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Moda

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2015 23:03
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13/12/2011 10:10

Re:
Santina.1986, 09/12/2011 11.39:

Ciao!!!!
WOW! Che bel topic..come tutte le donnine sono appassionata di moda....il mio stilista preferito è senza dubbio LANVIN! Ha fatto anche una collezione H&M andata a ruba l'anno scorso...perchè ho comprato tutto io!!! :-) e poi ho trovato un' offerta pazzesca con i deal di groupon è ho prenotato questa pochettina a prezzo stracciato




Ciao ben arrivata e carina la pochette che ti sei presa [SM=x44458]
Io aspetto la collezione di Marni per H&M [SM=x44486]


[Modificato da killing zoe 13/12/2011 10:11]
13/12/2011 10:13

"Pretiosa di Leonardo" la nuova borsa di Braccialini per Gherardini
E‘ stata battezzata “Pretiosa di Leonardo” ed è la borsa che Carla Braccialini ha creato per Gherardini, ispirandosi a una invenzione di Leonardo da Vinci della fine del Quattrocento.Il debutto è previsto per il 10 gennaio con un evento all’Accademia della Arti da Disegno a Firenze, in concomitanza con Pitti W.
La mostra, curata da Alessandro Vezzosi (direttore del Museo Ideale leonardo da Vinci) raccoglie, insieme alla creazione di Gherardini, alcune riscoperte che inquadrano la “Pretiosa” nel contesto della incomparabile complessità dell’opera multidimensionale di Leonardo. Sarà aperta al pubblico dell’11 al 13 gennaio, ultimo giorno della kermesse fiorentina dedicata alla moda pret-à-porter.
«Questa mostra-evento integra i concetti espressi nella monografia che abbiamo dedicato alla “Pretiosa” e nell’attuale esposizione “Leonardo e l’idea della bellezza in tre Musei Giapponesi”: la grazia e la sensualità diffuse anche nella vita quotidiana del Rinascimento, la kalokagathìa che genera armonia tra bellezza formale e spirituale, esteriore e interiore» scrivono Alessandro Vezzosi e Agnese Sabatao.
La borsa sarà prodotta in una serie limitata a pochi esemplari, corredati da un documento di garanzia e accompagnati dal volume “La Pretiosa di Leonardo artista designer” che Gherardini ha prodotto con la stessa passione con cui, da oltre 125 anni, realizza le proprie creazioni. Un omaggio a Firenze, città natale dell’etichetta che oggi appartiene al gruppo Braccialini, e al rapporto tra Leonardo e la dinastia Gherardini a cui apparteneva Lisa Gherardini, tradizionalmente considerata la più probabile identità della Gioconda.



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13/12/2011 10:18

Contrordine, ora il cardigan è chic
Sembrava una cosetta da vecchia zia, un po’ datata e per nulla glamour. E invece no. Il cardigan scala l’hit parade dei capi indispensabili quest’inverno. È un must di giorno su polo, camicette e T-shirt - come la sera per scaldare una toilette sbracciata e stemperarne l’eleganza troppo precisa. Soffice, caldo, duttile, si appallottola in borsa per sgusciar fuori quando c’è bisogno. Oppure si porta a mo’ di mantellina, come insegna Stefano Pilati per Ysl: «Non con le maniche a penzoloni annodate al collo bensì serrate sulle spalle, regala un’allure di compostezza disinvolta». Morale: questo capo riemerge dal bagaglio dei souvenir perché con il suo aspetto casual accorcia le distanze, azzera la formalità senza risultare disordinato. In pratica ringiovanisce ogni mise. E poi perché, oltre a costare meno di un blazer, è più pratico e sensuale.

Nato in battaglia
Il cardigan ha origini stravecchie. Eppure fascinose. Nasce un giorno del 1854, quando un generale smanioso improvvisamente sentì caldo. Guerra di Crimea, battaglia di Balaklava. L’inglese G. Th. Brudenell al comando della Carica dei 600, non sopportava più la maglia che lo soffocava. La leggenda vuole che lo tagliò a metà con un colpo di spada. E dato che era conte di Cardigan, da allora quel blasonato pullover porta il suo nome. Si dice che poi un soldato abile a usare ago e filo abbia cucito un tot di bottoni per chiuderlo. E quel modello, a «V» solcato davanti, è diventato uno degli amici più cari del guardaroba maschile e femminile. Ma oggi quando si dice il «cardiganino», s’intende anche il golf con scollo rotondo, aperto fino in vita.

