50 18/09/2017 09:56
Questa mattina mi sono svegliata e ho pensato alla sospensione in cui ti trovi quando non vivi quasi più nella vecchia casa, ma non ne hai ancora una nuova e nel frattempo cerchi di fraternizzare con un letto che è tuo solo temporaneamente. Mi sono detta che è una condizione in cui mi sono trovata più di una volta. In alcuni casi, per motivi dolorosi che spero di non rivivere mai più. In altri, a causa di un trasloco improvviso. E ogni volta penso che sarà l’ultimo, invece vengo smentita e mi ricordo di quanto sia inutile fare progetti troppo a lungo termine.

I traslochi sono faticosi e, a seconda delle circostanze, sono fonte di sofferenza oppure rappresentano un nuovo inizio o forse, ancora più spesso, possono essere entrambe le cose contemporaneamente. Eppure oggi penso che questo sentire che ogni cosa intorno a sé è solo in prestito è la condizione più vicina a quella che ci lega alla vita.

Niente e nessuno è nostro per sempre e noi siamo in transito, proprio come sul divano di un amico o nella camera degli ospiti. Ed è perciò, credo, che ogni volta i traslochi mi ricordano la mia finitezza e, allo stesso tempo, mi ripetono qual è il modo migliore di muovermi nel mondo.