E' tutto un magna magna

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Etrusco
00venerdì 14 luglio 2006 01:29
Etrusco
00martedì 25 luglio 2006 15:53
Edwige Fenech a Capalbio
Etrusco
00martedì 25 luglio 2006 15:56
Etrusco
00lunedì 28 agosto 2006 15:36


PIZZI, IL BALZAC DI ZAGAROLO CHE NARRA IL GRANDE ROMANZO DEL CAFONALESIMO – DALL’AGNELLI SCIUPAFEMMINE AI LEGHISTI IN CALORE: “CI SONO I CAFONI PROBABILI, GLI APPRENDISTI CAFONI, QUELLI CHE ASPETTANO L’OCCASIONE BUONA PER CAFONEGGIARE ALLA GRANDE”…




Giampiero Mughini per “Grazia”



Come raccontatore della commedia umana del suo tempo, a lui Honoré de Balzac fa un baffo.
Perché Umberto Pizzi da Zagarolo, uno che ha imparato il mestiere di fotografo “paparazzando” nella Roma della dolce vita accanto ai mitici Tazio Secchiaroli e Pierluigi Praturlon, quello senza le cui foto il sito Dagospia non sarebbe un occhio sulla cafonalità italiana talmente indispensabile, ha in mano uno strumento più potente della penna a oca ottocentesca che usava Balzac.
Pizzi ha in mano una macchina fotografica. E con quella non si scherza. Perché la foto è un assieme di pittura, letteratura, musica. La foto perfetta è quella cui non devi aggiungere nulla, nemmeno una didascalia.

(Gabriella Sassone-U.Pizzi)

Pizzi ogni sera va in giro per Roma, vuoi a un compleanno vuoi a una festa in onore dell’uno o dell’altro cafone, gira un po’ intorno a vedere che aria tira, e poi comincia a scattare. La situazione per lui migliore è quando gli impediscono di entrare,
com’è stato per una serata mondana organizzata dalla giornalista televisiva Anna La Rosa:
«In quest’ultimo caso si sono fatti il danno con le loro mani.
Bastava fotografarli quando entravano o quando uscivano, quel tal ministro che arrivava con i piedi appoggiati al cruscotto della macchina (Gasparri, ndD) o quell’altro che usciva con la camicia che debordava dai pantaloni»
racconta Pizzi.

Lui fotografa fotografa fotografa. Gode della libertà più assoluta, quella che gli ha delegato Roberto D’Agostino, uno che se ne strainfischia se quel tal cafone è di destra o di sinistra.
La rivoluzione di Internet è stata una rivoluzione del linguaggio fotografico.
Non guadagni soldi a lavorare su Internet («La pubblicità è pochissima»). Rispetto a 10-15 anni fa ci guadagna lo spirito di libertà.

Quando Pizzi beccava un Gianni Agnelli che si portava a spasso delle magnifiche ragazze, Rossana Podestà o la giovanissima modella americana Simona Ridges, le sue foto venivano sì comprate dai giornali, ma restavano nei cassetti.
Come rimase nei cassetti redazionali la sequenza che Pizzi e altri paparazzi scattarono a Yuri Breznev, il figlio dell’onnipotente capo dell’Urss comunista,
mentre usciva da un night club romano con al fianco una bionda strepitosa.


Ma la razza dei cafoni contemporanei è davvero così inesauribile?
«Altro che. Ci sono i cafoni tremendi, e sono la buona maggioranza.
Poi ci sono i cafoni probabili,
gli apprendisti cafoni,
quelli che aspettano l’occasione buona per cafoneggiare alla grande.

E poi ci sono alcune brave persone
.
Ai miei occhi Fausto Bertinotti è uno di questi, ma anche Romano Prodi. E lo stesso Marco Tronchetti Provera, benché io tra lui e Afef preferisca fotografare Afef.
Una che comunque la fotografi viene bene» dice il nostro inflessibile Pizzi.
Dimenticavo. Lui ha una visione forte della vita e della società.
Tanto Balzac era monarchico, tanto lui è comunista. Un comunista ateo, così si autodefinisce. Uno che vota per Rifondazione comunista e seppure gli sembri che Bertinotti si sia un po’ istituzionalizzato.