Dagli Anni 20 a oggi
Imprescindibile per Coco Chanel che negli Anni ’20, quando femminilizzava il guardaroba di lui, lo abbinava ai pantaloni larghi. Un classico nei ‘60, di sapore esageratamente «bon chic bon genre»: status symbol fra le star di Hollywood dal volto buono, come Doris Day e Mirna Loy che lo esibivano spesso in coppia nei twin set gemelli. Sotto e sopra, very english, tipo quelli di cachemire caramella che negli Anni ‘70-80 si compravano a Londra a prezzi non stracciati, ma comunque accettabili. Nell’armadio non può mancare il modello nero iper minimal da suora, la modestina, che le fashion victim più snob acquistano nei negozi specializzati in articoli religiosi (perfetto sul tubino «Colazione da Tiffany»). Mentre le versioni in colorini smorti - ricercatissimi, sulla falsa riga del Prada style - si scovano nei negozi vintage.

Come portarlo
Portato ad hoc dà un bel tocco chic. Ma può anche diventare hippy. Dipende dalle dimensioni. Minuscolo, addirittura un paio di taglie in meno come consiglia Alberta Ferretti - va bene after eight sugli abiti da sera. Grande si adatta solo a certe toilette eleganti soprattutto per le giovani. Di norma però, in versione oversize è consigliato di giorno. Corto, lungo, colorato o striminzito, maculato, dorato, impaillettato. Super trendy con cintura che cinge la vita. Non ha età: lo scelgono dalla bisnonna alla nipotina adolescente.

Classico o prezioso
Il cardigan esce spesso quando è buio. Nella mezza stagione è addirittura meglio di una stola o di un soprabito se abbinato al vestito da sera. Blugirl, Valentino e molti altri creano modelli ricamati, splendenti di cristalli e di decori preziosi. In cashmere o in lanette povere poco importa: si trovano a prezzi stracciati nei grandi magazzini come Oviesse, Rinascente, Upim, H&M, Mango e Zara. E Uniqlo, a Parigi, lo offre in versione classica in tutte le tinte (prezzo base: 14 euro). Non mancano i modelli spessi, più caldi di una stufetta, tipo quelli tricot di Cucinelli, da indossare con jeans o i pantaloni cargo.

A ognuno il suo
Il cardiganone, sopra il ginocchio o a lambire le caviglie, è amatissimo dai 30 anni in su. Copre i fianchi, funge da cappotto, scalda senza ingoffare. Kristina Ti lo mette con blusa coordinata sabbia e gonna scozzese, Scervino lo sceglie beige da accostare a pantaloni sottili. Fisico lo profila di volant romantici per sposarlo ad abiti geometrici. Hermès lo tinge d’arancio e lo fa scivolare su camicie stampate; Etro lo edita a scampoli patchwork di colori e motivi folk. Quelli di Missoni sono tutti trecce e si sfoggiano aperti sulle gonnellone a fiori.



di ANTONELLA AMAPANE
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16/12/2011 17:24

MUORE A ROMA CREATIVO MODA WICKY HASSAN

E' morto stamattina a Roma Wicky Hassan, cofondatore e creativo del Sixty Group e titolare dei marchi di abbigliamento Miss Sixty ed Energie.

