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Quest’uomo è abusivo

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2010 13:33
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23/06/2010 15:12

Giuseppe Drago: la giunta delle elezioni rimanda ogni decisione da mesi, ma lui non si dimette.

Questa storia comincia con un paio di lenzuola. Siamo nel 1998, in Sicilia. Il presidente della giunta regionale è Giuseppe Drago, democristiano del CCD. Nello stesso periodo, nel parlamento nazionale, un movimento politico guidato da Francesco Cossiga, l’UDR, è determinante per la formazione di un nuovo governo, presieduto da Massimo D’Alema. In Sicilia accade qualcosa di simile: l’UDR si sgancia dal centrodestra, toglie la maggioranza a Giuseppe Drago e fa cadere la giunta. Al suo posto si insedia il diessino Angelo Capodicasa.

Eravamo rimasti alle lenzuola. Capodicasa si insedia e prende possesso degli appartamenti riservati al presidente della regione. Chiede di comprare delle lenzuola nuove, gli rispondono che la regione gli mette a disposizione un fondo per le “spese riservate”: non più di duecento mila euro per l’intera legislatura. Solo che quando gli impiegati della regione vanno per attingere al fondo – per comprare le lenzuola, appunto – non trovano nulla. Niente. Non trovano nemmeno ricevute o documentazioni delle spese effettuate: i soldi semplicemente non ci sono. Parte un’inchiesta nei confronti dell’ex presidente della regione, Giuseppe Drago: che fine hanno fatto i soldi? Drago dice di averli spesi secondo le modalità previste dalla legge, e i suoi avvocati sostengono che non fosse tenuto a produrre alcuna documentazione in merito: nessun obbligo di rendiconto. La magistratura la penserà diversamente, e nel 2003 Giuseppe Drago sarà condannato in primo grado a tre anni e otto mesi di reclusione e alla restituzione di 123mila euro. La condanna viene confermata sia in appello che in cassazione, la sentenza definitiva arriva nel 2009: Giuseppe Drago è colpevole di peculato per essersi appropriato di fondi riservati della regione. Insieme alla restituzione del denaro e alla reclusione – poi condonata – scatta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, che la corte d’appello di Palermo – investita dalla cassazione – farà diventare interdizione temporanea.

Intanto, dal 2003 al 2009 la carriera politica di Giuseppe Drago non si è affatto fermata. Anzi. Drago ha fatto il deputato dal 2001 al 2006, e ha fatto anche parte del governo: prima come sottosegretario alla difesa e poi come sottosegretario agli esteri: malgrado fosse stato già condannato in primo grado. Alle politiche del 2006 è stato rieletto alla Camera. La stessa cosa accade nel 2008: eletto alla camera nella circoscrizione Sicilia 2. Insomma: candidato e portato in parlamento per tre volte un politico sul quale pendeva non solo una condanna per appropriazione di fondi della regione, ma anche l’interdizione dai pubblici uffici. Come-se-niente-fosse.

Nel 2009 la condanna è diventata definitiva, e l’incompatibilità di Giuseppe Drago con l’incarico di parlamentare è diventata ufficiale: dovrebbe essere operativa. La legge italiana in questi casi non prevede però alcun automatismo: prevede che la giunta parlamentare delle elezioni esamini il caso e decida col voto come procedere. Il principio che guida la norma è quello della separazione dei poteri e della sovranità del parlamento: un pilastro di ogni democrazia, che diventa però sempre più faticoso difendere quando viene prestato e distorto per le più vergognose delle difese corporative. C’è una sentenza, ma se nessuno la fa applicare è come se non ci fosse stata. La giunta delle elezioni tarda a riunirsi per esaminare il caso di Giuseppe Drago, mentre i mesi passano e Drago non pensa nemmeno un secondo a lasciare l’incarico di sua spontanea volontà, dando le dimissioni.