E dire che il suo interesse professionale sarebbe che fossero rimasti nella prima linea politica quelli di destra, i leghisti, quelli che gli hanno offerto un materiale indimenticabile da fotografare e da raccontare. Tutto cominciò una sera del 1994 al Gilda, un locale romano dove Vittorio Gassman stava festeggiando non so quale premio con Nino Manfredi e altri amici. Pizzi si accorse che il clou della serata però non era quello. Stava in alcune sale appartate del Gilda dove gente di Forza Italia e della Lega festeggiava il compleanno di una pimpante ragazza.
Pizzi tirò fuori la macchina fotografia e cominciò a scattare. Ce n’era ben oltre le sue aspettative, e finché non stesero la ragazza sul tavolo e cominciarono a versarle dello champagne in bocca.

A quel punto Pizzi aveva esaurito la pellicola. Potete fermarvi un attimo?, implorò. Detto e fatto quelli si fermarono, convinti che il loro fosse uno spettacolo di eccellenza e che andasse tramandato ai posteri. Pizzi ricaricò la macchina e ricominciò a scattare («E non è che fossero tutti personaggi da due soldi. C’era il cognato di Cesare Previti e altri che preferisco non nominare»).
E a non dire di quella sera dove in un locale romano arrivò, circondato da un paio di fanciulle sfrenate, il parlamentare leghista che a Montecitorio si era appena esibito nello sventolare un cappio di fronte al capo del governo, Giuliano Amato.

Ci sono pure le volte che Pizzi scatta la foto, poi si rivolge alla sua coscienza, ci pensa un poco e lascia perdere.
Lo ha fatto la volta che una nota signora romana era arrivata a un tale grado di euforia da sollevarsi la gonna in modo da mostrare che sotto non portava nulla.
Pizzi quella foto ce l’ha, ma non ha intenzione di utilizzarla: «Se ho fatto bene o no a non utilizzare quella foto? Non lo so».
Così come non ha utilizzato le foto in cui altre signore altrettanto note si erano esibite con i loro partner in effusioni che andavano ben al di là della decenza.


Caro Pizzi, ma tutto questo universo di soubrette e vallettine è costituito da mignotte tanto quanto sembra?
«Di più», replica Pizzi
,
«ricordo di aver conosciuto anni fa una di quelle che è stata intercettata, una che era alla disperata ricerca di conoscenze nei piani alti della Rai e che mi supplicò di farle sapere le date e gli indirizzi di feste cui avrebbero partecipato dei dirigenti Rai.
E che faccio il prosseneta?, le risposi».

Solo che innanzi al mondo che viene fuori dalle intercettazioni, Pizzi e fors’anche D’Agostino hanno dovuto alzare bandiera bianca.
Quanto al cafonal e al suo orrore, la realtà italiana aveva superato l’immaginazione.
In fondo Pizzi s’era limitato a fotografare qualche potente che stava ingurgitando l’una o l’altra pietanza, o qualche bellona stracarica di silicone da apparire grottesca.
Dalle telefonate intercettate veniva molto di più, molto di peggio.
E forse a questo punto ci vorrebbe di nuovo Balzac.
A raccontare lo stadio di cafonalità cui è arrivata la società italiana, le foto non bastano più.
Neppure le più perfette.



Dagospia 28 Agosto 2006

Etrusco
00venerdì 15 settembre 2006 16:36
Etrusco
00venerdì 15 settembre 2006 17:19
Etrusco
00venerdì 22 settembre 2006 22:35
Claudio Petruccioli e Claudio Cappon mangerecci:
Etrusco
00giovedì 5 ottobre 2006 23:06
Elio Vito
Etrusco
00giovedì 5 ottobre 2006 23:10


IL PUZZONE DI ARCORE TRASFORMA IL GASPARRI-PARTY IN VARIETA’ (E FINI DA’ BUCA)
DA LA RUSSA ALLA SANTADECHE’, TUTTA ALLEANZA NAZIONALE, IN QUOTA BERLUSCONI
BEN DETTO: “GLI SFIGATI NON ESISTONO. SONO SOLO DEI DISEDUCATI AL BENESSERE”


Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo



Se la sinistra si rifugia nella grotta, aspettando “le deluge Prodi”, a destra va in onda Piedigrotta.
Che ce frega, che ce importa, se l’oste ci ha messo l’acqua (nelle urne).
E via! Tutti al magna-magna per festeggiare Amina, la mina vagante sposata Gasparri Maurizio.

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Altro che riunioni e dibattiti con gli occhi appiccicati al cubo videale di Vespa e Mentana. Mejo raggiungere il Circolo del Golf, in via Due Ponti, tra la Flaminia e la Cassia, dove ci aspetta Silvio.