Profugo dalla libia, dove era nato (a Tripoli) 58 anni fa, era giunto a Roma alla fine degli anni sessanta dopo la cacciata degli ebrei dal paese nordafricano. E' stato uno dei più attivi e geniali creativi di moda degli ultimi anni.
18/12/2011 19:03

Vogue, on line l'archivio 120 anni di storia della moda
Va online l'archivio di Vogue: 120 anni di moda vista dall'America sono adesso potenzialmente disponibili a tutti. A fare da discriminante è il prezzo per l'abbonamento annuale all'archivio della rivista di Condé Nast: ben 1.575 dollari.
Gli abbonati possono accedere a oltre 425.000 fotografie, 300.000 pagine di pubblicità e 100.000 articoli dal 1892 in poi. L'utente online può non solo ricercare un preciso numero uscito in un determinato anno, ma può fare ricerca selezionando dati e informazioni di interesse e costruendo grafici e tabelle.
Così per esempio si può analizzare la carriera di Coco Chanel, sulla base del numero di volte in cui il suo logo è comparso nelle campagne pubblicitarie e del numero di articoli a lei dedicati. Facendo la stessa ricerca con il marchio spagnolo Balenciaga si scopre per esempio che la casa di moda è molto più famosa adesso rispetto a quando era Cristobal Balenciaga a disegnare gli abiti dopo la Seconda guerra mondiale.
L'archivio è una sorta di enciclopedia della storia della moda, e sarà di notevole aiuto per gli aspiranti stilisti e studenti delle scuole di moda americane che, finora, se volevano studiare un numero di Vogue negli anni Quaranta, dovevano recarsi alla biblioteca del Fashion Institute of Design & Merchandising di Los Angeles in California. « Vogue è diventata la risorsa alla quale tutti si rivolgono", ha detto la stilista Vera Wang al Wall Street Journal, "è una storia che non ha prezzo».
Per costruire il databse ogni pagina dei numeri della rivista fondata nel 1892(fino al 1912 era un settimanale, per poi diventare un bisettimanale e mensile nel 1973) è stata staccata dal dorso e scannerizzata.



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20/12/2011 23:37

A gennaio torna Pitti Uomo
Torna a gennaio, dal 10 al 13, Pitti Uomo a Firenze, nella tradizionale sede della Fortezza da Basso: 950 i marchi a cui si aggiungono le 70 collezioni donna protagoniste a Pitti W alla Dogana.
Tante le novità di questa 81esima edizione. A partire dall’anteprima mondiale di Herno Laminar, una capsule collection uomo e donna di 16 capi, realizzata dal designer Errolson Hugh con la speciale collaborazione di Gore Tex. Quindi la partecipazione di McQ, contemporary line di Alexander McQueen, che per la prima volta partecipa ad un salone.
E ancora, Jimmy Choo per la prima volta presenta la collezione in un salone, con uno spazio al Piano Inferiore del Padiglione Centrale. Torna Pepe Jeans London, mentre viene lanciato in anteprima della nuova collezione Chevignon Heritage disegnata da Milan Vukmirovic.
Al padiglione centrale tre piani di lifestyle contemporaneo. Da una parte il Piano Inferiore - con nomi come Brunello Cucinelli, Church’s, Cruciani, Isaia, Jimmy Choo, Lardini e altri - e collezioni che esprimono una raffinata contaminazione tra classico, ricerca e sportswear deluxe. Dall’altra il Piano Attico con protagonisti nomi di punta del nuovo classico come Kiton, Herno, PT01 e All 41 Collections che si caratterizzano per l’esclusività dei materiali e delle lavorazioni. E poi il Piano Terra, che attraverso il suo percorso tra le collezioni, con nomi come Allegri, Brooks Brothers, Cantarelli, Façonnable, dialoga con il mondo sportswear da una parte (Padiglione Cavaniglia), e dall’altra con la ricerca delle collezioni del fashion district (nelle sezioni Futuro Maschile, Touch!, L’Altro Uomo).
Tra le sezioni più dinamiche di Pitti Uomo c’è Futuro Maschile, una sorta di “salone nel salone”, con Alden Usa, Andrea Pompilio, Camoshita United Arrows, Emiliano Rinaldi, Haver Sack, Liberty London, Pierre Louis Mascia, Salvatore Piccolo, Charles Philip, Ernesto, Hardy Amies, Shangai.
Da questa 81esima edizione nasce Make, per raccontare il fascino del fatto a mano. Una nuova area speciale, evoluzione di Affinità Elettive che da gennaio prende spazio nella Sala Alfa del Padiglione Centrale.
A Pitti Uomo 81 è protagonista anche il tessuto, semilavorato: un progetto speciale che vede la collaborazione di Pitti Immagine con Bonotto, una delle aziende tessili più importanti in Italia e più apprezzate in tutto il mondo. Obiettivo è raccontare la grande tradizione italiana artigianale che vive dentro l’industria, di cui è anzi l’intelligenza e uno dei motori innovativi. All’interno di una scenografica bottega-atelier Bonotto esporrà e racconterà una selezione di tessuti scelti per la loro bellezza e le loro particolarità tecnico-costruttive.
Non mancheranno i grandi nomi dello sportswear, a disposizione dei quali ci sarà uno spazio ancora più grande e articolato: al Padiglione Cavaniglia e al Padiglione delle Ghiaia si aggiunge un’altra area, le Costruzioni Lorenesi. E così mentre nomi come Blauer, C.P. Company e BPD da una parte, e Henry Lloyd e North Sails dall’altra si aggiudicano spazi importanti e creano allestimenti d’impatto, assistiamo ad anteprime mondiali o a rientri importanti come quello di Pepe Jeans, ma anche di Sabelt e di Napapijri.
Infine My Factory, piattaforma per scoprire gli stili emergenti della moda, che sarà negli spazi del Lyceum con un nuovo allestimento curato da Oliviero Baldini, con la sua proposta My Factory ha già riscosso un grande successo tra i buyer alla ricerca di novità e input commerciali vincenti. Tra i nomi presenti: Dbsw, Hudson, Jack Flynn, Panama Route, Piola, Resho, Skive, Bleu De Paname, Lazy Oaf.



