Chi protegge Geronzi e i poteri forti?

GERONZI CHI? SOLO ‘REPUBBLICA’ IN PRIMA, GLI ALTRI FANNO A GARA A NASCONDERLO
- IL ‘CORRIERE’ LO SPEDISCE A PAGINA 14, IL ‘SOLE’ A PAG. 41, ‘IL MESSAGGERO’ A PAG.7
- “IL PD DORME? NO, I POTERI FORTI SONO TRASVERSALI”
- IL DS CALVI AVV. DI GERONZI





1 - GERONZOMETRO D'ITALIA
"Tutti devono fare i conti con Geronzi", ha detto Silvio Berlusconi durante una cena poco prima che cadesse Romano Prodi (citato da Claudio Tito su Repubblica di oggi).
E i primi a saperlo sono i direttori dei maggiori quotidiani italiani, che oggi danno la prova concreta di quanto sia diffusa la Geronzocrazia nella stampa delle quote azionarie incrociate e delle banche padrone.
Basta vedere come è stata riportata la vicenda dell'emendamento ad hoc che salvava i manager e banchieri colpevoli di crac finanziari ed era tagliata su misura per l'ex padrone di Capitalia.


Guido Calvi


Nelle redazioni si è scatenata una forsennata competizione a far scomparire il nome dell'imperiale Cesare dalle pagine dei loro giornali.
A parte Repubblica, che ha scatenato ieri il caso e spara in prima pagina nel sommario di apertura il ritiro della "legge salva-Geronzi" (con tanto di editoriale non firmato indignato alla ricerca del "mandante" e pagine 2 e 3 tutte sul caso), per gli altri quel magico cognome diventa solo uno dei tanti, inserito solo all'interno degli articoli e mai nella titolazione. Per non parlare di eventuali foto...
Per scovarlo bisogna andare col cane da tartufi. E la notizia scivola progressivamente in avanti nelle pagine.

Nella classifica del "Geronzometro" si contendono la palma di
prima classificato il Corriere di Mieli e il Sole di Flebuccio De Bortoli.
Sul Corriere la notizia, che in prima diventa una spalla con citazione solo per Tanzi e Cragnotti, finisce a pagina 14, ben divisa dalle pagine di apertura dedicate al caos finanziario e bancario, pure dopo papà Cofferati.
Ovviamente il giornalista della "Casta" Sergio Rizzo si guarda bene dal citare lui stesso il nome del banchiere di Marino, lo fa dire in un virgolettato al segretario dell'Anm Giuseppe Cascini. A fare le spese di questa cautela è Augusto Fantozzi, sparato con fotona in pagina e titoli in cui viene affiancato a Tanzi e Cragnotti (ma non a Geronzi).


Milena Gabanelli


Anche sul Sole lo spartito è lo stesso. La notizia in prima pagina finisce ultima nelle brevi del sommario in basso a destra, senza nessun riferimento a nomi e cognomi, rinviando addirittura a pagina 41. Si tratta della prima pagina dell'inserto "Finanza&Mercati". Niente apertura, però: il "blocca-processi" (come viene ribattezzata la norma) va in taglio basso. Ovviamente senza nessun riferimento nei titoli al presidente di Mediobanca.

A seguire, il "Geronzometro" segnala il Messaggero.
Il giornale di Caltagirone inserisce il "salva-manager" nel sommario del titolo di apertura senza riferimento a nomi, a parte il contrattacco di Tremonti.
Nell'articolo, a pagina 7, Geronzi viene citato insieme a Tanzi, Cragnotti e Giacomelli.
Ovviamente, come sopra, niente titoli o tantomeno foto.
La notizia, però, viene inserita subito in coda (nella numerazione delle pagine) alle vicende finanziarie. Così come accade per la Stampa, che spara in prima la fotona di Tremonti che "affonda la salva-manager" e all'interno segue lo stesso copione degli altri: Geronzi citato solo una volta all'interno del pezzo di Francesco Grignetti. In più, però, il giornale di Anselmi piazza un commento di Luigi La Spina ("Grandi crac, piccoli imbrogli"), che punta il dito contro il tentativo di salvataggio dai guai giudiziari per Tanzi, Cragnotti e Geronzi.