Essì, Gianfranco Fini si è ben guardato di finire nella disneyland di Gasparri, La Russa, Santadeché e tutta quell’ala di Alleanza Nazionale che è più berluscona di Forza Italia.
Ma con un Berlusconi tirato a lucido, caricato a pallettoni, distribuitore automatico di barzellette, chissenefrega di quello stoccafisso di Gianfry. Quello che ha messo in scena ieri sera il Cavaliere trapiantato fa ricordare le parole di Antonio Ricci: "Lui è un comico, un trasgressivo, fa le battute. Secondo me gli piacerebbe scriverselo lui un varietà".

Quando tutte le signore e signorine hanno assediato il Reuccio di Arcore, manco fosse uno Scamarcio, pigolando foto e autografi, viene in mente Valeria Marini: "Silvio Berlusconi piace alle donne che amano in lui anche quel suo passato di chansonnier pronto a suonare al momento opportuno una canzone d'amore francese".

Sondare l’anima di Berlusconi è peggio che difficile. E’ inutile. Molto meglio lasciar parlare lui, che è anche più contento. Quante gliene hanno dette in questi anni! Ma sono sempre meno di quelle che si è detto da solo. “Il complimento più bello? La volta che, all’uscita da San Siro, un ultrà si gettò contro il parabrezza della mia auto gridando: sei una bella figa!”. Ancora: “Da giovane dicevo: pensa quante donne al mondo vorrebbero venire a letto con me e non lo sanno. La vita è un problema di comunicazione”. Gran finale: “E’ importantissimo la mattina guardarsi allo specchio e piacersi, piacersi, piacersi”.

Il fedele Fidel Confalonieri ha fatto di tutto per riportare il Piacione a Palazzo Grazioli. Niente da fare: Berlusca è stato tra i primi ad arrivare, uno dei gli ultimi a lasciare la disneyland di Gasparri. Nel mezzo, storielle, baci, abbracci e confidenze, tra cui la classica del figlio diciottenne che dorme ancora con lui. Ma quello che ha colpito l’animo sensibile di Pizzi è stata la foga con cui tutti, ma proprio tutti, volevano una foto col Puzzone di Arcore, quindi la richiesta della foto da mettere sul comodino. Visto da lontano, il party gasparriano faceva rimbalzare in mente la celebre frase di Silvio: “Gli sfigati non esistono. Esistono solo dei diseducati al benessere”.

Mentre l’assalto al buffet era degno di Beirut e Bagdad messi insieme, in un angolo, Clementone Minun rincuorava la defenestrata Annuzza La Rosa. La calabresella era sicura di restare alle Tribune Politiche, vantava con gli amici i suoi legami con Curzi e compagni, eppoi ‘sti comunistacci…

Dagospia 05 Ottobre 2006
Etrusco
00venerdì 6 ottobre 2006 00:00
Roberto Gervaso
Etrusco
00venerdì 6 ottobre 2006 00:10
Fidel Confalonieri
Etrusco
00venerdì 6 ottobre 2006 00:10
Catilina.Ancona
00venerdì 6 ottobre 2006 16:25
Credo sia d'obbligo a questo punto ricordare lo splendido racconto fantascientifico "F..." di Richard Matheson (versione italiana "C..." trad. Adalberto Chiesa, ne Il passo dell'ignoto, Mondadori 1972)......

In questo racconto, un viaggiatore del tempo approda in un'epoca in cui il cibo ha sostituito il tabù del sesso...e, tutto sommato, a ben pensarci, non è tanto sballata la cosa.
Anzi, i 34 anni passati sinora sono molto indicativi della strada percorsa in quella direzione: infatti, osservando queste immagini
di..strafocatori, occhietti lucidi, sguardi bramosi, lingue circumvolventi, bè, l'immagine di una coppia in piena attività amatoria è come una ventata d'aria fresca.....

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Etrusco
00sabato 7 ottobre 2006 01:02
Re:

Scritto da: Catilina.Ancona 06/10/2006 16.25
...osservando queste immagini
di..strafocatori, occhietti lucidi, sguardi bramosi, lingue circumvolventi, bè, l'immagine di una coppia in piena attività amatoria è come una ventata d'aria fresca.....

