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Il 2° divorzio di Berlusconi

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2009 12:37
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07/05/2009 17:15

Re:
Etrusco, 07/05/2009 16.35:


Se rileggi attentamente capirai meglio che parlo di 3 cose separate e distinte politicamente ed ideologicamente.




[SM=x44464] [SM=x44473]

Allora non ho capito cosa volevi dire ...

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We'd all like t'vote for th'best man, but he's never a candidate (Frank McKinney "Kin" Hubbard).
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01/09/2009 00:49

“Guardian”: Veronica SPUTTANA SILVIO, le DONNE DEI Kennedy, PUR CORNIFICATE, MAI
- E Berlusconi potrebbe anche avere vissuto con maggiore probità dei Kennedy
- “eppure è oggetto di derisione universale, mentre i Kennedy sono nel pantheon”
- INTANTO IL ‘NEW YORK TIMES’ LANCIA UN INVITO ALLE DONNE ITALIANE: RIBELLATEVI AL PORCO!
- Latella impazza suLla stampa estera, MA in Italia continua l’imbarazzantE silenzio



1 - TENDENZA ZOCCOLE
Enrico Franceschini per "Repubblica.it"



Dieci anni fa Silvio Berlusconi e Veronica Lario concordarono privatamente di vivere ciascuno la propria vita dal punto di vista sentimentale
,
ma con reciproco rispetto in pubblico e trascorrendo insieme del tempo in occasione di festività e altre occasioni familiari.

Ma dopo che la primavera scorsa il premier italiano ha partecipato alla festa di compleanno < www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio/parla-padre-noemi/parla-padre-no... > della 18enne Noemi Letizia, sua moglie ha ritenuto che egli avesse "oltrepassato i limiti dell'accordo" e per questo ha chiesto il divorzio.


La rivelazione, ripresa dalla nuova edizione del libro "Tendenza Veronica" di Maria Latella, pubblicato oggi in Italia, è oggetto di titoli e articoli sulla stampa internazionale di stamani, dal Daily Telegraph di Londra all'Express francese, dallo spagnolo La Vanguardia a quotidiani e periodici in Argentina e in Australia.

Berlusconi concordò dieci anni or sono un "open marriage", un matrimonio stile coppia aperta, titola il londinese Telegraph, "ma le sue flagranti scappatelle e i suoi pubbici corteggiamenti di giovani starlette e modelle" fecero sembrare l'accordo a sua moglie come una "presa in giro", afferma l'articolo. Il giornale riporta che Maria Latella, la giornalista autrice del libro, "amica di lunga data" di Veronica Lario, suggerì alla moglie del premier che forse Noemi Letizia era una figlia illegittima di Berlusconi. "La risposta di Veronica fu, 'se fosse davvero la figlia di Silvio, le aprirei le porte di casa, ma so che non lo è'", dice Latella al Telegraph.



Nel libro, secondo quanto riportato dal quotidiano di Londra, Veronica osserva: "Mi sono spesso chiesta negli ultimi due anni quanto tempo ci sarebbe voluto perché Silvio dimenticasse la sua promessa di non imbarazzare me e la sua famiglia. Non mi aspettavo che avrebbe dimenticato così in fretta". Dopo la partecipazione al compleanno di Noemi, Veronica dichiara all'autrice: "Non posso essere la sua (del marito, ndr.) baby sitter e non posso impedirgli di rendersi ridicolo davanti al mondo. Ne ho abbastanza".

Secondo il Telegraph, Maria Latella allude nel libro alla possibilità che anche Veronica Lario possa avere approfittato dell'accordo su un matrimonio in cui ognuno dei coniugi "faceva la sua vita", per avere a sua volta relazioni extraconiugali; ma l'autrice afferma che la speranza di una possibile riconciliazione fra marito e moglie verteva sulla volontà di Berlusconi di passare un periodo in una clinica per "sex addict", ossia per la cura di dipendenze dal sesso.


Interpellata da un altro quotidiano inglese, il Times, Maria Latella commenta tuttavia che per un uomo italiano "una cura per sesso dipendenza è un concetto alieno, quasi uno scherzo, qualcosa di cui può avere bisogno una celebrità americana come Michael Douglas ma non un italiano".

