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Articolo 18 Non se ne parla più?

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2012 12:32
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23/03/2012 21:20

Re:
Ducaconte Semenzara, 3/23/2012 4:33 PM:


..Oppure perché il suo governo non ha tassato i grandi patrimoni, ha abbassato la testa di fronte alla lobby dei tassisti, ha ammorbidito la posizione verso le banche, ha bloccato la vendita delle frequenze televisive (il cosiddetto Beauty contest tanto caro a Berlusconi). Eppure anche questo è mercato, no?




Non è esatto, non è stata bloccata la "vendita", è stato bloccato il "regalo" delle frequenze come era previsto nel Beauty contest.

L'idea era ovviamente di venderlo, ed a caro prezzo, e questo ha suscitato le violente reazioni di Mediaset (minacce di licenziamenti di Confalonieri) e la fuga di Sky.
Per non compromettere la già delicata situazione del governo, si è allora deciso di sospendere il tutto. La decisione appare comunque al momento saggia, intanto non si è regalato niente a nessuno, e ci si riserva come agire in futuro.

Per il resto ripeto che, a parer mio, la questione "Art. 18" è enormemente ingigantita da entrambe le parti.

E' ovviamente una palla che la sua modifica, o anche eliminazione totale, porterebbe un mirabolante incremento dell'occupazione, al massimo un leggero trasferimento di quote dai contratti atipici a quelli indeterminati.

Ma è altrettanto una palla che la sua eliminazione provocherà ondate di licenziamenti.
Quanti sono i lavoratori che oggi mantengono il proprio posto di lavoro solo per questo appiglio?
Spero ben pochi, la stragrande maggioranza semmai rischia il posto per la crisi (o il malgoverno delle società), ma l'Art. 18 neanche oggi è una tutela per questo.

Adesso con la via parlamentare vediamo che succede, ma diventa alto il rischio di un iter inconcludente e abortito per fine legislatura.
Sabbie mobili.
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26/03/2012 16:49


Il punto di vista "dell'altra parte":

LAVORO ED IMPRESE

Giustamente il governo interviene su uno dei grandi problemi del nostro paese: il lavoro.
Giustamente lo fa da Governo. Senza sottostare a veti vari incrociati che da sempre sono proprio quelli che bloccano il paese, ivi compresi quelli della mia parte, Confindustria.

Ci sono però, visti dalla plancia di comando della nave che naviga nella tempesta due problemi fondamentali:

la visione dirigistica dello "Stato etico" che vede, provvede e sa cosa è giusto
l'applicazione poi sul campo, nel lavoro di tutti i giorni delle leggi (soprattutto da parte dei giudici)

E' innegabile che ci siano abusi da parte dei datori di lavoro, e molto spesso, badate, uno dei principali che hanno creato precariato è lo Stato.
A maggiore ragione in un momento di crisi intervengono la scarsità di posti di lavoro che portano qualcuno ad approfittarsene e la scarsità di lavoro per le aziende che costringe a sfruttare ogni cosa, spesso anche border line per diminuire i costi.
Ci sono settori come facchinaggio, servizi alla persona, pulizie dove, a fronte di una professionalità necessaria nulla, il costo del lavoro è quasi l'unico costo.
Non a caso in questi settori gli abusi di cooperative e contratti atipici sono esplosi.
Spesso a causa dello Stato stesso che fa appalti al massimo ribasso e poi non paga regolarmente, creando situazioni esplosive di persone già sottopagate che neppure ricevono lo stipendio.
Mi chiedo come verranno risolte le questioni delle aziende che lavorano con appalti stracciati per lo Stato e che secondo le nuove regole andrebbero pesantemente bastonate.

