VIVA L'INFORMAZIONE DELLO STATO LIBERO DI BANANAS!
DOPO AVER CONTATTATO IL CAV,
L'ANSA CANCELLÒ DALLA LETTERA DI VERONICA UN GIUDIZIO TERRIBILE SUL MARITO
1- SILVIO FURIOSO: MADAME VERONIQUE TORNA DA UNA VACANZA DI UN MESE IN CINA (DURA LA VITA!)
IN COMPAGNIA DELLA FIGLIA ELEONORA E DEL SUO BODY-GUARD (ATTENZIONATO ALL'EPOCA DALLA SANTADECHé) E SCODELLA A PAPI SILVIO UN CONTO SPESE 'DE PAURA' (OLTRE 500 MILA EURO?)
Non solo rotture dai soliti 'alleati? (de che?) Bossi, Fini e Tremonti, a quel ducetto di Arcore rode particolarmente il sederino a causa di un estratto conto ricevuto dai sui contabili. Un conto 'de paura' - altre 500 mila euri, sussurrano fonti ben introdotte nel cuore di Papi Silvio - che è stato recapitato alla sua attenzione dalla segretaria di madame Veronique.
La signora Myriam Bartolini è tornata nei giorni scorsi da un un viaggetto in Cina di un mese (dura la vita), in compagnia dell'immancabile e chiacchieratissimo body-guard che fu messo sulla graticola di "Libero" dalla Santadeché (che non ha mai ricevendo querela). Perun tratto del lungo viaggio, era affiancata anche dalla figlia Eleonora. Chissà cosa avrà speso Lady Veronica tra Pechino e Shangay...
2 - LA SERA IN CUI VERONICA DIVORZIÒ A MEZZO STAMPA...
Da "ll Giornale.it"
Esce oggi in libreria il nuovo libro di Bruno Vespa «Donne di cuori. Duemila anni di amore e potere. Da Cleopatra a Carla Bruni, da Giulio Cesare a Berlusconi» (Mondadori - Rai Eri, 564 pagine, 20 euro). Un grande affresco sul ruolo delle donne nella storia: da Cleopatra a Napoleone, dalle lettere appassionate di Garibaldi alla bulimia sessuale di Kennedy e Clinton, dalle seconde unioni di Fini, Casini, Bossi e D'Alema fino alla vivace vita amorosa di Berlusconi, seguendo il filo rosso della seduzione.
VINCINO sul libro di Vespa
Pubblichiamo l'anticipazione del primo capitolo, «La grande tempesta»:
«Signora, la frase è un po' troppo sopra le righe. Mi permette di tagliarla?».
«Direttore, ho i miei buoni motivi per averla scritta.
Comunque, si regoli come meglio crede. L'importante è che la sostanza di quel che penso esca immutata».
Mancavano pochi minuti alle
22 di martedì 28 aprile 2009 quando si chiuse l'ultima conversazione di un animato pomeriggio tra Veronica Lario e Giampiero Gramaglia, allora direttore dell'agenzia Ansa. Gramaglia era stato contattato dopo le 17 da due persone vicine alla moglie di Silvio Berlusconi.
«Può darsi che la signora voglia rilasciare una dichiarazione all'Ansa», era il messaggio.
Gramaglia chiamò subito alla sala stampa della Camera dei deputati Alessio Panizzi, capo del servizio politico dell'agenzia, e gli affidò la missione. Vista la delicatezza della cosa, Panizzi decise di gestirla in prima persona, senza metterne a parte altri colleghi.
Alle 17.30 telefonò a villa Belvedere, la residenza della signora Lario, e chiese di poter parlare con lei, ma le fu passata la sua assistente, Paola Gipponi, la quale, ascoltata la richiesta, disse che lo avrebbe richiamato. Infatti, un'ora più tardi si mise in contatto con lui, comunicandogli che Veronica Berlusconi avrebbe risposto solo a domande scritte.
Panizzi si consultò allora con Gramaglia e, insieme, formularono tre domande molto generiche, senza mai chiamare in causa Berlusconi.
Con la prudenza tipica dell'Ansa, i due dovettero farsi questo discorso: se vuole chiamare in causa il marito, lo faccia lei.
La prima domanda riguardava il ruolo delle donne in politica, citando anche l'attacco che il giorno precedente il sito web della fondazione Farefuturo, vicina a Gianfranco Fini, aveva mosso sull'onda delle voci che accreditavano la presenza di «veline» nella lista del Popolo della libertà per le elezioni europee di giugno.