Il Times scrive che il libro traccia due possibili scenari per il futuro. Uno è una riconciliazione fra Silvio e Veronica, verso la quale lo scorso Natale lei fece un passo offrendo al marito di passare "qualche giorno insieme" in una spa in cui lui potesse "rilassarsi" e "prendersi cura della sua salute" - ma la precondizione per una pace sarebbe appunto la clinica per sex addicts.

L'altro scenario, più probabile secondo il quotidiano londinese, è un divorzio, con la possibilità che Veronica vada a vivere a Londra, dove un figlio di Berlusconi, Luigi, ha completato un lavoro estivo presso una banca della City e dove Giorgio Valaguzza, il fidanzato di Barbara Berlusconi, lavora come banchiere.


Sia il Guardian di Londra che l'Express di Parigi,
sullo stesso tema del libro di Maria Latella, mettono l'accento su un'altra dichiarazione di Veronica: "Le menzogne di Silvio mi hanno costretto a lasciarlo", ultima delle quali fu la sua partecipazione al compleanno di Noemi, quando aveva detto alla moglie che andava a Napoli "per una conferenza".

Sempre sul Guardian, il columnist Alexander Chancellor nota invece che Berlusconi potrebbe avere condotto una vita privata meno avventurosa di quella dei tre fratelli Kennedy, "ma non bisogna sottostimare il ruolo delle mogli nella reputazione dei mariti: mentre Veronica Lario ha dato il via alle accuse secondo cui suo marito è ossessionato da giovani donne, le mogli di John, Bob e Ted Kennedy erano unite nel proteggere qualsiasi rivelazione pubblica sulle loro debolezze".




2 - "Guardian": Veronica SPUTTANA SILVIO, le DONNE DEI Kennedy, PUR CORNIFICATE, MAI
Elysa Razzino per Il Sole 24 Ore.com


Una mano femminile, con la fede al dito, spunta da un piatto di spaghetti: con questa vignetta il New York Times illustra un commento di Chiara Volpato «Le donne italiane si ribellano». La vignetta evoca quella di Der Spiegel, che negli anni di piombo mise in copertina un piatto di spaghetti con sopra una pistola.

Molti fuori dall'Italia - scrive Volpato - credono che Silvio Berlusconi la faccia franca con il suo «comportamento sessista» perché gli uomini italiani lo perdonano e le donne per lo meno lo tollerano.
«Non è più vero. Oggi ci sono due Italie: un'Italia ha assorbito l'ideologia di Berlusconi sia per interesse sia per incapacità di resistere ai suoi enormi poteri di persuasione;
l'altra contrattacca».



«Era ora: la condotta di Berlusconi è stata vergognosa»,
si legge ancora sul New York Times. Il commento di Volpato, docente di psicologia sociale all'Università di Milano, ricorda gli episodi più recenti: il premier italiano ha consigliato a una studentessa di sposarsi un uomo ricco per uscire dalle difficoltà economiche, si è vantato della bellezza delle candidate al Parlamento del suo partito, ha designato una ex modella con cui aveva flirtato come ministro delle Pari Opportunità. Finché la moglie Veronica lo ha accusato di amoreggiare con giovani donne e ha chiesto il divorzio.



«Perché gli italiani devono sopportare tutto questo?». Rispetto agli altri Paesi europei, scrive Volpato, in Italia le idee conservatrici sono dure a morire, in parte a causa della nostra cultura patriarcale, in parte a causa dell'«enorme influenza della Chiesa cattolica», la cui interferenza politica e sociale sembra essersi rafforzata da quando Berlusconi è diventato Primo ministro nel 1994.



Il «tetto di cristallo» che le donne non riescono a spezzare sembra essere più resistente da noi: l'Italia è solo al 67.mo posto su 130 nel recente rapporto del World Economic Forum sull'indice del divario sessuale, dopo l'Uganda, la Namibia, il Kazakhstan e lo Sri Lanka. Secondo l'Ocse, solo metà delle donne italiane hanno un lavoro, contro una media di due su tre. Gli uomini italiani hanno 80 minuti in più al giorno di tempo libero, la differenza più grande tra i 18 Paesi considerati. «Non c'è da stupirsi che molte donne italiane non vogliano prendersi il peso di allevare bambini». E il tasso di natalità dell'Italia è estremamente basso.