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22/12/2011 14:51

26/12/2011 17:38

A touch of velvet
Già al primo sguardo trasmette un'idea di preziosità, classe, eleganza. Unita a tutto il comfort di una morbidezza proverbiale che da sempre ha reso il velluto uno dei tessuti più amati da aristocrazia e nobiltà, sia per l'abbigliamento che per gli arredi.
Caldo, soffice e raffinato, ma fortunatamente più accessibile di suoi altrettanto esclusivi colleghi quali la seta e il cachemire, nessuno meglio del velluto potrebbe dunque candidarsi quale protagonista delle feste invernali, sposandosi per giunta alla perfezione con le nuances tipicamente natalizie.
Nero, rosso, bordeaux, blu, melanzana e verde: questi i colori in cui il fascino del velvet esprime al meglio tutto il suo potenziale. Da abbinare a gioielli e accessori gold o silver alternativamente, a meno che non preferiate l'intramontabile eleganza delle perle, sempre e comunque incantevoli sul nero. Consigliata anche la variante cioccolato per tubini e completi, da impreziosire con bijoux bronzati, d'ambra naturale o più importanti gioielli in oro.
Circa i modelli da sfoggiare, la scelta è assolutamente ampia: dall'elegantissimo abito lungo, magari monospalla e con profondo spacco laterale come quello color merlot firmato Ralph Lauren, ai tubini japan style con tanto di kimono Armani Privè. Dai tailleur alla garçonne di Vivienne Westwood e Dolce e Gabbana al sontuoso abito nero recentemente scelto da Kate Middleton, griffato Alexander McQueen. Fra gli accessori, spiccano i cuissardes lunghissimi di Alberta Ferretti, in svariate tonalità, una più bella dell'altra, e la borsetta con manici e tracolla di Bottega Veneta, a righe verticali di velluto e pitone.



di Daniela Raspa
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27/12/2011 17:34