La seconda domanda rivolta a Veronica Lario era legata alla prima, poiché le si chiedeva un giudizio sull'uso di candidare donne avvenenti per attirare voti.
La terza verteva sul fatto che lei, quando incontrò Silvio Berlusconi, era un'attrice.
Dunque, anche nel suo caso c'era stata una sorta di passaggio riflesso dal mondo dello spettacolo a quello della politica, seppure non immediato, per i lunghi anni in cui il Cavaliere era stato soltanto un brillante imprenditore.
(A questa domanda lei non rispose).
Verso le 20 di quel 28 aprile Paola Gipponi chiamò di nuovo Panizzi e gli disse che la signora Lario aveva preparato le risposte, precisando però che avrebbe aggiunto una quarta domanda con una quarta risposta.
(Quello stesso giorno La Repubblica aveva riferito della presenza di Berlusconi, la domenica precedente, alla festa del diciottesimo compleanno di una ragazza napoletana, Noemi Letizia, ma la cosa non aveva fatto ancora rumore, tanto che alla direzione dell'Ansa non pensarono di chiedere alla moglie un commento in proposito.
Tuttavia, la corrispondenza di Conchita Sannino non era sfuggita a Veronica.
La quarta domanda che si era posta, infatti, suonava così:
«Non le sembra strano che suo marito abbia partecipato domenica al compleanno di una diciottenne di Napoli chiamata Noemi?».
La sua risposta, come vedremo tra poco, era molto severa).
SILVIO e VERONICA
Il testo di Veronica Lario arrivò nella casella di posta elettronica di Panizzi poco prima delle 20.
Il giornalista, che non aveva mai parlato con la signora Berlusconi se non per interposta persona, voleva essere sicuro che lei fosse completamente d'accordo con la stesura trasmessa all'agenzia, e quindi chiamò Paola Gipponi che, a quel punto, gli passò Veronica.
«Mi scusi - le disse Panizzi -
ci siamo parlati solo per posta elettronica e volevo verificare che fosse lei l'autrice del testo.
Ho visto che ha scritto risposte molto dure... ».
La signora Berlusconi gli confermò l'autenticità del testo, gli spiegò le ragioni della durezza delle sue risposte e aggiunse un dettaglio che il giornalista avrebbe inserito nella nota d'agenzia che fu diffusa più tardi e di cui parleremo tra poco: «Finora mi ero sempre rivolta ai giornali - gli disse -.
Se stavolta ho scelto l'Ansa, è perché tutti sappiano che i miei figli e io siamo vittime e non complici di questa situazione».
Alle 20 terminò la loro conversazione, alle 20.15
il pezzo era sul tavolo di Gramaglia. Ma c'era la frase «sopra le righe», e il direttore dell'Ansa chiese di parlare personalmente con Veronica Lario. Che lo richiamò soltanto dopo le 21.30. Fino a quel momento, infatti, era rimasta accanto al nipotino Alessandro, che tardava ad addormentarsi. Solo quando il bimbo prese sonno,
telefonò al direttore dell'Ansa, che le mosse l'obiezione con cui si apre questo capitolo. Nel frattempo Gramaglia aveva chiamato Paolo Bonaiuti, che si trovava a Varsavia insieme a Silvio Berlusconi.
3 - VERONICA, IL CIARPAME E QUELLA FRASE CANCELLATA...
Dario Cresto-Dina per "La Repubblica"
Bruno Vespa dedica a Veronica Lario 25 pagine su 518, ventiquattro delle quali nel primo capitolo, non a caso intitolato La grande tempesta. Da Veronica infatti tutto comincia e si dipana tra il
28 aprile ("Ciarpame senza pudore", dichiarazione all´Ansa dopo aver letto su Repubblica la cronaca di Conchita Sannino sulla festa per Noemi a Casoria) al
3 maggio, quando la signora annuncia il divorzio e a Repubblica dice:
«La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni».
Nessuna novità, se non una:
il motivo per cui la sera di martedì 28 aprile la mail della Lario arrivata alle 20.15 sul computer dell´allora direttore dell´Ansa Giampiero Gramaglia deve attendere più di due ore, fino alle 22.31, prima di essere messa in rete.
Sono due ore di grandissima tensione.