I media italiani non fanno che esacerbare la realtà, continua Volpato, presentando un'immagine della donna «incomprensibile nel resto d'Europa». Bellezze poco vestite fanno da silenziose decorazioni in show condotti da uomini, più vecchi e «vestiti di tutto punto». Con questo «lavaggio del cervello», l'ambizione più diffusa tra le ragazzine è di diventare una «velina».

Secondo Volpato, ci sono segni di cambiamento. Gli italiani denunciano il comportamento sessista di Berlusconi con denunce alla Corte europea dei Diritti dell'uomo, con il documentario di Lorella Zanardo «Il corpo delle donne». Prima del G8, un gruppo di accademiche, tra cui Volpato, ha presentato una petizione per invitare le first ladies a boicottare il vertice. In pochi giorni, la petizione ha ottenuto 15mila firme. La popolarità di Berlusconi è calata sotto il 50%. Il commento si conclude con un appello alle donne (e anche agli uomini) dissenzienti di farsi avanti perché l'Italia è finalmente pronta a scendere in piazza.


Sempre con Berlusconi nel mirino, il Guardian oggi mette a confronto l'atteggiamento delle mogli del premier italiano e dei fratelli Kennedy:
mentre Veronica attacca il coniuge, le donne dei Kennedy hanno sempre coperto gli eccessi dei rispettivi mariti. Così - ironizza Alexander Chancellor - Berlusconi potrebbe anche avere vissuto con maggiore probità dei fratelli Kennedy, «eppure il primo ministro italiano è oggetto di derisione universale, mentre i Kennedy, anche dopo la loro morte, sono sempre ai primi posti nel pantheon degli dei americani».

E' stata la moglie di Berlusconi - ricorda il Guardian - a lanciare l'ondata di accuse sulla sua ossessione per le giovani donne. Le mogli dei Kennedy invece erano unite nel proteggere i mariti dall'esposizione pubblica delle loro debolezze.

Un altro commento sul sito del Guardian, «Indulging Berlusconi», si occupa dell'indulgenza plenaria. Il premier conta di farsi assolvere i peccati nella "Perdonanza" che si terrà a L'Aquila nel weekend, scrive John Hooper. «Ma lo salverà?». Comunque, «ci sono dubbi sul fatto che l'eternamente controverso primo ministro italiano sia desideroso - o capace - di approfittare dell'opportunità». Semplicemente partecipare alla processione significherebbe annunciare al mondo che si considera un peccatore. Per di più, è divorziato e «quindi non può fare la comunione».


L'uscita del libro «Tendenza Veronica», di Maria Latella, è oggetto di cronache su numerosi siti esteri.
Il britannico Times titola: «Terapia per dipendenza sessuale
potrebbe salvare il matrimonio di Silvio Berlusconi, dice il libro». Il corrispondente Richard Owen fa notare che nella prefazione all'edizione paperback, Latella rivela che alcune delle persone più vicine al premier gli hanno consigliato di entrare in una clinica per curare la dipendenza sessuale come parte del processo di riconciliazione.


La sola clinica specializzata in questi problemi in Italia è a Bolzano. Il direttore Cesare Guerreschi normalmente cura uomini e donne tra i 30 e i 40 anni. La cura dura da sei mesi a un anno. «La terapia appare essere una precondizione per ogni prospettiva di distensione tra il Primo ministro e sua moglie».


il sito della Bbc richiama sulla homepage l'uscita del libro.
Ne parla anche il Telegraph:
«Berlusconi ha preso in giro il matrimonio aperto».
Il Nouvel Observateur
pubblica varie agenzie: «La moglie di Berlusconi giustifica la sua domanda di divorzio» (Reuters); «Le menzogne hanno condotto al divorzio, racconta Veronica» (Ap). El Pais riprende un'Efe: «Veronica Lario: Non ho potuto evitare che mio marito facesse il ridicolo». Il sito spagnolo Abc titola: «La signora Berlusconi si confessa». La notizia gira parecchio anche sui siti Usa, tra cui il New York Times con il titolo: «Moglie di Berlusconi: è ridicolo davanti al mondo», il Chicago Tribune, il San Francisco Chronicle.




