Stavo uscendo, ma le eresie messe in campo da Sbandieratore urlano al cielo come Capaneo, e richiedono risposta.
Si usa considerare il Milan di Sacchi (sempre sia lodato
) come il capostipite di tutte le formazioni che, negli anni seguenti, hanno praticato il fuorigioco, ma Sacchi proponeva una zona particolare: diversamente dalla zona praticata dal Milan di Liedholm, Sacchi non puntava su un possesso palla troppo prolungato e la copertura degli spazi, preferendo lavorare sulla zona-press in cui l'intensità ed il ritmo sono elementi prioritari.
Il Milan di Sacchi (sempre sia lodato
)raggiunge vette di perfezione per quanto riguarda il sincronismo dei movimenti in campo e si potrebbero passare ore a riguardarsi le partite per cogliere la spettacolarità del movimento dei giocatori che accorciano o allungano gli spazi a seconda della situazione di gioco.
Altro punto su cui Sacchi lavorò molto fu il movimento senza palla: fu una rivoluzione copernicana!
Prima dell'avvento di Sacchi al Milan, anche in serie A il movimento che gli allenatori curavano maggiormente era quello del portatore di palla, i suoi compiti e le sue capacità erano primarie.
Questo anche perchè il calcio a quei tempi era dominato da marcature fisse, perciò le partite si risolvevano spesso in duelli tra attaccanti e marcatori: era il portatore di palla che aveva il compito di trovare un compagno libero, mentre il marcatore doveva togliergli palla.
In questa maniera il calcio era poco collaborativo, non era un vero e proprio movimento corale, per questo Sacchi curava con molta attenzione i movimenti degli uomini senza palla, che proponendosi con i loro scatti e movimenti offrivano più possibilità al portatore di palla stesso, partecipavano attivamente alla manovra d'attacco e rendevano spettacolari le azioni offensive.
La squadra si schierava, dunque, con quattro difensori in linea (sparisce il libero), con due marcatori centrali e due esterni che difendono e,allargandosi, ripropongono e fanno ripartire l'azione.
Il centrocampo è a diamante con un trequartista e un interditore, mentre le punte giocano ravvicinate per crearsi spazi grazie ai loro movimenti.
Sacchi (sempre sia lodato
) pretende che alla fase divensiva partecipino tutti, gli avversari vanno attaccati dal momento che prendono palla, senza aspettare che arrivino nella propria trequarti. Prende a modello la Clockwork Orange, l'Olanda di Cruyff.
Il lavoro dei giocatori senza palla deve essere martellante, il pressing deve risultare asfissiante e il reparto difensivo deve essere pronto a salire per accompagnare l'azione dei compagni e agevolare il fuorigioco.
Gli avversari, i primi tempi, non abituati ad essere attacati in tutte le zone del campo, trovano grosse difficoltà a costruire le azioni, perdendo i punti di riferimento e finendo per essere soffocati dal ritmo imposto dai rossoneri.
Questo modulo di gioco ha sempre avuto una sola controindicazione: mettere lo schema al di sopra dei campioni.
Tutti erano importanti per il progetto, ma nessuno aveva compiti speciali o privilegi, tutti dovevano sacrificarsi e tutti, grazie al movimento senza palla, potevano arrivare al goal.
Arrigo era così scarso come allenatore che oggi ai vertici ci sono Rijkaard, Donadoni, Van Basten, Ancelotti...tutti allievi suoi, che mettono in campo squadre dove l'influenza del Vate è evidente.
Una squadra che giochi bene come quella per ora possiamo solo sognarcela. Come l'Ungheria del '54, il Brasile del '58 e del '70, o l'Olanda '74 e '78.
Vatti a rivedere partite come Real-Milan 1-1, con i blancos 27 volte in fuorigioco, o i derby in cui non superavate mai il centrocampo...poi parla.
E piantala di parlare solo di numeri: senza un'analisi completa non valgono un caxxo, e sono l'appiglio di chi non ha argomenti. I numeri che tanto citi per Capello mettili in Europa, dove Don Fabio ha vinto una sola coppa...
[Modificato da -Asmodeus- 04/11/2006 23.14]
Io seguo sempre il gregge.
Sono il lupo.