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[SM=x44451]
Etrusco
00sabato 7 ottobre 2006 01:04


OKTOBERFEST A CARACALLA PER CELEBRARE LA GERMANIA UNIFICATA
INGREDIENTI PER MILLE INVITATI: JAZZ, BIRRA, BUFFET NEL PARCO E FUOCHI D’ARTIFICIO
DAVANTI ALLE DAMAZZE DEI SALOTTI ROMANI RITORNA LA VOGLIA DEL MURO DI BERLINO


Valerio Bonolo per “Il Tempo”
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo


Birra servita nei calici per gli ospiti in abito blu e le signore in mise elegante.
Poche salsicce e molta pasta nei piatti degli invitati a passeggio, al crepuscolo,
nei giardini di Villa Almone, residenza dell’ambasciatore tedesco Michael Gerdts. L’altra sera, mentre in Germania si celebrava l’Oktoberfest, a due passi da Caracalla la mondanità diplomatica celebrava la festa nazionale della Germania unificata.



Lo slogan della serata era lo stesso dei mondiali di calcio di Berlino: «Ospiti a casa di amici». Il ricevimento era in grande stile, con oltre mille invitati equamente divisi tra tedeschi e italiani. Ingredienti: musica jazz, buffet nel parco e fuochi d’artificio.



Con un piccolo miracolo in aggiunta: forse per il rispetto dovuto alla rigorosa etichetta teutonica, alle sette di sera in punto gli ospiti erano già in fila per porgere il saluto all’ambasciatore e alla moglie Stefanie. Fiera, quest’ultima, di presentare la residenza rimessa a nuovo dopo lunghi lavori, i saloni abbelliti dai dipinti dell’artista espressionista Karl Schmidt-Rottluff, in esposizione temporanea.



Affollatissimo il parco, dove un’orchestrina stile New Orleans suonava musica jazz. Molte le rappresentanze diplomatiche venute in visita di cortesia: c’erano l’ambasciatore americano Ronald Spogli con la moglie Georgia, il collega spagnolo Josè Luis Dicenta e la consorte Ulrike, quello russo Alexey Meshkov e il greco Anastassis Mitsialis.



Tra le autorità italiane gli onorevoli Umberto Ranieri, Marco Boato, Giuseppe Vegas e Gustavo Selva. Arrivati in ritardo, i ministri Giuliano Amato, Alfonso Pecoraro Scanio non hanno sentito la battuta dell’ambasciatore tedesco: «Noi e l’Italia abbiamo due nuovi governi. La nostra si chiama grande coalizione ma in realtà quella italiana è molto più grande».



Tra gli ospiti anche Maria Pia Fanfani, Augusto Fantozzi, Boris Biancheri, Umberto Vattani, Ferdinando Brachetti Peretti, Guia Sospisio, Marisela Federici, Nicoletta Maresca di Serracapriola, Marina Pavoncelli. E a fine cena, fuochi d’artificio in cielo a salutare l’anniversario della riunificazione tedesca.




Dagospia 06 Ottobre 2006
Etrusco
00sabato 7 ottobre 2006 01:08
Gnam gnam sincronizzato:
Etrusco
00sabato 7 ottobre 2006 01:09
Augusto Fantozzi
Etrusco
00sabato 7 ottobre 2006 01:11
Monsignore
Etrusco
00martedì 24 ottobre 2006 02:45



TRA I TESORI SEGRETI DEGLI ANTIQUARI SBUCA QUEL TESORO DEL CAVALIERE
BERLUSCONI (ANTICO DI GIORNATA) CORTEGGIA TUTTI: FANCIULLE, MAMME, STATUE
A PALAZZO VENEZIA SOLO L’OROSCOPISTA BRANKO TIENE BOTTA A SILVIO PLAYBOY


Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo


1- GLI ANTIQUARI MOSTRANO I TESORI SEGRETI…
Fabio Isman per “Il Messaggero”
In 42 hanno portato i loro tesori: 15 romani, 16 di altre parti d’Italia, 11 stranieri, e questa è una novità. Da oggi al 29 ottobre, i tesori degli antiquari invadono Palazzo Venezia, nella mostra dedicata al Collezionismo internazionale . Ecco, allora, un bel Ritratto di ragazzo , opera giovanile di Perugino già riconosciuta da Berenson (dal parigino Giovanni Sarti), o forse l’unico Autoritratto di Guido Reni, ancora con la tela del 1621, un Davide con la testa di Golia , già dei principi De Ferrari a Genova, di Antiveduto Grammatica, e un bozzetto di Federico Barocci per la Crocifissione ora a Madrid . O un delizioso Schizzo di un angelo disegnato da Gian Lorenzo Bernini (Apolloni); una serqua di Vanvitelli e Panini, una Pietà di Domenichino, che sir John Pope Hennessy fu il primo ad indentificare (da Adam Williams); una splendida Madonna di Jacopo del Sellaio (da Moretti); un immenso Panorama di Roma antica di Friederich Loos (1797-1890), lungo tre metri, da Paolo Antonacci; un Severini da Benucci; un torso alto un metro e 20, magnifico il panneggio, del I secolo d.C., marmo pario, assai simile all’ Artemide di Dresda. Insomma, per dieci giorni, un’autentica galleria delle meraviglie: ognuno ha portato le proprie…



2 – A PALAZZO VENEZIA SOLO L’OROSCOPISTA BRANKO TIENE BOTTA A SILVIO PLAYBOY
L’irruzione di Silvio Berlusconi alla mostra di Palazzo Venezia ha messo in crisi anche le sculture. C’è un’immagine di Pizzi dove il Cavaliere getta uno sguardo arrapato al culetto di una scultura di marmo che parla più forte di mille parole. E poi baci, baci, baci a tutte: mamme, zie, figlie. A cominciare dalla darkissima Albertina Carraro, rampolla di Sandra e Franco, prossima candidata a ricoprire il ruolo di Morticia nella Famiglia Adams. L’assalto femminile a Silviuccio ha avuto un grosso rivale, però, nella persona dell’oroscopista principe Branko, vero idolo delle damazze romane. Donna Assunta Almirante osservava pensosa con l’occhio detto “Dove andremo a finire…”.



3 - SILVIO PLAYBOY
Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera


Non lo sapessimo concentratissimo sul Bene del Paese, avremmo il dubbio che il Cavalier Caliente abbia la testa altrove. Da due giorni va a parare sempre lì. Prima ha fatto l'occhiolino su Anna Falchi: «Macché povero Ricucci, ha una cosa che tutti gli invidiamo!». Poi, per fare amicizia col petroliere rosso Chávez, ha composto il numero di Aida Yespica, la mora venezuelana de «L’isola dei famosi», e ha allungato il cellulare: «Hugo, un'ammiratrice ti vuol parlare». Quindi ha riso con un gruppo di donne sulle tre «t» di Cremona: «torrazzo, tette, torrone». Per finire ha spiegato che votando contro le «quote rosa» elettorali i maschi hanno agito «per legittima difesa: alcuni deputati han fatto i calcoli: già rischiamo molto passando al proporzionale, se poi ogni tre di noi mettono una signora...».



Scherzava, si capisce. Sa che le sue belle glielo permettono. A un altro caverebbero la pelle. A lui perdonano tutto. D’aver fatto eleggere 13 donne su 168 deputati (7,7%), 5 su 75 senatori (6,6%) e 1 su 16 parlamentari a Strasburgo, percentuale umiliante rispetto alla media europea del 29,9%. Di averne portate al governo 8 su 98, pari a un 8,1%, ridicolo rispetto ai Paesi nordici o alla Spagna. Di non avere esercitato su questo tema quell’autorità che in certi casi, rogatorie o legge Cirami, ha fatto della destra italiana una falange compatta. Tutto perdonato.



Gabriella Carlucci, dopo la catastrofe sulle quote rosa, ha palpitato: «Ringrazio il presidente Berlusconi per l’appoggio morale con il quale ha sostenuto finora questa causa. Noi donne azzurre rimaniamo sue alleate fedeli». E la stessa Stefania Prestigiacomo, che pure era fuori dalla grazia di Dio per l’imboscata maschilista, ha sorvolato ieri sulla «legittima difesa» («legittima», sic) per dire: «Credo che le donne italiane abbiano il diritto di vedere riparata l’offesa subita alla Camera. Per questo ho chiesto che un istante dopo l’approvazione della legge elettorale venga avviato l’iter di un disegno di legge che introduca le quote. Berlusconi è d’accordo». Ha detto infatti: «A noi le signore, soprattutto belle, in Parlamento ci piacciono molto». Mal che vada, le manderà un immenso mazzo di rose. Una parure. O un anello d’oro con un gran diamante da posarci le labbra al prossimo baciamano. «Scusa, cara...».



