AlcibiadeR, 26/12/2019 13.20:
Favole di Fedro: ecco le 5 più famose (e cosa ci insegnano)
Appassionati di favole e morale, ecco l’articolo che fa per voi. In queste pagine, infatti, lo staff dell’Università Niccolò Cusano di Trieste vuole raccontare alcune favole antiche colme di contenuti moralizzanti. Analizzeremo per la precisione il contesto storico e il bisogno che ha portato alla scrittura delle favole di Fedro, tra le più famose dell’antichità.
favole di Esopo. Le favole di Fedro, come di Esopo prima di lui, fanno parte di una tradizione radicata sia in Oriente sia in Occidente: attraverso una narrazione piacevole questi scritti, infatti, dovevano arrivare a stimolare una condotta di vita prudente, laboriosa e cosciente di limiti e virtù. Come accennato, nella tradizione occidentale la favola si lega indissolubilmente al nome di Esopo, personaggio vissuto tra il VII ed il VI sec. a.C. al quale viene attribuita la codificazione del genere. Il corpus di favole di Esopo sarà poi ampliato e rielaborato da altri grandi autori come – appunto – Fedro, vissuto nel I secolo dopo Cristo ma anche Babrio (del II sec. d.C) e Aviano (vissuto nel IV sec. d.C).
L’opera di Fedro: le Fabulae
Fedro scrisse all’inizio del I secolo d.C la sua opera più famosa: Le Fabulae (il titolo completo è Phaedri Augusti liberti Fabulae Aesopiae). Questo testo si suddivide in cinque libri e nel prologo
Fedro ammette di essersi ispirato
all’autore greco Esopo, vissuto circa seicento anni prima.
Il fulcro della questione è che le favole debbano essere testi educativi e facilmente comprensibili da tutti e universali e proprio per questo vengono spesso usati come protagonisti gli animali. I caratteri etici del bene sono, così, rappresentati da agnelli, cani, uccelli e topi mentre nelle vesti del maligno troviamo gatti, lupi, leoni e rospi … Infine, Fedro caratterizza le sue favole con un breve incipit o con una conclusione che spiega nel dettaglio a chi quelle righe sono rivolte
Ma ecco cinque fiabe famose di Fedro che nascondono un’importante morale:
- La Volpe e l’Uva
Iniziamo forse dalla fiaba più famosa dell’autore latino. Il testo della favola recita così:
“Una volpe affamata arrivò davanti a una pergola carica di uva. Fece molti tentativi con balzi e rincorse ma l’uva era troppo in alto e non riuscì a mangiarne: “Non è matura”, borbottò, “Acerba non mi va”. E se ne andò.”
Chi minimizza ciò che non sa fare ripensi a questa favola, è per lui.
La morale della favola è fin troppo evidente: è dedicata a chi usa minimizzare le proprie incapacità e – invece di impegnarsi – lascia le cose come stanno pensando che non serva dedicarsi ad un miglioramento personale.
Le altre quattro:
- Il cane fedele
- La rana scoppiata ed il bue
- I due muli da soma
- Il lupo ed il cane
Fonte
Vai a studiare i classici! Sei tu che ti stai arrampicando sugli
! Si insegna a scuola dalle elementari (forse al giorno d'oggi no) che la famosa favola della
Volpe e l'uva è di Esopo e non di Fedro, che l'ha copiata e, per questo il tuo riferimento è errato! Perché per la volpe e l'uva Fedro ha preso spunto da Esopo e non Esiodo. Del resto lo hai anche ammesso tu:
AlcibiadeR, 26/12/2019 13.20:
...
Fedro ammette di essersi ispirato
all’autore greco Esopo, vissuto circa seicento anni prima.
...
Quindi, l'immagine che hai postato a corredo della tua risposta c'entra come i cavoli a merenda, perché non collega Esiodo a Fedro!
"feriscono il mio cuore
d'un languore
monotono."
Paul Verlaine