[27-08-2009]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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06/11/2009 14:38

VIVA L'INFORMAZIONE DELLO STATO LIBERO DI BANANAS!
DOPO AVER CONTATTATO IL CAV,
L'ANSA CANCELLÒ DALLA LETTERA DI VERONICA UN GIUDIZIO TERRIBILE SUL MARITO







1- SILVIO FURIOSO: MADAME VERONIQUE TORNA DA UNA VACANZA DI UN MESE IN CINA (DURA LA VITA!)
IN COMPAGNIA DELLA FIGLIA ELEONORA E DEL SUO BODY-GUARD (ATTENZIONATO ALL'EPOCA DALLA SANTADECHé) E SCODELLA A PAPI SILVIO UN CONTO SPESE 'DE PAURA' (OLTRE 500 MILA EURO?)


Non solo rotture dai soliti 'alleati? (de che?) Bossi, Fini e Tremonti, a quel ducetto di Arcore rode particolarmente il sederino a causa di un estratto conto ricevuto dai sui contabili. Un conto 'de paura' - altre 500 mila euri, sussurrano fonti ben introdotte nel cuore di Papi Silvio - che è stato recapitato alla sua attenzione dalla segretaria di madame Veronique.

La signora Myriam Bartolini è tornata nei giorni scorsi da un un viaggetto in Cina di un mese (dura la vita), in compagnia dell'immancabile e chiacchieratissimo body-guard che fu messo sulla graticola di "Libero" dalla Santadeché (che non ha mai ricevendo querela). Perun tratto del lungo viaggio, era affiancata anche dalla figlia Eleonora. Chissà cosa avrà speso Lady Veronica tra Pechino e Shangay...



2 - LA SERA IN CUI VERONICA DIVORZIÒ A MEZZO STAMPA...
Da "ll Giornale.it"



Esce oggi in libreria il nuovo libro di Bruno Vespa «Donne di cuori. Duemila anni di amore e potere. Da Cleopatra a Carla Bruni, da Giulio Cesare a Berlusconi» (Mondadori - Rai Eri, 564 pagine, 20 euro). Un grande affresco sul ruolo delle donne nella storia: da Cleopatra a Napoleone, dalle lettere appassionate di Garibaldi alla bulimia sessuale di Kennedy e Clinton, dalle seconde unioni di Fini, Casini, Bossi e D'Alema fino alla vivace vita amorosa di Berlusconi, seguendo il filo rosso della seduzione.


VINCINO sul libro di Vespa

Pubblichiamo l'anticipazione del primo capitolo, «La grande tempesta»:
«Signora, la frase è un po' troppo sopra le righe. Mi permette di tagliarla?».
«Direttore, ho i miei buoni motivi per averla scritta.

Comunque, si regoli come meglio crede. L'importante è che la sostanza di quel che penso esca immutata».


Mancavano pochi minuti alle 22 di martedì 28 aprile 2009 quando si chiuse l'ultima conversazione di un animato pomeriggio tra Veronica Lario e Giampiero Gramaglia, allora direttore dell'agenzia Ansa. Gramaglia era stato contattato dopo le 17 da due persone vicine alla moglie di Silvio Berlusconi.

«Può darsi che la signora voglia rilasciare una dichiarazione all'Ansa», era il messaggio.
Gramaglia chiamò subito alla sala stampa della Camera dei deputati Alessio Panizzi, capo del servizio politico dell'agenzia, e gli affidò la missione. Vista la delicatezza della cosa, Panizzi decise di gestirla in prima persona, senza metterne a parte altri colleghi.

Alle 17.30 telefonò a villa Belvedere, la residenza della signora Lario, e chiese di poter parlare con lei, ma le fu passata la sua assistente, Paola Gipponi, la quale, ascoltata la richiesta, disse che lo avrebbe richiamato. Infatti, un'ora più tardi si mise in contatto con lui, comunicandogli che Veronica Berlusconi avrebbe risposto solo a domande scritte.