Nessuno in Italia amoreggia e gioca con le donne come lui. Ogni occasione, le parole giuste. Ha davanti le casalinghe? «Anch’io sono stato un po’ donnina di casa, quando studiavo ed ero un ragazzo di famiglia, buttavo giù la polvere e ogni tanto facevo la spesa. So quanta fatica ci vuole per lavorare a casa, per creare un clima di serenità quando il marito torna...». Inaugura la Messina-Palermo? «Ah, la Sicilia! Avete la storia, il sole, un’ambiente straordinario, testimonianze di un passato glorioso... E poi, ragazze così belle!». Si lagna per la lentezza del Parlamento? I senatori tirano in lungo l’iter delle leggi perché devono dimostrare ai figli e alla moglie che non vanno a Roma solo perché hanno l’amante. Però sopra i 400 chilometri l’amante non conta. Come si dice a Napoli, «’A commare nun è peccato». Taglia il nastro al «Costa Smeralda»? «Ah, l’aereoporto di Olbia! Splendido! Rasenta il lusso. E poi, bellissime ragazze che fanno la felicità dei passeggeri maschi in arrivo e in partenza!».



E via così. Visita Alassio? «Penso ancora al "muretto" quando io, a quei tempi un vecchio playboy, vedevo tutte quelle belle ragazze... Parlando col sindaco gli ho chiesto se fossero ancora così belle, mi ha detto che oggi sono purtroppo tutte rifatte. Mah... Anch’io mi sono rifatto i capelli». Va al congresso di An? «Ma che belle gambe, che vedo nelle prime file!». Vuole spiegare perché il Polo si è incaponito sulla legge sul legittimo sospetto? «È un diritto dei cittadini rivolgersi alla Cassazione se l’atmosfera non fa presagire che ci sia un giudizio imparziale. Magari qualcuno ha fregato la fidanzata al presidente del tribunale. A noi succede: siamo tombeur de femmes . Mai di un amico. Però, di un magistrato, è decente...». Tira la volata alla Colli? «Votate l’Ombretta: è brava, l’è una bela tusa e canta bene». Prende la parola alla Fao sulla fame? «Un saluto a tutti voi, in particolare alle belle delegate!».



Quella volta, a dire il vero, alcune straniere si scandalizzarono: non era il caso, visto il tema. Lui ha tirato diritto. Offrendo il meglio nei rapporti internazionali. Va a Wall Street per incontrare i businessmen e ammicca: «Un altro motivo per investire in Italia è che oltre al bel tempo e alla bellezza del Paese, abbiamo anche bellissime segretarie». Va in Romania, spiega che ha avuto una fidanzata romena e sorride: «A me i capelli sono caduti per le troppe fidanzate». Parla delle relazioni con Parigi? «Non sono popolare tra i giornalisti e coloro che ne subiscono il fascino, ma tra i francesi sono popolarissimo: basta contare le fidanzate che ho avuto lì». Riceve Sali Berisha? «Sì, questa volta in Albania ci vengo. I socialisti di prima non mi avevano presentato mai una bella ragazza!». Riceve gli imprenditori turchi? «Sono con voi: da giovane ho avuto una meravigliosa fidanzata turca».



Ogni tanto, c’è chi sbarra gli occhi. Come fece con Tarja Halonen, quando lui se ne uscì: «Per portare l’authority alimentare a Parma ho rispolverato le mie doti di playboy col presidente finlandese». Helsinky s’indignò, convocò l’ambasciatore, piantò un casino. Lui sospirò: «C’è una generale mancanza di umorismo». Lo stesso mancante al cronista del Kommersant che descrisse la visita allo stabilimento Merloni di Lipetsk: «Il premier italiano era particolarmente attivo. Era chiaro che aveva un obiettivo. Ha detto a Putin: "Voglio baciare la lavoratrice più brava e più bella". Aveva già individuato la sua vittima. Si è avvicinato a una donna grande come la Sardegna e con tutto il corpo ha fatto il gesto tipico dei teppisti negli androni bui dei cortili, quando importunano una ragazza che rincasa. Lei s’è scansata ma Berlusconi in passato deve aver fatto esperienza con donne più rapide di questa: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha iniziato spudoratamente a baciarla in faccia». Dura la vita, a tirar su il prestigio mondiale dell’Italia...


