L'Ateismo: il peggiore dei mali che incombe sull'Umanità!
Scritto da: enricomolinaro 24/09/2006 10.50
l'affermazione da cui parte questo topic è, purtroppo, priva di fondamento:
ma, da non ateo e non agnostico (e neanche "credente", per la verità) mi pare doveroso riconoscere la grande funzione culturale, morale e civile che alcune forme di ateismo, di agnosticismo (e perfino di nichilismo) hanno storicamente avuto:
Mmm… Enrico, ti leggo solo ora, e sempre con interesse…
Anzitutto, sono pienamente d’accordo sull’assoluta mancanza di fondamento
da cui parte questo topic. Quantomeno, si dovrebbe argomentare soddisfacentemente questa che ha la pretesa di voler essere una tesi sicura anziché assai discutibile! In un certo senso, però, sono grato all’autore del thread in quanto, già il solo aprirlo, ha dato l’occasione al libero sfogo delle disparate e contrapposte opinioni altrui.
Il punto che m’interessa, tuttavia è l’altro da te appena sollevato; forse involontariamente.
A - Come può, infatti, una persona non autodefinirsi sostanzialmente “atea”, pur nelle sue diverse espressioni, se non è credente (logicamente da intendersi: in “dio” o in tutto ciò che lo riguarda, anche col mezzo della religiosità naturale ed insita nel profondo umano)?
Per quella persona, semmai, l’unica via di mezzo, a mio parere, è di essere essenzialmente almeno “agnostica”; anche qui, da afferrarsi pur con tutte le sue distinzioni e varie sfumature.
B – Questo, in fondo, è l’atteggiamento tipico dell’eterno dubbioso, il quale, essendo sempre incapace di fornire delle prove inconfutabili secondo le condizioni imposte dalla propria logica, sul fatto che Dio, o come si vuole chiamarlo, esiste o no, non si decide mai per l’altra – prima o dopo di quella dell’Ateismo - possibilità e ugualmente fattibile soluzione.
Essa scelta, è essenzialmente: se è impossibile per l’uomo vedere ora Dio (come confermato nel vangelo di Giovanni [Gv 1, 18]) con il metro dei propri sensi e della speculazione filosofica unita alla ricerca scientifica, e pertanto non poter credere in Lui, è pienamente plausibile invece che Dio stesso si sia manifestato all’Uomo. Chiaramente però, chi è sopra di tutto e di tutti perché è anche il “Tutto Altro”, si prende pure l’iniziativa, oltre di “rivelarsi”, di usare ben altri parametri, altrettanto accessibili all’Uomo: sono i criteri della Fede legata alla dote irrinunciabile della Ragione e con cui, allora, si può pienamente accogliere e credere, quindi, “vedere” e insieme realizzare.
[Modificato da Bestionn 25/09/2006 17.01]