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Alta tensione nel governo: Miccichè minaccia la crisi

Ultimo Aggiornamento: 08/03/2011 19:27
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Forza del Sud: "Noi come la Lega, o cambia o cade il governo".
RINNOVABILI

Decreto Romani, alta tensione
Miccichè ora minaccia la crisi

La riforma degli incentivi voluta dal ministro dello Sviluppo continua ad agitare le acque nella maggioranza. Dura Forza del Sud: "Noi come la Lega, o cambia o cade il governo". Nuova manifestazione giovedì 

di VALERIO GUALERZI

ROMA - Chi pensava che con la firma del presidente della Repubblica sul decreto varato la scorsa settimana da palazzo Chigi la partita del fotovoltaico fosse chiusa era fuori strada. Le nuove norme volute dal ministro dello Sviluppo Paolo Romani per ridurre e bloccare a discrezione del governo la quantità di potenza solare incentivabile sono ormai legge, ma la protesta e la mobilitazione contro un provvedimento giudicato da più parti la pietra tombale su un settore da decine di migliaia di posti di lavoro vanno avanti e, soprattutto, continuano ad agitare il cuore stesso della maggioranza.

"Non possono non accettare le obiezioni che noi stiamo facendo, perché non possono assumersi la responsabilità di veder fallire, come un domino che fa cadere ad una ad una, tutta una serie di aziende che sono fatte bene, da persone perbene", mette in guardia il leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè, in un'intervista a "Le Iene Show" che andrà in onda domani sera. Se il governo non dovesse accettare una mediazione, avvisa ancora l'ex parlamentare del Pdl, "significa che Forza del Sud finalmente farà valere la sua forza, andiamo a votare subito...". Miccichè non nasconde che il suo partito "nasce per questo, nasce per condizionare le scelte del governo" e "oggi abbiamo una fortuna, che la maggioranza è risicata". "Siamo in Parlamento un numero di deputati tali (7, ndr) - ricorda ancora il leader di FdS - che possiamo condizionare le scelte. Così come la Lega, che non so da quanti decenni minaccia 'O si fa così o cade il governo'. Bene, oggi si sappia che c'è un'altra forza politica che si occupa di un'altra parte d'Italia, di un altro territorio, che ragiona nella stessa maniera della Lega: 'O si fa cosi' o cade il governo'".

Parole tanto spregiudicate quanto dure, che spiazzano ma non sgombrano del tutto il campo dalla possibilità che tanta determinazione alla prova dei fatti possa essere facilmente compensata da qualche nomina o da qualche altra concessione minore.

La storia delle tensioni interne alla maggioranza è costellata di episodi simili, ma la presa di posizione di oggi sul fotovoltaico pare effettivamente segnalare un salto di qualità, anche perché il danno che il decreto Romani sta iniziando a provocare è oggettivo e documentato. Insomma, dove non sarebbe mai potuta arrivare la sensibilità ambientale, arriva invece quella per un bacino elettorale in fermento. "Le banche - sottolinea Miccichè - hanno fermato una serie di finanziamenti che stavano facendo. Le imprese sono terrorizzate, sono tantissime. Una marea di piccole e medie imprese che già ci hanno comunicato che stanno chiudendo e che hanno già messo in cassa integrazione alcuni lavoratori... Per cui noi abbiamo il dubbio che questo sia un decreto che è stato spinto più da qualcuno che non ama molto il rinnovabile e che probabilmente avrebbe intenzione di continuare nello status quo...".

Non è un caso del resto se oggi per criticare duramente il decreto Romani e le sue nefaste ricadute sul settore edilizio è scesa in campo una berlusconiana della prima ora come Maria Luisa Todini. Parlando anche nelle vesti di presidente dei costruttori europei (Fiec), l'ex europarlamentare di Forza Italia ha lamentato che "la scadenza ravvicinata del 31 maggio per gli allacci alla rete, così come l'incertezza sulle tariffe future possono avere conseguenze gravi sul settore, modificando in corsa la redditività di progetti già avviati, bloccando inoltre investimenti e finanziamenti futuri".

In attesa di capire se questa fronda interna alla maggioranza è davvero determinata ad andare sino in fondo, imprese delle rinnovabili e associazioni ambientaliste vanno avanti per la loro strada. La prossima scadenza in programma è giovedì prossimo al teatro Quirino di Roma dove Aper, Assosolare, Anev, AssoEnergie Future, Gifi/Anie incontreranno aziende e cittadini per rappresentare gli effetti immediati del decreto rinnovabili e comunicare una posizione comune sulle proposte di modifica al decreto, sugli obiettivi per le rinnovabili e "per rilanciare una collaborazione paritaria tra il governo e l'industria per una legislazione finalizzata alla reale promozione delle rinnovabili in Italia che dia certezze nel lungo periodo".

Fonte (08 marzo 2011) © Riproduzione riservata

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