Dagospia 23 Ottobre 2006
Etrusco
00mercoledì 22 novembre 2006 13:50
Etrusco
00mercoledì 22 novembre 2006 13:53


Ecco: vedere le foto pizzaiole di Pizzi in cui il raffinatissimo ed extravagante Gabriel viene inghiottito dalla caciara cafonal-romana sono davvero da premio Nobel. Lo sguardo dell’ex leader dei Genesis è a un passo dal del profundis, in mezzo alla baraonda formata dal vice sindaco Mariapia Garavaglia, Claudia Squitieri e Cesare Massimo, Eleonora Attolico, i principi Sforza e Maria Pia Ruspoli, Silvia Ronchey e Beppe Scaraffia, Benedetta Lignani Marchesani, Daniela e Giorgio La Malfa, l’amministratore delegato di Tiscali Tommaso Pompei, Marcello Modugno, Carlo Calvi di Bergolo, Ines Sastre e Alex Corrias (baby genitori di Diego), Silvestro Serra con Stefania Agnello.
Non si uccidono così anche i premi Nobel?





Dagospia 21 Novembre 2006
Etrusco
00mercoledì 22 novembre 2006 13:53
Etrusco
00mercoledì 22 novembre 2006 13:54
Etrusco
00martedì 5 dicembre 2006 20:26
NATALE, LA VERA QUARESIMA: COCKTAIL, FESTICCIOLE E PARTY PROMOZIONALI
TUTTI IN MARCIA DA UNA BOUTIQUE ALL’ALTRA CON I TESTIMONIAL “CELEBRO-LESI”
ORMAI C’È PIÙ SPIRITUALITÀ IN SILVANA PAMPANINI CHE SOTTO L’ALBERO DI NATALE



Silvana Pampanini


Gabriella Sassone per Dagospia
Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo


Oddio, si salvi chi può! Col Natale alle porte è partito il girotondo infernale di shopping da regalo, happening, cocktail, festicciole e party, che ogni scusa per farsi gli auguri un mese prima è buona.
Così l’altro pomeriggio via, in marcia, tutti alla Galleria Alberto Sordi. Che goduria per passanti e curiosi col cuore giallorosso: c’è Ilary Blasi in Totti, incinta del secondo Pupino del Pupone e scortata più di Berlusconi (8 persone tra security-man e poliziotti) che accende col cronometro alla mano (mezz’ora e non di più la sua disponibilità) il mega abete Swarovski (10 metri d’altezza, 15mila ornamenti in cristallo e 10mila punti luci), piazzato lì a ricordare un’iniziativa charity in favore dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù.



Scaduti i 30 minuti per vedere e cercar di parlare inutilmente con la fatina buona della charity, via, la marcia riprende. Tutti in via Borgognona: le Biagiotti, Laura e Lavinia, brindano ai 20 Natali passati nella loro scintillante boutique, tempio del candore e del cachemire nella strada dello shopping elitario. E invece delle solite modelle assoldano il top delle loro clienti-testimonial (di ogni età) per far sfoggiare con nonchalance le loro creazioni.



Guest-star della festa - arriva per ultimo per farsi desiderare di più - un campione bello dello sport: quel Massimiliano Rosolino che balla tra le stelle di Milly tanto per prepararsi ai Campionati Europei in Vasca Corta, in scena ad Helsinki dal 7 al 10 dicembre. Fisicaccio statuario, simpatia partenopea che conquista, Max indossa meglio di un modello un pantalone in flanella grigio e una camicia bianca con evidente logo Biagiotti.

E nicchia con un sorriso sibillino se gli domandi quanto sia vera (o pro audience) la love-story con la sua maestra di ballo, la russa Natalia Titova. Accanto a lui, perché la moda e lo sport per le Biagiotti vanno a braccetto, ecco la schermitrice pluri-iridata Valentina Vezzali e Fiona May (ha vinto lei sabato sera “Ballando con le stelle”), alta e magra come un fuso, in lungo bianco di cachemire. Quando appare Rosolino, l’altro biondone del party, il “caprese” Kaspar Capparoni, se n’è appena andato al braccio della fianceè Veronica Maccarone: sarà stato un caso?



Nel caos festante della boutique, calda come una foresta tropicale, si aggira Dorina Bianchi, delicata, chic e “trasformista” deputata dell’Ulivo, vi è approdata dopo aver militato nella Margherita, in Forza Italia e nell’Udc. Al suo debutto nella mondanità capitolina, Dorina è un po’ spaesata nella calca addobbata a festa e trova due giornaliste a modo con cui parlare. “E’ il nostro primo incontro con lei, l’abbiamo invitata perché è un’estimatrice dei nostri capi”, dice Lavinia, presissima dai suoi ospiti ma vigilata dal fidanzato Francesco Iovine.