Montgomery e cardigan, mai senza alamari
Prendi un cordoncino e chiudilo in modo da formare un cappio; poi trasformalo magicamente in allacciatura, grazie ad un bottone che lo userà come occhiello: et voilà, il gioco è fatto. Lieti di presentarvi il buon vecchio alamaro, che di strada ne ha fatta veramente tanta, dai tempi del suo arruolamento esclusivo quale fregio originario di certe uniformi militari.
Corda, seta, pelle o lana allacciano ormai bottoni di ogni foggia e materiale, che diventano dettaglio di stile dei cardigan di tendenza per la stagione in corso, anche se la tipica forma a cono resta pur sempre l'irrinunciabile caratteristica della mitica giacca Montgomery. Ormai sdoganata anche al pubblico femminile e reinterpretata in chiave old school, brit, grintosa, ma anche maledettamente chic.
In panno di lana verde militare, avvitata e con grossi alamari in pelle chiusi da una piccola cintura anziché dal classico bottone, la versione di Burberry Prorsum scende in campo con determinazione, per vere strong girls. Più classici e rassicuranti i modelli grigio e cammello rispettivamente firmati Blugirl e Stella McCartney, mentre è squisitamente bon-ton il montgomery rosso ciliegia di Moschino, con la parte bassa, sotto la vita, dalla silhouette vagamente a uovo. Raffinate e femminili, infine, le proposte di Jo No Fui e Mulberry, impreziosite di inserti fur la prima, di una caldissima imbottitura, sempre in pelliccia, la seconda.



di Daniela Raspa
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29/12/2011 06:34

Sotto il vestito, ora c'è un Archivio
«Tanto per cominciare», elenca la professoressa Maria Canella, «18 mila paia di scarpe del fondo Andrea Pfister, che stiamo tutte fotografando. E poi bozzetti, ritagli, disegni: vedesse quelli di Brunetta, dall’archivio di Biki! Ma anche tonnellate di immagini, e le bolle di resa, e i cataloghi, e le stoffe, e le prove colore: la fabbrica della creatività». Questa grotta di Ali Babà per maniaci di fashion è solo l’inizio di un progetto ambizioso ma a questo punto necessario: l’operazione «Archivi di Moda del Novecento in Lombardia», a cura dell’Università degli Studi di Milano, che sta per mettere in Rete, a disposizione di studiosi e giovani creativi, l’immenso patrimonio di memorie del Made In Italy.
Racconta Quirino Conti, storico e critico della moda, che «nonostante quel che si pensi, e una certa corsa di qualche anno fa allo schizzo firmato, il disegno degli stilisti conta poco: spesso se lo fanno fare da altri. È l’archivio lo strumento fondamentale per capire com’è nato il loro lavoro: per analizzarne evoluzioni, pentimenti, ripensamenti; per individuarne le fonti d’ispirazione».
La professoressa Canella, che del progetto è coordinatrice ma soprattutto è esperta di storia lombarda, da Carlo Cattaneo alle opere di beneficenza ottocentesche, racconta come si stia lavorando sodo per mettere insieme questa «fonte di codici culturali», e che il primo problema è «il censimento di tutto quello che c’è in giro. Abbiamo cominciato dall’archivio dello stilista calzaturiero Andrea Pfister, dal fondo di Biki, che nei Cinquanta fu la sarta delle «sciure» milanesi e pure di Maria Callas, e dal fondo di Barbara Vitti, la pioniera e decana delle pierre, collaboratrice di GTF, Giorgio Armani, Gianni Versace, Valentino. Altri contributi arriveranno: è importante non disperderli, in un momento nodale. Perché la prima generazione di stilisti sta scomparendo o si sta ritirando, e queste ricchezze rischiano di finire chissà dove. Accanto a fondi già perfettamente divisi e catalogati, come quelli di Armani, dei Missoni e della Fondazione Ferré, molta roba si sta forse polverizzando fra armadi e cassetti».
Intanto, le carte di Biki sono custodite presso le raccolte storiche del Museo del Risorgimento; e le migliaia di scarpe di cui dicevamo, creazioni originali di Pfister ma anche pezzi storici da lui recuperati in tutto il mondo, dormono al Politecnico, in un deposito della Biblioteca Tremelloni del Tessile e della Moda.
E pensare che tutto cominciò per una trasparenza di troppo, nell’aprile 1967 a Firenze. Alle sfilate di Palazzo Pitti, dove Ottavio e Rosita Missoni presentano i loro modelli per la prima volta, ci si accorge che le modelle portano, sotto il lamé, biancheria intima troppo ingombrante.
Il tempo è poco e la soluzione una sola: oplà, Rosita manda le ragazze in passerella senza lingerie. Sotto il vestito niente, come si sarebbe scritto (e filmato) qualche anno dopo. Di qui lo scandalo e, l’anno dopo, l’interdizione dal Pitti dei
Missoni, che decidono di sfilare alla piscina Solari di Milano. È l’inizio di una meravigliosa avventura creativa e produttiva per il capoluogo lombardo e poi per il Paese.
«Cos’era Milano in quei primi Anni Settanta! », rimpiange Quirino Conti. «Un’eccitante euforia, un fiorire di professioni nuove, sullo sfondo di una svolta decisa del gusto che si verificava in tutta Europa. Giorgio Armani inventava il greige, colore non colore, e contemporaneamente Roland Barthes teneva, alla Sorbonne, i suoi seminari sul neutro e sull’indefinito».
Oggi, lo studio di questi reperti gli fa venire in mente «certi scatoloni con gli archivi trascurati delle antiche famiglie fiorentine che Alvar GonzálezPalacios cominciò a svuotare dopo l’alluvione del 1966. Saltò fuori che un parascintille era del Laurana, che quella consolle dimenticata era fatta con un pezzo del letto leggendario di Maria Mancini. Percorsi meravigliosi: il camino disegnato magari da Piranesi, o da Valadier. Da lì è cominciata una nuova vita per quelle che finora erano considerate arti minori».
Dagli scatoloni della moda, invece, possono scaturire nuove idee per gli Armani e i Versace del terzo millennio. In attesa del prossimo arrivo sul Web, chi ha bisogno di maggiori informazioni può rivolgersi al Centro Interdipartimentale MIC Moda Immagine Consumi, in via Festa del Perdono,7 a Milano.