Panizzi si consultò allora con Gramaglia e, insieme, formularono tre domande molto generiche, senza mai chiamare in causa Berlusconi.
Con la prudenza tipica dell'Ansa, i due dovettero farsi questo discorso: se vuole chiamare in causa il marito, lo faccia lei.
La prima domanda riguardava il ruolo delle donne in politica, citando anche l'attacco che il giorno precedente il sito web della fondazione Farefuturo, vicina a Gianfranco Fini, aveva mosso sull'onda delle voci che accreditavano la presenza di «veline» nella lista del Popolo della libertà per le elezioni europee di giugno.

La seconda domanda rivolta a Veronica Lario era legata alla prima, poiché le si chiedeva un giudizio sull'uso di candidare donne avvenenti per attirare voti.
La terza verteva sul fatto che lei, quando incontrò Silvio Berlusconi, era un'attrice.
Dunque, anche nel suo caso c'era stata una sorta di passaggio riflesso dal mondo dello spettacolo a quello della politica, seppure non immediato, per i lunghi anni in cui il Cavaliere era stato soltanto un brillante imprenditore.
(A questa domanda lei non rispose).

Verso le 20 di quel 28 aprile Paola Gipponi chiamò di nuovo Panizzi e gli disse che la signora Lario aveva preparato le risposte, precisando però che avrebbe aggiunto una quarta domanda con una quarta risposta.
(Quello stesso giorno La Repubblica aveva riferito della presenza di Berlusconi, la domenica precedente, alla festa del diciottesimo compleanno di una ragazza napoletana, Noemi Letizia, ma la cosa non aveva fatto ancora rumore, tanto che alla direzione dell'Ansa non pensarono di chiedere alla moglie un commento in proposito.

Tuttavia, la corrispondenza di Conchita Sannino non era sfuggita a Veronica.
La quarta domanda che si era posta, infatti, suonava così:
«Non le sembra strano che suo marito abbia partecipato domenica al compleanno di una diciottenne di Napoli chiamata Noemi?».
La sua risposta, come vedremo tra poco, era molto severa).

SILVIO e VERONICA

Il testo di Veronica Lario arrivò
nella casella di posta elettronica di Panizzi poco prima delle 20.
Il giornalista, che non aveva mai parlato con la signora Berlusconi se non per interposta persona, voleva essere sicuro che lei fosse completamente d'accordo con la stesura trasmessa all'agenzia, e quindi chiamò Paola Gipponi che, a quel punto, gli passò Veronica.

«Mi scusi - le disse Panizzi - ci siamo parlati solo per posta elettronica e volevo verificare che fosse lei l'autrice del testo.
Ho visto che ha scritto risposte molto dure... ».
La signora Berlusconi gli confermò l'autenticità del testo, gli spiegò le ragioni della durezza delle sue risposte e aggiunse un dettaglio che il giornalista avrebbe inserito nella nota d'agenzia che fu diffusa più tardi e di cui parleremo tra poco: «Finora mi ero sempre rivolta ai giornali
- gli disse -. Se stavolta ho scelto l'Ansa, è perché tutti sappiano che i miei figli e io siamo vittime e non complici di questa situazione».

Alle 20 terminò la loro conversazione, alle 20.15 il pezzo era sul tavolo di Gramaglia. Ma c'era la frase «sopra le righe», e il direttore dell'Ansa chiese di parlare personalmente con Veronica Lario. Che lo richiamò soltanto dopo le 21.30. Fino a quel momento, infatti, era rimasta accanto al nipotino Alessandro, che tardava ad addormentarsi. Solo quando il bimbo prese sonno, telefonò al direttore dell'Ansa, che le mosse l'obiezione con cui si apre questo capitolo. Nel frattempo Gramaglia aveva chiamato Paolo Bonaiuti, che si trovava a Varsavia insieme a Silvio Berlusconi.



3 - VERONICA, IL CIARPAME E QUELLA FRASE CANCELLATA...
Dario Cresto-Dina per "La Repubblica"



Bruno Vespa dedica a Veronica Lario 25 pagine su 518, ventiquattro delle quali nel primo capitolo, non a caso intitolato La grande tempesta. Da Veronica infatti tutto comincia e si dipana tra il 28 aprile ("Ciarpame senza pudore", dichiarazione all´Ansa dopo aver letto su Repubblica la cronaca di Conchita Sannino sulla festa per Noemi a Casoria) al 3 maggio, quando la signora annuncia il divorzio e a Repubblica dice: «La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni».