C'è poi tutta una fascia dove invece è necessaria una buona professionalità ma non vi è continuità di lavoro. Mi viene in mente tutto il settore start up web, informatica, ricerca.
In questo caso la partita iva è a volte una scelta del collaboratore stesso, perché in periodi di lavoro scarso può lavorare per altri, spesso perché comunque molti dei lavoratori del settore non amano la rigidità dell'essere dipendenti (orari, subordinazione).
In altri casi è la società stessa che cerca di mantenere flessibilità e abbassare il costo del lavoro il più possibile.
L'idea che arrivi in azienda l'INPS a fare le pulci e decida che i dipendenti sono trasformati a tempo indeterminato (spero in questo caso senza sanzioni retroattive per l'azienda) che lo desiderino o no, badate bene, è una bomba a mano messa nella sede della società. Che in moltissimi casi potrebbe lasciarci le penne.
In informatica va anche considerato che purtroppo le cose cambiano talmente velocemente che una azienda può cambiare e spostarsi tra varie tecnologie e necessità con cambiamenti che richiedono forti cambiamenti nel personale.
Un dipendente con posto fisso che non si aggiorna e si "siede", intanto è garantito, in aziende con pochi dipendenti diventa una palla al piede terribile. Un consulente può o cercarsi lavoro in un altro posto dove hanno necessità della sua professionalità o è incentivato ad aggiornarsi.

Voglio poi vedere il testo per il discorso somministrazione e contratti a termine, ma spero si ricordino che ci sono aziende che fanno prodotti stagionali (Panettoni, uova di Pasqua, gelati, vivai, agricoltura) e che hanno strutturalmente la necessità di prendere persone stagionali.
Penalizzarle o irrigidirle significa minarne la competitività.

Per quanto riguarda i licenziamenti non so quante volte ho detto, con mille altri, che l'obiettivo delle aziende non è licenziare. Ogni licenziamento è un piccolo fallimento personale, perché non si ha più il lavoro o perché non si è stati in grado di scegliere la persona giusta.
Con quello che costa nella complessità odierna (ho detto che le basse professionalità sono già sfruttate con modi diversi) formare un collaboratore perché lavori bene con tempi e qualità adeguati, le aziende usano il licenziamento come estrema soluzione.
Basta guardare quanto, in questi anni di crisi, le aziende abbiano sfruttato fino all'ultimo la cassa integrazione per tenere il personale. Ad onor del vero ci sono casi di aziende decotte dove la CIS è voluta dal sindacato ma quello è stato eliminato nella riforma.

Il problema non è mai stato licenziare, i modi e i motivi si trovano.
Il problema (che è irrisolto e assegnato alla riforma della giustizia) sono sempre stati i giudici e i tempi.
L'applicazione delle leggi è sempre stata "proteggere il lavoratore contro l'azienda cattiva".
Gli esempi si sprecano, dai ladri dei bagagli di Malpensa reintegrati all'artigiano che il giudice ha fatto assumere come dipendente a tempo indeterminato in quanto mono committente.

Quando le aziende fanno i conteggi di costo-opportunità ad oggi avevano come spada di damocle la durata del processo (e il fatto che spesso il dipendente avviava la causa dopo un anno per alzare la posta degli arretrati) e il reintegro.

Oggi in parte con una sanzione economica minima e massima, mentre il reintegro c'è solo in caso di discriminazione questo è in parte risolto.
Il problema nasce dalle mensilità fissate come minimo e massimo di indennizzo per i licenziamenti.
Quando si fa una trattativa, infatti, queste diventano la base.
Sia il lavoratore che il datore di lavoro hanno tutto l'interesse a trovare un accordo preventivo per una uscita morbida e un conto è partire da un massimo di 6 mesi e uno da 15.
Una cosa che non ho capito è se questa indennità sarà proporzionale agli anni lavorati.

L'atteggiamento dei giudici di cui si parlava è un grande problema per le aziende.
Che sanno già che probabilmente il dipendente (favorito dall'orientamento dei giudici) avvierà la causa di lavoro: se esiste il minimo appiglio per licenziamento discriminatorio, altrimenti per licenziamento ingiusto.
Fare una offerta per una uscita soft comporta usare (nell'ambito delle valutazioni del rischio di causa) come base gli indennizzi di legge.
Che sono costosissimi per le piccole imprese o una start up.