di EGLE SANTOLINI
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05/01/2012 23:04

Metti la spilla e batti l'effetto vecchia zia
Facevano zia, le spille, piantate sul polveroso cappotto di visone, e in gioielleria nessuno le voleva più. Ma la riscossa è cominciata. La moda le ha seminate su borse e scarpe, l'onda lunga del vintage ha aiutato a riscoprirle. Così Kate Middleton, modernissima e stile low cost, ha appuntato sul completo rosso una spilla di diamanti a forma di foglia d'acero, della regina Elisabetta, senza che questo facesse zia e neanche suocera. La nuova regola è non metterle nel «solito posto», cioè sui risvolti delle giacche, e sbizzarrirsi. Ha ragione Paola Jacobbi, autrice di «Sotto i tre carati non è vero amore»: «Le spille stanno ai gioielli come i fumetti stanno alla letteratura; stanno come i giocattoli alla grigia realtà».

Via libera, allora. Da Christian Lacroix a Mango, da Fiorucci a Delfina Delettrez. E' permesso copiare le trendsetter, che le portano come fermagli sullo chignon: bellissima la spilla di Sarah Jessica Parker, molto chic quelle piccole e brillanti di Eva Longoria e Hilary Swank. E' permesso osare una broche sul cappello, sulla cuffia di lana, sull'orlo della gonna (la prima è stata Natalie Wood), o su una cintura. Reese Whiterspoon ha scoperto questa possibilità sul set di «Come l'acqua per gli elefanti» e ha continuato fuori. Isabella Ferrari ha calamitato gli sguardi a un party di Jager LeCoultre: la sua non era una fibbia, ma una preziosa spilla di Bulgari. Era un vecchio consiglio della mitica Diana Vreeland: provatele sulla cintura o sui capelli, «Why don't you?», ma ce ne eravamo dimenticate. Così la farfalla comprata d'impulso in Portobello road, le piccole, deliziose api ereditate dalla nonna, vivono una nuova fashion life posate su un foulard o su una stola. Il serpente, un classico, si attorciglia allo strangolino di velluto. C'è posto anche per le pins di latta, da mettere tutte insieme sul collo di un cappottino anonimo.