Nessuna novità, se non una:
il motivo per cui la sera di martedì 28 aprile la mail della Lario arrivata alle 20.15 sul computer dell´allora direttore dell´Ansa Giampiero Gramaglia deve attendere più di due ore, fino alle 22.31, prima di essere messa in rete.

Sono due ore di grandissima tensione. Gramaglia capisce che ha una bomba politica tra le mani e impiega quel tempo per censurare la moglie del premier e avvisare Berlusconi, che si trova a Varsavia, della bufera che lo sta per investire. Nel pomeriggio di quel giorno, secondo la ricostruzione di Vespa, l´Ansa manda a Veronica tre domande scritte.

La prima sul ruolo delle donne in politica, la seconda sull´uso di candidate avvenenti per attirare voti, la terza sul fatto che lei, quando incontrò Silvio, era un´attrice. Veronica a questa non risponde, in compenso si fa da sola una quarta domanda (la presenza di Berlusconi al diciottesimo compleanno di Noemi) e la risposta è devastante.

C´è soprattutto una frase terribile, un giudizio sul marito che suona come un epitaffio morale.
Gramaglia cerca Bonaiuti a Varsavia, gli legge le dichiarazioni della Lario. Il premier non può abbandonare la cena ufficiale fino al dolce, lo ingolla frettolosamente, prende il cellulare dal suo portavoce che lo avverte: «Veronica è imbufalita». Dall´altra parte c´è Gramaglia.


GIAMPIERO GRAMAGLIA - Copyright Pizzi

Scrive Vespa:
«Il direttore dell´Ansa gli lesse il testo integrale, inclusa la frase incriminata, e lo avvertì che, quando la signora lo avesse richiamato, le avrebbe chiesto di toglierla.
Berlusconi restò interdetto. Disse che si trattava di una questione privata e dunque non capiva perché l´Ansa avrebbe dovuto diffondere una cosa del genere.
Lasciò intendere che avrebbe contattato la moglie per un chiarimento, ma poi rinunciò».

A questo punto a Gramaglia resta da affrontare la moglie del premier. Questo il resoconto del colloquio telefonico fatto da Vespa. «Signora, la frase è un po´ troppo sopra le righe. Mi permette di tagliarla?». «Direttore, ho i miei buoni motivi per averla scritta.
Comunque, si regoli come meglio crede. L´importanza è che la sostanza di quel che penso esca immutata».

Vespa non rivela quale fosse la frase tagliata e Gramaglia,
sentito da Repubblica ieri sera, dice: «Ritengo sia sbagliato e ingiusto parlare di censura. Abbiamo fatto il nostro mestiere.
Quell´espressione era troppo forte, passibile di querela.
Decisi di toglierla solo dopo aver parlato con la signora e avere avuto il suo sì».
Ma perché prima avvisò Berlusconi?
«Giudicai la situazione delicata, forte e importante anche sul piano politico. Mi sembrò giusto avvertire il presidente del Consiglio».




4 - QUEL LANCIO DI AGENZIA CHE ACCESE LA POLEMICA
Veronica Lario, moglie del premier, con la figlia Barbara (Ansa)


(Ansa) - «Ciarpame senza pudore».
Così Veronica Lario definisce, in una dichiarazione all'Ansa, l'uso delle candidature delle donne che a suo avviso si sta facendo per le elezioni europee. La signora Berlusconi ha deciso di mettere per iscritto in una mail - in risposta ad alcune domande sul dibattito aperto dall'articolo pubblicato lunedì dalla Fondazione Farefuturo - il suo stato d'animo di fronte a ciò che hanno scritto martedì i giornali sulle possibili candidate del Pdl alle europee. «Voglio che sia chiaro - spiega - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire».