C’è anche la senatrice Ds Franca D’Alessandro Prisco, la suocera di Veltroni, ma pochi la conoscono. Volano via 200 magnum di Ferrari Brut, 200 candidi panettoni glassati, 2.000 chicchi di melograno benauguranti, pizzette, panini mignon e leccornie varie. Le affezionate della casa di moda ci sono tutte. Tutte griffate Biagiotti. Cinzia Th Torrini e Maria Rosaria Omaggio osano abiti rossi; Nancy Brilli col suo Roy De Vita è in bianco con perle. Eva Grimaldi ha un abito marrone plissettato con ricami luccicanti. La più bella (non ce ne vogliano le altre visto che ogni articolo si offende qualcuno) è Stefania Lippi, figlia del Ct Marcello e moglie dell’irreprensibile bodyguard Francesco Palazzi. Per lei, l’unica giovane e graziosa fanciulla che ha rifiutato di condurre un programma sportivo dove mille altre si sarebbero accapigliate anche per fare lo sgabello, le stiliste hanno scelto un abitino di chiffon nelle sfumature del viola e del verde.

Tra le evergreen sempre in prima linea Silvana Pampanini (oddio, che stucco!) e Jolanda Addolori Quinn, ecco le due baby-testimonial dell’azienda: Eleonora Cadeddu (l’Annuccia di “Un Medico in famiglia”) che chiede autografi a Rosolino e co. ma li firma pure, e Rebecca Papi, scortata dalla mamma Raffaella e con lo scatenato barboncino Tigre al guinzaglio. “Ma che le Biagiotti hanno creato pure una linea di vestitini per cani?”, domanda un paparazzo vedendo diversi amici a quattro zampe in boutique. “No, ma potremmo suggerirglielo”, chiosa Marina Ripa di Meana che trascina i suoi nuovi carlini Mela e Riso Risotto mentre distribuisce inviti per la presentazione del suo nuovo libro: “Lettere a Marina”. Persino Michel, il parrucchiere-guru più spietato che ci sia, ha il cane pezzato al guinzaglio. Manca solo Medea, il maremmano di Laura e Lavinia, una star che posa sempre nei biglietti di auguri natalizi, ma lui sta meglio nel castello di famiglia…



Gravitano tra i lucernari Liberty decorati con centinaia di numeri 20 in plexiglass multicolor (come le spille che sfoggiano sul petto le padrone di casa) Paola Saluzzi, Nicola Pietrangeli, la modella Dong Mei, Pamela Villoresi, Marta Flavi, Valeria Valeri, l’hair-stylist Paolo Di Pofi. Fermi tutti, non ve ne andate: c’è il rito (tragico, visto che i fotografi si accapigliano sempre) della torta, glassata e con un bel 20 di cioccolato bianco. La Biagiotti senior quasi si commuove quando ricorda il suo appassionato amore per Roma, dal restauro della Cordonata del Campidoglio grazie al profumo “Roma”, al recente restyling della boutique: “All’inizio del ‘900 era il teatro Bernini, poi un cinema, poi un centro commerciale. Ho riportato questo spazio agli antichi splendori”. Quale occasione migliore di questa per lanciare (ed omaggiare) la nuova fragranza “Biagiotti Due”? Col profumino in mano, si torna tutti a casa felici e contenti



Dagospia 04 Dicembre 2006
speed1977
00martedì 5 dicembre 2006 21:24
altro che magna magna
=porcello88=
00martedì 5 dicembre 2006 21:30
ciaooooooo a tuttiiiiiiiii..............
ah però.. mangiano eccome se mangiano!
Etrusco
00venerdì 16 febbraio 2007 16:18
Re:

Scritto da: =porcello88= 05/12/2006 21.30
ciaooooooo a tuttiiiiiiiii..............
ah però.. mangiano eccome se mangiano!



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Etrusco
00venerdì 16 febbraio 2007 16:18
Carmine Lamanda, Matteo Arpe, Cesare Geronzi, Fabio Gallia e Berardino Libonati
Etrusco
00venerdì 16 febbraio 2007 16:19
Carmine Lamanda alle prese col crostino:
Etrusco
00venerdì 16 febbraio 2007 16:21
Carmine lo-manda giù:
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