Gramaglia capisce che ha una bomba politica tra le mani e impiega quel tempo per censurare la moglie del premier e avvisare Berlusconi, che si trova a Varsavia, della bufera che lo sta per investire. Nel pomeriggio di quel giorno, secondo la ricostruzione di Vespa, l´Ansa manda a Veronica tre domande scritte.
La prima sul ruolo delle donne in politica, la seconda sull´uso di candidate avvenenti per attirare voti, la terza sul fatto che lei, quando incontrò Silvio, era un´attrice. Veronica a questa non risponde, in compenso si fa da sola una quarta domanda (la presenza di Berlusconi al diciottesimo compleanno di Noemi) e
la risposta è devastante.
C´è soprattutto una frase terribile, un giudizio sul marito che suona come un epitaffio morale. Gramaglia cerca Bonaiuti a Varsavia, gli legge le dichiarazioni della Lario. Il premier non può abbandonare la cena ufficiale fino al dolce, lo ingolla frettolosamente, prende il cellulare dal suo portavoce che lo avverte:
«Veronica è imbufalita». Dall´altra parte c´è Gramaglia.
GIAMPIERO GRAMAGLIA - Copyright Pizzi
Scrive Vespa:
«Il direttore dell´Ansa gli lesse il testo integrale, inclusa la frase incriminata, e lo avvertì che, quando la signora lo avesse richiamato, le avrebbe chiesto di toglierla.
Berlusconi restò interdetto. Disse che si trattava di una questione privata e dunque non capiva perché l´Ansa avrebbe dovuto diffondere una cosa del genere.
Lasciò intendere che avrebbe contattato la moglie per un chiarimento, ma poi rinunciò».
A questo punto a Gramaglia resta da affrontare la moglie del premier. Questo il resoconto del colloquio telefonico fatto da Vespa.
«Signora, la frase è un po´ troppo sopra le righe. Mi permette di tagliarla?». «Direttore, ho i miei buoni motivi per averla scritta.
Comunque, si regoli come meglio crede. L´importanza è che la sostanza di quel che penso esca immutata».
Vespa non rivela quale fosse la frase tagliata e Gramaglia,
sentito da Repubblica ieri sera, dice: «Ritengo sia sbagliato e ingiusto parlare di
censura. Abbiamo fatto il nostro mestiere.
Quell´espressione era troppo forte, passibile di querela.
Decisi di toglierla solo dopo aver parlato con la signora e avere avuto il suo sì».
Ma perché prima avvisò Berlusconi?
«Giudicai la situazione delicata, forte e importante anche sul piano politico. Mi sembrò giusto avvertire il presidente del Consiglio».
4 - QUEL LANCIO DI AGENZIA CHE ACCESE LA POLEMICA
Veronica Lario, moglie del premier, con la figlia Barbara (Ansa)
(Ansa) - «Ciarpame senza pudore». Così Veronica Lario definisce, in una dichiarazione all'Ansa, l'uso delle candidature delle donne che a suo avviso si sta facendo per le elezioni europee. La signora Berlusconi ha deciso di mettere per iscritto in una mail - in risposta ad alcune domande sul dibattito aperto dall'articolo pubblicato lunedì dalla Fondazione Farefuturo - il suo stato d'animo di fronte a ciò che hanno scritto martedì i giornali sulle possibili candidate del Pdl alle europee. «Voglio che sia chiaro - spiega - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire».
LA DONNA IN POLITICA
Alla domanda su cosa pensa del ruolo delle donne in politica, alla luce delle polemiche di queste ore, Veronica Lario risponde che «per fortuna è da tempo che c'è un futuro al femminile sia nell'imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale. C'è stata la Thatcher e oggi abbiamo la Merkel, giusto per citare alcune donne, per potere dire che esiste una carriera politica al femminile».
«In Italia - aggiunge la moglie del presidente del Consiglio -
la storia va da Nilde Jotti e prosegue con la Prestigiacomo. Le donne oggi sono e possono essere più belle; e che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito nè un demerito.
Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti».
DIVERTIMENTO DELL'IMPERATORE
«Qualcuno - osserva Veronica Lario -
ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere».
La signora Berlusconi prende anche l'iniziativa di parlare della notizia secondo cui il premier sarebbe stato domenica notte in una discoteca di Napoli a una festa di compleanno d'una ragazza di 18 anni: «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato».
28 aprile 2009 (ultima modifica: 29 aprile 2009)
Fonti: Il Giornale - La Repubblica - Ansa
[06-11-2009]
[Modificato da Etrusco 06/11/2009 14:39]