E' mania. «Le spille sono come le ciliegie», sorride Erika Zacchello, collezionista (ne ha più di 300) e studiosa. Le ha raccontate nel libro «Il bijou nel sogno americano». Anni fa ha ne ha comprato una a forma di stella creata dal designer Kenneth Jay Lane per Jackie Kennedy Onassis, e ne va molto fiera. Conferma: «Le spille antiche sono tornate di moda e i prezzi sono saliti. Quelle di Adolf Katz per Coro, Gene Verri e Alfred Philippe per Trifari vanno sui 500-600 euro, e cambiano faccia a un vestito. In America erano la risposta alla crisi del '29, quando l'oro e le pietre erano troppo care, beh, un po' come adesso, ma si sono conquistate un posto nella storia». C'è poi l'aspetto simbolico, il linguaggio segreto. E' facile pensare al «read my pins» di Madeleine Albright, nominata segretario di Stato da Bill Clinton nel 1997. I suoi gioielli erano segnali in codice, commenti semi-ufficiali. Quando i negoziati andavano male, tartarughe, granchi e gamberi. All'incontro con Arafat portava una broche a forma d'ape in oro, argento, rubini e granati: «Volevo essere pungente». Potrebbe essere un'idea da copiare.



di ROSELINA SALEMI
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10/01/2012 18:16

FIRENZE,FINO A VENERDI' PITTI IMMAGINE UOMO

Gli occhi sono tutti puntati su Pitti Immagine Uomo, che fino al 13 gennaio riunisce a Firenze migliaia tra addetti ai lavori, buyer e giornalisti. Va in scena la moda maschile nella Fortezza da Basso, quella per l'autunno inverno 2012-2013, a cui si aggiungono le 74 collezioni donna protagoniste a Pitti W alla Dogana. Ben 1073 marchi di moda presentano le loro proposte, in un trionfo di creatività e di espedienti virtuosi per rilanciare il mercato.

Ma come vestirà l'uomo sull'orlo di una crisi di nervi del 2012, attanagliata tra la crisi economica e le profezie apocalittiche di fine anno?



AFFLUENZA DI PUBBLICO, MOLTI I BUYER

C'è curiosità per questo importante appuntamento fiorentino e per le risposte dei creativi della moda a questo interrogativo. Molte le proposte e le novità presentate e folto il pubblico.
Il ruolo del Salone come punto di riferimento sulla scena internazionale è dimostrato dai numeri delle aziende e dalla partecipazione in continuo aumento per ogni edizione.
E poi c'è il numero dei compratori: lo scorso anno a Pitti Uomo, su un totale di oltre 30.000 visitatori, 23.100 sono stati buyer, arrivati in rappresentanza di tutti i negozi e i department store più importanti del mondo.

Approfondimento
www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=11155
10/01/2012 21:15

Re:
texdionis, 10/01/2012 18.16:

FIRENZE,FINO A VENERDI' PITTI IMMAGINE UOMO

Gli occhi sono tutti puntati su Pitti Immagine Uomo, che fino al 13 gennaio riunisce a Firenze migliaia tra addetti ai lavori, buyer e giornalisti. Va in scena la moda maschile nella Fortezza da Basso, quella per l'autunno inverno 2012-2013, a cui si aggiungono le 74 collezioni donna protagoniste a Pitti W alla Dogana. Ben 1073 marchi di moda presentano le loro proposte, in un trionfo di creatività e di espedienti virtuosi per rilanciare il mercato.

Ma come vestirà l'uomo sull'orlo di una crisi di nervi del 2012, attanagliata tra la crisi economica e le profezie apocalittiche di fine anno?



AFFLUENZA DI PUBBLICO, MOLTI I BUYER

C'è curiosità per questo importante appuntamento fiorentino e per le risposte dei creativi della moda a questo interrogativo. Molte le proposte e le novità presentate e folto il pubblico.
Il ruolo del Salone come punto di riferimento sulla scena internazionale è dimostrato dai numeri delle aziende e dalla partecipazione in continuo aumento per ogni edizione.
E poi c'è il numero dei compratori: lo scorso anno a Pitti Uomo, su un totale di oltre 30.000 visitatori, 23.100 sono stati buyer, arrivati in rappresentanza di tutti i negozi e i department store più importanti del mondo.