LA DONNA IN POLITICA
Alla domanda su cosa pensa del ruolo delle donne in politica, alla luce delle polemiche di queste ore, Veronica Lario risponde che «per fortuna è da tempo che c'è un futuro al femminile sia nell'imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale. C'è stata la Thatcher e oggi abbiamo la Merkel, giusto per citare alcune donne, per potere dire che esiste una carriera politica al femminile».
«In Italia - aggiunge la moglie del presidente del Consiglio - la storia va da Nilde Jotti e prosegue con la Prestigiacomo. Le donne oggi sono e possono essere più belle; e che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito nè un demerito. Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti».


DIVERTIMENTO DELL'IMPERATORE
«Qualcuno
- osserva Veronica Lario - ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere».

La signora Berlusconi prende anche l'iniziativa di parlare della notizia secondo cui il premier sarebbe stato domenica notte in una discoteca di Napoli a una festa di compleanno d'una ragazza di 18 anni: «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato».

28 aprile 2009 (ultima modifica: 29 aprile 2009)


Fonti: Il Giornale - La Repubblica - Ansa

[06-11-2009]
[Modificato da Etrusco 06/11/2009 14:39]
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“MAIALE” LA PAROLA CENSURATA A VERONICA

L’Ansa la tagliò dallo sfogo contro il premier.

La mail della sera del 28 aprile in cui bollò come “Ciarpame senza pudore” la candidatura delle veline ideata dal marito e il termine sparito...

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BERLUSCONI E LA SEPARAZIONE.
L'AVVOCATO DEL PREMIER: NOTIZIE NON GIOVANO AD ACCORDO

La richiesta di Veronica: 3 milioni e mezzo al mese
Il Premier avrebbe rifiutato, offrendo 200mila euro «trattabili» fino a 300mila


Silvio Berlusconi e Veronica Lario

43 milioni di euro l’anno, poco più di tre milioni e mezzo al mese.
E’ l’assegno di mantenimento che Veronica Berlusconi avrebbe chiesto nell’ambito del ricorso di separazione con addebito
presentato all’inizio del mese nei confronti del presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi avrebbe rifiutato, offrendo 200 mila euro «trattabili» fino a 300 mila.

GLI ACCORDI - «Fonti vicine al premier fanno presente che sarebbero già stati versati a Veronica tra i 60 e i 70 milioni di euro... Sempre secondo indiscrezioni Berlusconi si era detto disponibile a lasciare alla moglie Villa Belvedere, la residenza di Macherio in cui vivono Veronica e i figli, gli arredi compresi».

6 VOLTE DINHO - La separazione da Veronica Lario potrebbe costare a Silvio Berlusconi 6 volte l'ingaggio di Ronaldinho (che si aggira intorno ai 7 milioni netti a stagione) e un terzo del monte ingaggi di tutto il Milan (che si attesta sui 125,5 milioni totali annui). L'avvocato della Lario, Maria Cristina Morelli, intanto si trincera dietro uno stretto riserbo. Sempre per fare un paragone calcistico, il quarto portiere del Milan, Flavio Roma, ha un ingaggio di 400 mila euro all'anno.


Silvio Berlusconi e Veronica Lario fotografati a Roma nel maggio del 2005.
Il loro matrimonio è durato 19 anni


IL LEGALE DEL PREMIER: RISERVATEZZA - «È una separazione che va trattata con la riservatezza necessaria, come deve avvenire in tutte le separazioni. E trovo disdicevole che escano queste notizie. Non ho nulla da aggiungere, se non che mi dispiace per loro: questo genere di notizie non giovano ad arrivare ad una separazione consensuale».
Così Ippolita Ghedini il legale matrimonialista, sorella del parlamentare e avvocato del premier Niccolò, che assiste Silvio Berlusconi nella causa di separazione dalla moglie Veronica Lario, commenta quanto pubblicato dal Corriere della Sera.
A tuttora non è noto in quale tribunale sarebbe stato depositato il ricorso di separazione dai legali di Veronica dato che sia a quello di Milano sia a quello di Monza non risulta alcun deposito.
Invece, secondo quanto riferisce all' Ansa chi è vicino a Veronica Lario, la signora intende mantenere ancora la linea del silenzio sulla vicenda tant'è che non vuole nè confermare nè smentire l'eventuale deposito dell'atto e le eventuali trattative in corso.


Leggi l'articolo integrale sul Corriere della Sera oggi in edicola
26 novembre 2009


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