Juventus fc

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10/07/2009 00:57

La Juve in ritiro a Pinzolo




La Juve si ritrova e si scopre diversa
Squadra «d'acciaio», fantasia brasiliana
Dimenticate le polemiche del finale di stagione.
Prima uscita per Diego.
Accordo fatto per Melo


Diego

(Ipp)

TORINO - La Juventus si ritrova e scopre che dal clima avvelenato di fine stagione all'entusiasmo fin troppo anticipato dell'avvio dei lavori, sono passate poche settimane ma pare un secolo. E' arrivato Diego, dovrebbe arrivare Melo. In serata da Firenze arrivano conferme positive: intesa raggiunta con la Fiorentina. Potrebbe forse arrivare anche qualcun altro (Grosso). E soprattutto in panchina non c'è più Ranieri (feeling rovinato da tempo con società e tifosi): la panchina affidata a Ferrara, che ha spazzato via anche la concorrenza del su ex capitano, Antonio Conte. Raduno in mattinata a torino poi trasferimento a Pinzolo, in Trentino, sede del ritiro. Nel pomeriggio primo allenamento con una novità: dopo nove anni manca Nedved. Il ceko aveva annunciato l'addio al calcio e ha salutato compagni e tifosi nell'ultima partita a Torino della Juve nello scorso campionato. Ma pare che ci abbia ripensato e ci sia ora per lui anche un'ipotesi Inter che certo non farebbe felici i tifosi bianconeri


FERRARA: «MAI MOLLARE» - In ogni caso l'attenzione dei tifosi della Juve, al momento, è puntata soprattutto sul nuovo gioiello. Diego che viene presentato ufficialmente proprio nel primo giorno di ritiro. ma a suo modo già la presentazione delle nuove maglie, è stata l'occasione di mostrare intenti e propositi di stagione. La prima divisa, quella con classiche strisce bianconere, si ispira a quella del «quinquennio» 1930-1935, quando la Juve di Sivori e Charles conquistò 5 scudetti consecutivi; la seconda ha come «musa ispiratrice» Gianni Agnelli. Una maglia color «acciaio» suggerita dalla celebre frase detta dall'Avvocato prima della finale di Champions League 1996 contro l'Ajax: «Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi, noi saremo dei piemontesi tosti». Insomma, la Juventus vuole essere più tosta e indomabile dell'ultimo anno, cercando queste qualità nel proprio dna. «È nella storia della Juve la caratteristica di non mollare mai. La Juve non vuole e non vorrà perdere nessuna partita, che siano gare di Champions o di campionato ma anche semplici amichevoli. Anche quando la Juve non era la più forte sulla carta guardando i singoli, è riuscita a vincere grazie a queste caratteristiche». Quanto al suo impegno, Ferrara si dice motivato ma non preoccupato: «Quando diventi allenatore della Juventus, le responsabilità sono grandissime ed è meglio lavorare con giocatori di grande livello. Sono contento, orgoglioso e soddisfatto per le operazioni di mercato fatte e non sento la pressione. È chiaro che allenando la Juventus hai qualche responsabilità in più, ma chi fa l'allenatore deve andare incontro a queste cose».


AMAURI E L'EREDITA' DI NEDVED - Fiducioso soprattutto Amauri, dopo una stagione in chiaroscuro. Ritrova il «suo» numero 11, che alla Juve era di Nedved: 2009-10 ha mostrato con orgoglio il numero 11, ricevuto in eredità da Pavel Nedved. «Un grandissimo giocatore, un grandissimo uomo. Poteva tranquillamente giocare ancora per due, tre anni - dice il brasiliano a Sky. - Sono orgoglioso di aver la maglia numero 11che è stata sua per tanti anni. Lui mi ha assicurato che mi porterà fortuna. Questo era sempre stato il mio numero, quello con cui mi sono consacrato. Diego? L'anno scorso ha fatto una grandissima stagione, speriamo che possa ripeterla, anzi, che possa fare ancora meglio. Sicuramente ci farà fare un salto di qualità. Se poi arriva anche Melo, la Juve avrà un altro grandissimo campione».

DIEGO SI PRESENTA - «Io e Del Piero insieme non saremo un problema, ma una soluzione. Ho il privilegio di giocare con un genio, il genio di Del Piero». Lo detto il brasiliano Diego Ribas da Cunha, neoacquisto della Juventus, nel corso dello speciale 'Nel nome di Diego', dedicato alla presentazione ufficiale in bianconero del giocatore, trasmesso da Sky. «Non è importante chi calcia le punizioni - ha proseguito il giocatore, prelevato da Werder Brema - questo è solo un dettaglio. L'importante è che ci sia l'imbarazzo della scelta». «È stato molto importante che il rapporto con la Juventus avesse delle radici lontane e, anche per questo, non ho avuto esitazioni quando si è trattato di scegliere», ha aggiunto Diego.

Il brasiliano Diego neoacquisto bianconero (a sinistra) con (al centro) l'ad Blanc e il direttore sportivo Secco
(Liverani)

Il fantasista brasiliano ha inoltre rivelato che, per lui, giocare «al centro, in posizione ravvicinata agli attaccanti, è l'ideale. È lì che ho giocato negli ultimi anni». «Tutti noi, naturalmente, sogniamo di arrivare al livello più alto - ha aggiunto -. Finalmente ci sono riuscito. Il denaro è sicuramente importante, ma non la cosa più importante nella mia carriera».

09 luglio 2009
Corriere.it



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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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