste negli Usa.
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12/10/2005 13:33

Non dimentichiamoci degli HACKERS:
To Hack e' un termine che e' stato introdotto nei primi anni '60, da un gruppo di facinorosi stundenti del M.I.T.(Massachusetts Institute of Technology) e che con il tempo ha acquistato molti significati "STRAVAGANTI".
In realtà la parola to HACK, secondo gli Hackers che nel tempo redassero il Jargon File significa solo CONDIVISIONE.
L'Hacker non è il "pirata informatico" [Cracker] ma una persona che studia con coscienza e consapevolezza in opposizione a coloro che si limitano ad apprendere lo stretto necessario [Jargon File ].
Il "FILE DI GERGO" (The Jargon File) degli Hacker, compilato collettivamente in Rete, li definisce come persone che "programmano con entusiasmo", che ritengono che "la condivisione delle informazioni sia un bene positivo di formidabile efficacia, e che sia un dovere etico condividere le loro competenze scrivendo free software e facilitare l'accesso alle infomazioni e alle risorse di calcolo ogni qualvolta sia possibile" [jargon File].
Il lavoro degli Hacker ha permesso la creazione del pc (personal computer), del modem, l'affermazione planetaria di Internet, l'invenzione delle realtà virtuali.
Si tratta di risultati straordinari nati dall'approccio al lavoro diverso e opposto agli schemi fordisti che scandiscono l'esistenza quotidiana.
La nuova etica di cui gli Hacker sono portatori è caratterizzata da un impegno appassionato e creativo, senza limiti di tempo e senza risparmio di capacità intellettuali.
Questa concezione ha fatto si che si affermassero valori di eguaglianza, di condivisione dei saperi, in netto contrasto con i modelli improntati al controllo, alla competizione, alla proprietà.

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23/10/2005 22:52

a proposito di hacker... leggetevi the Hacker manifesto e capirete di più loro, ma soprattutto imaprerete a non disprezzarli perkè non solo loro quelli che fanno danni...

anke la storia di kevin mitnick aiuterebbe molto a capire come vengono CRIMINALIZZATI

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Grazie a chi mi ha aiutato con il questionario per la tesi, ho finalmente raggiunto le 500 interviste :D
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Re:

Scritto da: seraphsephirot 23/10/2005 22.52
a proposito di hacker... leggetevi the Hacker manifesto e capirete di più loro, ma soprattutto imaprerete a non disprezzarli perkè non solo loro quelli che fanno danni...

anke la storia di kevin mitnick aiuterebbe molto a capire come vengono CRIMINALIZZATI



Infatti l'errore che troppi commettono è quello di confondere l'Hacker col banale Pirata Informatico o col lamer, phreaker o quantaltro.... [SM=x44461]

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28/10/2005 22:15

Re:

Scritto da: seraphsephirot 23/10/2005 22.52
a proposito di hacker... leggetevi the Hacker manifesto e capirete di più loro, ma soprattutto imaprerete a non disprezzarli perkè non solo loro quelli che fanno danni...

anke la storia di kevin mitnick aiuterebbe molto a capire come vengono CRIMINALIZZATI

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Gli Hacker hanno un etica: la voglia di far conoscere.

I Cracker hanno una missione: distruggere!
29/10/2005 11:28

Re: Re:

Scritto da: Asgeir Mickelson 28/10/2005 22.15
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Gli Hacker hanno un etica: la voglia di far conoscere.

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e ricordiamo che se ora stiamo tutti su questo forum come anche su internet e per merito di alcuni hacker... e di tutte le loro scoperte ed invenzioni.... dal 1° MoDem, alla rete internet fatta a ragnatela anzichè a stella... e tanto altro...

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