La giunta delle elezioni si riunisce finalmente tre mesi fa, il 17 marzo del 2010, e il verbale è illuminante: da mostrare nelle scuole nell’ora di educazione civica sul funzionamento delle istituzioni. La seduta dura in tutto dieci minuti. Il deputato del PDL Orsini solleva il caso Drago e propone ai membri della giunta di deliberare l’acquisizione degli “elementi documentali ed informativi necessari per una compiuta valutazione in sede istruttoria della posizione del deputato Drago”. Chiedere alla corte d’appello di Palermo la copia della sentenza di condanna del 2006; chiedere alla cassazione copia della sentenza del 2009, che ha reso definitiva la condanna; chiedere alla procura generale di Palermo l’indicazione della data di decorrenza dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Documenti che possono arrivare in un’ora in corso di seduta, con un fax. Ma la strumentale consuetudine è questa: tutti sono d’accordo, la seduta è tolta. In sostanza, la giunta delle elezioni prende tempo chiedendo che le siano inviate delle carte che sono pubbliche da mesi, in alcuni casi da anni, e il cui contenuto è noto e stranoto – interdizione dai pubblici uffici, incompatibilità con l’incarico di parlamentare. E le chiede senza nessuna urgenza o indicazione di scadenza, infischiandosene dei giusti tempi di applicazione di una sentenza e della corretta composizione del Parlamento. E intanto Drago – che sostiene l’interdizione sia eccessiva - continua a fare il deputato come se nulla fosse: vota, prende la parola, propone, discute. Abusivamente, aspettando che l’interdizione finisca, insieme a questa seccatura.

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senza parole ... [SM=x44465]
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con un curriculum del genere, minimo meriterebbe un ministero
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12/11/2010 12:59

Il deputato abusivo si è dimesso

Giuseppe Drago lascia il parlamento, nel giorno in cui la Camera avrebbe dovuto votare la sua decadenza
Drago era stato eletto nelle liste dell'UdC nonostante l'interdizione dai pubblici uffici

Giuseppe Drago, il deputato eletto nelle liste dell’UdC nonostante una condanna in via definitiva e l’interdizione dai pubblici uffici, si è dimesso dall’incarico di parlamentare della Repubblica. Drago ha comunicato la decisione in una lettera indirizzata alla vice presidente della Camera, Rosy Bindi, proprio nel giorno in cui l’aula si sarebbe dovuta esprimere sulla sua decadenza, dopo che lo scorso 7 ottobre la Giunta delle elezioni aveva sancito la sua ineleggibilità.

Ieri però alla Camera non era aria, e la maggioranza era andata sotto tre volte (oggi succede la stessa cosa, ma in Senato). Quindi Drago, che era stato eletto nelle liste dell’UdC ma era passato alla maggioranza nel corso dell’ultima campagna acquisti, ha preferito anticipare il voto dell’aula per evitare di mettere in imbarazzo il centrodestra, e ha rassegnato le dimissioni. Queste non sono ancora esecutive, perché il regolamento della Camera prevede che debbano essere approvate dall’aula. Il voto è stato calendarizzato per la prossima settimana. Al suo posto subentrerà il primo dei non eletti nelle liste siciliane dell’UdC alla Camera, ovvero Pippo Gianni, oggi deputato regionale e già parlamentare nella legislatura precedente a questa.

La Corte di Cassazione aveva condannato Drago per peculato, per una vicenda che risale al 1998 e riguarda l’appropriazione indebita di fondi riservati alla Regione Sicilia, e ha confermato la sua interdizione dai pubblici uffici fino al prossimo giugno 2012. Nonostante l’interdizione, il deputato dell’UDC ha mantenuto la propria carica in Parlamento come se nulla fosse, in una violazione plateale e paradossale della sentenza favorita dalle complici lentezze del parlamento.

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12/11/2010 13:33

Re: Il deputato abusivo si è dimesso
Arjuna, 12/11/2010 12.59:


Giuseppe Drago lascia il parlamento, nel giorno in cui la Camera avrebbe dovuto votare la sua decadenza...
Drago, che era stato eletto nelle liste dell’UdC ma era passato alla maggioranza nel corso dell’ultima campagna acquisti, ha preferito anticipare il voto dell’aula per evitare di mettere in imbarazzo il centrodestra, e ha rassegnato le dimissioni. ... Al suo posto subentrerà il primo dei non eletti nelle liste siciliane dell’UdC alla Camera, ovvero Pippo Gianni, oggi deputato regionale e già parlamentare nella legislatura precedente a questa.

La Corte di Cassazione aveva condannato Drago per peculato, .. riguarda l’appropriazione indebita di fondi riservati alla Regione Sicilia, e ha confermato la sua interdizione dai pubblici uffici fino al prossimo giugno 2012. Nonostante l’interdizione, il deputato .. ha mantenuto la propria carica in Parlamento come se nulla fosse, in una violazione plateale e paradossale della sentenza favorita dalle complici lentezze del parlamento.

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Della serie: se non sono senza pudore nel PDL non se li raccattano? [SM=x44463]

Pensavo che il fondo dello schifo si fosse toccato con [SM=x44504] Mastella e Sergio De Gregorio, ma a quanto pare c'è chi è riuscito a superarli. [SM=x44522]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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