2 - NON SOLO SALVA-GERONZI!
QUANDO IL GOVERNO OMBRA DI VELTRONI DORME.
ERA SUCCESSO ANCHE SU PROCESSO MILLS E SALVA RETE4.
L'OPPOSIZIONE LA FANNO IDV E UDC.
IL CASO DEL DS CALVI NEL COLLEGIO DIFENSIVO DI GERONZI...

Fabio Martini per "La Stampa"

Tra le pareti di mogano e velluto rosso dell'aula di Palazzo Madama i senatori stanno pacatamente votando articoli ed emendamenti al decreto del governo che salva Alitalia e il presidente di turno Domenico Nania può mandare avanti la seduta con linguaggio notarile, tanto è vero che alle 19,59 scandisce queste parole: «Stante il parere contrario espresso dalla quinta Commissione, l'emendamento 1.43 è improcedibile. Metto ai voti l'emendamento 1.108, presentato dai relatori».

In quell'emendamento, l'1.108, è contenuta, celata ma scoperchiabile, la norma che potrebbe evitare la condanna a Tanzi, Geronzi e Cragnotti, coinvolti nel crac Cirio e Parmalat.
L'opposizione?
Nessuno si alza, nessuno fiata contro quell'emendamento voluto dalla maggioranza.
Di più:
la prova che le opposizioni guidate dal Pd sono distratte, viene dalla procedura:
l'emendamento salva-manager è approvato per alzata di mano e non con la votazione elettronica, quella che di solito le opposizioni richiedono per misure ritenute di particolare rilevanza,
in modo che si accertino favorevoli e contrari e, magari, si manifestino franchi tiratori.



La votazione risale al primo ottobre e una settimana più tardi del salva-manager si accorgerà Report,
la battagliera trasmissione di RaiTre.
Ma non è la prima volta che il Pd,
di gran lunga il principale partito di opposizione (330 parlamentari su 417, il 79% del totale della minoranza) si distrae,
perdendo l'occasione per denunciare operazioni sottobanco e di altissimo valore politico ed economico.

La prima volta è accaduto a pochi giorni dalla formazione del nuovo governo.
Siamo nel pieno della stagione del dialogo tra Berlusconi e Veltroni, i due si sono incontrati il 16 maggio a palazzo Chigi, ma tre giorni pi tardi accade il patatràc.
E' il 19 maggio e nei testi preparati dall'esecutivo per garantire la sicurezza e contrastare l'immigrazione Sono contenute due norme con le quali si concede di accedere al patteggiamento per i processi in corso e iniziati prima del 31 dicembre 2001, un escamotage fatto su misura del presidente del Consiglio, in questo caso afflitto dal processo Mills.

Il primo che se ne accorge e scatta, in perfetta solitudine, è Antonio Di Pietro.
L'indomani, anche il Pd si sveglia , dal governo arrivano deboli smentite e nel giro di alcuni giorni, l'escamotage viene accantonato e se ne studiano di più presentabili .
Passano otto giorni e l'opposizione a maglie larghe del Pd si ripete. Nell'aula di Montecitorio si sta discutendo stancamente il decreto Salva Rete4 , quando chiede la parola Bruno Tabacci, deputato dell'Udc ma battitore di proverbiale libertà soprattutto quando sono implicati i poteri forti.

E denuncia le «clamorose anomalie» contenute nelle norme presentate dal governo per le concessioni autostradali, con la possibilità garantita all'Anas di decidere da sola, saltando il Cipe, a chi affidare un bene dello Stato.
Il Pd, restato al coperto - forse perché affezionato ad alcuni tratti autostradali gestiti da enti locali - a provvedimento approvato, denuncia con Pierluigi Bersani «la gravità enorme».

Dunque, un'opposizione colabrodo quella del Pd? Dice Tabacci: «Distrazioni? Direi che i poteri forti sono trasversali, tentacolari».

Certo, non può essere portato a carico l'indizio di Guido Calvi, l'ex senatore Ds e avvocato storico del Pci-Pds che fa parte del collegio difensivo di Cesare Geronzi,
tanto più che un ex presidente di gruppo come Pierluigi Castagnetti mette in campo altri argomenti:
«Oramai il procedimento legislativo è stato svilito ed è naturale che non ci sia più un' educazione e una prontezza nell'individuare la magagna.
Ma lo stordimento del dopo-elezioni sta durando troppo».


[10-10-2008]
www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-444.htm

Solo UDC e IdV fanno vera opposizione, il PD dorme (o è colluso)?


Bella domanda. io opto per la seconda