Insomma tutta la riforma è da leggere bene, ma credo che il primo impatto saranno ulteriori problemi per le assunzioni.
L'esatto opposto dell'obiettivo che ci si era posti.
Con una fortissima ed estrema attenzione oltretutto ai contratti non a tempo indeterminato che saranno anche precari ma almeno sono una occasione.
Temo fortemente che molte delle attività a quel punto verranno subappaltate, magari all'estero se possibile (pensate a tutto lo sviluppo web).

Fonte: Pensieri in libertà di un imprenditore




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"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

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(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




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26/03/2012 16:54





[Modificato da orckrist 26/03/2012 16:55]

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28/03/2012 10:25


Fornero dixit:

«Anche noi tecnici abbiamo un cuore, e sentiamo fino in fondo il disagio che pesa sulla vita di tante persone. Non è solo la Cgil ad avere una coscienza rispetto ai lavoratori, agli operai, ai giovani, ai disoccupati»
fonte

Detta da qualcuno che guadagna circa 205000€ netti l'anno e che si può permettere una giornata di shopping come questa, non so a voi, ma a me suona un filino come una presa per il [SM=x44507]...



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28/03/2012 11:18

qualcuno mi spiega in che senso rendendo piu' semplici i licenzialenti e' piu' facile trovare lavoro ? ho un forte handicap mentale, proprio non ci riesco [SM=x44464]
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29/03/2012 00:35

Re:
sperminator, 3/28/2012 11:18 AM:

qualcuno mi spiega in che senso rendendo piu' semplici i licenzialenti e' piu' facile trovare lavoro ? ho un forte handicap mentale, proprio non ci riesco [SM=x44464]



E' come dire che rendendo più facile il divorzio (e ci si sta lavorando) si aumentano i matrimoni.
(Ma per fortuna questa non l'ho mai sentita dire)


Approfitto di un tuo piccolo refuso per una battutaccia: così si passa dai licenzialenti ai licenziaveloci!
Fa un pò [SM=x44506] vero? Ma è tutta la storia che ha effetto lassativo.
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29/03/2012 15:05


Ammetto di essere pochissimo infornato sull'argomento, io sono un lavoratore in proprio.

Però mi pare che questo Art. 18 sia ormai diventato uno slogan, con cui dividere le tifoserie, da una parte i "buoni" dall'altra i "cattivi".

Mi era piaciuto l'intervento di Renzi su Lastampa.



Renzi: l’articolo 18 solo un totem
Il vero problema è la burocrazia


"Conservarlo o cancellarlo, non cambia nulla. Semmai, andrebbero abbassate le tasse."
MATTIA FELTRI
roma

Sindaco Renzi, sull’articolo 18 lei di che idea è?
«Penso sia un gigantesco specchietto per le allodole. Poi per capire bene la questione, non dico serva una specializzazione giuslavoristica ma quasi. Comunque, se ci interessano gli aspetti tecnici, se vogliamo una riforma all’americana o alla tedesca, sentiamo che hanno da dire Pietro Ichino e Tito Boeri...»

E Stefano Fassina no?
«Io veramente pensavo a gente che seguo con qualche interesse, con tutto il rispetto per Fassina e il ruolo che si è attribuito... Se invece ci interessa l’aspetto politico, mi pare che il tema ruoti attorno a un totem ideologico. Non ho mai trovato un ventenne che mi chiedesse la conservazione dell’articolo 18 o un imprenditore che me ne chiedesse l’abolizione».

Col Pd passi, ma ce l’ha anche col governo?
«No: capisco che il premier voglia dire all’estero che la riforma del lavoro si fa. Invece i partiti, quando dicono che la riforma non li convince, dovrebbero prima rispondere a una domanda: perché non l’avete fatta voi? Specialmente quelli di destra, che la rivoluzione liberale non sanno nemmeno da dove si comincia. Questo governo ha un merito non da poco: sta mettendo mano a una materia a cui non ha mai messo mano nessuno. Però i punti veri sono altri. Faccio un discorso in generale: non si deve garantire il posto di lavoro, ma il lavoratore...».

