Ci sono almeno due motivi per il PD per non chiedere l'immediato ricorso alle elezioni.
Uno è quello di responsabilità, avviare immediatamente una campagna elettorale, inevitabilmente violenta e velenosa, in questo momento sarebbe un suicidio a livello internazionale. OK, presumere che i nostri politici, di qualsiasi bandiera, ragionino in base all'interesse del paese forse è essere troppo ottimisti, ma lasciamo uno spiraglio di speranza, prima di valutare il secondo motivo.
Ben più contingente e terra terra c'è il fatto di non avere un leader affidabile, in grado di coprire contemporaneamente i tre fronti: l'elettorato italiano, le beghe del mondo politico, la ribalta internazionale.
Di Pietro e Vendola sicuramente porterebbero via molti voti al PD, ma questi leader si fermano lì, non hanno nessuna maggiore possibilità.
Un Bersani indebolito dal salasso di voti da parte di IDV e SEL può ancora giostrarsi nei corridoi del palazzo, ma a livello internazionale neanche lui è presentabile.
Meglio un governo di transizione, con obbiettivo temporale però ridotto a pochi mesi, per giungere ad elezioni a maggio del 2012, e per dare meglio il senso di responsabilità, l'ideale sarebbe un governo guidato da una triade, il classico triumvirato romano dei momenti difficili.
Comunque non disperiamo, ma operiamo per il meglio (si vis pacem, para bellum), e non è vero che certe situazioni siano irreversibili, non siamo in punto di non ritorno, possiamo ancora raddrizzare la barca, ed in tempi non biblici, ma occorre un rigurgito di serietà.
Ci vorrebbe un Churchill (sogna, sogna), non siamo all'inizio della fine, ma alla fine dell'inizio.
Ma sarà durissima, con i sindacati ancorati a posizioni retrograde, i parlamentari che sosterranno un governo di transizione solo per arrivare a maturare le indennità di fine mandato, i vetero-capitalisti interessati al guadagno immediato ed a vampirizzare lo stato, le mille conventicole a difendere i propri meschini privilegi..