"Il 25 febbraio scorso, a poche ore dal suo discorso di insediamento, Matteo Renzi aprì le porte di Palazzo Chigi alle telecamere di Ballarò per un'intervista a Giovanni Floris.
Nel corso del colloquio,
Renzi fissò 2 scadenze importanti:
1) un decreto per lo sblocco di 60 miliardi di debiti della pubblica amministrazione alle imprese
entro 15 giorni.
2) il taglio del cuneo fiscale con soluzioni sulle coperture
entro 1 mese.
Erano 2 impegni forti, il segnale della svolta, il passaggio dalla politica degli annunci al governo del fare.
Siamo al 25 marzo.
Lo sblocco dei debiti della PA è già stato rinviato a settembre (entro il giorno di San Matteo, ha scherzato Renzi), mentre sul cuneo fiscale sono state presentate le famose
slide (1.000 euro all'anno in busta paga a chi guadagna meno di 1.500 euro al mese),
ma la decisione operativa non è ancora presa (fino a ieri si parlava di
detrazioni Irpef, poi di
bonus, ora spuntano le
detrazioni Inps).
Anche in questo caso, le soluzioni sono state rinviate al DEF, il documento di economia e finanza che il governo deve presentare entro il 15 aprile.
Non è per fare i pignoli, ma poiché tutti immaginavano quali difficoltà avrebbe dovuto affrontare il nuovo governo, è lecito chiedersi perché, in quell'intervista, Renzi abbia dato delle scadenze rivelatesi impossibili da rispettare?"
Fonte: articolo di Andrea Iannuzzi