E in particolare?
«Mah, per esempio: questi bravissimi tecnici sanno quanti fondi europei sono stati buttati per la formazione, e più a beneficio dei formatori che dei formati?».

Sindaco, è per l’abolizione o no dell’articolo 18?
«Lo ripeto: per me l’articolo 18 possono conservarlo o cancellarlo, non cambia nulla. E’ la coperta di Linus sotto cui tutti nascondono le loro insicurezze. Io ricevo imprenditori russi, coreani, cinesi, tutti innamorati di Firenze, e quando gli chiedo di investire mica scappano perché c’è l’articolo 18. Scappano per la burocrazia, per le tasse, per la giustizia».

La giustizia?
«Ora che non c’è più lo spauracchio di Silvio Berlusconi, il processo breve dovremmo farlo noi. Soprattutto nel civile, perché sono le cause eterne a bloccare l’economia».

Però bisogna ammettere che Pierluigi Bersani ha ricompattato il partito.
«E’ stato saggio. Tatticamente impeccabile. Oltre questa élite tecnica che ci governa c’è un paese che ha ancora paura, ed è una paura che Bersani ha assecondato. Ha detto: impediremo che vi licenzino. Ma gli chiedo: lo statuto del lavoratori è del 1970, quando la smetterai di parlarci dell’Italia di allora per parlarci di quella del 2030? Perché qui ci sono la sondaggiocrazia e la tecnocrazia, ma quando toccherà alla politica?».

Il consenso non è uno scherzo.
«Però è passata una riforma delle pensioni e gli italiani, che sono più maturi di quello che spesso si dice, l’hanno capita benissimo: si campa dieci anni di più, se ne lavorano due o tre in più. Ma anche noi non dobbiamo dimenticare la responsabilità atroce dell’abolizione dello scalone di Roberto Maroni per iniziativa di Cesare Damiano».

E quindi?
«E quindi vogliamo dire che oltre tre milioni di dipendenti pubblici sono uno sproposito? Vogliamo dire che in Italia un operaio specializzato costa tre mila euro e ne prende uno e quattro e in Germania ne costa quattro e mezzo e ne prende tre? Che dal 2005 al 2010, con Tommaso Padoa Schioppa e soprattutto Giulio Tremonti, cioè i ministri rigoristi, la spesa pubblica è aumentata di venti miliardi di euro e ai comuni nello stesso periodo ne sono stati tolti due miliardi e settecento milioni? Che abbiamo una spesa sanitaria folle e non riusciamo nemmeno a stabilire un prezzo delle siringhe che valga in Calabria come in Veneto?».

Sindaco, ma qui stiamo ancora discutendo se la concertazione serva o no...
«La concertazione? Le primarie ci insegnano che il partito novecentesco è morto, che il potere decisionale è tolto alle segreterie, dai risultati capiamo che c’è una clamorosa crisi di rappresentatività, e si parla di concertazione? Ma chi rappresenta la Cgil? E Confindustria? Ma via...».

Link

_________________

Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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30/03/2012 12:30


Monti dixit:
"Nonostante alcuni giorni di declino a causa delle nostre misure sul lavoro questo governo sta godendo di un alto consenso nei sondaggi, i partiti no..."

Toh, sua eccellenza sarà mica un po' irritato? [SM=x44473]

Probabilmente i partiti si saranno lamentati perchè ha risparmiato sulla vasellina...eccheccavolo,non si fa [SM=x44463] , sono pur sempre degli "onorevoli". [SM=x44504]




[Modificato da orckrist 30/03/2012 12:32]

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30/03/2012 12:31

Re:
[Modificato da orckrist 30/03/2012 12:31]

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