Approfondimento
www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=11155




C'era davvero tanta gente oggi, quando arriva Pitti devi aspettarti di vedere di tutto in giro per la città [SM=x44458] molti vestiti in maniera assurda [SM=x44457] ma comunque davvero un bel vedere [SM=x44486]
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10/01/2012 22:06

killing zoe, 10/01/2012 21.15:




C'era davvero tanta gente oggi, quando arriva Pitti devi aspettarti di vedere di tutto in giro per la città [SM=x44458] molti vestiti in maniera assurda [SM=x44457] ma comunque davvero un bel vedere [SM=x44486]




Tu quoque, Killing? [SM=x44466]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
10/01/2012 22:19

Re:
Etrusco, 10/01/2012 22.06:


Tu quoque, Killing? [SM=x44466]



[SM=x44471] lavoro al momento 10-12 ore al giorno [SM=x44465] vuoi consentirmi di svagare almeno i miei occhi [SM=x44471], poi a parte gli scherzi tra buyers e modelli c'era davvero molta gente e il solito fermento che si sente in città quando inizia Pitti [SM=g1700005]


[Modificato da killing zoe 10/01/2012 22:19]
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killing zoe, 10/01/2012 22.19:



[SM=x44471] lavoro al momento 10-12 ore al giorno [SM=x44465] vuoi consentirmi di svagare almeno i miei occhi [SM=x44471], poi a parte gli scherzi tra buyers e modelli c'era davvero molta gente e il solito fermento che si sente in città quando inizia Pitti [SM=g1700005]






Ma si, svagati occhi, mente e corpo! E' cosa buona e giusta! [SM=x44462] Solo che non immaginavo ti interessassero questi eventi a tal punto da fare tutti questi km dopo una giornata di straordinari... [SM=x44466]
conosco solo una ragazza che quasi tutti i giorni, dopo una giornata di lavoro, si mette in macchina da sola e macina centinaia di Km per andarsi a divertire... [SM=x44466]

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
10/01/2012 22:36

Re:
Etrusco, 10/01/2012 22.35:




Ma si, svagati occhi, mente e corpo! E' cosa buona e giusta! [SM=x44462] Solo che non immaginavo ti interessassero questi eventi a tal punto da fare tutti questi km dopo una giornata di straordinari... [SM=x44466]
conosco solo una ragazza che quasi tutti i giorni, dopo una giornata di lavoro, si mette in macchina da sola e macina centinaia di Km per andarsi a divertire... [SM=x44466]



ma io ero lì per lavoro [SM=x44466] e mi limito a svagarmi gli occhi [SM=x44461]


[Modificato da killing zoe 10/01/2012 22:37]
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Re: Re:
killing zoe, 10/01/2012 22.36:



ma io ero lì per lavoro [SM=x44466] e mi limito a svagarmi gli occhi [SM=x44461]






ah, ma non è detto: attraverso gli occhi la sensazione di benessere/appagamento si estende alla mente e a tutto il corpo: in alcuni casi può agevolarsi la secrezione della serotonina, l'ormone del buon umore, che accresce la sensazione di appagamento e benessere... [SM=x44450]

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
10/01/2012 22:52

Re: Re: Re:
Etrusco, 10/01/2012 22.43:




ah, ma non è detto: attraverso gli occhi la sensazione di benessere/appagamento si estende alla mente e a tutto il corpo: in alcuni casi può agevolarsi la secrezione della serotonina, l'ormone del buon umore, che accresce la sensazione di appagamento e benessere... [SM=x44450]



per il benessere, al momento, come già ho detto mi serve una valigia da preparare e un biglietto aereo


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killing zoe, 10/01/2012 22.52:



per il benessere, al momento, come già ho detto mi serve una valigia da preparare e un biglietto aereo






per la prima parte posso affidarti la mia da preparare: è un'operazione che non amo molto...
per il biglietto può andar bene un Perugia-Girona by RyanAir? [SM=x44499]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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